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Simone Feder: prevenire l’abuso di droghe con proposte serie
Mercoledì 26 giugno si è celebrata la Giornata mondiale contro l’abuso ed il traffico illecito di droga sul tema proposto dall’UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime) ‘The evidence is clear: invest in prevention’ (‘L’evidenza è chiara: investire in prevenzione’), suggerendo un approccio basato sull’evidenza scientifica che abbia come priorità prevenzione e trattamento.
Con la Risoluzione 42/112 del 7 dicembre 1987, l’Assemblea Generale ha scelto il 26 giugno per celebrare la Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droga, affermando la sua determinazione nel rafforzare l’azione e la cooperazione a livello nazionale e internazionale per combattere questi fenomeni.
Per rafforzare la lotta al traffico di droga, nasce nel 1997 l’Ufficio dell’ONU contro la Droga e il Crimine (United Nations Office on Drugs and Crime –UNODC) creato dalla fusione del Programma di Controllo sulla Droga delle Nazioni Unite e dal Centro per la Prevenzione del Crimine Internazionale.
UNODC, oltre a condurre attività di ricerca e analisi, e a promuovere la ratifica e l’adozione di convenzioni e trattati internazionali, sviluppa progetti di cooperazione tecnica e assiste gli Stati membri, grazie ad una vasta rete di uffici operativi presenti in tutte le regioni del mondo.
Il tema della giornata è molto interessante e stimolante e per un maggior approfondimento è stato contattato il dott. Simone Feder, psicologo e coordinatore dell’area ‘Giovani e Dipendenze’ della ‘Casa del Giovane’ di Pavia, organizzazione senza scopo di lucro fondata nel 1971 dal venerabile don Enzo Boschetti per dare ospitalità a giovani con problemi di tossicodipendenza: gli appelli funzionano?
“Gli appelli e queste giornate possono servire per alzare l’attenzione su temi che altrimenti finirebbero nel dimenticatoio o sarebbero utilizzati solo come slogan per campagne politiche. E’ fondamentale però non fermarsi alla celebrazione di qualcosa, la battaglia deve essere quotidiana e culturale, passare da gesti e azioni che non puntino solo a reprimere e bloccare. Non è più il tempo di proclami e bandiere, questa deve diventare una battaglia al di sopra di partiti e ideologie, per l’intera società e a capo di una comunità educante da cui nessuno può e deve sentirsi escluso a livello di responsabilità”.
In quale modo è possibile prevenire le dipendenze?
“Mi sembra, come sempre, che per i giovani manchino idee e proposte. Intorno a loro ci sono continui messaggi e testimonianze di ‘successo e benessere’ molto più convincenti e ammalianti. Bisogna lavorare per stimolare politica, società e genitori a cercare e proporre altro e guardare oltre! Andare oltre le logiche economiche di mercato, dei tornaconti e della visibilità mediatica immediata, per puntare ad un guadagno maggiore: il futuro della società. Il problema è che non ci sono alternative valide che sappiano conquistare e coinvolgere i ragazzi. Finché l’unica strategia sarà spaventare non si riuscirà a modificare la naturale propensione dei giovani a cercare l’oltre”.
Per quale motivo il fentanyl è pericoloso?
“E’ uno degli oppioidi sintetici molto potente, 50 volte più dell’eroina e una percentuale piccolissima del suo uso può causare effetti letali. Negli USA negli ultimi tre anni è stato causa di circa 200.000 morti. L’Italia a livello governativo ha emanato l’allerta di livello alto. Nelle zone di spaccio, come al bosco di Rogoredo, stiamo monitorando costantemente la situazione in modo da lanciare alert tempestivi qualora se ne presentasse la necessità. In Italia dobbiamo sicuramente giocare d’anticipo, se arrivasse l’ondata che è arrivata negli USA la situazione sarebbe devastante”.
In quale modo fornire risposte alle domande dei giovani?
