La Chiesa fu fondata per la salvezza delle anime, che è la ragion d’essere di un sacerdote

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 29.09.2022 – Vik van Brantegem] – La ragion d’essere di un sacerdote è la salvezza delle anime, che è la legge suprema della Chiesa. Come scrisse Hilaire Belloc in La crisi della civiltà (Morcelliana 1948): «La Chiesa non fu fondata né si mantenne in vita per scopi temporali, ma fu fondata per la salvezza delle anime; la sua funzione è rivolta a tale scopo. Ogni programma sociale di riforma che abbia per scopo la soluzione di mali temporali non è solo un aiuto secondario al compito generale del cattolicesimo, ma si ferma nel campo di ciò che è di questo mondo, mentre la fede tende a quelle cose che sono eterne. È chiaro che una identificazione della fede con un programma particolare di miglioramenti sociali è contro la ragione e porta a cattive conseguenze».

Invece, non solo la Fondazione per gli Oratori Milanesi educa alla teoria gender – di cui ha scritto il 27 settembre Tommaso Scandroglio sul sito Brigata per la difesa dell’ovvio – ma anche la rivista Il Segno della diocesi di Milano, con il numero di ottobre 2022, apre all’omosessualità e invita a superare i tabù e di ascoltare. L’Editoriale del Direttore Don Fabio Landi è intitolato Quella chiesa “aperta da tutti i lati”, così aperta che alla fine tutte le pecore scappano e vengono accolte, come ha affermato di fare anche il PD (neanche a loro è andato tanto bene), da in una Chiesa che accoglie gli omosessuali, come titola l’inchiesta di copertina a firma di Laura Badaracchi.

Siamo nel pieno dei tempi in cui anche nella Chiesa il male è chiamato bene, nel nome del superamento dei tabù. Gran parte dei vescovi fanno se come nulla fosse, se già non sostengono o addirittura non promuovono le “devianze” dalla dottrina della Chiesa. Ciononostante, tra loro ancora qualche pastore possiamo trovare, per cui suprema lex è sempre la salus animarum, il principio dell’ordinamento canonico della Chiesa, come il Legislatore ha affermando nel suo ultimo canone 1752.

Il 20 settembre abbiamo riferito dello strappo della Chiesa nelle Fiandre con la Santa Sede sulla benedizione delle coppie gay [QUI], seguito il 24 settembre dalla presa di posizione del Cardinal Müller e dell’Arcivescovo Viganò, che hanno definito la benedizione delle coppie dello stesso sesso dei vescovi fiamminghi derivazione eretica in opposizione alla Verità rivelata [QUI] e il 26 settembre sul modus operandi di Papa Francesco, con l’analisi Autorità o autonomia? di Andrea Gagliarducci [QUI].

Comunque, esistono ancora vescovi che non hanno perso la bussola della fede. Il più recente esempio ci offre la presa di posizione sulla benedizione delle coppie gay del Cardinale Willem Jacobus Eijk: «I vescovi fiamminghi vanno fermati». Nel suo intervento pubblicato da La Nuova Bussola Quotidiana del 27 settembre 2022. l’Arcivescovo metropolita di Utrecht ha scritto: «La dichiarazione dei vescovi belgi fiamminghi con annessa liturgia per le coppie gay contraddice l’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità e le recenti indicazioni vaticane. Per questo le autorità competenti devono intervenire per far ritirare il documento e i vescovi belgi si devono adeguare».

Anche in riferimento al “Camino sinodale” della Chiesa in Germania – a cui abbiamo dedicato diversi interventi [per esempio QUI e QUI] – continuano ad arrivare delle prese di posizione autorevoli, dopo, per esempio, della Conferenza Episcopale Polacca, di cui abbiamo riferito il 23 febbraio 2022: I Vescovi polacchi esortano i Vescovi tedeschi di convertirsi e di ritornare alla fede della Chiesa Cattolica. Polonia semper fidelis [QUI], da vescovi della Germania stessa. Come il Vescovo4 di Passau, Mons. Stefan Oster, anche Mons. Rudolf Voderholzer, In un’intervista a cura di Nico Spuntoni per La Nuova Bussola Quotidiana del 27 settembre, ha affermato che «i fedeli praticanti sono distanti dalle rivendicazioni avanzate nel corso del Cammino sinodale tedesco». Il Vescovo di Regensburg ha parlato a margine dell’incontro annuale dello Schülerkreis, il circolo degli ex studenti del Professore Joseph Ratzinger a Roma, aperto e concluso dal Prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, il Cardinale Kurt Koch, che ha sottolineato come qualsiasi ulteriore sviluppo dell’insegnamento della fede debba essere «basato sulla rivelazione vincolante e reinterpretato nella contemporaneità in modo tale che possa essere ricevuto e compreso dalle persone».

Don Paolo Farinella.

