Cardinal Müller e Arcivescovo Viganò: la benedizione delle coppie dello stesso sesso dei vescovi fiamminghi è derivazione eretica in opposizione alla Verità rivelata

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 24.09.2022 – Vik van Brantegem] – Il Cardinale Gerhard Ludwig Müller, Prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha diffuso una dichiarazione con una decisa condanna della decisione dei vescovi fiamminghi che, con il loro documento [Homoseksuele personen pastoraal nabij zijn. Voor een gastvrije kerk, die niemand uitsluit (Essere pastoralmente vicini alle persone omosessuali. Per una Chiesa ospitale, che non esclude nessuno)] del 20 settembre 2022, hanno approvato le coppie omosessuali e offerto per queste una benedizione liturgica pubblica in chiesa. Il Cardinal Müller definisce questa decisione dei vescovi delle Fiandre (la parte di lingua neerlandese del Belgio) come “eretica” e “diametralmente opposta alla Parola di Dio sul matrimonio, la famiglia e la creazione dell’uomo come uomo o donna”.

Come abbiamo scritto il 20 settembre scorso [Lo strappo della Chiesa nelle Fiandre con la Santa Sede sulla benedizione delle coppie gay], si tratta del primo caso in assoluto in tutto il mondo, di un gruppo di vescovi che ha dato ufficialmente il via libera a una cerimonia pubblica di benedizione di un’unione omosessuale in quanto tale, in diretta disobbedienza con il divieto di tali “liturgie” ricordato l’anno scorso dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. Infatti, il 15 marzo 2021 la Santa Sede aveva ribadito in maniera esplicita il divieto assoluto di benedire un’unione fra persone dello stesso sesso, con la Nota esplicativa del Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede ad un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso [QUI], approvata espressamente da Papa Francesco. I vescovi fiamminghi, quindi, si oppongono esplicitamente e in modo eretico all’insegnamento recentemente riaffermato dalla Santa Sede in materia.

Anche l’Arcivescovo Carlo Maria Viganò, Nunzio Apostolico emerito, ha diffuso una decisa condanna della decisione dei vescovi fiamminghi, affermando che “è assolutamente impossibile conciliare l’insegnamento del Vangelo con le deviazioni di questi eretici che abusano del loro potere e della loro autorità di Pastori, usandola per lo scopo opposto a quello per cui Cristo ha istituito la Sacra Gerarchia nella Chiesa”.

Nel suo intervento, il Cardinal Müller insiste sul fatto che i vescovi non sono “al di sopra della Parola di Dio”, ma devono servirla e tramandarla lealmente. Pertanto, il sostegno pubblico dei vescovi fiamminghi alle relazioni omosessuali, includendo una benedizione, è una “trasgressione formale della competenza rispetto alla Chiesa universale e un’opposizione eretica alla Verità Rivelata della specifica benedizione (benedizione-dizione) del Creatore sul matrimonio tra un uomo e una donna (Gen 1,28)”. Parlando della Verità Rivelata di Dio, il Cardinal Müller ricorda anche che essa “è registrata in modo integrale e non adulterato dalla Chiesa nell’”insegnamento degli apostoli” (At 2,42)” e che “non può essere superata, integrata o corretta da alcuna scienza speculativa o empirica dalla ragione creata dell’uomo”. Ma i vescovi fiamminghi, al contrario, stanno ora “oscurando gli insegnamenti di Cristo e della Sua Chiesa”.

Per il Cardinal Müller, tali azioni da parte dei vescovi fiamminghi non sono espressione di una cura pastorale. La vera pastorale della Chiesa Cattolica Romana “ha il compito di condurre le persone a Dio sulla via di Cristo, il Buon Pastore”. Il Cardinal Müller aggiunge che “questo include l’invito a superare, con l’aiuto della grazia, le nostre inclinazioni egoistiche e le tentazioni di peccato, e a vivere una vita come è gradita a Dio e quindi anche come è buona per noi e ci rende felici in Dio (cfr. Rm 12,2)”.

Riportiamo di seguito il testo completo delle dichiarazioni del Cardinale Gerhard Ludwig Müller e dell’Arcivescovo Carlo Maria Viganò.