“I giovani sono consapevoli dei rischi legati all’utilizzo di sostanze, le informazioni sono reperibili ovunque. Per fornire risposte alle domande sono fondamentali due aspetti. Il primo è aiutare i giovani ad essere portatori di quesiti, a chiedersi il perché di alcune situazioni ed a diventare soggetti attivi di nuove proposte e cambiamenti. Esiste oggi un movimento giovanile che, per certi tempi, sta iniziando a spingere e prendere maggiori consapevolezze, bisogna aiutarli a guardare nella direzione giusta. Seconda cosa essenziale è dedicare il tempo all’ascolto, fermarsi con loro e condividere esperienze concrete che possano diventare la porta d’ingresso al loro interno, permetter loro di aprirsi e raccontarsi”.
Gli adulti sono ancora punti di riferimento per i giovani?
“Non si può pretendere di esserlo a priori, solo in quanto adulti, solo perché investiti di una qualche carica o professionalità. Oggi i ragazzi chiedono prima di tutto coerenza e presenza: è necessario andar loro incontro senza aspettarsi che siano pronti ad aprirsi con chi e quando pensiamo noi. Gli adulti devono riconquistarsi una credibilità che troppo spesso è messa a dura prova grazie a testimoni pubblici che veicolano valori e obiettivi di vita pericolosi. Troppi sono i messaggi contrastanti che passano attraverso i media e i passaparola, la musica, sta ad ognuno di noi, nella propria quotidianità rendersi portatore efficace e testimone di altro”.
(Tratto da Aci Stampa)
Papa Francesco: i trafficanti di droga sono assassini
“Sabato prossimo celebreremo la solennità dei Santi Pietro e Paolo, Patroni di Roma. Siate sul loro esempio discepoli missionari, testimoniando ovunque la bellezza del Vangelo. Alla loro intercessione affidiamo le popolazioni che soffrono la guerra: la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, il Myanmar, perché possano presto ritrovare la pace”: al termine dell’Udienza generale, nella giornata mondiale contro le droghe, papa Francesco ha rinnovato la preghiera per la pace nei Paesi in guerra, ma allo stesso tempo ha chiesto attenzione a non assumere droghe: “Il periodo delle vacanze è però anche un momento in cui molti giovani si avvicinano per la prima volta alle sostanze stupefacenti: che la Giornata mondiale contro l’abuso di droga, che ricorre oggi, ricordi di prestare una particolare attenzione alla sicurezza dei bambini e dei giovani”.
Ed in questa giornata il papa ha dedicato l’intera catechesi alla Giornata Mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga, ripetendo il messaggio di san Giovanni Paolo II alla Conferenza di Vienna nel 1987: “Questo fa l’abuso di droga e l’uso di droga. Ricordiamo però, al tempo stesso, che ogni tossicodipendente ‘porta con sé una storia personale diversa, che deve essere ascoltata, compresa, amata e, per quanto possibile, guarita e purificata… Continuano ad avere, più che mai, una dignità, in quanto persone che sono figli di Dio’. Tutti hanno una dignità”.
Richiamandosi ai pensieri di papa Benedetto XVI papa Francesco ha usato volutamente la parola ‘assassini’: “Non possiamo tuttavia ignorare le intenzioni e le azioni malvagie degli spacciatori e dei trafficanti di droga. Sono degli assassini! Papa Benedetto XVI usò parole severe durante una visita a una comunità terapeutica: ‘Dico ai trafficanti di droga che riflettano sul male che stanno facendo a una moltitudine di giovani e di adulti di tutti gli strati sociali: Dio chiederà loro conto di ciò che hanno fatto. La dignità umana non può essere calpestata in questo modo’. E la droga calpesta la dignità umana”.
Ha chiesto di porre fine alla produzione di droghe: “Una riduzione della dipendenza dalle droghe non si ottiene liberalizzandone il consumo (questa è una fantasia), come è stato proposto, o già attuato, in alcuni Paesi. Si liberalizza e si consuma di più. Avendo conosciuto tante storie tragiche di tossicodipendenti e delle loro famiglie, sono convinto che è moralmente doveroso porre fine alla produzione e al traffico di queste sostanze pericolose.