Concludiamo con un segno dei tempi – qui habet aures audiendi audiat – che ci viene offerto dall’esternazione di Don Paolo Farinella Chi, tra i cattolici, ha votato questa destra può anche sbattezzarsi su Il Fatto Quotidiano del 26 settembre 2022, a cui Mauro Visigalli ha commentato: «Indipendentemente dalla destra o dalla sinistra (non ho votato nessuna delle due) un sacerdote che invece di pensare al Regno dei Cieli si occupa di vomitare meschini comizi sui giornali e di sostituire il suo Padrone giudicando chi sia cristiano e chi no, dovrebbe togliersi la tonaca o dovrebbe togliergliela il suo vescovo (cui ho scritto)».

Successivamente Mauro Visigalli è intervenuto a commento [«Il problema non sono le idee politiche di questo personaggio (legittimamente ognuno ha le sue) ma il progressismo e il modernismo nella Chiesa Cattolica» (M.C.)] del post che avevo condiviso sul mio diario Facebook: «Conosco la situazione, avendo frequentato per lungo tempo, quando lavoravo in Italia, la Diocesi genovese (che tratta in appello le cause provenienti da MIlano) e vorrei evitare errate interpretazioni e generalizzazioni. Il problema non è politico, o di “modernismo” della Diocesi: se un problema c’è è piuttosto di scarso coraggio. Se da una parte mi conforta constatare che, in Italia, non siamo ancora giunti alla insensibile ferocia delle diocesi americane, pronte a sacrificare i loro sacerdoti alla prima accusa, vera o falsa che sia, dall’altra mi pare che spesso si sottovaluti lo scandalo in un eccesso di tolleranza. Don Farinella non è così da oggi e non è vero che la Diocesi abbia dato supporto alle sue idee (quelle politiche le può personalmente coltivare, finché non le usa per inquinare il proprio ministero): di fatto il sacerdote è stato ripetutamente ammonito e infine relegato come vicario in una parrocchia appenninica dove – nell’idea (sbagliata) del vescovo – un sacerdote anziano e privo di cariche non avrebbe potuto fare danni. Come spesso avviene per gli stolti, Don Farinella si è sentito martire ed ulteriormente insuperbito, giungendo, nonostante la sua modesta formazione, a sentirsi incarnazione della vera Chiesa, peraltro da lui ampiamente (e malevolmente) giudicata. Non è il primo e non sarà l’ultimo ed il diritto canonico offre gli strumenti adatti a reagire di fronte a questi pericolosi personaggi: basta – come ho scritto all’Ordinario – volerli applicare, a beneficio della “salus animarum” anche se a discapito di un pessimo sacerdote».

Sui temi accennati, condividiamo di seguito:

  • Se gli oratori milanesi educano al gender di Tommaso Scandroglio su Brigata per la difesa dell’ovvio del 27 settembre 2022: «Il sussidio diffuso dalla Fondazione per gli Oratori Milanesi (FOM) per il nuovo anno pastorale ignora Cristo, i sacramenti, la vita eterna, e parla invece di identità di genere e orientamento sessuale. È l’appiattimento totale su categorie psicologiche e sociologiche dettate dal mondo».
  • Un tabù da superare. E la coscienza critica dei cristiani. Estratto dalla presentazione del numero di II Segno di ottobre 2022 su Ilsegno.chiesadimilano.it
  • Benedizione coppie gay, i vescovi fiamminghi vanno fermati di Cardinale Willem Jacobus Eijk, Arcicvescovo metropolita di Utrecht su La Nuova Bussola Quotidiana del 27 settembre 2022: «La dichiarazione dei vescovi fiamminghi con annessa liturgia per le coppie gay contraddice l’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità e le recenti indicazioni vaticane. Per questo le autorità competenti devono intervenire per far ritirare il documento e i vescovi fiamminghi si devono adeguare».
  • Intervista al Vescovo di Ratisbona. «Fedeli distanti dalle rivendicazioni del sinodo tedesco» di Nico Spuntoni su La Nuova Bussola Quotidiana del 27 settembre 2022
  • Elezioni: chi, tra i cattolici, ha votato questa destra può anche sbattezzarsi di Paolo Farinella, Sacerdote su Il Fatto Quotidiano del 26 settembre 2022

Se gli oratori milanesi educano al gender
di Tommaso Scandroglio
Brigata per la difesa dell’ovvio, 27 settembre 2022

Il sussidio diffuso dalla Fondazione per gli Oratori Milanesi (FOM) per il nuovo anno pastorale ignora Cristo, i sacramenti, la vita eterna, e parla invece di identità di genere e orientamento sessuale. È l’appiattimento totale su categorie psicologiche e sociologiche dettate dal mondo.

La Fondazione diocesana per gli Oratori Milanesi (FOM) ha presentato le linee guida per la formazione degli adolescenti per il nuovo anno pastorale, linee guida che si chiamano Attraverso [QUI].

