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‘Non possiamo lasciarlo solo’: papà rimasto orfano dei figli accolto dal suo capo di lavoro

Chi è l’Uomo? Potremmo rispondere che è un fratricida indefesso, violento e vendicativo, incapace di amare i suoi simili, perché troppo preso a soddisfare i suoi desideri egoistici. Oppure potremmo pensare a coloro che, nel dolore più dilaniante, tendono una mano, si fanno prossimi, hanno parole di conforto e compiono gesti che ricordano la tenerezza di Dio.

L’incendio di Bologna, nel quale hanno perso la vita una donna romena di trentadue anni e i suoi tre figli, ha mietuto un’altra vittima, seppur rimasta in vita: il papà George Panaite Birta, che non abitava con loro (era infatti separato dalla mamma dei suoi figli) e ora piange per quei pezzi di cuore che se ne sono andati troppo presto.

Si avvicina la Pasqua e da cristiani siamo autorizzati a non disperare nemmeno di fronte a queste tragedie immani: siamo autorizzati a pensare che la morte sia già stata distrutta e che, un giorno, quel padre rivedrà i suoi cuccioli. Gesù è stato sempre molto chiaro su questo: prima ancora di morire e risorgere lui stesso, nella sua predicazione e attraverso tutta la sua missione terrena ha annunciato senza sosta che siamo stati creati per la Vita eterna.

Prima che questo papà possa ricongiungersi ai suoi cari, però, a noi è chiesto di accompagnare questo papà chiamato ad un fardello così grande, è chiesto di supportarlo. A noi spetta condividere il suo calvario. Il dolore che prova quest’uomo non si può esprimere a parole e infatti non ne ha usate molte George. Solo una candela e una foto per ricordare la sua famiglia, poi il silenzio. 

Chi lo conosce dice che i bambini (Giorgia Alejandra, Mattia Stefano e Giulia Maria) erano la sua vita. Il Corriere scrive, tuttavia, che colleghi e amici gli si sono stretti attorno, e questo abbraccio ha visto il suo culmine nella richiesta del suo capoufficio, il responsabile della sede bolognese di 

Mitsafetrans, di stare in casa da lui, perché non si abbandonasse alla solitudine. ‘Non possiamo lasciarlo solo’, ha detto.

L’intera comunità, con piccoli gesti, messaggi, disponibilità ha condiviso il dolore di questa famiglia, che sabato mattina si è riunita davanti alla camera mortuaria in attesa dei funerali di mamma e figli. Tra loro anche il sindaco Matteo Lepore e il capo di gabinetto Matilde Madrid. E poi padre Trandafir, referente spirituale della famiglia che era ben nota nella comunità romena.

Il fratello di Stefania Nistor, Razvy, ha intanto lanciato una raccolta fondi, per il trasporto delle salme dei familiari in Romania, e i membri della comunità si sono già detti pronti a stare vicini alla famiglia con tutto quello che serve. Una comunità segnata da un grande dolore ma che sta rispondendo con un grande amore. Perché l’uomo è anche questo. E anche questo merita di far notizia.

A Roma la Giornata mondiale dei Bambini e delle Bambine

“Si avvicina la vostra prima Giornata Mondiale: sarà a Roma il 25 e 26 maggio prossimo. Per
questo ho pensato di mandarvi un messaggio, sono felice che possiate riceverlo e ringrazio tutti
coloro che si adopereranno per farvelo avere. Lo rivolgo prima di tutto a ciascuno personalmente, a
te, cara bambina, a te, caro bambino, perché ‘sei prezioso’ agli occhi di Dio, come ci insegna la
Bibbia e come Gesù tante volte ha dimostrato.

Allo stesso tempo questo messaggio lo invio a tutti, perché tutti siete importanti, e perché insieme, vicini e lontani, manifestate il desiderio di ognuno di noi di crescere e rinnovarsi. Ci ricordate che siamo tutti figli e fratelli, e che nessuno può esistere senza qualcuno che lo metta al mondo, né crescere senza avere altri a cui donare amore e da cui ricevere amore”.

Con questa lettera papa Francesco ha invitato bambini e bambine a Roma sabato 25 e domenica 26
maggio per l’incontro internazionale organizzato dal Dicastero per la cultura e l’educazione, in cui
sono attesi più di 100.000 bambini e ragazzi da più di 100 Paesi, come ha detto p. Enzo Fortunato,
coordinatore della prima Giornata mondiale dei bambini (Gmb):

“Ad oggi abbiamo già 57.555 iscritti. E’ un dato sorprendente, che crescerà. Vorrei ringraziare il Papa per il Messaggio che ci ha donato per la Giornata, che porta dentro il segreto della felicità: l’incontro con Gesù. Sarà un messaggio per il mondo”.

Mentre Stella Cervogni, responsabile delle delegazioni estere della Gmb, ha spiegato che saranno
invitati anche i bambini di altre religioni: “Ci saranno bimbi musulmani e buddisti, presenze che
saranno testimonianza visibile del mondo di pace che vorremmo”.


Nel messaggio papa Francesco ha sottolineato che i bambini e le bambine sono la ‘gioia’ anche
della Chiesa: “Così tutti voi, bambine e bambini, gioia dei vostri genitori e delle vostre famiglie,
siete anche gioia dell’umanità e della Chiesa, in cui ciascuno è come un anello di una lunghissima
catena, che va dal passato al futuro e che copre tutta la terra”.

E’ stato anche un invito ad ascoltare i propri familiari ed a non dimenticare chi ‘soffre’: “Per questo
vi raccomando di ascoltare sempre con attenzione i racconti dei grandi: delle vostre mamme, dei
papà, dei nonni e dei bisnonni!