Quanti trafficanti di morte ci sono (perché i trafficanti di droga sono trafficanti di morte), spinti dalla logica del potere e del denaro ad ogni costo! E questa piaga, che produce violenza e semina sofferenza e morte, esige dalla società nel suo complesso un atto di coraggio”.
Inoltre la produzione di droga sta distruggendo l’Amazzonia: “La produzione e il traffico di droga hanno un impatto distruttivo anche sulla nostra casa comune. Ad esempio, questo è diventato sempre più evidente nel bacino amazzonico”.
Quindi l’unica soluzione per combattere la droga è la prevenzione: “Un’altra via prioritaria per contrastare l’abuso e il traffico di droghe è quella della prevenzione, che si fa promuovendo maggiore giustizia, educando i giovani ai valori che costruiscono la vita personale e comunitaria, accompagnando chi è in difficoltà e dando speranza nel futuro”.
Ed ha raccontato che nei suoi viaggi ha visitato molte comunità terapeutiche di ispirazione cristiana: “Nei miei viaggi in diverse diocesi e vari Paesi, ho potuto visitare diverse comunità di recupero ispirate dal Vangelo. Esse sono una testimonianza forte e piena di speranza dell’impegno di preti, consacrati e laici di mettere in pratica la parabola del Buon Samaritano. Così pure sono confortato dagli sforzi intrapresi da varie Conferenze episcopali per promuovere legislazioni e politiche giuste riguardo al trattamento delle persone dipendenti dall’uso di droghe e alla prevenzione per fermare questo flagello”.
Citando il proprio messaggio ai partecipanti al 60^ Congresso Internazionale dei Tossicologi Forensi dello scorso anno, papa Francesco ha invitato i fedeli a non essere indifferenti verso chi ha problemi con la droga: “Cari fratelli e sorelle, di fronte alla tragica situazione della tossicodipendenza di milioni di persone in tutto il mondo, di fronte allo scandalo della produzione e del traffico illecito di tali droghe, ‘non possiamo essere indifferenti. Il Signore Gesù si è fermato, si è fatto vicino, ha curato le piaghe’”.
E’ stato un chiaro invito all’azione, sottolineando che i trafficanti sono assassini ed invitando a pregare per la loro conversione: “E preghiamo per quei criminali che danno la droga ai giovani: sono criminali, sono assassini! Preghiamo per la loro conversione. In questa Giornata Mondiale contro la droga, come cristiani e comunità ecclesiali rinnoviamo il nostro impegno di preghiera e di lavoro contro la droga”.
In precedenza aveva ricevuto un gruppo di musulmani di Bologna, a cui ha sottolineato la necessità del dialogo: “In particolare, il dialogo sincero e rispettoso tra cristiani e musulmani è un dovere per noi che vogliamo obbedire alla volontà di Dio. Infatti, la volontà di un Padre è che i suoi figli si vogliano bene, si aiutino a vicenda, e che, se sorge tra loro qualche difficoltà o incomprensione, si mettano d’accordo con umiltà e pazienza”.
Però il dialogo richiede la dignità di ogni persona: “Tale dialogo richiede il riconoscimento effettivo della dignità e dei diritti di ogni persona. In cima a questi diritti c’è quello alla libertà di coscienza e di religione, che significa che ogni essere umano dev’essere pienamente libero per quanto riguarda le sue scelte religiose. Inoltre, ogni credente deve sentirsi libero di proporre (mai imporre!) la propria religione ad altre persone, credenti o no.
Ciò esclude ogni forma di proselitismo, inteso come esercitare pressioni o minacce; deve respingere ogni tipo di favori finanziari o lavorativi; non deve approfittare dell’ignoranza delle persone. Oltre a ciò, i matrimoni tra persone di religioni diverse non devono essere occasione per convertire il coniuge alla propria religione”.
(Foto: Santa Sede)
Giornata mondiale contro le droghe: occorre prevenire
Essere presenti con le risposte giuste prima che nascano le domande, questa è la sfida che oggi come operatori sociali, ma prima di tutto come uomini e donne, dobbiamo scegliere di intraprendere. Altrimenti arriveremo sempre troppo tardi. In occasione di questa giornata che si propone di alzare gli occhi ‘contro l’abuso e il traffico illecito di droga’, sentiamo fondamentale spostare lo sguardo su una dimensione che troppo spesso è ignorata e passata sotto silenzio.
