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In Messico beatificato Moisés Lira Serafín: essere piccoli per essere grandi santi
“Ieri, a Città del Messico, è stato beatificato Moisés Lira Serafín, sacerdote, fondatore della Congregazione delle Missionarie della Carità di Maria Immacolata, morto nel 1950, dopo una vita spesa ad aiutare le persone a progredire nella fede e nell’amore del Signore. Il suo zelo apostolico stimoli i sacerdoti a donarsi senza riserve per il bene spirituale del popolo santo di Dio. Un applauso al nuovo Beato! Vedo lì le bandiere messicane”:
così al termine della recita dell’Angelus di domenica 15 settembre papa Francesco ha salutato i messicani in piazza san Pietro per la beatificazione di Moisés Lira Serafín, avvenuta sabato 13 settembre a Città del Messico, nella celebrazione eucaristica, presieduta dal card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero della Cause dei Santi.
Moisés Lira Serafín nacque a Zacatlan, nello Stato di Puebla, il 16 settembre 1893. Crebbe in una famiglia cristiana, ma la sua infanzia fu segnata dalla morte della madre, nel 1898. Nel 1914 entrò nella congregazione dei Missionari dello Spirito Santo, fondata da padre Felix de Jesus Rougier, e divenne il primo novizio. Prese i voti nel 1917, fu ordinato sacerdote nel 1922 e nello stesso anno emise i voti perpetui. Il suo motto, ‘E’ necessario essere molto piccoli per essere un grande santo’, ha guidato la sua vita spirituale.
Per la beatificazione di Moisés Lira Serafín, la Postulazione della Causa ha presentato all’esame del Dicastero la guarigione miracolosa, attribuita alla sua intercessione, di una signora da ‘idrope fetale tardiva generalizzata con versamenti viscerali multipli, non immunologica’. Durante la 22ª settimana della sua terza gravidanza, fu sottoposta ad un controllo medico che segnalò delle anomalie fetali. Vista la gravità della situazione i medici ritenevano che la gestazione non avrebbe raggiunto il sesto mese e, qualora fosse giunta a termine, il bambino alla nascita avrebbe presentato gravi problemi. Per tale motivo le consigliarono di interromperla subito.
Lei, al contrario, decise insieme al marito, di proseguire la gestazione ed ad una visita di controllo effettuata al sesto mese di gravidanza il medico comunicò alla paziente che l’idrope era scomparsa e il feto era in buono stato di salute. Il 6 settembre 2004 nacque da taglio cesareo la bambina, perfettamente sana. La protagonista principale dell’invocazione al Venerabile Servo di Dio fu la stessa sanata, che aveva conosciuto proprio in quei giorni, mentre stava leggendo un libro sulla sua vocazione sacerdotale.
Nell’omelia il prefetto del dicastero delle Cause dei Santi ha sottolineato che il nuovo beato ebbe una vita abbastanza travagliata: “Considerando, però, la sua vita terrena ci rendiamo conto che alla viva percezione di questo spirito di ‘figlio’ il beato Moisés non è arrivato percorrendo una via facile. Da ragazzo prima e da adolescente poi, infatti, egli ha avuto non poche difficoltà: la morte della mamma, che avvenne quando aveva solo cinque anni; i continui spostamenti ai quali era costretto per il lavoro del papà, il quale pure si risposò affidando Moisés al curato. Nonostante tutto, il suo carattere rimase allegro, giocoso e scherzoso”.
Per questa sua gioia il nuovo beato è un modello: “In questo il nostro Beato può essere anche presentato modello per tante persone che hanno avuto un’infanzia e una gioventù affettivamente povere. Le testimonianze hanno detto di lui che era molto gioviale, che amava rendere tutti felici ed era evidente che la sua gioia sgorgava dal di dentro, certo per il suo stabile rapporto con Dio. I suoi confratelli religiosi testimoniarono che la sua gioia era una accostamento di virtù diverse e che il suo scopo era quello di rendere gli altri felici”.
Un’altra sua ‘caratteristica’ era quella della direzione spirituale: “Si tratta del suo speciale carisma per la direzione spirituale, che esercitava non solo nella celebrazione del sacramento della Penitenza, cui dedicava dalle sei alle otto ore al giorno, ma pure nell’accompagnamento di tante persone, che guidava pure nella scelta di vita. La sua infanzia spirituale qui si trasformava in paternità spirituale con cui infondeva nei cuori pace, confidenza in Dio, sicurezza. Non abbatteva, ma sollevava lo spirito, dicevano di lui e questo è un bisogno molto avvertito nella Chiesa di oggi”.
