XIV Domenica Tempo Ordinario: il Regno di Dio: Regno di libertà e amore!

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Il brano del Vangelo evidenzia la natura del regno di Dio, assai diversa dei regni umani o della storia. Questo è un regno dove Gesù vuole tutti salvi; ma in esso predilige i cosiddetti: ‘poveri di Javhé’, quanti cioè non ripongono la loro fiducia nel potere materiale, nella cultura, nelle ricchezze o nelle capacità umane, ma, al contrario, riconoscono la propria fragilità e ripongono la loro fiducia in Dio; un regno dove domina lo spirito del discorso  della montagna sulle beatitudini.

La logica del mondo, infatti, è opposta alla logica di Dio; da qui la parole di Gesù: ‘Ti rendo lode, Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e li hai rivelate ai piccoli’. Si era infatti a Cafarnao, all’indomani di un periodo di apparenti insuccessi.

Giovanni Battista era stato arrestato; Gesù era duramente contestato dai sapienti del tempo, dai capi del popolo, dai farisei e dalla classe sacerdotale. In questa area di apparente sconfitta Gesù esclama: ‘Ti benedico, Padre, e ti ringrazio perché ti sei rivelato ai piccoli’; il posto dei “grandi” è stato ora occupato da pescatori, poveri, ammalati, vedove e pubblicani.

I peccatori, i piccoli, gli ultimi della classe hanno capito la rivoluzione portata da Gesù che invita: ‘Venite a me, voi tutti che siete affaticati, oppressi, stanchi ed io vi ristorerò’. Gesù è accanto a chi si sente debole e chiede aiuto;

Egli è venuto per cancellare la vecchia immagine di Dio giudice, accusatore implacabile e ci presenta la vera immagine di Dio: il Padre che abbraccia il figlio prodigo o il pastore che stringe a sé la pecorella smarrita. Un linguaggio nuovo; chi può capirlo?

Non certamente i sapienti o quanti confidano nelle proprie forze, ma solo gli umili: chi come Mosè davanti a Dio, che parla dal roveto ardente, si toglie i sandali perché davanti a Dio; lo capisce Abramo, l’uomo dalla fede profonda, che, chiamato da Dio, lascia tutto, pronto a partire verso una terra sconosciuta.

Lo ha capito Maria che all’annuncio dell’Angelo: ‘Diventerai madre e il bimbo sarà il Figlio di Dio’, risponde con umiltà: ‘Sono la serva del Signore’, lo capiscono gli Apostoli, gente semplice, che, chiamati da Gesù, lasciano tutto e lo seguono.

Da qui le parole di Gesù: ‘Prendete il mio giogo su di voi, imparate da me che sono mite ed umile di cuore’. Quando si ama non pesa ciò che si soffre per la persona amata; l’amore rende leggere le cose pesanti e difficili. Il Regno di Dio è quel regno che fa scoprire all’uomo la vera dignità: dove vivere è amare, amare è servire; solo chi ama è persona veramente libera.

Un regno perciò di amore e di libertà vera. Parlare di libertà oggi è di moda: tutti parlano e difendono la libertà ma spesso finiscono con affermare e difendere la schiavitù perché si fa  prevalere l’interesse, l’egoismo, l’arrivismo.

Gesù e solo Gesù è la verità che ci rende uomini liberi; il suo è vero regno di libertà e di amore. Può cogliere la natura di questo regno solo chi accetta Gesù come Figlio del Padre, vero Dio e vero uomo; solo chi ha una fede profonda come Abramo, come il bambino: la fede dei deboli e non quella dei sapienti o che si reputano tali.  

Come vedi, non basta essere piccoli o fragili per accogliere il regno di Dio; è necessario farsi piccoli, riconoscere di non bastare a se stessi, che necessita la presa di coscienza della propria fragilità. Il Vangelo non condanna l’intelligenza ma la superbia; non si oppone alla sapienza ma allo stupido orgoglio. Bisogna imparare l’arte del giusto sentire di sé.

Solo chi è umile, è veramente uomo perché riconosce, ha la  consapevolezza dei propri limiti e della propria fragilità e sente il bisogno di mettersi nelle mani di Dio, grande e misericordioso, di Dio che è amore.

Segreto profondo di Cristo Gesù è la sua identità con Dio Padre, al quale Egli si rivolge chiamandolo ‘Abbà’, cioè papà. A quanti accolgono Gesù come Figlio del Padre, Gesù dice loro: ‘Chi vuol venire dietro a me, prenda la sua croce e mi segua’.

Gesù esorta così a vivere nella gioia la propria vocazione di uomini e di figli di Dio mentre non nasconde i momenti difficili: portare la croce, ma assicura a tutti la sua presenza, la sua gioia: ‘Il mio giogo è dolce, il mio peso è leggero!  Venite a me ed io vi ristorerò’.

Fede profonda e amore sincero sono le due componenti essenziali per entrare nel regno di Dio. Contro tutti i mali dell’uomo: stanchezza fisica, psicologica, buio spirituale, oppressione sociale, economica, politica: mali che affliggono l’uomo di ieri e di oggi, Cristo Gesù fa risuonare una parola di speranza: ‘coraggio, venite a me ed Io vi ristorerò’.

Da qui due doni imperituri: l’Eucaristia e il dono di Maria sua madre, come nostra madre: ‘Donna, ecco tuo figlio… Giovanni, ecco tua madre!’

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