Al capitolo “Affettività” il sussidio afferma che l’adolescenza è una fase di passaggio in cui il ragazzo “sperimenta differenti visioni di sé che lo accompagneranno ad una maggiore consapevolezza della propria identità, del proprio genere e della propria capacità di mettersi in relazione con l’altro”. Più avanti si aggiunge: “Quando parliamo di affettività e sessualità entrano in gioco diverse dimensioni che in passato erano unite tra loro mentre oggi sono disgiunte: identità biologica, orientamento sessuale, identità di genere, ruolo di genere. Come io mi definisco rispetto a queste 4 dimensioni? Si potrebbe iniziare l’anno pastorale riflettendo su questo tema e invitando gli adolescenti a partecipare ad un weekend di fraternità per approfondire il tema dell’identità sessuale e della differenza di genere”. Infine si indica il “codice binario” (il sesso maschile e quello femminile) come punto di riferimento imprescindibile.

Alcune considerazioni. La prima: la formazione cristiana dei ragazzi ormai prescinde da Cristo. Ossia non si parla più di Dio, dei sacramenti, della vita eterna, di Maria, etc. bensì è tutto schiacciato sul piano psicologico e sociologico. Tra l’altro è una impostazione questa che è vecchia almeno di mezzo secolo. Vogliamo essere innovativi? Torniamo all’antico.
Seconda considerazione: espressioni come “identità di genere”, “ruolo di genere” e “differenza di genere” sono espressioni ideologiche, ossia coniate appositamente dall’ideologia gender per sdoganare un pensiero rivoluzionario anticristiano e quindi non appartengono e non devono appartenere al lessico del credente. Usare queste parole significa già accettare tutto il portato culturale rivoluzionario presente in esse.

Terza considerazione: il sussidio ci spiega che “identità biologica, orientamento sessuale, identità di genere, ruolo di genere” una volta erano dimensioni tra loro unite, ma oggi non è più così. Innanzitutto questo è vero per le cosiddette identità biologica (sesso biologico), identità di genere (percezione di sé come appartenente al mondo maschile o femminile),  e ruolo di genere (assegnazione sociale del proprio ruolo sessuale). Ossia una volta, nella quasi totalità dei casi, chi era ad esempio maschio, si sentiva maschio e veniva considerato come maschio. Oggi accade ancora così nella maggior parte dei casi, anche se le eccezioni sono aumentate.

L’orientamento sessuale invece indica un’attrazione verso una persona di un certo sesso e sicuramente non si identificava con le dimensioni prima citate, ma si distingueva da esse perché appunto riguarda l’attrazione fisica affettiva e non l’appartenenza sessuale che comunque è presupposto implicito.

Ma al di là di queste sottigliezze, la FOM pare andare dietro al mainstream, ossia: ormai queste suddivisioni sono entrare nella coscienza collettiva e quindi le accettiamo anche noi. Non ci stupiremmo se nel weekend dedicato a queste tematiche si passasse il tempo a domandare ad un ragazzo se si sente maschio o femmina e se prova attrazione verso persone dello stesso sesso o di sesso diverso. Domande a cui poi non seguirebbe una indicazione precisa di cosa la Chiesa insegni a riguardo, perché l’importante è ascoltare senza fiatare. In breve il problema è questo: vero è che la vulgata corrente impone queste nuove griglie concettuali, ma il cattolico non le deve far proprie, le deve criticare alla luce di una sana antropologia.

E quindi l’errore è duplice: in primis credere che queste tematiche siano più importanti di altre quali il peccato, la salvezza e la santità solo perché il mondo ne parla in continuazione e dunque non ci si può esimere dal trattarle. Un secondo errore è nel volerle approcciare non secondo un’antropologia cattolica bensì secondo la concezione propria della teoria del gender che poi, vanamente, si cerca di interpretare secondo principi cristiani: il riferimento al codice binario è già di per sé illuminante.

Ma anche se si volesse indagare il maschile e il femminile, che lo si faccia come ha insegnato Giovanni Paolo II nelle sue catechesi sulla teologia del corpo. E dunque, si vuole che il ragazzo si comporti da uomo? Parlategli dei martiri cristiani che non ebbero paura di dare la propria vita per Cristo. Istruitelo sulla virtù della fortezza – il vincente trova le soluzioni, il perdente trova le scuse – del coraggio – non vergognarsi di dirsi e mostrarsi cristiano in pubblico – della lealtà, su cosa sia la nobiltà d’animo e sul senso della responsabilità: tenere fede alla parola data, assumersi gli oneri delle proprie scelte, avere il coraggio di ammettere le proprie colpe, etc. E poi insegnategli a comportarsi da uomini nel modo di parlare, di scrivere, di vestire, nella scelta dei propri svaghi, dell’uso del proprio tempo, etc.

