Papa Francesco invita a chiedere perdono e prega per gli operatori sanitari

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Questa mattina, celebrando la messa in streaming da Santa Marta, papa Francesco ha pregato per il personale sanitario che sta assistendo i malati di coronavirus nelle zone più contagiate dal Covid-19, in particolare a Bergamo, Treviglio, Brescia e Cremona, invitando a riscoprire Dio come Padre buono:

“Ieri ho ricevuto un messaggio di un sacerdote del bergamasco che chiede di pregare per i medici di Bergamo, Treviglio, Brescia, Cremona, che stanno al limite del lavoro; stanno dando proprio la propria vita per aiutare gli ammalati, per salvare la vita degli altri.

E anche preghiamo per le autorità; per loro non è facile gestire questo momento e tante volte soffrono delle incomprensioni. [Che] siano medici, personale ospedaliero, volontari della salute o le autorità, in questo momento sono colonne che ci aiutano ad andare avanti e ci difendono in questa crisi. Preghiamo per loro”.

Commentando le letture del giorno papa Francesco ha sottolineato che Dio non giudica, ma invita a ritornare sulle ‘giuste’ strade della misericordia, attraverso un ricordo della sua infanzia: “Quando leggo o ascolto questo passo del profeta Osea che abbiamo sentito nella Prima Lettura: ‘Torna Israele, al Signore, tuo Dio, torna’, quando lo sento, mi viene alla memoria una canzone che cantava 75 anni fa Carlo Buti e che nelle famiglie italiane a Buenos Aires si ascoltava con tanto piacere: ‘Torna dal tuo papà. La ninna nanna ancora ti canterà’.

Torna: ma è il tuo papà che ti dice di tornare. Dio è il tuo papà; non è il giudice, è il tuo papà: ‘Torna a casa, ascolta, vieni’. E quel ricordo (io ero ragazzino) mi porta subito al papà del capitolo 15^ di Luca, quel papà che dice: ‘Vide venire il figlio da lontano’, quel figlio che se ne era andato con tutti i soldi e li aveva sprecati…

Lo vide da lontano. Torna dal tuo papà, torna dal tuo Padre. Lui ti aspetta. E’ la tenerezza di Dio che ci parla, specialmente nella Quaresima. E’ il tempo di entrare in noi stessi e ricordare il Padre o tornare dal papà”.

Continuando nel commento delle letture del giorno il papa ha invitato a non vergognarsi di chiedere perdono a Dio, che guarisce ogni ‘infedeltà’: “Torna da tuo padre che ti aspetta. Il Dio della tenerezza ci guarirà; ci guarirà da tante, tante ferite della vita e da tante cose brutte che abbiamo combinato. Ognuno ha le proprie!

Ma pensare questo: tornare da Dio è tornare all’abbraccio, all’abbraccio del padre… Lui è capace di trasformarci, Lui è capace di cambiare il cuore, ma ci vuole dare il primo passo: tornare. Non è andare da Dio, no: è tornare a casa”.

Ed ha invitato alla confessione anche in questo periodo, in cui il consiglio è di restare a casa: “E la Quaresima sempre punta su questa conversione del cuore che, nell’abitudine cristiana, prende corpo nel sacramento della Confessione. E’ il momento per lasciare che Dio ci imbianchi, che Dio ci purifichi, che Dio ci abbracci. Io so che tanti di voi, per Pasqua, andate a fare la confessione per ritrovarvi con Dio”.

Ha consigliato di seguire ciò che è scritto nel Catechismo, in modo da poter gustare la gioia del perdono: “E’ molto chiaro: se tu non trovi un sacerdote per confessarti, parla con Dio, è tuo padre, digli la verità e chiedigli perdono con tutto il cuore, con l’Atto di dolore e promettigli: ‘Dopo mi confesserò, ma perdonami adesso’.

E subito tornerai alla grazia di Dio. Tu stesso puoi avvicinarti, come ci insegna il Catechismo, al perdono di Dio senza avere alla mano un sacerdote. Pensate voi: è il momento!  E questo è il momento giusto, il momento opportuno. Un Atto di dolore ben fatto, e così la nostra anima diventerà bianca come la neve… Ti aspetta e ti farà festa”.

Terminando la celebrazione eucaristica papa Francesco ha invitato a fare la Comunione spirituale: “Ai tuoi piedi, o mio Gesù, mi prostro e ti offro il pentimento del mio cuore che si abissa nel suo nulla e nella Tua santa presenza. Ti adoro nel Sacramento del Tuo amore, desidero riceverti nella povera dimora che ti offre il mio cuore.

In attesa della felicità della comunione sacramentale, voglio possederti in spirito. Vieni a me, o mio Gesù, che io venga da Te. Possa il Tuo amore infiammare tutto il mio essere, per la vita e per la morte. Gesù, credo in Te, spero in Te, Ti amo”.

Intanto la Cei ha invitato per venerdì 27 marzo i sacerdoti, che ne avranno la possibilità, a recarsi da soli in un cimitero della propria diocesi per un momento di raccoglimento e di preghiera: “L’immagine dei mezzi militari, che trasportano le bare verso i forni crematori rende in maniera plastica la drammaticità di quello che il Paese vive.

Per il rispetto delle misure sanitarie, tanti di questi defunti sono morti isolati, senza alcun conforto, né quello degli affetti più cari, né quello assicurato dai sacramenti… L’intenzione è quella di affidare alla misericordia del Padre tutti i defunti di questa pandemia, nonché di esprimere anche in questo modo la vicinanza della Chiesa a quanti sono nel pianto e nel dolore”.

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