Lo scultore Bruno Liberatore perseguitato dalla Francia, anche dai ladri: trafugate importanti opere d’arte. Con la figlia Francesca apre nell’ex chiesa di San Michele a Ferrara un atelier d’arte e di moda

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Il Codacons informa di un furto nello studio romano dello scultore Bruno Liberatore. Lo scorso weekend i ladri hanno fatto visita all’atelier dell’artista di via del Vantaggio, trafugando importanti opere d’arte. Una vicenda che fa seguito alla controversia avviata dallo scultore contro l’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede e i Pii stabilimenti di Francia a Roma e a Loreto che, dopo aver avviato lavori di ristrutturazione dell’immobile danneggiando preziose sculture, hanno rifiutando di risarcire l’artista. Poi, hanno imposto lo sfratto a Liberatore, che rischia di dover abbandonare il suo storico studio in via del Vantaggio a causa della controversia legale che vede contrapposti i Pii Stabilimenti, proprietari dell’immobile in questione, e l’artista, che da moltissimi anni espone le sue opere nell’atelier romano, difeso dal Codacons, che ha inviato un accorato appello a Papa Francesco e al Presidente Francese Macron, affinché si attivino per evitare lo sfratto.

Di questa vicenda abbiamo già riferito, lo scorso 9 aprile [Scultore italiano fa causa al governo francese per il danneggiamento delle sue opere d’arte] e il 26 aprile [Lo scultore Bruno Liberatore prima trova sue opere danneggiate e poi i “Pieux Etablissements de la France a Rome et a Lorette” lo danno lo sfratto]. Un’odissea senza fine per questo scultore abruzzese – nato nel 1947 a Penne – di fama internazionale, professore all’Accademia di Belle Arti di Roma. Bruno Liberatore è un’illustre rappresentante della generazione degli allievi di Pericle Fazzini, la cui opera è caratterizzata da una sapiente ricerca dei materiali e delle forme, che egli trasforma in immagini originali con grande maestria tecnica: una tradizione scultorea che affonda le radici nella storia del Novecento. La vicenda è finita al vaglio delle forze dell’ordine, a seguito di una formale denuncia del furto.

Intanto, per stigmatizzare la persecuzione da parte della Francia e sensibilizzare le Istituzioni, Bruno Liberatore ha organizzato la mostra C’era una volta uno studio, che sarà presentata alla stampa venerdì 19 novembre 2021 alle ore 18.00 in via del Vantaggio 7 a Roma.

“Liberatore. Un itinerario russo”, curato da E. Crispolti e S. Androsov (Skira 2013), la monografia dedicata dall’Ermitage di San Pietroburgo a Bruno Liberatore, unico artista italiano ad avere una intera sala a lui dedicata nel museo sul Lungoneva, uno dei musei d’arte più visitati che ospita una delle più importanti collezioni d’arte del mondo, nel palazzo che in origine faceva parte della reggia imperiale russa, che per due secoli ospitò le famiglie degli zar Romanov, fino al 1917, anno dell’inizio della Rivoluzione d’Ottobre.

Mentre il Presidente Macron e l’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede tentano di sfrattare l’artista dall’immobile in via del Vantaggio, il 5 ottobre 2021 si è svolta una prima udienza davanti al giudice Alessio Liberati del Tribunale di Roma, sulla richiesta del Codacons di sospendere lo sfratto in attesa della decisione del Ministero dei Beni Culturali. Lo studio romano dello scultore Bruno Liberatore, al centro del controverso caso diplomatico di sfratto, potrebbe essere riconosciuto dal Mibact “studio d’arte” e diventare così luogo di interesse culturale protetto dalla legge al pari di un’opera artistica di pregio. Il Ministero, attraverso la Soprintendenza speciale belle arti e paesaggio di Roma, ha infatti convocato per il prossimo 25 ottobre Liberatore per un confronto sulla istanza presentata dal Codacons, volta a far dichiarare “studio d’arte” il suo atelier di via del Vantaggio a Roma.