“Rimanere nello Spirito di Verità” (Gv 14,17)
Correzione fraterna dei vescovi delle Fiandre/Belgio
di Gerhard Card. Müller

1. Il 20 settembre 2022 i vescovi fiamminghi hanno pubblicato una dichiarazione sulla cura pastorale delle persone omosessuali. Propongono anche una sorta di liturgia con preghiere di benedizione per le persone dello stesso sesso che vivono insieme in matrimonio. Pensano di poter fare riferimento all’Esortazione apostolica Amoris laetitia di Papa Francesco. Così facendo, prendono il più alto maestro della Chiesa come testimone della corona per una pastorale cosiddetta inclusiva, senza allontanarsi dal peccato. Un tale approccio, tuttavia, è diametralmente opposto alla Parola di Dio sul matrimonio, sulla famiglia e sulla creazione dell’uomo come uomo o donna. Tuttavia, l’intenzione ben intenzionata di sottolineare la dignità incondizionata di ogni singolo essere umano, indipendentemente dal suo comportamento giusto o sbagliato, viene ribaltata dalle palesi contraddizioni con i principi ermeneutici e i contenuti della fede rivelata della Chiesa.

Il magistero del Papa, dei concili ecumenici o delle assemblee episcopali regionali “non è al di sopra della Parola di Dio, ma la serve, non insegnando nient’altro che ciò che è stato tramandato, perché ascolta la Parola di Dio con riverenza per mandato divino e con l’assistenza dello Spirito Santo, custodendola e interpretandola fedelmente, e perché attinge da questo unico tesoro di fede tutto ciò che propone di credere come rivelato da Dio”. (Dei verbum 10; cfr. Lumen gentium 25). Pertanto, la dichiarazione dell’episcopato fiammingo e gli sforzi simili in altre parti del mondo sono una trasgressione formale della competenza rispetto alla Chiesa universale e un’opposizione eretica alla verità rivelata della benedizione specifica (bene-dizione) del Creatore sul matrimonio tra un uomo e una donna (Gen 1,28).

2. L’intimità dell’eros, del sexus e dell’agape viene, nell’ordine della creazione e della redenzione secondo la Santa Volontà di Dio, solo a un uomo e a una donna che si sono liberamente dati la parola di assenso per tutta la vita e in ogni circostanza.

L’autorità di Dio rivelata in Gesù Cristo non deve essere relativizzata e demolita in base alla passeggera saggezza religiosa e alle intuizioni filosofiche delle “persone autorevoli” (Karl Jaspers) della storia del mondo. Gesù Cristo è infatti la Rivelazione escatologica di Dio in persona. Nel Logos fatto carne è contenuta tutta la Verità di Dio. La Verità rivelata di Dio, registrata in modo integrale e non adulterato dalla Chiesa nell’”insegnamento degli apostoli” (At 2,42), non può essere superata, integrata o corretta da alcuna scienza speculativa o empirica della ragione creata dell’uomo.

Ecco perché solo il Figlio di Dio e unico Salvatore del mondo poteva tornare, al di là degli adattamenti pragmatici (dei “farisei” di allora e di oggi) alle debolezze della natura umana decaduta, alla volontà originaria del Creatore sul matrimonio tra uomo e donna. Il Figlio di Dio, che solo conosce il Padre e ci rivela la sua volontà (cfr. Mt 11,27; 28,18-20), ci ricorda la natura del matrimonio con le caratteristiche della monogamia, dell’indissolubilità e dell’apertura ai figli donati da Dio. Solo un uomo e una donna possono diventare “una sola carne” (cfr. Mt 19,6). E solo Lui poteva elevare il matrimonio a sacramento della Nuova Alleanza, che partecipa e significa concretamente l’unità di Cristo e della Chiesa (cfr. Ef 5, 21-32; 1 Cor 7, 39; Eb 13, 4).

I vescovi fiamminghi, quindi, avvicinando le unioni omosessuali al matrimonio tra uomo e donna istituito da Dio, oscurano gli insegnamenti di Cristo e della sua Chiesa. Si allontanano dal rinnovamento dell’uomo attraverso Cristo, nostro Salvatore. Capitolano alla logica del vecchio mondo, che vuole limitare pragmaticamente le conseguenze della caduta solo secondo il ragionamento umano, invece di “rivestire l’uomo nuovo, creato a immagine di Dio in vera giustizia e santità” (Ef 4,24). (Ef 4,24). Sia il mondo pagano prima di Cristo che il mondo di oggi, che non conosce Cristo (Rm 1,26-32) o se ne è nuovamente allontanato, o i cristiani che scendono pigramente a compromessi con esso, relativizzano l’unicità del matrimonio tra uomo e donna. Tradiscono la sua dignità degradando il matrimonio dell’uomo e della donna come una delle forme arbitrarie di unione e di soddisfazione dei desideri sessuali.

