Da Greccio a piazza san Pietro per scoprire la bellezza del presepe

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“Il presepe allestito in piazza san Pietro si propone di rievocare, dopo ottocento anni, il clima natalizio dell’anno 1223 nella Valle Reatina, dove San Francesco sostò. Nella sua mente era ancora vivo il viaggio fatto in Terra Santa e le grotte di Greccio gli ricordavano il paesaggio di Betlemme. Pertanto, chiese di rappresentare in quel piccolo borgo la scena del Natale: giunsero molti frati da varie parti e arrivarono anche uomini e donne dai casolari della zona realizzando un presepe vivente. Nasceva così la tradizione del presepe come lo intendiamo noi”.

Sabato 9 dicembre papa Francesco ha inaugurato in piazza san Pietro il presepe  della Valle reatina e l’albero di Natale, proveniente dalla Valle Maira in provincia di Cuneo, chiedendo di pensare a Greccio, che rimanda a Betlemme, per rivivere il Mistero accaduto più di 2000 anni fa, fino al prossimo 7 gennaio.

A don Marco Tarquini, direttore dell’Ufficio delle Comunicazioni Sociali della diocesi di Rieti, grazie alla collaborazione di Raffaella Piz, segretaria della ‘Valle del Primo Presepe’, abbiamo chiesto di raccontarci il motivo per cui san Francesco volle fare un presepe proprio a Greccio:

“Siamo a Greccio. Francesco viene in questo sperduto paesino, abitato da gente povera e affamata, perché ha in mente di rappresentare la nascita di Gesù. E’ il Natale del 1223, tre anni prima della sua morte. Convoca il paese e organizza un ‘presepe vivente’, portando anche un bue e un asinello. Tutto il quadro denota povertà e semplicità. Francesco ha avuto la lucidità spirituale di cogliere ‘il segno’ in quella nascita, ha intuito quanto fosse incisivo”.

Quale è il significato del presepe che volle dare il santo assisiate?

“San Francesco desidera far vedere con gli occhi la condizione di precarietà in cui il Figlio di Dio sceglie di nascere a Betlemme. Per questo sceglie di celebrare l’Eucaristia della notte di Natale del 1223 in una grotta, su un altare ai piedi del quale fa mettere la greppia del presepe ed accanto l’asino e il bue. In questo modo si coglie il mistero del Dio che si fa bambino e che sceglie di nascere nella povertà e nella piccolezza, l’Onnipotente che si mette indifeso nelle nostre mani.

Tutti davanti a ciò che vedevano e sentivano in quella notte, potevano capire cosa era stato il Natale di Betlemme e cos’è ogni Eucaristia. Perché in ogni santa Messa il Figlio di Dio continua a donarsi nella povertà della sua carne. Guardando il presepe, possiamo anche noi farci piccoli come il bambino Gesù, farci più semplici e andare all’essenziale della nostra vita che è l’amore che si fa dono”.

In piazza san Pietro è esposto il presepe realizzato da artigiani che hanno interpretato il disegno del presepista Francesco Artese: cosa rappresenta?

“Il progetto ‘Il Presepe di Francesco’, realizzato nell’ambito della proposta culturale ‘La Valle del Primo Presepe’, ideata e promossa dalla diocesi di Rieti, si basa sugli elementi essenziali che riportano al centro la notte di Natale del 1223, così come voluta da san Francesco e narrata da Tommaso da Celano. Pochi i personaggi intorno alla greppia ed al bue ed all’asinello: coloro che contribuirono alla realizzazione del desiderio di Francesco ed alcuni compagni del Santo.

Un’opera ‘essenziale’, in cui però non mancano i riferimenti all’intera valle santa reatina e soprattutto ai quattro santuari francescani ed alla città di Rieti, simboli della memoria di un legame indissolubile tra il Santo e il territorio in cui Egli ha vissuto molti dei momenti più importanti della sua vita spirituale.

A corollario del presepe di san Francesco ‘sora acqua’ che il Santo attraversava su una piccola imbarcazione per raggiungere Greccio, luogo dove volle rappresentare la nascita del Bambino per ‘…vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello’.

L’acqua rammenta ai visitatori il Cantico delle Creature e nel contempo narra la storia della Valle del Primo Presepe, intimamente connessa a tale elemento indispensabile: una valle ricca di acque a cui sono inscindibilmente legate le vicende delle popolazioni che l’hanno abitata e amata nel corso dei secoli”.

In cosa consiste il progetto ‘la valle del primo presepe’?

“La Valle del Primo Presepe è un complesso di iniziative articolate proprio tra il santuario di Greccio e la città capoluogo di Rieti, tutte volte al recupero del significato originario e originale dell’intuizione del Poverello. Insieme all’esposizione presepiale diffusa, il percorso permette di riscoprire tesori di spiritualità, arte e architettura come il Palazzo Papale di Rieti, l’attigua Cattedrale e le grandi chiese degli ordini mendicanti. A corollario contest artistici, convegni tematici, iniziative per le scuole, concerti ed eventi che hanno come leitmotiv il presepe ed il suo messaggio”.

Nel primo week end di dicembre le famiglie si sono ritrovate nella chiesa di san Domenico per partecipare al concorso ‘Costruiamo un presepe con i mattoncini’: perché costruire un presepe con i mattoncini Lego?

“Tra le azioni dedicate ai più piccoli due giornate sono state riservate ai mattoncini colorati. ‘Costruiamo un presepe con i mattoncini’ ha rappresentato semplicemente un’occasione originale per riunire centinaia di famiglie che hanno trascorso serenamente qualche ora insieme divertendosi, costruendo presepi ed altri oggetti con l’aiuto della fantasia in uno spirito di collaborazione e condivisione”.

‘Il mirabile segno del presepe, così caro al popolo cristiano, suscita sempre stupore e meraviglia. Rappresentare l’evento della nascita di Gesù equivale ad annunciare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia’: così ha scritto papa Francesco all’inizio della lettera apostolica ‘Admirabile signum’: perché il presepe è un ‘Admirabile signum’?

“Papa Francesco, il 1 dicembre 2019, ha scelto proprio il santuario di Greccio per consegnare al mondo la lettera apostolica ‘Admirabile signum’ sul significato ed il valore del presepe. Proprio dalla lettera si trae il messaggio universale: ‘Il presepe, infatti, è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura.

Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo. E scopriamo che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui’.

Ci dice lo stesso papa Francesco che è un segno da ammirare, da contemplare perché in esso è nascosto l’amore Dio che, facendosi uomo, sceglie di stare in mezzo a noi”.

(Tratto da Aci Stampa)

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