E nello stesso tempo di non dimenticare chi di voi, ancora così piccolo, già si trova a lottare contro
malattie e difficoltà, all’ospedale o a casa, chi è vittima della guerra e della violenza, chi soffre la
fame e la sete, chi vive in strada, chi è costretto a fare il soldato o a fuggire come profugo, separato
dai suoi genitori, chi non può andare a scuola, chi è vittima di bande criminali, della droga o di altre
forme di schiavitù, degli abusi.


Insomma, tutti quei bambini a cui ancora oggi con crudeltà viene rubata l’infanzia. Ascoltateli, anzi
ascoltiamoli, perché nella loro sofferenza ci parlano della realtà, con gli occhi purificati dalle
lacrime e con quel desiderio tenace di bene che nasce nel cuore di chi ha veramente visto quanto è
brutto il male”.

‘Ecco, io faccio nuove tutte le cose’, brano dell’Apocalisse scelto come titolo dal papa per questa
giornata: “Queste parole ci invitano a diventare agili come bambini nel cogliere le novità suscitate
dallo Spirito in noi e intorno a noi. Con Gesù possiamo sognare un’umanità nuova e impegnarci per
una società più fraterna e attenta alla nostra casa comune, cominciando dalle cose semplici, come
salutare gli altri, chiedere permesso, chiedere scusa, dire grazie.

Il mondo si trasforma prima di tutto attraverso le cose piccole, senza vergognarsi di fare solo piccoli passi. Anzi, la nostra piccolezza ci ricorda che siamo fragili e che abbiamo bisogno gli uni degli altri, come membra di un unico corpo”.


Inoltre ha ricordato che la felicità deve essere condivisa: “E c’è di più. Infatti, care bambine e cari
bambini, da soli non si può neppure essere felici, perché la gioia cresce nella misura in cui la si condivide: nasce con la gratitudine per i doni che abbiamo ricevuto e che a nostra volta partecipiamo agli altri.

Quando quello che abbiamo ricevuto lo teniamo solo per noi, o addirittura facciamo i capricci per avere questo o quel regalo, in realtà ci dimentichiamo che il dono più grande siamo noi stessi, gli uni per gli altri: siamo noi il ‘regalo di Dio’. Gli altri doni servono, sì, ma solo per stare insieme. Se non li usiamo per questo saremo sempre insoddisfatti e non ci basteranno mai”.


Ed ha elencato alcuni luoghi in cui si può stare insieme felicemente: “Pensate ai vostri amici: com’è
bello stare con loro, a casa, a scuola, in parrocchia, all’oratorio, dappertutto; giocare, cantare,
scoprire cose nuove, divertirsi, tutti insieme, senza lasciare indietro nessuno. L’amicizia è
bellissima e cresce solo così, nella condivisione e nel perdono, con pazienza, coraggio, creatività e
fantasia, senza paura e senza pregiudizi”.

Infine in preparazione di questa giornata mondiale papa Francesco ha invitato a non dimenticare la
preghiera: “E adesso voglio confidarvi un segreto importante: per essere davvero felici bisogna
pregare, pregare tanto, tutti i giorni, perché la preghiera ci collega direttamente a Dio, ci riempie il
cuore di luce e di calore e ci aiuta a fare tutto con fiducia e serenità.

Anche Gesù pregava sempre il Padre. E sapete come lo chiamava? Nella sua lingua lo chiamava semplicemente Abbà, che significa Papà. Facciamolo anche noi! Lo sentiremo sempre vicino”.

In particolare la preghiera del Padre nostro: “Care bambine e cari bambini, sapete che a maggio ci
troveremo in tantissimi a Roma, proprio con voi, che verrete da tutto il mondo! E allora, per
prepararci bene, vi raccomando di pregare usando le stesse parole che Gesù ci ha insegnato: il Padre
nostro.

Recitatelo ogni mattina e ogni sera, e poi anche in famiglia, con i vostri genitori, fratelli, sorelle e nonni. Ma non come una formula, no! Pensando alle parole che Gesù ci ha insegnato. Gesù ci chiama e ci vuole protagonisti con Lui di questa Giornata Mondiale, costruttori di un mondo nuovo, più umano, giusto e pacifico”.

A Londra serata benefica dell’Associazione ‘Bambino Gesù del Cairo’ per l’Orfanotrofio ‘Oasi della Pietà’

Una serata di Fundraising per la raccolta fondi destinata alla realizzazione della ‘Cucina Scuola Francesco Mazzei’ dell’Orfanotrofio ‘Oasi della Pietà’, con sede a Il Cairo, è stata organizzata ieri dalla ‘Associazione Bambino Gesù del Cairo Onlus, il cui presidente è mons. Yoannis Lahzi Gaid, già segretario personale di Sua Santità Papa Francesco, presso l’Ambasciata d’Italia a Londra, con la partecipazione e il sostegno di Sua Eccellenza Inigo Lambertini, Ambasciatore d’Italia presso il Regno Unito, alla quale hanno partecipato più di cento illustri personaggi. La notizia è stata diffusa in Italia dal Direttore della Comunicazione dell’Associazione Biagio Maimone.

La ‘Cucina Scuola Francesco Mazzei’ è il risultato dell’accordo sottoscritto tra l’Associazione ‘Bambino Gesù del Cairo’ e lo Chef Francesco Mazzei,  che si qualifica come iniziativa finalizzata a trasformare la cucina dell’ ‘Oasi della Pietà’ in scuola cucina per garantire il futuro professionale degli ospiti della Casa di Accoglienza, la cui denominazione fa riferimento al prezioso dono che Sua Santità Papa Francesco ha benevolmente voluto destinare a questo progetto, che è una copia della Pietà di Michelangelo.