Volete che una ragazza impari ad essere femminile? Parlatele di Maria, dell’eroismo di una Gianna Beretta Molla, del polso di ferro che avevano le badesse in epoca medioevale, della bellezza del pudore e della castità, due virtù estremamente seducenti per i maschietti. E lasciate l’identità gender e i codici binari a chi schifa tutto questo.

Un tabù da superare. E la coscienza critica dei cristiani
Estratto dalla presentazione del numero di ottobre di II Segno
Ilsegno.chiesadimilano.it


C’è una Chiesa che sa accogliere le persone omosessuali, che sa farlo con serenità puntando su una relazione “in quanto persone”, in particolare come credenti, e abbattendo così le barriere. È una Chiesa che conta numerosi esempi di dialogo in tutta Italia, tra cui l’esperienza milanese che vede protagoniste l’associazione “Il Guado” e il gruppo “Giovani del Guado”. Ma c’è anche una Chiesa in cui “resistono alcune sacche di intolleranza e rifiuto”, dove questa tematica “resta un tabù di cui non si parla abbastanza”, al punto da farla essere ormai “una pietra d’inciampo, un corto circuito” nella grande comunità ecclesiale.

È a questo delicato argomento – ancora fonte di chiusure e imbarazzi – che Il Segno di ottobre dedica la copertina. Muovendosi in un contesto che appare in silenziosa evoluzione, e in cui le aperture di papa Francesco convivono con una “pastorale in notevole ritardo”, l’inchiesta di Laura Badaracchi dà voce a varie personalità del mondo ecclesiale (tra cui mons. Bressan e il teologo Fumagalli nella diocesi di Milano), racconta poi le esperienze di Torino, Bologna e Foggia, riporta l’opinione di chi si è occupato del tema come giornalista (Moia, Scaramuzzi) e cita importanti documenti prodotti per il cammino del Sinodo universale in corso.

Sullo stesso tema, l’editoriale del direttore Don Fabio Landi prende spunto proprio dalla chiesa milanese di S. Carlo al Lazzaretto, dove ogni venerdì si riunisce un gruppo di persone omosessuali credenti: un edificio che, in origine, venne costruito senza pareti e che si può considerare “il ritratto della Chiesa così fortemente voluta da papa Francesco: aperta, accessibile, essenziale, per mostrare Dio a tutti”.

Benedizione coppie gay, i vescovi fiamminghi vanno fermati
di Cardinale Willem Jacobus Eijk, Arcicvescovo metropolita di Utrecht
La Nuova Bussola Quotidiana, 27 settembre 2022


La dichiarazione dei vescovi belgi fiamminghi con annessa liturgia per le coppie gay contraddice l’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità e le recenti indicazioni vaticane. Per questo le autorità competenti devono intervenire per far ritirare il documento e i vescovi belgi si devono adeguare. Parla il cardinale arcivescovo di Utrecht.

I vescovi belgi fiamminghi hanno sorpreso molti all’interno e all’esterno della Chiesa con la dichiarazione pubblicata il 20 settembre 2022 dal titolo: Essere pastoralmente vicini alle persone omosessuali: Per una Chiesa accogliente che non escluda nessuno. Per i cattolici che accettano l’insegnamento della Chiesa, questa non è stata affatto una piacevole sorpresa. Nella suddetta dichiarazione, infatti, i vescovi fiamminghi offrono la possibilità di benedire le coppie omosessuali con una relazione duratura e monogama.