Il problema oggi non è vietare, interdire, bloccare, condannare l’uso, l’abuso o il traffico di sostanze. Sarebbe come pensare di tappare con un dito il foro di una diga che sta rischiando di spaccarsi sotto lo stimolo di un’onda anomala. La logica della rincorsa alla soluzione non è mai quella vincente, specialmente se si tratta di presa in carico della fragilità umana e delle pericolose conseguenze ad essa legate.
Oggi i giovani, e le loro famiglie, hanno bisogno di scelte politiche e sociali diverse, che decidano di investire e scommettere sul loro potenziale, non di limitarsi a raccogliere i cocci e provare ad incollare situazioni ormai logore e fortemente compromesse. L’età media dei ragazzi che arriva a bussare alla nostra porta è sempre più bassa, abbiamo giovanissimi che arrivano in comunità già a 14 anni, mentre si alza vertiginosamente il loro livello di compromissione fisica, giuridica, sociale e sanitaria.
Tutto questo sotto gli occhi di un sistema che, cieco davanti alla situazione e sordo ai suoi continui richiami, si limita ad accorgersi di loro solo quando il dramma appare sulle colonne della cronaca nera o di qualche reportage scandalistico. Mancano precisi disegni e intenti preventivi che traccino linee di intervento chiare e veramente incisive.
E’ però terminata l’ora delle parole e dei proclami fini a sé stessi, dei progettifici e delle offerte a tempo costruite esclusivamente per riempire spazi e servizi ormai desolatamente vuoti e desueti. Bisogna agire prima: restituire alle nuove generazioni la capacità di inventare e inventarsi, di sentirsi protagonisti di un progetto di vita realistico e appetibile, di desiderare un futuro in cui la fatica non sia solo un ostacolo da aggirare, ma una strada verso soddisfazioni importanti.
Come adulti non possiamo accontentarci di essere ‘restauratori’ di situazioni cresciute da sole senza una progettualità reale, bisogna diventare artigiani di adolescenze proattive, accompagnatori in percorsi che possano non essere spaventosi nonostante le salite e gli strapiombi che inevitabilmente ne fanno parte. Questo richiede però presenza vera, intenzionalità educativa costante e, soprattutto, alternative credibili verso le quali dirigere i nostri ragazzi.
Mi ha molto colpito la storia di Samuele, (https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/la-maturita-sul-campo-di-samuele-io-volontario-al-bosco-di-rogoredo-oltre-lo-studio-ce-di-piu-gli-altri-de434ac8) giovane che ho incontrato quest’anno al presidio che ogni mercoledì viene gestito presso il bosco di Rogoredo da giovani studenti desiderosi di rendersi utili verso i loro coetanei che attraversano sentieri di forte difficoltà.
Lui, giovane maturando, ha scelto di essere presente anche il giorno della sua prima prova d’esame, testimoniando così l’importanza e la bellezza dell’impegno verso gli altri che riempie di significato la propria esistenza.
Situazioni e valori che appaiono oggi forse in controtendenza rispetto a quanto viene costantemente proposto all’interno della società di oggi, ma che nei giovani risuonano come la vera e profonda rivoluzione che può portare un vero cambiamento all’intera comunità.
Spesso incontro ragazzi impegnati e desiderosi di fare qualcosa per dare un senso alle loro esistenze e rispondere a quella ricerca di senso che costantemente provano. La stessa ricerca che purtroppo spesso porta i più fragili a cercare nelle sostanze una risposta che non riescono a trovare nell’anestetizzante routine in cui sono troppo spesso inseriti: una quotidianità priva di proposte interessanti e di sguardi mirati alla promozione delle loro potenzialità.