Le altre iniziative in essere dell’Associazione ‘Bambino Gesù del Cairo’ sono l’ospedale pediatrico e materno ‘Bambino Gesù del Cairo’, la catena di ristoranti ‘Fratello’,  volta a offrire gratuitamente cibo alle famiglie povere e la Scuola della Fratellanza Umana. Lo Chef Francesco Mazzei ha voluto organizzare questa iniziativa per coinvolgere un significativo numero di persone. Nel suo discorso Mazzei ha incoraggiato i partecipanti a sostenere tale iniziativa ringraziando tutti per aver accettato l’invito e per la loro partecipazione. Mazzei, inoltre, ha ringraziato gli sponsor che hanno contributo  alla realizzazione di questo importante evento benefico.

Sua Eccellenza Inigo Lambertini ha dato il benvenuto a tutti i presenti sottolineando l’importanza di questo genere di iniziative, che dimostrano il volto umano della nostra società e la bontà dei cuori generosi che rendono il mondo un posto migliore. Mons. Yoannis Lahzi Gaid ha ringraziato per l’opportunità ricevuta di poter parlare dell’Orfanotrofio ‘Oasi della Pietà’, che l’associazione, insieme a tanti benefattori, sta portando avanti:

“E’ una Casa di Accoglienza in cui saranno accolti tanti bambini orfani o abbandonati dalle proprie famiglie per diversi motivi. E’ una ‘Casa’ ed è una ‘Famiglia’ in cui i bambini vivranno in famiglia. Ogni gruppo sarà di sei bambini e verrà affidato a una coppia di giovani volontari. In tal modo essi potranno vivere insieme in un appartamento. Studieranno insieme, giocheranno insieme e così sperimenteranno l’abbraccio di una vera famiglia. La casa offrirà ai suoi piccoli ospiti tutto ciò che vogliamo dare ai nostri bambini”.

Mons. Gaid ha sottolineato altresì: “L’Oasi della Pietà è un progetto completo, studiato bene per poter dare a questi bambini tutto ciò che la vita  ha tolto loro. La Casa di Accoglienza ‘Oasi della Pietà’ è stata concepita per dare la possibilità a questi bambini di avere una casa in cui poter crescere serenamente e ricevere educazione, formazione, cure mediche, opportunità di crescita e imparare un lavoro.

Ogni bambino, pertanto, che entrerà nella casa sarà accolto, accompagnato sia durante il tempo di permanenza, sia successivamente quando raggiungerà l’età della maturità. L’iniziativa ‘Cucina, Suola Francesco Mazzei’ risponde all’intento di trasformare la cucina in scuola per insegnare ai giovani e a tutte le persone interessate l’arte della cucina e poter lavorare  negli  alberghi e nei  ristoranti”. La maestosità della Sede diplomatica e la generosità delle persone hanno reso la serata un momento di serena e vera umanità e fratellanza.

Testimone di fede: Principessa Mafalda di Savoia

Mafalda Maria Elisabetta Anna Romana di Savoia, principessa d’Assia, secondogenita di re Vittorio Emanuele III e della Regina Elena del Montenegro, nacque a Roma il 19 novembre 1902. Il nome era stato scelto da Vittorio Emanuele, ricordando Mafalda promessa ad Alfonso II d’Aragona.

Anche in Emilia-Romagna braccio di ferro sul suicidio medicalmente assistito

“Nascere, vivere, morire: tre verbi che disegnano la traiettoria dell’esistenza. La persona li attraversa, forte della sua dignità che l’accompagna per tutta la vita: quando nasce, cresce, come quando invecchia e si ammala. Sperimenta forza e vulnerabilità, intimità e vita sociale, libertà e condizionamenti. Gli sviluppi della medicina e del benessere consentono oggi cure nuove e un significativo prolungamento dell’esistenza. Si profila così la necessità di modalità di accompagnamento e di assistenza permanente verso le persone anziane e ammalate, anche quando non c’è più la possibilità di guarigione, continuando e incrementando l’ampio orizzonte delle “cure”, cioè di forme di prossimità relazionale e mediche”.

Così inizia il giudizio della Conferenza episcopale dell’Emilia- Romagna sulle ‘Istruzioni tecnico-operative’ con le quali la giunta regionale aveva tracciato lo scorso 9 febbraio il percorso per ottenere il suicidio medicalmente assistito. Nella nota i vescovi hanno sottolineato che procurare la morte contrasta con il valore della vita:

“Alla base di questa esigenza ci sono il valore della vita umana, condizione per usufruire di ogni altro valore, che costruisce la storia e si apre al mistero che la abita, e la dignità della persona, in intrinseca relazione con gli altri e con il mondo che la circonda”.

Per questo il valore della vita impone la difesa delle persone fragili: “Il valore della vita umana si impone da sé in ogni sua fase, specialmente nella fragilità della vecchiaia e della malattia. Proprio lì la società è chiamata ad esprimersi al meglio, nel curare, nel sostenere le famiglie e chi è prossimo ai malati, nell’operare scelte di politiche sanitarie che salvaguardino le persone fragili e indifese, e attuando quanto già è normato circa le cure palliative. Impegno, questo, che qualifica come giusta e democratica la società. Procurare la morte, in forma diretta o tramite il suicidio medicalmente assistito, contrasta radicalmente con il valore della persona, con le finalità dello Stato e con la stessa professione medica”,

Per i vescovi dell’Emilia-Romagna la proposta del ‘suicidio medicalmente assistito’ è sconcertante, proponendo un loro contributo: “Esprimiamo con chiarezza la nostra preoccupazione e il nostro netto rifiuto verso questa scelta di eutanasia, ben consapevoli delle dolorose condizioni delle persone ammalate e sofferenti e di quanti sono loro legati da sincero affetto.

Ma la soluzione non è l’eutanasia, quanto la premurosa vicinanza, la continuazione delle cure ordinarie e proporzionate, la palliazione, e ogni altra cosa che non procuri abbandono, senso di inutilità o di peso a quanti soffrono”.