In una dichiarazione, essi forniscono anche un modello per una celebrazione della Parola e della preghiera in cui la benedizione delle coppie omosessuali può prendere forma. Il suo schema è il seguente:
– Parola di apertura;
– Preghiera di apertura;
– Lettura delle Scritture;
– Esprimendo l’impegno di entrambi gli interessati l’uno verso l’altro, manifestando davanti a Dio il loro legame reciproco; questo può essere fatto, ad esempio, nei seguenti termini:
Dio dell’amore e della fedeltà, oggi siamo davanti a Te circondati dalla famiglia e dagli amici. Ti ringraziamo perché siamo riusciti a trovarci. Vogliamo essere presenti l’uno per l’altro in tutte le circostanze della vita. Esprimiamo con fiducia che vogliamo lavorare per la felicità dell’altro, giorno dopo giorno. Preghiamo: concedici la forza di rimanere fedeli l’uno all’altro e di approfondire il nostro impegno. Nella tua vicinanza confidiamo, dalla tua Parola vogliamo vivere, donati l’un l’altro per il bene.
– Segue poi la preghiera della comunità in cui si prega, dicono i vescovi fiamminghi, affinché la grazia di Dio operi nella coppia; si tratta della grazia che permette loro di prendersi cura l’uno dell’altro e della comunità in generale; viene anche dato un esempio di questa preghiera:
Dio e Padre, oggi circondiamo N. e N. con la nostra preghiera. Voi conoscete i loro cuori e la strada che percorreranno insieme d’ora in poi. Rendere forte e fedele il loro impegno reciproco. Che la loro casa sia piena di comprensione, tolleranza e cura. Che ci sia spazio per la riconciliazione e la pace. Che l’amore che condividono sia per loro gioia e servizio alla nostra comunità. Dacci la forza di camminare con loro, insieme sulle orme del tuo Figlio e rafforzati dallo Spirito.
– Intercessioni;
– Padre nostro;
– Preghiera finale;
– Benedizione.
È la prima volta che una conferenza episcopale (o parte di essa) rilascia una dichiarazione che dà l’esempio di una celebrazione della Parola e della preghiera per pronunciare una benedizione su una coppia dello stesso sesso. I vescovi fiamminghi sono giunti al notevole passo di consentire la benedizione delle coppie omosessuali sulla base della loro interpretazione di alcuni passaggi di Amoris laetitia (AL), l’esortazione postsinodale emanata da Papa Francesco dopo entrambi i sinodi sulla famiglia del 2014 e del 2015 rispettivamente. In essa, Papa Francesco afferma, tra l’altro, “che ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto” (AL 250).
Distinguere, accompagnare e integrare rimangono le parole chiave principali di Amoris laetitia (capitolo VIII), secondo i vescovi fiamminghi. Va da sé che anche le persone di orientamento omosessuale devono essere trattate con rispetto e hanno diritto alla cura e alla guida pastorale (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2358-2359). Per discernimento, tuttavia, in Amoris laetitia si intende che le persone che vivono in una relazione irregolare sono portate a comprendere quale sia la verità riguardo alla loro relazione (AL 300). In breve, che arrivino a capire che la loro relazione va contro l’ordine di creazione di Dio ed è quindi moralmente inaccettabile. Integrare significa dare alle persone che vivono in una relazione irregolare – per quanto possibile – un posto nella vita della chiesa. Naturalmente, le persone che hanno una relazione sessuale con una persona dello stesso sesso sono benvenute nelle celebrazioni in chiesa, anche se non possono ricevere la comunione né partecipare attivamente alla celebrazione.

La dichiarazione dei vescovi fiamminghi sulla benedizione delle coppie omosessuali incontra diverse obiezioni intrinseche:

1. Le benedizioni sono sacramentalia, non sacramenti. I vescovi fiamminghi affermano inoltre esplicitamente che la benedizione di coppie dello stesso sesso non è un matrimonio. I sacramentalia, invece, sono segni sacri che assomigliano in un certo senso ai sacramenti e che operano frutti particolarmente spirituali per le persone che ricevono la benedizione, preparandole a ricevere l’effetto principale dei sacramenti. I sacramentali santificano anche situazioni particolari della vita (cfr. Congregazione per la dottrina della fede, Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede ad un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso, 22 febbraio 2021). I sacramentalia sono in qualche misura analoghi ai sacramenti. La preghiera esemplificativa della dichiarazione in cui le coppie omosessuali si impegnano reciprocamente mostra un’inequivocabile analogia con il sì che l’uomo e la donna si pronunciano durante la cerimonia di matrimonio. In essa, infatti, la coppia omosessuale prega: “Vogliamo essere presenti l’uno per l’altro in tutte le circostanze della vita … concedici la forza di rimanere fedeli l’uno all’altro e di approfondire il nostro impegno.” Troviamo anche questa analogia con il sì di marito e moglie alla cerimonia di matrimonio nella preghiera comunitaria: “Rendere forte e fedele il loro impegno reciproco.” Il timore, quindi, non è infondato: il passaggio da questa benedizione al matrimonio di coppie dello stesso sesso non è un grande passo e sarà possibile nel prossimo futuro.

2. La benedizione non presuppone solo una buona intenzione da parte di chi la riceve. Ciò che è benedetto deve anche corrispondere all’ordine di creazione di Dio. Dio ha creato il matrimonio come dono totale e reciproco dell’uomo e della donna l’uno all’altra, che trova il suo culmine nella procreazione (Gaudium et spes, n. 48; cfr. n. 50). I rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso non possono di per sé portare alla procreazione. Non possono quindi essere un’autentica espressione a livello corporeo della totale donazione reciproca dell’uomo e della donna, che il matrimonio è essenzialmente. Non si possono benedire situazioni oggettivamente sbagliate dal punto di vista morale. La grazia di Dio non risplende sulla strada del peccato. Non si può coltivare il frutto spirituale attraverso la benedizione di relazioni che vanno contro l’ordine della creazione di Dio (Ibid.). Questo, ovviamente, non impedisce ai singoli omosessuali di ricevere una benedizione. Tuttavia, non è moralmente lecito benedire la relazione omosessuale in quanto tale.