Dobbiamo avere il coraggio delle grandi proposte, degli azzardi stimolanti, delle avventure condivise che possano colmare le istanze di crescita e di emancipazione dei nostri giovani. Solo così non saranno più necessarie giornate contro, ma potremo finalmente istituire giornate ‘a favore di’, che possano ricordare quanta ricchezza e propositività ci circondano!
CNCA: i servizi di riduzione del danno fanno bene alla salute e fanno risparmiare
I servizi di Riduzione del danno (Rdd) e Limitazione del rischio (Ldr) non offrono soltanto un importante presidio per la tutela della salute delle persone e della collettività, ma consentono di generare risultati che, senza la loro presenza, comporterebbero un costo molto più alto, in termini economici, per gli individui e le istituzioni: è stato questo il messaggio che il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) ha lanciato nei giorni scorsi durante la tavola rotonda ‘Quanto vale la Riduzione del danno? Il CNCA presenta la valutazione di impatto sociale dei suoi servizi di Diduzione del danno e Limitazione del rischio’.
Al termine dell’incontro la federazione ha presentato un documento che traccia il percorso di valutazione di impatto sociale dei servizi di Rdd e Ldr offerti da 10 organizzazioni della rete, presenti in 7 regioni (Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia-Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio): Alice, Arnèra, Borgorete, Cat, Centro Sociale Papa Giovanni XXIII, Cooperativa di Bessimo, Magliana ‘80, Nuovi Vicini, Open Group, Parsec.
I servizi di Rdd e Ldr sono azioni che si rivolgono alle persone che decidono di assumere sostanze psicoattive, per ridurre al massimo le conseguenze negative di tale consumo come, ad esempio, assumere sostanze particolarmente pericolose per la salute, contrarre l’Hiv o l’epatite per uso di siringhe o altri strumenti già usati da persone che potrebbero tramettere la malattia, provocare incidenti stradali per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Per raggiungere questo obiettivo, i servizi di Rdd e Ldr forniscono ai consumatori spazi, strumenti e informazioni che minimizzano la possibilità di tali rischi.
Il CNCA, in collaborazione con la start-up ‘Open Impact’, ha raccolto un grandissimo numero di dati sulle attività svolte dai servizi di Rdd e Ldr delle 10 organizzazioni citate a partire dal novembre 2022, tramite una piattaforma online dedicata, implementata da Open Impact. I dati presentati si riferiscono al periodo fino a febbraio 2024. Sono state censite 2.505 uscite dei servizi, che hanno registrato un totale di 103.601 contatti.
Grazie a questa raccolta di dati, alla definizione degli impatti attesi (connessi a determinati Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU e ad alcuni indicatori nazionali del Benessere Equo e Sostenibile – BES) e degli indicatori di impatto, è stato possibile determinare il moltiplicatore d’impatto (SROI – Ritorno sociale sull’investimento) dei servizi censiti, che risulta essere pari ad € 2,23. Quindi, per 1 euro investito per finanziare le attività di Rdd e Ldr, si è stimato (prudentemente) che ci sarebbero voluti € 2,23 per assicurare gli interventi socio sanitari necessari, in assenza dei servizi oggetto della sperimentazione, secondo la sottolineatura di Caterina Pozzi, presidente del CNCA:
“I servizi di Riduzione del danno e Limitazione del rischio, sono un presidio fondamentale per la salute delle persone sul territorio, coprendo anche rilevanti bisogni sociali, specie delle fasce più marginali della popolazione come i senza dimora. Il recente ritrovamento del fentanyl in Umbria l’ha mostrato con chiarezza: il consumatore che si è rivolto all’unità di strada di Perugia aveva già stabilito in precedenza una relazione di fiducia con questo servizio.
In questo modo i servizi di Rdd fanno da antenna per l’intero sistema, oltre che ridurre i danni e limitare i rischi associati all’uso di sostanze. Tuttavia, a fronte di questo fondamentale lavoro e dei risparmi economici che questi servizi generano per le persone e per la collettività, resta ancora del tutto inadeguata la loro diffusione e il loro finanziamento sul territorio nazionale.
Occorre che i servizi di Riduzione del danno e Limitazione del rischio siano implementati e garantiti su tutto in territorio nazione come previsto nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) con finanziamento dedicato ed appropriato e che a questo si accompagni un piano nazionale di misurazione dell’impatto di tali servizi”.