Tali ragioni possono trovarsi nell’umanità del cristianesimo, che si fonda sulla vita: “Tale prossimità e le ragioni che la generano hanno radici nell’umanità condivisa, nel valore unico della vita, nella dignità della persona, e trovano sorgente, luce e forza ulteriore in Gesù di Nazareth che, proprio sulla Croce, nella fase terminale della esistenza, ci ha redenti e ci ha donato sua madre, scambiando con Lei, con il discepolo amato e con chi condivideva la pena, parole e un testamento di vita unico, irrinunciabile, non dissimili a quelle confidenze che tanti cari ci hanno lasciato sul letto di morte”.

A tale giudizio il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, è disponibile ad ogni approfondimento, affermando che “le sentenze della Corte Costituzionale si applicano, come prescrive la Costituzione italiana. Possono certamente essere discusse e non condivise, ma non disattese, in ossequio al principio di legalità.

Come noto, la Corte Costituzionale si è pronunciata per colmare un vuoto sulla materia prodotto dall’inerzia prolungata del Parlamento. E lo ha fatto, ancora una volta, chiedendo alle Camere di legiferare, di discutere e approvare una legge nazionale. E questo è anche il mio auspicio”.

Nel frattempo la regione ha disposto  le modalità di accesso all’istituto del suicidio medicalmente assistito: “E lo ha fatto perché ciò è dovuto in uno Stato di diritto, scongiurando viceversa quanto altrove già accaduto e ancora rischia di accadere: che un paziente, peraltro in condizioni drammatiche, debba ricorrere al giudice ordinario per vedersi riconosciuto quello che, va ribadito, è un diritto ora sancito dalla Corte costituzionale. Sono certo che sul principio di legalità anche la Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna non possa che convenire”.

Acli: l’inflazione impoverisce la famiglia

Confrontando i dati dei 730 dal 2020 al 2023, dalla ricerca condotta dalle Acli su 602.566 famiglie, ‘Povere famiglie. L’impatto dell’inflazione sui redditi degli italiani’, realizzata dall’Osservatorio nazionale dei redditi e delle famiglie in collaborazione con il Caf Acli e l’Iref, è emerso che l’inflazione ha eroso i redditi del ceto medio più del Covid, causando alle famiglie italiane una perdita di € 240 al mese, come ha sintetizzato il presidente nazionale delle Acli:

“Bisogna guardare al tema della famiglia in maniera positiva. La famiglia è il luogo della solidarietà. Anche l’individualismo può essere battuto attraverso il sostegno a politiche familiari adatte. Inoltre è necessario dare la giusta dignità al lavoro, così come è previsto dalla Costituzione. Serve infine una legge strutturata anche sulla questione della cura alle persone anziane”.

Adriano Bordignon, presidente nazionale del Forum delle Famiglie, ha sottolineato la necessità di rendere il costo della vita più ‘accessibile’: “Il costo della vita è aumentato, i carrelli disponibili sono calati. Le spese obbligate hanno eroso parte sempre più significativa dei redditi delle famiglie. Un altro problema è quello dei mutui con tassi sempre più crescenti.

Una famiglia si costruisce sul lavoro e sull’abitare. Questo segna anche il loro presente e anche il loro futuro. Poi ci sono gli anziani: la solitudine sta impattando sulla qualità delle persone in modo enorme. Gli anziani non godono di una rete relazionale. Le famiglie sono sempre più ridotte”.

Analizzando il loro reddito (attraverso il modello 730) la ricerca ha evidenziato che dal 2020 al 2023 il reddito delle famiglie con dichiaranti donne hanno perso in media € 2.767 a fronte di una perdita di € 2.518 degli uomini, quasi € 250 in più rispetto a quest’ultimi.

Gli uomini hanno visto erodere il 10% del loro reddito complessivo ai fini Irpef dal mod.730/2020 al mod.730/2023; nel medesimo periodo, il reddito equivalente delle famiglie con dichiarante donna è sceso del 14%. Inoltre, il 90% delle dichiaranti donna in povertà relativa non risulta coniugata: è vedova, single o separata e il 34% delle restanti donne vive con almeno un figlio a carico.

La perdita di potere d’acquisto, misurata in ‘carrelli di spesa’ per beni primari alimentari (ipotizzando che un carrello di spesa costi all’incirca € 90), le famiglie bireddito senza carichi hanno perso circa 8 carrelli annuali (pari ad € 700); i separati/divorziati senza carichi 6 carrelli, come 6 sono i carrelli persi da single/unioni di fatto; fino a toccare 4 carrelli di spesa persi delle famiglie monoreddito e dei vedovi.

La perdita di potere d’acquisto in rapporto ai redditi equivalenti varia in base alla struttura familiare e si va da una perdita del 10% circa sul reddito complessivo delle famiglie di reddito senza carichi e dei vedovi senza carichi; al 4,5% dei separati/divorziati con carichi e dei vedovi con carichi. L’incidenza della perdita sul reddito del totale del panel si attesta intorno all’8,7%.

Ed è in aumento il numero di famiglie che sono entrate in soglia di povertà relativa a causa dell’inflazione a doppia cifra: nel mod.730/2020 costituivano l’8,2% del panel, dato in flessione nel mod.730/2021, quando tale percentuale scese al 7,6%, calo dovuto in parte alla deflazione degli anni del covid e in parte alle politiche di salvaguardia dei redditi dagli esiti del lockdown.

Tassa invisibile e regressiva, l’inflazione ha eroso questo leggero recupero di potere di acquisto facendo perdere centinaia di euro annui alle famiglie del panel. Nella dichiarazione dei redditi del 2023, le famiglie in soglia di povertà sono passate dall’8,2% al 9,8%.

Anche le famiglie di anziani soli in povertà relativa costituiscono l’11% del panel, a fronte del 9,4% di dichiaranti in povertà più giovani: di questo sottogruppo il 40% sono settantenni ed il 60% sono ultra ottantenni. La perdita di reddito è stata di circa € 2.800 su un reddito familiare medio equivalente di € 20.000. Ancora una volta ad essere più penalizzate sono le donne: il rapporto tra numero di famiglie unipersonali di dichiaranti uomini rispetto al numero di famiglie di dichiaranti donne over 70 in povertà relativa è di uno a sei, 14% contro l’86%.