3. Gli argomenti di cui ai punti 1 e 2 sono citati nella risposta data dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il 22 febbraio 2021 a una domanda sulla benedizione delle relazioni omosessuali. Tuttavia, con la loro dichiarazione che consente la benedizione delle coppie omosessuali, i vescovi fiamminghi vanno contro la suddetta dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede. Anche i vescovi fiamminghi ne sono vincolati.

4. Nella preghiera della comunità in occasione della benedizione delle coppie gay, hanno detto i vescovi fiamminghi, la comunità prega “affinché la grazia di Dio operi” nella coppia gay per permettere loro di prendersi cura l’uno dell’altro e della comunità in generale. Tuttavia, non possiamo pregare affinché la grazia di Dio possa operare in una relazione che non è conforme al suo ordine di creazione. I vescovi fiamminghi non dicono esplicitamente che le relazioni omosessuali sono giustificabili. Tuttavia, anche la formulazione della preghiera comunitaria nel loro modello liturgico per la benedizione delle coppie gay suggerisce che le relazioni omosessuali possono essere moralmente giustificate. Infatti, alla fine, prega: “Dacci la forza di camminare con loro, insieme sulle orme del tuo Figlio e rafforzati dallo Spirito.” Le persone dello stesso sesso nella loro relazione omosessuale seguono le orme di Cristo? Quindi i vescovi fiamminghi credono davvero che le coppie omosessuali nella loro relazione omosessuale seguano le orme di Cristo? Nella preghiera esemplificativa, la coppia gay dice: “Dalla tua Parola vogliamo vivere.” Ma la Parola di Dio contenuta nelle Scritture qualifica in modo inequivocabile e innegabile le relazioni omosessuali come un peccato. Come minimo, nella formulazione delle preghiere modello per la coppia gay e per la comunità, c’è il rischio che il cattolico medio, che in genere oggi conosce molto poco la propria fede, venga sviato e inizi a pensare che le relazioni sessuali durature e monogame tra persone dello stesso sesso siano moralmente accettabili.

5. Se le coppie gay in relazioni sessuali durature e monogame possono ricevere una benedizione, non dovrebbe essere possibile lo stesso nelle relazioni sessuali monogame e durature di un uomo e una donna, che vivono insieme senza essere sposati? Permettere la benedizione di coppie gay comporta il grande rischio di sgonfiare le benedizioni e di minare l’insegnamento della Chiesa sulla moralità del matrimonio e sull’etica sessuale.

La dichiarazione dei vescovi fiamminghi, con la quale consentono la benedizione delle coppie omosessuali e forniscono anche un modello liturgico per essa, incontra obiezioni etiche intrinseche, contraddice radicalmente una recente sentenza della Congregazione per la Dottrina della Fede e implica il rischio che possa condurre i cattolici a opinioni sulla moralità delle relazioni omosessuali che sono contrarie all’insegnamento della Chiesa. I cattolici che accettano l’insegnamento della Chiesa, anche in materia di morale sessuale, sperano quindi ardentemente che venga presto richiesto ai vescovi fiamminghi, da ambienti ecclesiasticamente competenti, di ritirare la loro dichiarazione e che questi ultimi si adeguino.

Intervista al Vescovo di Ratisbona
«Fedeli distanti dalle rivendicazioni del sinodo tedesco»
di Nico Spuntoni
La Nuova Bussola Quotidiana, 27 settembre 2022


Verità vincolante e ulteriore sviluppo della dottrina della Chiesa. Questo il titolo scelto per l’edizione annuale dello Schülerkreis, il circolo degli ex studenti del Professore Joseph Ratzinger. L’incontro si è tenuto sabato a Roma, all’Augustinianum ed è stato aperto e concluso dal Prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, il Cardinale Kurt Koch che ha sottolineato come qualsiasi ulteriore sviluppo dell’insegnamento della fede debba essere «basato sulla rivelazione vincolante e reinterpretato nella contemporaneità in modo tale che possa essere ricevuto e compreso dalle persone».

Il Papa emerito ha seguito le fasi dell’incontro pubblico grazie alla trasmissione video dell’emittente EWTN. Tra i relatori anche il Vescovo di Ratisbona, Rudolf Voderholzer, uno dei più scettici nei confronti delle accelerazioni che si sono viste nel Cammino Sinodale in Germania. Nel corso del suo intervento incentrato sulla questione dello sviluppo della dottrina nella Chiesa Cattolica sulla base del Vaticano II, il presule è stato perentorio su alcune delle richieste avanzate nelle fasi di lavoro sinodale a Francoforte: sull’ordinazione femminile, ad esempio, ha detto che «non è un ulteriore sviluppo dell’insegnamento». La Nuova Bussola Quotidiana ha intervistato Monsignor Voderholzer a margine dell’incontro degli ex studenti ratzingeriani.

