Il Cardinal Becciu a casa nella Diocesi di Ozieri per Natale e Capodanno

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 03.01.2024 – Vik van Brantegem] – Come ogni anno per le festività di Natale e di Capodanno, il Cardinale Giovanni Angelo Becciu è rientrato a Pattada, suo paese di origine, per vivere questi giorni tra gli affetti più cari.


Il Comune di Pattada, un paese di montagna con 3.500 abitanti, che si arrocca a 900 m.s.l.m. adattandosi al pendio meridionale del Limbara, massiccio che domina il paesaggio delle bellezze naturalistiche della regione del Monteacuto, parte orientale del Logudoro. Pattada è il centro più alto del nord Sardegna, a metà strada tra Sassari e Nuoro, appartenente all’Unione dei Comuni dell’antico territorio del Logudoro, assieme ad Ardara, Ittireddu, Mores, Nughedu San Nicolò, Ozieri e Tula. All’interno del territorio pattadese si trova il lago Lerno, fonte idrica anche per molti comuni confinanti, che prende il nome dalla sovrastante montagna, il monte Lerno, che con i suoi 1094 m.s.l.m. è il punto più alto del territorio comunale. Altra vetta è il colle di San Gavino, dal quale si dominano i vasti territori del Sassarese, della Gallura e di buona parte della Barbagia.


Il Cardinal Becciu ha presieduto il 24 dicembre 2023 la Solenne Santa Messa della Notte di Natale nella chiesa parrocchiale di Santa Sabina di Pattada [QUI].


Il 31 dicembre 2023, il Cardinal Becciu ha presieduto la Solenne Santa Messa Cittadina e il Te Deum di ringraziamento nella Cattedrale della Beata Vergine Immacolata di Ozieri, concelebranti il Vescovo di Ozieri, Mons. Corrado Melis, il Vescovo emerito di Ales-Terralba, Mons. Giovanni Dettori, il Rettore del Seminario diocesano e i parroci della Città di Ozieri [QUI].

Le nostre notizie riprese da CNA-Catholic News Agency [QUI]

Nella sua omelia in cattedrale – di cui abbiamo riportato il testo integrale [QUI] – il Cardinal Becciu ha pronunciato parole di ringraziamento al Signore, ispirate alla celebrazione del Te Deum, che ha presieduto, per espressa volontà del Vescovo Melis. Ha fatto una breve panoramica delle luci e delle ombre che avvolgono la storia personale di ciascuno, l’umanità e la stessa Chiesa e ha esortato i presenti a non perdere mai la fiducia nel Signore che sempre si deve lodare, anche quando toccati da sofferenze o da ingiustizie. Dio ha cura dei deboli e degli oppressi, non permetterà che prevalgano la malvagità e l’oppressione del giusto. Ha abbracciato la diocesi intera, ribadendo affetto e appartenenza e lodandone la costante attività e la vivacità pastorale, di cui sono un segno emblematico il numero crescente dei seminaristi e il vedere consacrati al Signore due giovani, con l’ordinazione diaconale di Massimo Rizzi il 26 dicembre scorso in Cattedrale e l’ordinazione sacerdotale di Fabio Crabolu il prossimo 6 gennaio a Nule.


Dopo la Celebrazione in cattedrale, conclusa con il saluto del Vescovo Corrado Melis, si è svolto un momento di festa e vicinanze ai meno fortunati, con il tradizionale “Cenone di Capodanno”, dove i poveri mangiano meglio dei ricchi. Nella notte di San Silvestro, si sono ritrovati nella sede della Caritas diocesana in via Azuni per condividere il momento conviviale di festa circa 80 persone, tra cui i volontari e gli operatori della carità, le famiglie assistite dalla Caritas diocesana, le anziani “soli”, la comunità senegalese residente in Città, gli amici pakistani e tunisini ospiti del Centro di accoglienza “Le Grazie”, il Vescovo di Ozieri, Mons. Corrado Melis, il Vescovo emerito di Ales-Terralba, Mons. Giovanni Dettori, il nuovo Direttore della Caritas, Don Antonio Loi.


Ospite d’onore, il Cardinale Giovanni Angelo Becciu ha trascorso le ultime ore del 2023 vicino agli “ultimi” e a chi tutti i giorni offre loro ascolto e sostegno (foto di copertina). Il “Cenone di Capodanno” è stato iniziato con il saluto del Vescovo Corrado Melis, tradotto in francese e inglese dal Cardinal Becciu, rivolto in particolare agli ospiti stranieri, facendoli sentire ancor di più a casa.