Inoltre l’inflazione a doppia cifra e l’aumento del costo del denaro hanno inciso anche sugli interessi sui mutui per acquisto delle abitazioni, per cui la media dell’aumento degli interessi sul mutuo per acquisto di abitazioni è stata di circa € 340 annuali. Però se si considera soltanto i mutui accesi dal 2020 in poi, l’aumento degli interessi ha riguardato il 98% dei mutuatari ed è stato in media di oltre € 1060 tra il 2020 e il 2022. Infine solo il 20% delle famiglie con figli ha detratto spese per le attività sportive dei figli, per un importo mediano di € 210.

Il Cairo: inaugurato il ristorante ‘Fratello’ che fornisce pasti gratuiti alle famiglie bisognose

Nevin Al-Kabbaj, Ministro della Solidarietà Sociale, ha inaugurato, il 9 gennaio 2024, il primo ramo della Catena dei Ristoranti della Fratellanza Umana“Fratello”, alla presenza di Monsignor Yoannis Lahzi Gaid, già Segretario personale di Sua Santità Papa Francesco e Presidente della Fondazione della Fratellanza Umana, dell’Ambasciatore Nabila Makram, ex Ministro dell’immigrazione, Fondatore e Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Fahim, e del Dottor Osama Al-Azhari, Consigliere del Presidente della Repubblica egiziana.

A darne la notizia è stato il giornalista  Biagio Maimone, Direttore della Comunicazione e corrispondente dell’Associazione Bambino Gesù del Cairo Onlus, il cui Presidente è Monsignor Yoannis Lahzi Gaid. L’inaugurazione ha visto la presenza di  un folto gruppo di ambasciatori e  di personaggi pubblici, influenti sia all’interno, sia all’esterno della Repubblica Araba d’Egitto, nonché di un gruppo di famiglie a cui dare prima assistenza, provenienti da ogni parte dell’Egitto.

L’inaugurazione è avvenuta in attuazione del protocollo sottoscritto dal Ministero della Solidarietà Sociale e dalla Fondazione della Fratellanza Umana nel maggio 2023, in base al quale i ristoranti forniranno pasti nutrizionalmente completi e gratuiti alle famiglie bisognose di cure, nonché a  tutte quelle  persone che non hanno la possibilità di recarsi nei ristoranti  facendoli diventare clienti del ristorante, per contribuire al riconoscimento del valore della loro dignità umana.

I pasti saranno forniti a tutte le fasce della società attraverso il contributo di chi è in grado di sostenere il costo del pasto a favore di chi non può. Le persone e le organizzazioni che vorranno sostenere tale iniziativa potranno ricaricare carte prepagate con cui  sostenere le spese dei pasti per le famiglie che essi desiderano aiutare.

L’iniziativa, inoltre, raccoglierà donazioni e contributi vari da parte di quei soggetti che, per responsabilità sociale, vorranno aderire all’iniziativa. Il ristorante offre un menù unificato per tutte le categorie, contenente molte opzioni, tra cui i pasti destinati ai bambini con un valore nutrizionale e salutare completo, simile all’ ‘Happy Meal’ dei ristoranti commerciali.

Il Ministro della Solidarietà Sociale ha sottolineato che la fraternità rappresenta il vincolo universale dell’umanità, in cui si dissolvono le appartenenze di classe, le appartenenze religiose e politiche, perché  aiuta a colmare le lacune sociali e ad aumentare le pari opportunità, ponendo in luce, altresì, che essa sviluppa il senso di responsabilità della società verso gli altri e contribuisce a rafforzare l’idea che anche i poveri hanno diritto ad una sana e completa  alimentazione.

Contribuire a garantire tali diritti è un dovere di tutti, soprattutto delle istituzioni finanziarie e dei gruppi economicamente all’avanguardia. Kabbaj ha aggiunto che la Fondazione della Fratellanza Umana è un’organizzazione di beneficenza senza scopo di lucro che ha lanciato il suo appello a sostegno della fratellanza umana, uniformandosi ai valori e ai  principi del Documento sulla

‘Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune’, sottoscritto da papa Francesco e dal Grande Imam Dr. Ahmed Al-Tayebb.

La Fondazione, nata nel 2022, si è rapidamente rimboccata le maniche diventando, in soli due anni,  un’istituzione di spicco della società civile egiziana. Essa ha dato vita a numerosi progetti, tra cui l’Orfanotrofio ‘Oasi della Pietà’, i Convogli medici, l’Ospedale Pediatrico ‘Bambino Gesù’ del Cairo (il primo Ospedale del Papa fuori dall’Italia) e la Scuola della Fratellanza Umana per le  persone portatori di disabilità, oltre alla serie di Ristoranti della Fraternità Umana ‘Fratello’.

Il Ministro della Solidarietà Sociale ha affermato, inoltre, che lo Stato si prefigge l’intento di adottare quei programmi che consolidino i principi della giustizia sociale. Per tale motivo stanzia ogni anno  ingenti budget, destinati sia al sostegno economico, sia al sostegno mediante prodotti alimentari, tra cui il pane, oltre a fornire cartoni di cibo e carne alle comunità locali. Ha annunciato, altresì, che intende finanziare il 20% del costo di questo progetto, sia attraverso finanziamenti di sostegno, sia attraverso il canale di solidarietà della Nasser Social Bank.

L’Ambasciatrice Nabila Makram, Fondatrice e Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Fahim ha fatto riferimento al protocollo di cooperazione tra la Fondazione Human Fraternity e la Fondazione Fahim per il sostegno psicologico, apprezzando il progetto del Ristorante Human Fraternity, che costituisce una  forma di sostegno psicologico per i gruppi più bisognosi e, nel contempo,  una forma di sostegno alla famiglia.