Eccellenza, è ancora possibile spiegare l’importanza della complementarietà tra uomo e donna in tempi di rivendicazioni di identità non binarie?
Da un lato si devono rispettare i diversi ambiti della scienza e si deve sapere che certamente certe discriminazioni, ad esempio contro gli omosessuali, non devono esistere. Ma la Chiesa Cattolica ha il compito vincolante di tutelare il sacramento del matrimonio fra l’uomo e la donna perché questo è fondamentale per il futuro del mondo. La complementarietà uomo-donna è una verità antropologica e si concretizza nel matrimonio – aperto ai figli – in armonia con l’insegnamento di Gesù e quindi della Chiesa.

Si dice che la Chiesa perda la sua autorità morale davanti al mondo se insiste con il suo insegnamento sulla sessualità. Può una simile preoccupazione portare la Chiesa a rivedere la sua dottrina morale in campo sessuale?
Io mi sono occupato molto della Teologia del Corpo che ci ha donato San Giovanni Paolo II e posso dire che in quella catechesi si ritrova il modo per vivere questo rapporto tra uomo e donna. Vale la pena leggere e riscoprire il contributo antropologico-teologico di Papa Wojtyła perché può influenzare in modo molto positivo la vita delle persone. Gli insegnamenti della Chiesa sulla sessualità non sono espressione di una rigida moralità proibizionista ma forniscono ausili di orientamento adatti per l’uomo e la donna contemporanei e li mettono a riparo da un’ipersessualizzazione indubbiamente esistente nella nostra società. Le catechesi di San Giovanni Paolo II racchiudono un grande tesoro per tutti gli sposi grazie al quale possono comprendere la loro relazione, il loro amore, il loro matrimonio e la loro famiglia.

Oggi sempre più spesso c’è chi mette in discussione che il celibato sacerdotale abbia un fondamento biblico. È davvero così?
Il celibato per il Regno dei Cieli è il modo di vita di Gesù stesso. Anche il Concilio Vaticano II ha confermato la legge sul celibato sacerdotale. La cosa importante è che i sacerdoti non vedano nel celibato un qualcosa di funzionale, ad esempio, ad avere più tempo libero a disposizione ma piuttosto lo vivano come un adattamento alla vita di Gesù. Dunque, un qualcosa di spirituale e un segno escatologico.

Lei è d’accordo con il suo confratello Vescovo di Passau, Stefan Oster, secondo il quale l’orientamento prevalente nel Cammino Sinodale non riflette davvero la maggioranza dei Cattolici in Germania?
È difficile dimostrare questo dato in modo empirico ma mi sento di dire che i fedeli praticanti, quelli che vivono la vita ecclesiale e vanno a Messa, sono distanti dalle rivendicazioni avanzate nel corso del Cammino Sinodale tedesco.

Elezioni: chi, tra i cattolici, ha votato questa destra può anche sbattezzarsi
di Paolo Farinella, Sacerdote
Il Fatto Quotidiano, 26 settembre 2022


Ripudio l’Italia minoritaria di Meloni-eiah-eiah-alalà. Ripudio Salviniev e le sue madonne. Ripudio Berlus-Putina, plurimputato e pregiudicato. Ripudio il loro consorte Putin e il suo servo, patriarca Kirill, spia del Kgb e liquidatore del Vangelo. Sto con il popolo ucraino, ma non con Zelensky. Ripudio la guerra e la rincorsa agli armamenti. Ripudio Letta Enrico, “nocchiero sanza nave e sanza senno”. Ringrazio Giuseppe Conte, aggredito da tutti, da tutti vituperato e deriso come appestato e morto per legge naturale. Egli è stato il solo e l’unico che ha sbarrato il trionfale plebiscito dei Meloni, dei Cocomeri e delle Cariatidi corrotte e pregiudicate anche da mummificate. Conte ha ridimensionato Renzi e il suo Calendimaggio, evanescenti molluschi draghiani senza il Drago di cartapesta.

Letta, lo stratega miope e “cecato” sulla via di Draghi, l’antioperaio, l’antipovero, l’antisociale, l’antidemocratico e aspirante monarca d’Italia, è rimasto senza Draghi, senza agenda, senza nemmeno un taccuino per gli appunti delle sue dimissioni. È stato capace di svendere il poco patrimonio che era rimasto della sinistra riformista e cristiano sociale, pilastro dei diritti e della Giustizia. Ora inizia una nuova èra, che durerà poco perché i Meloni hanno succhiato il sangue e la bile a Salviniev e Berlusputina, e hanno poco da gioire perché non avranno né la forza né i numeri per dimostrare che “qui si parrà la sua nobilitate”. Beh, “nobilitate” è parola grossa. Tutti i partiti, tranne il solo e unico (ancora una volta), i 5S di Conte, hanno proposto n. 100 “impresentabili” con conti aperti con la giustizia, la corruzione, la malavita organizzata. Fatta salva sempre la presunzione d’innocenza, è un fatto che tutti costoro sono impigliati in questioni che avrebbero dovuto consigliare i partiti a metterli da parte. Perché li hanno candidati? Cosa si aspettavano e si aspettano da loro? Quale interesse li ha mossi? Potevano rifiutarli o sono stati costretti a candidarli, nonostante la riduzione di oltre 300 unità tra deputati e senatori? Gatta ci cova e si sente odore di bruciato.

