XXI domenica del Tempo Ordinario: Cosa dice la gente di me? Chi è Gesù per te?

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Volendo sondare la fede dei suoi Gesù un giorno pone ai suoi discepoli una domanda assai interessante: cosa dice la gente di me? Gesù aveva predicato nelle varie regioni della Palestina: Giudea, Samaria, Galilea; aveva compiuto prodigi per confermare il suo insegnamento: davanti a Gesù i ciechi vedono, i muti parlano, gli zoppi camminano, i morti risuscitano. Gesù ha chiara la sua identità e la sua missione: è venuto per dare vita alla ‘nuova Alleanza tra il cielo e la terra, tra l’uomo e Dio’.

Era necessario però che tale missione venisse accettata, riconosciuta dai suoi per poi testimoniarla in mezzo alle genti. Pone perciò una domanda esplicita agli Apostoli: ‘Cosa dice la gente di me?’ La risposta degli Apostoli è chiara: alcuni pensano che sei Giovanni Battista risuscitato, altri dicono che sei Mosè o uno dei grandi profeti. Gesù incalza con una seconda  domanda: ‘Ma voi cosa dite di me?’

Gesù pone la seconda domanda non per conoscere qualche aspetto della sua personalità rimasto inedito, ma per far prendere coscienza agli Apostoli, da Lui singolarmente chiamati, del significato della loro chiamata e del ruolo che dovranno assumere nel futuro. Io chi sono per te?, dice Gesù; cosa è cambiata nella tua vita da quando mi hai incontrato?, cosa sei chiamato a fare nel futuro ?

Pietro è l’unico a rispondere: ‘Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivente!’ Sei perciò ragione di vita. Gesù loda Pietro non perché più intelligente degli altri, ma perché si è lasciato illuminare dallo Spirito Santo. A riconoscere Gesù come Figlio di Dio non si arriva con le proprie forze ma per illuminazione divina. E Gesù dirà a Pietro: ‘Tu sei Pietro e su questa Pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa’.

Anche noi potremmo oggi chiederci: cosa dice la gente di Gesù? Tanti giovani si soffermano e guardano Gesù come uomo, anche se un uomo speciale. In un film realizzato per i giovani la Maddalena definisce Gesù ‘Jesus Christ superstar’, ma uomo, soltanto uomo; quando però ripensano alla sua vita, alla sua missione, a quanto ha compiuto, allora anch’essi entrano in crisi.

I politici marxisti lo vedono come un profeta: un uomo impegnato nel sociale per un mondo più giusto; un uomo che ha dato la voce ai poveri, ai derelitti, ai perseguitati; un uomo che vuole operare una rivoluzione, un cambiamento sociale. Gli stessi politici rimangono poi interdetti, come Ponzio Pilato, che sarà costretto a chiedere a Gesù: ma tu chi sei?, sei re? e a questi Gesù risponde: sì, sono re, ma il mio regno non è di questo mondo. 

Filosofi e teologi hanno scritto fiumi di libri, saggi, sicuri di avere detto tutto ma presto si sono accorti di avere detto quasi nulla. Gesù, come dicevo, ripropone una seconda domanda agli Apostoli: ‘Ma voi cosa dite di me?’ La seconda domanda comincia con un ‘ma’, quasi in opposizione a quello che dice la gente.

Voi, dice Gesù, che avete abbandonato le barche per seguirmi o il vostro lavoro quotidiano, voi che camminate con me ormai da tre anni; voi, che io ho scelto singolarmente, cosa pensate di me? Abbiamo ascoltato la risposta di Pietro (‘Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivente’): questa è la risposta dell’uomo che ha Fede; Gesù ha portato i suoi a riflettere se sono veramente innamorati di Lui, se gli hanno aperto il cuore come l’innamorato all’innamorata.

Attraverso la figura di Pietro (uomo, peccatore, fragile ma ricco di fede e di amore sincero) oggi si staglia la Chiesa cristiana costituita non di uomini puri e santi, ma di uomini beneficati dall’amore di Dio e salvati dalla misericordia divina. Oggi Gesù pone a me, a te, amico e fratello, la stessa domanda: cosa sono io per te? 

Gesù ha istituito la Chiesa sulla Fede e sull’Amore; la Chiesa come ‘la vite’ di cui noi siamo i tralci. Gesù non è venuto per instaurare altri poteri, ma ha capovolto il sistema del potere in quello del servizio. Il suo regno sarà diverso di quelli terreni e, giustamente, Gesù risponde a Pilato: ‘Il mio regno non è di questo mondo’, perché è regno di amore.

Appartenere a questo regno significa perdonare i nemici, trasfigurare il dolore ed amare il prossimo come se stessi in nome di Dio che è ‘Amore’. Il discorso della montagna, il programma delle beatitudini diventa la ‘magna carta’ del cristianesimo. Amico, che ascolti o leggi, sei cristiano vero se hai Fede e se ami.

Solo allora scopri il vero volto di Gesù che è Via, Verità e Vita. Programma difficile? Ecco perché ha istituito l’Eucaristia come cibo: ‘Prendete e mangiate, è il mio corpo’ e ci ha dato Maria, sua madre, come nostra madre: ‘Giovanni, ecco tua madre… Donna ecco tuo figlio’.                                           

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