Ha sottolineato, altresì,  che il contributo di chi è in grado di sopportare l’onere e il costo del pasto di chi non ha le possibilità economiche rappresenta  un’idea unica nel suo genere, implementata per la prima volta in Egitto, di cui si auspica il successo. Mons. Yoannis Lazhi Gaid ha affermato:“Il primo ristorante della Catena dei Ristoranti della Fratellanza Umana ‘Fratello’ è stato inaugurato il 9 gennaio 2024.

E’ nostro intento aprire altri ristoranti in tutto l’Egitto ed anche in altri Paesi che ne hanno bisogno. Il Ristorante, il cui cibo è di alta qualità, non fa pensare ad una mensa o a un luogo destinato alle famiglie povere, proprio in quanto siamo stati sorretti dall’intento di non creare discriminazioni sociali, dando vita ad un luogo accogliente ed elegante. La povertà è solo una parola e non uno stato che identifica una persona.

L’idea del Ristorante ‘Fratello’ è oggetto di ulteriore approfondimento al fine di applicarla anche in Italia, tuttavia occorre sottolineare che la realizzazione di tale intento è molto impegnativa in quanto si tratta di un ristorante che ha due caratteristiche, ossia di essere come tutti gli altri ristoranti, per la sua identità commerciale e la sua apertura al pubblico e, nel contempo, è anche un ristorante solidale ‘no profit’, in quanto tutte le entrate vengono destinate alle famiglie bisognose, le quali possono mangiare gratuitamente. Si rende, pertanto, necessario capire se le leggi italiane prevedono di far vivere anche in Italia la medesima possibilità.

Il Santo Padre conosce bene questo progetto e le caratteristiche di tale iniziativa, per esserle stata illustrata a ottobre 2022, quando era solo un’idea, da me e dallo Sceicco Osama al-Azhari, consigliere del presidente egiziano per gli affari religiosi e membro anche lui della Fondazione Fratellanza Umana. Ampio è stato l’apprezzamento del Santo Padre. Successivamente l’abbiamo presentata al Ministero della Solidarietà egiziana con cui abbiamo sottoscritto un protocollo a maggio 2023. Ci sono stati forniti dal Ministero, e quindi dal Governo, tutti i dati relativi al numero delle famiglie in difficoltà.

La presenza della Ministra della Solidarietà Dott.ssa Nivin Kabbaj alla cerimonia di inaugurazione del 9 gennaio ha attestato e consolidato il sostegno e la collaborazione del governo egiziano a questa iniziativa di solidarietà e di Fratellanza Umana. Il primo ristorante funziona molto bene e le famiglie che arrivano restano sbalordite nel poter scegliere da un menù ed essere serviti gratuitamente. Quello che notiamo è la loro gioia scaturente dal fatto che molti di essi, nel corso della loro vita, non sono mai stati in un ristorante in cui, peraltro, sono stati serviti.

Questa iniziativa è sorretta da tre principi fondamentali: il primo principio è la Fraternità, in quanto siamo tutti fratelli e di nessun fratello possiamo ignorare il bisogno del suo fratello di nutrirsi, il secondo principio è il rispetto della dignità, in quanto offrendo questo servizio in maniera dignitosa teniamo conto della dignità di chi lo riceve, il terzo principio è la solidarietà in quanto il ristorante, essendo di ottima qualità, è aperto a tutti, sicché si verifica che le persone abbienti, le quali pagano, sostengono le spese del cibo delle famiglie non abbienti e bisognose.

Abbiamo creato, inoltre, anche le carte prepagate, che le persone benestanti possono caricare e donare alle famiglie bisognose. Questa iniziativa viene realizzata insieme ad alcune istituzioni, associazioni, fondazioni che caricano le carte prepagate non solo una sola carta, ma anche per 10 o 100 pasti da offrire a molte famiglie. Il progetto sta procedendo benissimo e, per tale motivo, nutriamo l’intento di aprire un altro ristorante sempre a Il Cairo in un’ altra zona disagiata”.

Forum delle Famiglie: sostenere le famiglie fa bene all’economia

Nelle settimane scorse al Senato si è svolto il convegno ‘Assegno unico, fisco, politiche familiari. La politica in dialogo con la famiglia’, promosso dal Forum delle associazioni familiari, per affrontare il nodo delle politiche pubbliche a favore delle famiglie e, quindi, delle nascite, in quanto “le politiche familiari del nostro Paese sono rimaste per decenni sostanzialmente ferme, relegate in un dibattito sociale, culturale e politico il più delle volte sterile… Negli ultimi anni, tuttavia si registra una positiva accelerazione, con l’introduzione del Family Act all’interno del quale è stato previsto l’Assegno unico universale”.

Durante l’evento sono stati citati i dati riportati nel ‘Cisf Family Report Per il Forum’, in cui si è evidenziato che “è opportuno che ci siano politiche attive per la famiglia, in termini di servizi, di sostegno economico, di pari opportunità, di equità fiscale. In particolare, proprio l’equità fiscale, secondo i carichi familiari, appare la nuova frontiera per costruire politiche familiari promozionali ed eque, in aggiunta a un più forte assegno unico e a una maggiore offerta di servizi”.

Però l’Assegno unico, introdotto nel 2021, appare tuttora insufficiente: “Solo il 5,5% delle giovani famiglie intervistate sostiene che la cifra è stata molto adeguata alle proprie necessità, mentre due terzi delle famiglie si dichiarano insoddisfatte: il 41,6% la definisce ‘poco’ adeguata, e il 25,9% ‘per niente’ adeguata… L’intervento dello Stato deve sostenere le famiglie nel loro compito primario: generare relazioni di fiducia, solidarietà e cura reciproca tra i propri membri, nella coppia, tra genitori e figli, anche quando sono i genitori a diventare anziani”.