Dal documento risulta che gli utenti dei servizi censiti sono principalmente uomini, di età compresa tra i 18 e i 30 anni e italiani (58% nei dati disponibili). Il 48% sono frequentatori con pattern di consumo o comportamenti potenzialmente rischiosi, il 25% senza dimora. La sostanza più consumata è l’alcool (27,96%), seguita da cannabis (23,51%), oppioidi (17,86%) e cocaina (17,77%).
Quanto ai presidi di prevenzione distribuiti, prevalgono le siringhe distribuite (207.555 unità) e le siringhe restituite (106.567 unità). Seguono i preservativi distribuiti (28.515 unità), i pippotti (8.106 unità), i lacci (1.972 unità) e il Naloxone, usato nei casi di sovradosaggio acuto o overdose da oppioidi (1.472 unità). Il beneficiario dei servizi nel 42,10% dei contatti ha assunto comportamenti protettivi per la salute (come ad esempio l’uso di una siringa o altri strumenti nuovi, non utilizzati da altri) e nel 36,78% dei contatti comportamenti protettivi sul piano sociale (ad esempio per la conservazione dell’alloggio o del permesso di soggiorno o per l’ottenimento di un sussidio).
Per questo il CNCA ha posto questi obiettivi: promozione della diffusione dei servizi attraverso l’implementazione di politiche e incentivi che favoriscano l’espansione e l’accessibilità dei servizi di Rdd e Ldr in tutte le regioni italiane, creando reti di collaborazione tra organizzazioni locali, istituendo incentivi fiscali per le aziende che sostengono tali servizi e sensibilizzando l’opinione pubblica sull’importanza di questi servizi;
misurare l’impatto sociale con l’utilizzazione di metodologie chiare e affidabili, come l’analisi dei costi e dei benefici, l’analisi costi-efficacia e l’analisi costi-utilità per quantificare in modo preciso i benefici generati dai servizi in termini di salute pubblica, sicurezza sociale ed economica;
garanzia di investimenti adeguati: utilizzare almeno l’80% dei risparmi economici misurati dalla valutazione di impatto sociale per finanziare la diffusione e la continuità dei servizi di Rdd e Ldr su tutto il territorio nazionale. Questo assicurerebbe che i servizi ricevano le risorse necessarie per operare in modo efficace e sostenibile;
ed infine un coinvolgimento di tutte le parti interessate, inclusi operatori sanitari, organizzazioni della società civile, esperti di valutazione e ricerca e le persone che utilizzano direttamente i servizi nel processo decisionale e nella valutazione dell’impatto dei servizi di Rdd e Ldr.
Cambiare lo sguardo per una nuova Europa e una nuova Italia
In questa accesa campagna elettorale pochissimo abbiamo sentito parlare di giovani e fragilità, eppure sono questi alcuni dei punti principali su cui si può valutare l’investimento effettivo di una società rispetto al proprio futuro. Ormai da sette anni mi ritrovo a camminare a fianco a molti giovani all’interno di quel boschetto di disperazione ed è su di loro che oggi sento il bisogno di puntare un faro di luce.
I figli di Rogoredo hanno braccia segnate da domande senza risposte, pelle marchiata da una ricerca che non ha coordinate logiche, parole non dette, silenzi frastornanti e urla logoranti che scandiscono ore di attesa, secondi di tregua e innumerevoli minuti di paura. Oggi Rogoredo non è più la stazione, non è più la sede di Sky, non è più nemmeno ‘il boschetto’. Oggi Rogoredo è un disarmante rito, un atroce stile di vita, un terribile quesito esistenziale che non può lasciarci silenziosi e indifferenti.
Occuparsi di questi figli vuol dire incontrare quegli occhi, sostenere quelle schiene, stringere quelle mani, asciugare quelle lacrime, accompagnare quei passi che restano invisibili alle passerelle di chi si limita ad osservare e a pensare il ‘non luogo’ senza vedere le persone, a parlare dei giovani senza dedicare loro tempo. Come restare indifferenti a tale dramma? Ciò che sta accadendo ci mette di fronte ad una diversità esistenziale che ci interroga profondamente, ad una diversità di ‘scelte’ che ci obbliga a chiederci se, e come, entrarci in contatto.
