I Vescovi polacchi esortano i Vescovi tedeschi di convertirsi e di ritornare alla fede della Chiesa Cattolica. Polonia semper fidelis

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I Vescovi polacchi, preoccupati che la Chiesa di Germania influenza tutta l’Europa, criticano in modo durissimo il “cammino sinodale” tedesca. Con una lettera a firma del loro Presidente, Mons. Stanisław Gądecki, Arcivescovo metropolita di Poznań, l’Episcopato polacco chiede ai Vescovi e ai fedeli cattolici del vicino Paese di non cedere alla pressione del mondo o ai modelli della cultura dominante, e li esortano di ritornare agli insegnamenti tradizionali della Chiesa Cattolica. Finalmente una opposizione forte e strutturata di un Episcopato nazionale alla deviazione eretica e scismatica nella Chiesa in Germania. Polonia semper fidelis.

  • Español: Los obispos polacos a los obispos alemanes: ¡Conviértanse! ¡Vuelvan a la Iglesia! [QUI]
  • English: The Polish Bishops to the German Bishops: Be Converted! Return to the Church! [QUI]
  • Müller: le Preoccupazioni dei Vescovi Polacchi sulla Germania sono Giuste [QUI]

Nella lettera al Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca (DBK), Mons. Georg Bätzing, Vescovo di Limburg, pubblicata ieri 22 febbraio 2022, nella festa della Cattedra di San Pietro, sul sito della KEP [QUI], il Presidente della Conferenza Episcopale Polacca (KEP) esprime la “profonda preoccupazione” della Chiesa in Polonia sul percorso che sta prendendo la riforma tedesca e controbatte gli argomenti e le decisioni centrali del “cammino sinodale tedesco”.

“Fedeli all’insegnamento della Chiesa, non dobbiamo cedere alle pressioni del mondo o ai modelli della cultura dominante. Evitiamo di ripetere slogan banali e richieste standard come l’abolizione del celibato, il sacerdozio delle donne, la comunione dei divorziati risposati o la benedizione delle coppie dello stesso sesso”, scrive il Presidente dei vescovi polacchi.

Nella Lettera di fraterna sollecitudine del Presidente dell’Episcopato sul “cammino sinodale” tedesco, indirizzato allo Stimato Monsignor Georg, l’Arcivescovo Gądecki cita soprattutto gli insegnamenti di San Giovanni Paolo II e le parole di Papa Francesco. Inoltre, mette in evidenza la dottrina del Catechismo della Chiesa Cattolica sull’omosessualità.

Una delle tentazioni della Chiesa oggi, scrive il Presidente della Conferenza Episcopale Polacca, è “mettere costantemente a confronto gli insegnamenti di Gesù con i progressi attuali della psicologia e delle scienze sociali”. Le posizioni attuali sull’omosessualità sono quindi paragonabili alle posizioni scientifiche sul razzismo e sull’eugenetica che si tennero all’inizio del XX secolo. Il cambiamento di atteggiamento nei confronti della sessualità sono attribuibile a “deliri ideologici”. Nonostante “l’oltraggio, l’ostracismo e l’impopolarità”, la Chiesa Cattolica non può “accettare, per non parlare di benedire o promuovere, una falsa immagine di umanità”, afferma l’Arcivescovo Gądecki.

Nella lunga lettera, l’Arcivescovo Gądecki sottolinea il legame tra la Chiesa in Polonia e quella in Germania. “La Chiesa Cattolica in Germania è importante sulla mappa dell’Europa e sono consapevole che irradierà la sua fede o incredulità nell’intero Continente”, afferma l’Arcivescovo Gądecki. La crisi della fede, scrive. è una delle ragioni per cui la Chiesa ha difficoltà a “proclamare un chiaro insegnamento teologico e morale”. Molti cattolici in Germania, come in Polonia, vivono “sotto la pressione dell’opinione pubblica”, il che dà loro un complesso di inferiorità. Ma non si deve cedere a questo. Allo stesso modo, la perdita di fedeli e la diminuzione del numero dei sacerdoti non devono portare a far prevalere nella Chiesa il “pensiero imprenditoriale” e la massima “c’è carenza di personale, bisogna abbassare i criteri di assunzione” che diventa il principio guida.

L’autorità del Papa e dei Vescovi è più necessaria “quando la Chiesa sta attraversando un momento difficile e quando è spinta a deviare dagli insegnamenti di Gesù”, prosegue l’Arcivescovo Gądecki. Riferendosi alla difesa di Papa Paolo VI dell’Enciclica Humanae vitae, sottolinea che non è compito della Chiesa abbassare gli standard morali, ma piuttosto “trovare mezzi efficaci per far pentire le persone”. In questo dice, risiede anche la misericordia di Dio.

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