In base a tali dati il Forum delle famiglie ha ribadito che sostenere le famiglie conviene anche dal punto di vista economico, “in quanto le relazioni familiari sono un sistema efficace di solidarietà interna e di responsabilità sociale verso il bene comune. All’interno, in famiglie stabili e integre, si rilevano migliori condizioni di salute, migliori risultati nell’apprendimento, più alti livelli di soddisfazione e di felicità individuale, più stabili relazioni di cura reciproca per i propri membri fragili; all’esterno, famiglie stabili e integre generano maggiore responsabilità sociale nei propri membri, maggior impegno nel sociale e nel volontariato, maggiore partecipazione all’azione politica”.

Nella tavola rotonda con i viceministri Maria Teresa Bellucci (Lavoro) e Maurizio Leo (Economia) il presidente del Forum delle associazioni familiari, Adriano Bordignon, ha sottolineato che l’obiettivo è quello di rimodulare il valore degli elementi che contribuiscono a determinare l’Indicatore della situazione economica per rendere lo strumento più ‘sensibile’ agli effettivi livelli di reddito delle famiglie:

“In particolare potrebbe essere attenuato il peso, oggi rilevante, della prima casa di abitazione. Mentre un altro aspetto critico riguarda l’attuale scala di equivalenza (il parametro per calcolare il reddito in base al numero dei componenti) che premia poco la presenza dei figli”.

Infine al vaglio c’è anche il peso dell’Assegno unico per i figli, che oggi concorre alla determinazione del reddito più di quanto facessero in passato gli assegni familiari e gli altri bonus, penalizzando i nuclei più numerosi, come ha detto Adriano Bordignon:

“In particolare si è convenuto sulla criticità dell’inverno demografico che il nostro Paese sta affrontando, sulla necessità di individuare risorse nuove da dedicare al rilancio della natalità e alla connessione delle azioni inerenti riforma fiscale, assegno unico, riforma dell’Isee, in un’ottica di medio periodo…

Il focus dell’incontro si è concentrato proprio sulla necessità impellente di una riforma dell’Isee che il Forum delle Associazioni familiari richiede da molti anni segnalandone i numerosi limiti soprattutto in merito alle scale di equivalenza utilizzate, al pesante impatto della prima casa, all’utilizzo dei redditi netti anziché lordi, ma anche per molto altro”.

Inoltre il presidente del Forum delle associazioni familiari ha fatto notare come il peso dell’assegno unico per i figli nella determinazione dell’Isee abbia come conseguenza che molte famiglie superino le soglie per accedere a servizi e bonus soprattutto in sede locale:

“Tutti gli indicatori ci raccontano che la sfida di rilanciare la famiglia e la natalità può essere alla nostra portata, solo se sarà capace di impattare la realtà con una serie di interventi estremamente significativi, che possano riavviare un motore che da tempo si è ingolfato. Non è più pensabile una politica dei piccoli aggiustamenti.

Abbiamo bisogno di una grande alleanza capace di coinvolgere Unione europea, Governo e Parlamento, Regioni ed enti locali, ma anche mondo del lavoro, scuola ed università, Terzo Settore, mondo della cultura e della comunicazione.

In tal senso, servono progetti ad alta intensità e a lungo respiro, capaci di riattivare prima di tutto la fiducia e la speranza delle giovani famiglie, convincendole che mettere al mondo un figlio non sarà una fatica individuale ma, oltre a essere la più splendida avventura per un essere umano, sarà un’esperienza che viene riconosciuta e sostenuta realmente come investimento di comunità”.

Quindi per Francesco Belletti, direttore del Centro internazionale studi famiglia (Cisf), “la famiglia non è più una questione di parte, ma è la microfibra relazionale del Paese e la principale risorsa di solidarietà. Sono state fatte molte cose buone, ma bisogna verificare quanto gli attuali strumenti siano efficaci. Servono politiche familiari a lungo termine e interventi più consistenti dal punto di vista economico, a partire dalla riforma del fisco. Occorrono, inoltre, misure a tutela delle donne lavoratrici e servizi di cura per le persone fragili”.

In questo senso per la dott.ssa Margherita Daverio, ricercatrice in Filosofia del diritto all’Università Lumsa, la famiglia genera un capitale sociale fondamentale per lo Stato: “Le politiche fiscali destinate alla famiglia sono un riconoscimento del capitale sociale che la famiglia genera, svolgendo funzioni di interesse collettivo come l’educazione, la presa in carico di situazioni di vulnerabilità, il sostegno in caso di disoccupazione, l’accompagnamento e la cura delle persone anziane. Il sostegno alla famiglia quindi è motivato da ragioni di equità.

Oltre alle misure di tipo erogativo occorre rafforzare i servizi essenziali alla persona. Attraverso il riconoscimento fiscale, inoltre si trasmette un messaggio culturale importante a fronte del contributo fondamentale offerto al Paese dalle famiglie”.

Infine Cristina Riccardi, vicepresidente del Forum nazionale delle associazioni familiari, ha sottolineato la necessità di abbandonare la logica assistenzialista alla famiglia: “E’ fondamentale uscire dalla logica del bonus e dell’assistenzialismo, per attuare investimenti e interventi a carattere strutturale. Servono misure di tipo preventivo per tutelare le famiglie in difficoltà.

In tal senso è necessario favorire un’alleanza tra i vari livelli governativi e le diverse istituzioni. La famiglia è una realtà in sé da valorizzare, che genera capitale sociale ed economico e non una somma di singoli individui. Occorre, dunque, uno sguardo ampio, una prospettiva a lungo termine e un approccio trasversale”.