Concludendo la celebrazione eucaristica ha affidato la Chiesa e l’imminente Sinodo alla Vergine di Guadalupe: “Nel materiale preparato per questi lavori fra l’altro si legge che ‘una Chiesa sinodale è una Chiesa che ascolta, capace di accogliere e accompagnare’ e che perciò ‘appare sommamente opportuno dar vita a un ministero dell’ascolto e dell’accompagnamento riconosciuto ed eventualmente istituito, che renda concretamente sperimentabile un tratto così caratteristico di una Chiesa sinodale’… Si tratta, si sottolinea pure, di un ministero che non può essere ritenuto come riservato ai soli ministri della Chiesa”.
(Foto: Unigre)
Papa Francesco invita i cattolici ad annunciare il Vangelo
“E vorrei ringraziare, in questo momento di gioia, questi ragazzi e ragazze del circo. Il circo esprime una dimensione dell’anima umana: quello della gioia gratuita, quella gioia semplice, fatta con la mistica del gioco. Ringrazio tanto queste ragazze, questi ragazzi che ci fanno ridere, ma anche ci danno un esempio di allenamento molto forte, perché per arrivare a quello che arrivano loro, occorre un allenamento forte, molto forte”.
Papa Francesco: sull’esempio di san Daniele Comboni non dimentichiamo l’Africa
“Ieri mi sono giunte notizie preoccupanti dal Nagorno Karabakh, nel Caucaso Meridionale, dove la già critica situazione umanitaria è ora aggravata da ulteriori scontri armati. Rivolgo il mio appello accorato a tutte le parti in causa e alla Comunità internazionale, affinché tacciano le armi e si compia ogni sforzo per trovare soluzioni pacifiche per il bene delle persone e il rispetto della dignità umana… Restiamo uniti nella vicinanza e nella preghiera per la cara e martoriata Ucraina”:
Papa Francesco: lo zelo apostolico è un invito alla carità
“Il mio pensiero va alle popolazioni della Libia, duramente colpite da violente piogge, che hanno provocato allagamenti e inondazioni, causando numerosi morti e feriti, come anche ingenti danni. Vi invito ad unirvi alla mia preghiera per quanti hanno perso la vita, per i loro familiari e per gli sfollati. Non manchi la nostra solidarietà verso questi fratelli e sorelle, provati da così devastante calamità.
Papa Francesco: la missione di santa Teresa è la preghiera
A conclusione dell’udienza generale odierna è stato annunciato dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, che ci sarà un nuovo ricovero al Policlinico Gemelli di Roma per papa Francesco, che sarà operato per il rischio di un’occlusione intestinale. L’intervento, considerato urgente, segue quello al colon a cui il papa Pontefice fu sottoposto il 4 luglio 2021:
Papa Francesco racconta l’ardore missionario di p. Matteo Ricci
Papa Francesco: testimoniare la fede come sant’Andrea Kim Taae-gon
“Oggi ricorre la giornata mondiale di preghiera per la Chiesa cattolica in Cina. Essa coincide con la festa della Beata Vergine Maria Aiuto dei cristiani, venerata e invocata nel Santuario di Nostra Signora di Sheshan, a Shanghai. In questa circostanza, desidero assicurare il ricordo ed esprimere la vicinanza ai nostri fratelli e sorelle in Cina, condividendo le loro gioie e le loro speranze.
Papa Francesco propone come esempio san Francesco Saverio
Al termine dell’udienza generale odierna papa Francesco ha ricordato che la festa dell’Ascensione è un invito a portare in tutto il mondo il Vangelo: “Infine, come di consueto, mi rivolgo ai giovani, ai malati, agli anziani e agli sposi novelli. La Solennità dell’Ascensione del Signore, che domani celebreremo, ci invita a guardare al momento in cui Gesù, prima di salire al cielo, affida agli Apostoli il mandato di portare il suo Messaggio di salvezza fino agli estremi confini della terra”.
Papa Francesco: la preghiera è il cuore dell’azione cristiana
Nell’udienza generale in piazza san Pietro, papa Francesco ha continuato il ciclo di catechesi riguardante lo zelo apostolico, ‘La passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente’, offrendo una meditazione sul tema ‘Testimoni: il monachesimo e la forza dell’intercessione. Gregorio di Narek’, che è stato un teologo, poeta e scrittore religioso armeno, annoverando tra le sue opere un commentario al Cantico dei Cantici e numerosi panegirici (tra i quali uno in onore alla Madonna):
Papa Francesco invita ad avere lo zelo di san Paolo
“Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Tra pochi giorni ascolteremo una commovente descrizione della Passione di Cristo. Questo racconto risvegli nei vostri cuori il pentimento e l’apertura all’amore di Cristo, che ci ha amato fino alla fine. Abbandonando l’uomo vecchio, potete portare il Signore con rinnovato zelo a coloro che vivono in mezzo a voi. In particolare, continuate a sostenere i vostri fratelli e sorelle sofferenti nell’Ucraina, nella martoriata Ucraina. Vi benedico di cuore”: con questo saluto papa Francesco, terminando l’udienza generale, in cui ha affrontato l’essenza del cristianesimo, ha ribadito il suo sostegno al popolo ucraino.