3. La pastorale della Chiesa ha il compito di condurre le persone a Dio sulla via di Cristo, il Buon Pastore. Ciò include l’invito a superare, con l’aiuto della grazia, le nostre inclinazioni egoistiche e le tentazioni di peccato, e a vivere una vita come è gradita a Dio e quindi anche come è buona per noi e ci rende felici in Dio (cfr. Rm 12,2).

I vescovi fiamminghi, invece, ingannano le persone affidate alle loro cure pastorali che sono affette da inclinazioni omoerotiche, così come i loro genitori e conoscenti. Infatti, per tranquillizzare le loro coscienze, offrono loro una presunta “preghiera di benedizione” per le unioni omosessuali, come una sorta di placebo, che risveglia in loro l’illusione che gli atti omosessuali o i contatti sessuali al di fuori del matrimonio siano leciti davanti a Dio e non un grave peccato come altre trasgressioni al 6° e al 9° comandamento del Decalogo (cfr. Rm 1,26s; 1 Cor 6,9). L’autentica cura pastorale si preoccupa del singolo essere umano, delle sue speranze e dei suoi bisogni, delle sue possibilità e dei suoi fallimenti, e non è accecata dalle false apparenze delle ideologie politiche e delle eresie antropologiche che promettono la salvezza ma fanno precipitare milioni di persone nella miseria.

4. In questo tempo di confusione, che colpisce anche i pastori e i maestri della Chiesa, ogni vescovo dovrebbe meditare sulla parola dell’Apostolo [San Paolo] al suo collaboratore e successore Timoteo, che vale anche per lui e diventa un giudizio: “Ti scongiuro da parte di Dio e da parte di Cristo Gesù, che viene a giudicare i vivi e i morti… Predica la parola, resisti sia che sia conveniente sia che sia scomodo… Perché verrà il tempo in cui gli uomini non sopporteranno la sana dottrina, ma cercheranno maestri secondo le loro voglie, per solleticare le loro orecchie”. Ma siate sobri in ogni cosa, sopportate le sofferenze, svolgete il vostro lavoro di predicatori del Vangelo, adempiete fedelmente il vostro ministero.” (2 Tim 4, 1-5).

22 settembre 2022

Dichiarazione di Monsignor Carlo Maria Viganò
a proposito delle “benedizioni” di coppie omosessuali
celebrate in Belgio
di Carlo Maria Viganò

Con grande scandalo per la salvezza delle anime e per l’onore della Chiesa di Cristo, la Conferenza episcopale del Belgio ha approvato e pubblicato un rito di “benedizione” delle unioni omosessuali, contravvenendo sfrontatamente all’insegnamento immutabile del Magistero cattolico, che considera tali unioni «intrinsecamente perverse» e che, come tali, non solo non le può benedire, ma deve anzi condannarle come contrarie alla Morale naturale. La base ideologica di questo rito sacrilego viene indicata nelle parole subdolamente ingannatrici di Amoris lætitia, secondo cui «ogni persona, a prescindere dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto».

Il processo di dissoluzione dottrinale e morale portato avanti dalla setta bergogliana prosegue inarrestabile, incurante del disorientamento che esso provoca nei fedeli e dei danni incalcolabili che arreca alle anime.

È ormai evidente, oltre ogni dubbio, l’assoluta inconciliabilità tra l’insegnamento del Vangelo e le deviazioni di questi eretici, i quali abusano del proprio potere e dell’autorità di Pastori per lo scopo opposto a quello per cui Cristo ha istituito la Sacra Gerarchia nella Chiesa. Ed è ancor più evidente il perverso gioco delle parti che assegna a chi siede in Roma la formulazione di principi eterodossi in contrasto con la dottrina cattolica e ai suoi complici nelle diocesi la loro scandalosa applicazione, nell’infernale tentativo di scardinare la Morale per obbedire allo spirito del mondo.

I vergognosi eccessi di alcuni esponenti della Gerarchia trovano la propria origine in un piano deliberato e voluto dall’alto, che grazie al percorso sinodale vuole rendere autonomo l’episcopato ribelle nel propagandare errori di Fede e di Morale, mentre con autoritarismo impedisce ai Vescovi fedeli di proclamare la Verità di Cristo.

21 settembre 2022
Matthæi Apostoli et Evangelistæ
Feria Quarta Quattuor Temporum Septembris

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