(Foto: Dire)

A Roma sempre più famiglie sovraindebitate

“Pubblicità che promettono prestiti facili in poche ore, carte di credito e forme sempre più sofisticate di rateizzazione degli acquisti, una cultura dei consumi che non ha alla base i bisogni reali delle persone e una crisi economica che penalizza i ceti medi aprendo le porte della povertà ad un numero crescente di famiglie. La crescita esponenziale di persone sovraindebitate, che sicuramente ha nella congiuntura economica la causa principale (basti pensare alla pandemia e alla crisi inflazionistica scaturita dal conflitto in Ucraina per i rincari delle risorse energetiche) non può però prescindere da un’analisi sugli stili di vita delle famiglie, in modo particolare di quelle che frequentano le nostre comunità.

Papa Francesco: quaresima per vivere la fraternità

Anche quest’anno, papa Francesco ha inviato un videomessaggio per la Campagna di Fraternità promossa dalla Conferenza Episcopale del Brasile sul tema ‘Fraternità e amicizia sociale’, mentre il motto è tratto dal Vangelo di Marco, ‘Siete tutti fratelli e sorelle’ nel ricordo del 60^ anniversario della campagna in un itinerario di conversione:

“Mentre iniziamo, con digiuno, penitenza e preghiera il cammino quaresimale, mi unisco ai miei fratelli della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile in un inno di rendimento di grazie all’Altissimo per i 60 anni della Campagna di Fraternità, un itinerario di conversione che unisce fede e vita, spiritualità e impegno fraterno, amore a Dio e amore al prossimo, specialmente a chi è più fragile e bisognoso di attenzione. Questo percorso è proposto ogni anno alla Chiesa in Brasile e a tutte le persone di buona volontà di questa amata nazione”.

Il messaggio papale è un invito a vivere la fraternità: “Come fratelli e sorelle, siamo invitati a costruire una vera fraternità universale che favorisca la nostra vita in società e la nostra sopravvivenza sulla Terra, nostra Casa Comune, senza mai perdere di vista il Cielo dove il Padre ci accoglierà tutti come suoi figli e figlie”.

Di fronte a guerre e violenze il papa ha chiesto di allargare la fraternità: “Purtroppo nel mondo vediamo ancora molte ombre, segnali della chiusura in se stessi. Perciò, ricordo il bisogno di allargare la nostra cerchia per arrivare a quelli che spontaneamente non sentiamo parte del nostro mondo di interessi, di estendere il nostro amore ad ‘ogni essere vivente’, vincendo frontiere e superando ‘le barriere della geografia e dello spazio’.

Auspico che la Chiesa in Brasile ottenga buoni frutti in questo cammino quaresimale e formulo voti affinché la Campagna di Fraternità, ancora una volta, aiuti le persone e le comunità di questa amata nazione nel loro processo di conversione al Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo, superando ogni divisione, indifferenza, odio e violenza”.

Mentre nel messaggio al Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo papa Francesco ha ringraziato i partecipanti al consesso: “Desidero ringraziarvi per l’impegno, il tempo e le energie che dedicate alla lotta per un mondo migliore, in cui nessuno veda lesa la propria dignità e dove la fratellanza diventi una realtà, fonte di gioia e di speranza per tutti”.

Nel messaggio il papa ha sottolineato la dicotomia esistente nel mondo: “Oggi il nostro mondo si trova ad affrontare una dicotomia straziante. Da un lato milioni di persone soffrono la fame, dall’altro si riscontra una grande insensibilità nello spreco alimentare. Il cibo che viene sprecato ogni anno genera enormi quantità di gas serra, mentre basterebbe un corretto razionamento per sfamare tutti coloro che hanno fame”.

Sono tempi incerti verso un pericolo: ”Questi sono tempi precari. Stiamo spingendo il mondo verso limiti pericolosi: il clima sta cambiando, le risorse vengono saccheggiate; I conflitti e la crisi economica mettono a rischio la sopravvivenza di milioni di persone.

Di fronte alla crisi, le comunità rurali sono le prime a essere colpite, poiché non hanno le risorse per far fronte alla situazione causata dai cambiamenti climatici e dalle ostilità, e sono escluse dall’accesso ai finanziamenti. Anche i popoli indigeni sono vittime di disagi, privazioni e abusi. Sebbene la loro conoscenza sulla gestione delle risorse naturali e la loro connessione con l’ambiente possa aiutare a conservare la biodiversità”.

E non ha dimenticato le donne e le famiglie: “Un altro gruppo trascurato sono le donne, che rappresentano i pilastri di oltre la metà delle famiglie che soffrono di insicurezza alimentare nelle zone rurali, dove molti giovani mancano di formazione, risorse e opportunità. I giovani sono il futuro delle nostre comunità rurali e in essi risiede un importante potenziale di innovazione e cambiamento positivo”.

Di fronte a tali drammi il papa ha invitato a ‘costruire’ una nuova agricoltura: “Signor Presidente, questa realtà ci spinge ad affrontare i problemi esistenti, in particolare la fame e la miseria, non accontentandoci di strategie astratte o impegni irraggiungibili, ma coltivando la speranza che scaturisce dall’azione collettiva. Collaboriamo alla costruzione di un sistema agricolo e alimentare più inclusivo.

I programmi di ricerca e tecnologia che promuovere un’agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Allo stesso modo, è essenziale eliminare gli sprechi alimentari e sostenere un’equa distribuzione delle risorse. Investire semplicemente nel trasporto e nello stoccaggio può ridurre le perdite dei piccoli agricoltori, che producono un terzo del cibo consumato quotidianamente”.

Ed infine un invito per uno sviluppo integrale: “Invoco l’aiuto divino su tutti voi, affinché la saggezza, l’empatia e uno spirito di leale cooperazione e servizio guidino le vostre decisioni e le cause dell’esclusione, della povertà e della cattiva gestione delle risorse, nonché gli effetti delle crisi climatiche. Possano le loro proposte e azioni riflettere i valori universali di giustizia, solidarietà e compassione, essere orientate al bene comune e lavorare per la pace e l’amicizia sociale, generando cambiamenti a favore dello sviluppo integrale dell’umanità”.

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