Papa Francesco a Fatima invita a seguire Gesù

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“La nostra preghiera si ispira anche alla premura materna della Madre di Gesù, qui rivelata verso tre bambini, semplici e poveri pastorelli, durante una sanguinosa guerra e una pandemia che ne uccise due di loro, incoraggiandoli in mezzo alle sofferenze e facendo sbocciare nei loro cuori l’unione con Gesù e la speranza fino alla vita senza limiti presso Dio. Perciò preghiamo in modo particolare con e per i bambini e i giovani vittime della malattia, della povertà, della fame, di ogni tipo di conflitto, degli abusi, delle ingiustizie e dell’esclusione dei più deboli”.

Con questo saluto di mons. Josè Ornelas Carvalho, vescovo di Leira e Fatima, è stato accolto papa Francesco stamattina nella visita al Santuario, dove ha recitato il Rosario insieme agli ammalati, meditando i misteri della gioia. Al termine del saluto il vescovo ha invocato la protezione della Madonna sui giovani:

“Con Lei preghiamo e così, pregando, ci alziamo dalle nostre comodità e dalla indifferenza, come ci insegna Maria, in questa GMG, celebrando la gioia di essere una Chiesa che sogna, soprattutto con i suoi giovani, il sogno che ha Gesù di un mondo più umano, guidato dal suo Spirito fino al Cuore di Dio. Guidati da Lei, Santo Padre, vogliamo pregare in Chiesa e anche ascoltare la Sua parola”.

Al termine della recita del Rosario il papa ha raccontato la bellezza della recita del rosario: “Abbiamo recitato il Rosario, una preghiera bellissima, e vitale, perché ci mette a contatto con la vita di Gesù e di Maria. E abbiamo meditato i misteri della gioia, i quali ci ricordano che la Chiesa non può che essere la casa della gioia.

La cappellina in cui ci troviamo è una bella immagine della Chiesa: accogliente, senza porte. La Chiesa non ha porte, affinché tutti possano entrare. E qui possiamo anche insistere sul fatto che tutti possono entrare, perché questa è la casa della Madre, e una madre ha sempre il cuore aperto per tutti i suoi figli, tutti, tutti, tutti, senza alcuna esclusione”. 

Collegandosi alla GMG il papa ha affermato che il pellegrinaggio è una ‘caratteristica mariana’: “Siamo qui, sotto lo sguardo materno di Maria, siamo qui come Chiesa, Chiesa madre. Il pellegrinaggio è proprio una caratteristica mariana, perché la prima a fare un pellegrinaggio dopo l’annunciazione di Gesù fu Maria.

Appena venne a sapere che sua cugina era incita (era avanti con l’età la cugina) partì di corsa. E’ una traduzione un po’ libera, il Vangelo dice ‘andò in fretta’, noi diremmo ‘partì di corsa’, partì di corsa con quel desiderio di aiutare, di essere presente”.

La ‘fretta’ della Madre di Dio è un invito a seguire Gesù: “Ci sono tanti titoli di Maria, ma pensandoci uno che pure potremmo dire è questo: la Vergine ‘che va di corsa’, ogni volta che c’è un problema; ogni volta che la invochiamo, non indugia, viene, è premurosa. Madonna premurosa, vi piace così? Diciamolo tutti insieme: Madonna premurosa!

Si affretta per stare vicino a noi, si affretta perché Madre… Accompagna sempre. Non è mai protagonista. Il gesto di Maria Madre di accogliere è duplice: prima accoglie e poi indica Gesù. Maria nella sua vita non fa altro che indicare Gesù. ‘Fate quello che vi dirà’. Seguite Gesù”.

La premura di Maria chiede la sequela personale a Gesù: “E Maria ci indica questo che Gesù ci chiede: camminare nella vita collaborando con Lui. Vorrei che oggi guardassimo l’immagine di Maria e ognuno pensasse: che cosa mi dice Maria come Madre? che cosa mi sta indicando? Ci indica Gesù; a volte ci indica anche qualche piccola cosa che nel cuore non funziona bene, ma sempre indica.

‘Madre, cosa mi stai indicando?’ Facciamo un piccolo momento di silenzio e ognuno nel suo cuore dica: ‘Madre, che cosa mi stai indicando? Che c’è nella mia vita che ti preoccupa? Che c’è nella mia vita che ti commuove? Che c’è nella mia vita che ti interessa? E tu lo indichi’. E lì ci indica il cuore perché Gesù venga. E così come a noi indica Gesù, a Gesù indica il cuore di ognuno di noi”.

(Foto: Santa Sede)

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