Il Fatto Quotidiano ne da un elenco, quasi completo [QUI], da cui emerge l’indifferenza dei partiti sulla questione morale. Leggiamo:

“Tra le coalizioni è il centrodestra a guidare la classifica con il maggior numero di ‘impresentabili’. Mentre tra i partiti è la Lega a primeggiare, con 27 tra condannati, imputati, indagati e candidati che hanno patteggiato una pena. Segue Forza Italia con 15 tra i quali il condannato e imputato leader Silvio Berlusconi che prova a rientrare in Senato, dopo essere decaduto da Palazzo Madama proprio per una condanna definitiva. Seguono il Partito Democratico (15), Fratelli d’Italia (13) e, a ruota, l’accoppiata Azione-Italia Viva e Noi Moderati…, entrambi con 12… La Lombardia [è] la Regione con il numero maggiore di impresentabili in lista: sul podio salgono anche Sicilia e Campania”.

Con queste premesse, come potevano occuparsi della salvaguardia dell’ambiente e delle richieste dei giovani, le cui grida nelle piazze d’Italia e del mondo sono rimaste senza ascolto, senza rappresentanza? L’ambiente, la Terra che brucia (Papa Francesco) e i Giovani, schiavi costretti a portare il debito che noi gli carichiamo sulle spalle, esigono etica, moralità, rigore e austerità. Come possiamo desiderare queste altezze da personaggi come Meloni che sventola “dio, patria e famiglia” di franchista memoria? Come avere fiducia in Salviniev che sventola madonne, rosari e «credo» senza sapere di cosa si tratta? Berlusputina può mai avere una idea di ambiente, di futuro, di giovani, e specialmente di etica, di moralità, di dignità, lui che è stato degradato da cavaliere per indegnità e la Corte di Cassazione ha certificato essere pagatore della mafia? Lui che è stato accusato di aver corrotto testimoni e giudici e non conosce nemmeno il significato della parola “pudore”?

Mezza Italia ha scelto questa politica che io e tanti altri ripudiamo dal profondo del cuore insieme a chi la pratica e a chi ha permesso tutto ciò, cioè Enrico Letta, il solo responsabile di questo disastro annunciato.

Quella che fu la sinistra di 30 anni fa, oggi, senza Letta, avrebbe avuto la maggioranza, così come ha la maggioranza nel Paese, se invece dell’opaco e sibillino Draghi, che ora nessuno dei suoi servi chiama più “il Migliore”, avesse scelto la rettitudine morale a servizio del popolo affamato e senza voce, dei giovani che urlano di salvare il Pianeta e che nessuno ascolta.
Meloni non governerà perché Salviniev non accetterà di essere dimezzato e non accetterà, lui maschio del nord, di essere secondo di una donna. Berlusputina, mai si assoggetterà a una donna che non sia sua proprietà; il suo narcisismo lo porterà a distinguersi e a far pendere la bilancia dall’altra parte, non perché gli interessa l’Europa o l’Italia, ma perché vuole solo essere acclamato “moderato” (che non è), “europeista” (che non è), liberale e cristiano (andate avanti che mi viene da ridere a crepapelle!).

Il solo che è stato dignitoso, educato, rispettoso e non ha fatto promesse da cuccagna è Giuseppe Conte che ha fatto degli umili la sua forza, della Giustizia e della Legalità il suo orizzonte, che ha purificato il suo M5S da un Di Maio, che gli italiani hanno costretto a rispettare la regola dei due mandati, che ha avuto il pudore e la dignità di dichiarare che Draghi era nudo e senza pure la foglia di fico. L’unico che ha parlato di Pace e di armamenti pericolosi alimentatori di guerra che impediscono la ricerca diplomatica della risoluzione dei conflitti. L’unico che si è opposto all’aumento del 2% delle spese militari. Questo non gli è stato perdonato da tutti e dalla stampa padronale. Tutti coloro che lo hanno attaccato in campagna elettorale e anche prima, da veri voltagabbana, si sono appropriati dei suoi temi sociali fino allo sconcio della Ronzulli (Berlusputina) che dichiara: “Raddoppieremo il reddito di cittadinanza”. Staremo a vedere.

Chi, tra i cattolici, ha votato questa destra dei Meloni, dei quacqueri Salviniev, e del pregiudicato Berlsputina, può anche sbattezzarsi, perché l’acqua è imputridita e ammuffita per sempre. Noi resisteremo e non smetteremo di resistere.

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