Oggi Rogoredo è una lacerante domanda a cui dobbiamo dare ascolto e risposta, prima che il suo grido diventi così forte e profondo da trasformarsi solo in un fastidioso e indifferente rumore di fondo. Oggi Rogoredo è la punta dell’iceberg di un disagio che sempre più attanaglia i nostri giovani, invischiandoli in ragnatele di solitudine da cui non trovano via di scampo.
Il tema giovanile e quello dell’attenzione alla cura e al disagio non possono oggi passare in secondo piano quando si tratta di pianificare il futuro del nostro Paese. Per poter essere portatori di proposte credibili è necessario essere pronti ad investire pensiero e risorse in questa necessaria avventura che è l’accompagnamento dei nostri giovani verso il loro futuro.
Quali alternative concrete offrire loro? Quali possibilità? Quali valori guidano oggi la loro crescita? Dove sperimentano relazioni efficaci, attività promozionali, esperienze di volontariato che possano offrire loro chiavi di lettura e di approccio al mondo diverse? Il problema non è mai il sintomo ma la causa di esso, soffermarci sul tema droga diventa quindi pericoloso e riduttivo.
E’ sempre più fondamentale porsi le domande giuste ed essere pronti ad offrire le risposte necessarie a questo dilagante disagio, che non ha più nomi né confini, ma per farlo è fondamentale far ritornare questi temi all’interno della prima pagina delle agende politiche. Perché non sappiamo quando un giovane che oggi trova nella droga la sua strada deciderà di accendere la lampadina del suo cambiamento, la nostra mission oggi deve essere quella di esserci quando quel giovane sarà in ricerca dell’interruttore.
Papa Francesco alla città di Rosario: creare comunità
Davanti alle violenze oggi papa Francesco ha inviato un videomessaggio ad abitanti e istituzioni di Rosario, teatro da settimane di omicidi e altri crimini dei narcotrafficanti, chiedendo di rafforzare la comunità con un versetto del vangelo di Matteo, ‘Beati coloro che lavorano per la pace’: “E’ una delle beatitudini. E in un momento di crisi, come quello vissuto dalla Città di Rosario, comprendiamo la necessità che la presenza delle forze di sicurezza porti tranquillità alla comunità. Sappiamo però che nel cammino verso la pace occorre seguire risposte complesse e organiche, con la collaborazione di tutte le istituzioni che compongono la vita di una società. E’ necessario rafforzare la comunità”.
Il papa ha sollecitato gli abitanti della città argentina ad attivare strumenti per ‘riabilitare’ la politica: “Ogni Popolo ha dentro di sé gli strumenti per superare ciò che minaccia la sua stessa integrità, contro la vita dei suoi figli più deboli. Contro voi che attaccate è necessario rafforzare la comunità. Nessuno di buona volontà può sentirsi escluso o essere escluso dal grande compito di fare di Rosario un luogo dove tutti possano sperimentarsi fratelli. Senza la complicità di un settore del potere politico, di polizia, giudiziario, economico e finanziario non sarebbe possibile arrivare alla situazione in cui si trova la città di Rosario”.
La politica perciò si riabilita attraverso il dialogo: “E’ necessario ‘riabilitare la politica, che è «una vocazione altissima, è una delle forme più preziose di carità, perché cerca il bene comune’. Tutti i settori politici sono chiamati a percorrere la grande strada del consenso e del dialogo per generare leggi e politiche pubbliche che accompagnino un processo di ripresa del tessuto sociale. L’avvicendamento del management deve sostenere la continuità dei processi di cambiamento”.
Ed affrontando il grave problema della droga ha chiamato in causa il silenzio delle Istituzioni: “E’ necessario lavorare non solo sull’offerta, ma anche sulla domanda di droga, attraverso politiche di prevenzione e di assistenza. Il silenzio dello Stato su questo argomento non fa altro che naturalizzare e facilitare la promozione del loro consumo e della loro commercializzazione.
