Papa Francesco invita alla missione

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Nella messa odierna a Santa Marta papa Francesco ha pregato per quanti sono morti a causa del Covid-19, in particolare per i morti senza nome, sepolti nelle fosse comuni: “Preghiamo oggi per i defunti, coloro che sono morti per la pandemia; e anche in modo speciale per i defunti – diciamo così – anonimi: abbiamo visto le fotografie delle fosse comuni”.

Nell’omelia il papa ha commentato il passo odierno degli Atti degli Apostoli, che racconta l’incontro di Filippo con un etiope, funzionario di Candace, desideroso di comprendere chi fosse quanto descritto dal profeta Isaia e si lascia battezzare:

“Gesù ricorda che anche i profeti avevano preannunciato questo: ‘E tutti saranno istruiti da Di’. E’ Dio che attira alla conoscenza del Figlio. Senza questo, non si può conoscere Gesù. Sì, si può studiare, anche studiare la Bibbia, anche conoscere come è nato, cosa ha fatto: quello sì. Ma conoscerlo da dentro, conoscere il mistero di Cristo è soltanto per coloro che sono attirati dal Padre a questo”.

Tale situazione è accaduta al funzionario etiope: “Questo è quello che è successo a questo ministro dell’economia della regina d’Etiopia. Si vede che era un uomo pio e che si è preso il tempo, in tanti dei suoi affari, per andare ad adorare Dio. Un credente. E tornava in patria leggendo il profeta Isaia. Il Signore prende Filippo, lo invia in quel posto: spiegò Gesù”.

Dopo il racconto nasce il desiderio: “Quella inquietudine che aveva questo signore nella lettura del profeta Isaia era proprio del Padre, che attirava verso Gesù: lo aveva preparato, lo aveva portato dall’Etiopia a Gerusalemme per adorare Dio e poi, con questa lettura, aveva preparato il cuore per rivelare Gesù, al punto che appena vide l’acqua disse: ‘Posso essere battezzato’. E lui credette”.

La conversione avviene con la testimonianza: “E questo, che nessuno può conoscere Gesù senza che il Padre lo attiri, questo è valido per il nostro apostolato, per la nostra missione apostolica come cristiani. Penso anche alle missioni… Andare in missione è dare testimonianza della propria fede; senza testimonianza non farai nulla. Andare in missione (e sono bravi i missionari!) non significa fare strutture grandi, cose … e fermarsi così.

No: le strutture devono essere testimonianze. Tu puoi fare una struttura ospedaliera, educativa di grande perfezione, di grande sviluppo, ma se una struttura è senza testimonianza cristiana, il tuo lavoro lì non sarà un lavoro di testimone, un lavoro di vera predicazione di Gesù: sarà una società di beneficenza, molto buona (molto buona!) ma niente di più”.

Però la missione ha bisogno della preghiera, cioè di una richiesta: “La preghiera. E questa è la preghiera per le missioni: pregare perché il Padre attiri la gente verso Gesù. Testimonianza e preghiera, vanno insieme. Senza testimonianza e preghiera non si può fare predicazione apostolica, non si può fare annuncio. Farai una bella predica morale, farai tante cose buone, tutte buone. Ma il Padre non avrà la possibilità di attirare la gente a Gesù.

E questo è il centro: questo è il centro del nostro apostolato, che il Padre possa attirare la gente a Gesù. La nostra testimonianza apre le porte alla gente e la nostra preghiera apre le porte al cuore del Padre perché attiri la gente. Testimonianza e preghiera. E questo non è soltanto per le missioni, è anche per il nostro lavoro come cristiani”.

Ed ha concluso l’omelia affermando che la preghiera rende possibile l’apostolato: “Questa è la grande regola per il nostro apostolato, dappertutto, e in modo speciale per le missioni. Andare in missione non è fare proselitismo… Chiediamo al Signore la grazia di vivere il nostro lavoro con testimonianza e con preghiera, perché Lui, il Padre, possa attirare la gente verso Gesù”.

Il papa ha terminato la celebrazione con l’adorazione e la benedizione eucaristica, invitando a fare la Comunione spirituale”: Gesù mio, credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento dell’altare. Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’anima mia.

Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a Te. Non permettere che mi abbia mai a separare da Te”.

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