Tra i piatti gustosi e i prelibati dolci tipici, la serata è stata resa ancora più suggestiva e coinvolgente dalla musica multietnica, con i canti e le esibizioni dalle tavolate, tra cui le danze pakistane del folto gruppo dei profughi presenti a Ozieri e assistiti dalla Caritas diocesana, fino al brindisi di mezzanotte e agli auguri di buon anno.

È stata una serata “in famiglia” piacevole per tutti, al termine della quale il Cardinal Becciu ha pronunciato parole di elogio per gli operatori e i volontari della Caritas, che anche quest’anno si sono impegnate ad addobbare la sala, a preparare le pietanze e a servire ai tavoli, le cui fatiche sono state compensate dal successo di un’iniziativa che non manca mai di regalare un sorriso ai presenti. Un servizio, quello degli operatori e dei volontari, che è solo la punta dell’iceberg del loro impegno silenzioso in seno alla Caritas diocesana, per la quale è sempre tempo di Speranza e di Carità in un lavoro quotidiano, che si svolge tutto l’anno in favore dei bisognosi della Diocesi di Ozieri.

Il “ritorno a casa” del Cardinal Becciu, ha dimostrato ancora una volta, come questo uomo vive quotidianamente da più di 50 anni, da sacerdote, con la forza dell’umiltà e della fede. Vive sereno anche questi tempi dolorosi, perché da uomo di Dio ha sempre fatto la volontà dei superiori e praticato l’obbedienza, sapendo di essere innocente, nonostante l’assurda e violenta sentenza di primo grado del Tribunale penale vaticano. Con ciò manifesta la sua capacità di vivere con lo Spirito Santo, che consola le umane umiliazioni, con la disponibilità tranquilla a fare la volontà di Dio e la serenità della coscienza che è una virtù dei forti. Dimostra di essere una persona di grande fede e di amore per la Chiesa, guidata dallo Spirito Santo nonostante la debolezza dell’uomo. Lo accompagniamo con affetto mentre transitato il tempo della prova, nella certezza che a lungo andare l’invidia, la menzogna, la calunnia, l’odio e la vendetta non pagano. Alla fine, la verità verrà a galla.

In conclusione, ricordiamo quanto scritto dal Vescovo di Ozieri, che firma “+ don Corrado, padre, fratello e vescovo”, nella sua toccante lettera al Presbiterio e alla Diocesi in occasione della sentenza al Cardinale Becciu: «(…) sento con immensa sofferenza di non essere solo a provare amarezza e disorientamento dopo la sentenza comminata al caro don Angelino. (…) Convivono in queste ore la consapevolezza di sentirmi amato dalla Chiesa e il frastuono di tante domande sguaiate che cercano pace. Se non altro per avere una risposta da dare o un cammino da affrontare assieme. Sono veramente in difficoltà e con estrema umiltà mi metto a nudo confessandovi: non capisco! (…) Siamo una bella famiglia presbiterale e una meravigliosa diocesi e mi pesa tantissimo anche solo la possibilità che il dolore possa aggredirci. E io, impotente, a cercare di raccogliere energie nella preghiera, nelle amicizie, nel ministero, proprio per poterle poi condividere con voi. È un gran deserto, amaro e minaccioso, quello che vivo interiormente. Siamo, poi, alla vigilia delle feste natalizie, con vetrine che sberluccicano e clima di rilassamento, gioia e pace. E invece credo che lo Spirito Santo non ci faccia mancare di vivere per quest’anno l’esperienza di un gelido e anonimo presepe, quello del nostro cuore rattrappito e chiuso nei suoi “perché”. (…) Al caro don Angelino ricordo una frase cara a Charles de Foucauld “la croce è il pane quotidiano delle anime fedeli”. Grazie di cuore ai tanti attestati di affetto e di amicizia che in queste ore mi sono giunti per la diocesi. (…)» [QUI].

Noi teniamo viva la fiamma, per impedire agli operatori di iniquità di far cadere nell’oblio il misfatto giudiziario da essi compiuto. La stessa scelta della data, il 16 dicembre, per pubblicare la sentenza non è stata casuale. Con il Natale imminente la gente non vi avrebbe dato importanza e l’avrebbe subito dimenticata. Si sbagliano! Noi continuiamo con la nostra opera di comunicazione, perché nessuno dimentichi il delitto mostruoso e blasfemo, con cui si è voluto annientare un innocente, in nome di Dio e del Papa!

Indice – Caso 60SA [QUI]

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