In un contesto come questo, è necessario che il sistema democratico garantisca l’istituzionalità della giustizia, in modo tale che possa essere indipendente, per indagare sulle reti di corruzione e riciclaggio di denaro che facilitano l’avanzata del narcotraffico. Ogni membro della magistratura è responsabile della salvaguardia della propria integrità, che inizia con la rettitudine del proprio cuore”.
Dopo aver ringraziato chi si impegna nel garantire la giustizia il papa ha affrontato il tema economico: “Sfortunatamente, non esiste una cattiva economia senza la complicità di una parte del settore privato. Il settore imprenditoriale ha davanti a sé un grande compito, non solo nel prevenire complicità negli affari con le organizzazioni mafiose, ma anche nell’impegno sociale. Ci sono grandi esempi nella vita della comunità imprenditoriale argentina, tra cui Enrique Shaw. Nessuno si salva da solo, anche nei quartieri privati si può incontrare l’insicurezza e la minaccia del consumo per i propri figli”.
Per questo la città argentina ha una grande ricchezza, che deve valorizzare: “Rosario ha una grande ricchezza di istituzioni al servizio degli altri. E’ una ricchezza quella che possiedi. Tutti possiamo collaborare e far parte di spazi sportivi, educativi e comunitari. La paura isola sempre, la paura paralizza. Non aver paura di impegnarti con gli altri per essere una risposta pacifica e stimolante”.
Ed in questa comunità la Chiesa si fa prossima: “La parrocchia è la Chiesa che si fa prossimo, è la comunità dove ognuno può sperimentarsi amato. Per molti bambini, adolescenti e giovani vulnerabili sarà forse l’unica esperienza familiare che avranno l’opportunità di conoscere. In questi tempi, l’amore e la carità saranno l’annuncio più esplicito del Vangelo per una società che si sente minacciata”.
Inoltre secondo quanto riferisce Vatican News le meditazioni della Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo sono redatte da papa Francesco con il tema ‘In preghiera con Gesù sulla via della Croce’: “Un titolo che fa capire il carattere profondamente ‘meditativo’ di questi testi che, come sottolinea la Sala Stampa vaticana, saranno dunque ‘un atto di meditazione e spiritualità, con Gesù al centro. Lui che fa il cammino della Croce e ci si mette in cammino con Lui’.
Inoltre per quanto riguarda la presenza del papa alla Via Crucis, considerando le condizioni di salute del Pontefice e l’abbassamento delle temperature a Roma, non giunge dalla Sala Stampa vaticana alcuna conferma né smentita: rimane quanto già annunciato in precedenza e cioè che il Papa sarà venerdì sera al Palatino.
Giornata mondiale dei diritti dei bambini: quale vita?
Papa Francesco: operare per il bene comune
Prima di intraprendere il viaggio apostolico in Mongolia papa Francesco ha inviato un messaggio agli imprenditori francesi, riuniti fino ad ieri presso l’ippodromo di Longchamp (Parigi), il cui testo è stato letto da mons. Matthieu Rougé, vescovo di Nanterre, in cui ha affermato che anche gli imprenditori operano per il bene comune:
Sotto la punta dell’iceberg
Simone Feder: gli ‘Scaltri Ingenui’ raccontano la ‘rinascita’ dalla droga
“Tutto è nato per caso. Ho chiesto ai ragazzi di raccontarsi e raccontare il loro vivere in comunità. Hanno raccontato fatiche, desideri, sogni, ma soprattutto hanno comunicato la parte bella e nascosta del loro cuore. Guardandolo vi renderete conto che la salvezza è negli occhi di chi guarda. Che dire, sono stati semplicemente stupendi! Grande è stato il regista Fabio Longagnani. ‘Scaltri Ingenui’ è il nome che abbiamo scelto per il nostro documentario. La citazione ai ‘Doppi’ di Italo Svevo ci permette di entrare con maggiore lucidità nella storia di questi ragazzi”.