Nella comunicazione del Ministero si legge: «Con riferimento all’istanza ricevuta in data 01.10.2021 e acquisita agli atti con nota prot. n. 43987-A del 06.10.2021, questa Soprintendenza rimane in attesa di ricevere la documentazione a corredo di quanto richiesto al fine di avere elementi utili alla valutazione dell’istanza. Per chiarire, inoltre, alcuni aspetti relativi alla richiesta di avvio di procedimento di dichiarazione di interesse culturale, si convocano le SS. LL. per un incontro con il Soprintendente dott.ssa Daniela Porro, fissato per il 25 ottobre p.v. presso gli uffici di Via di San Michele 17».
Spiega il Codacons: «Se sarà assegnato allo studio di Bruno Liberatore il riconoscimento di luogo di interesse culturale, sarà possibile bloccare lo sfratto avviato dal Governo francese e dall’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede. Per tale motivo abbiamo chiesto al Tribunale di Roma, dove dinanzi al giudice Alessio Liberati pende la causa legale, di sospendere lo sfratto dell’artista in attesa della decisione del Ministero dei Beni Culturali».

Bruno Liberatore davanti alla ex chiesa di San Michele a Ferrara (Foto Comune di Ferrara).

La figlia di Bruno Liberatore, la stilista Francesca, poche settimane fa, alla fashion week di Milano in collegamento con New York, ha già “sdoganato” l’ex chiesa di San Michele a Ferrara del X Secolo come nuovo luogo espositivo, recentemente acquisito insieme al padre: «Volevamo trovare un luogo unico che conservasse il fascino del tempo. Un luogo nel cuore di una città d’arte. Lo abbiamo trovato a Ferrara, all’ex chiesa di San Michele. Abbiamo voglia di partire subito, di allestirlo con opere, di integrare qui diverse forme d’arte».

Al centro la stilista Francesca Liberatore che riceve le chiavi della ex Chiesa di San Michele a Ferrara (Foto del Resto del Carlino).

Nell’ex chiesa la “casa” della stilista Liberatore «ispirata da affreschi»
San Michele acquistata dalla creatrice di moda romana
Ospiterà anche una permanente del padre scultore Bruno
La Nuova Ferrara, 27 settembre 2021


L’ex chiesa di San Michele, una delle più antiche come fondazione della città, diventa un atelier d’arte e moda. A darle questa nuova vita è una stilista romana tra le più quotate tra le nuove leve, Francesca Liberatore, che si è tra l’altro ispirata agli affreschi contenuti nell’edificio per le proprie recenti creazioni. L’annuncio è arrivato ieri nel corso della presentazione, al cinema Odeon di Milano, della collezione primavera-estate 2022 del marchio, giocata nel mix tra moda e arte, appunto, grazie ad ologrammi e video. L’ispirazione per i modelli, ha raccontato la stessa Francesca, nasce appunto dalla chiesa di San Michele che la famiglia Liberatore ha acquistato per «creare una fondazione che ospiterà una permanente del padre Bruno, che è uno scultore, e i lavori» della stilista. Dagli affreschi è nata l’idea base della collezione, con immagini di leoni, aquile e tori, per concludere con quella dello stesso San Michele. Le immagini della chiesa sono state proiettate sullo schermo cinematografico mentre le modelle sfilavano.

L’ex chiesa era stata messa in vendita nel 2019 dalla famiglia Piella, con un annuncio di un’agenzia immobiliare: “In zona centralissima di Ferrara vendesi chiesa adattissima a ogni possibile trasformazione”, in quanto sconsacrata dal 1932. Dal 1980 fu laboratorio di restauro che però non è sopravvissuto al cambio generazionale. Dopo qualche utilizzo da mercatini Ail e Ado, i proprietari decisero appunto di metterla in vendita, auspicando peraltro che potesse diventare un luogo di cultura. Non ci sono peraltro vincoli particolari per la destinazione d’uso, in quanto a suo tempo la Sovrintendenza aveva solo negato la trasformazione in autorimessa e obbligando l’apertura della parte centrale per lasciare libero uno degli affreschi. Si tratta di opere fatte realizzare dalla famiglia Canani, che dal 1561 al 1767 ottenne in jus patronato la chiesa, abbellendone il soffitto con affreschi raffiguranti San Michele e gli evangelisti; alla metà del XVII secolo fu dipinto il San Michele nella nicchia sopra l’ingresso. L’edificazione risale al X secolo, la ricostruzione che vediamo ancora oggi al 1479.

Bruno Liberatore, la moglie e la figlia Francesco, con l’Assessore Marco Gulinelli a Ferrara (Foto Comune di Ferrara).

La mattina di venerdì 12 novembre 2021, lo scultore, con la figlia e la moglie, hanno incontrato a Ferrara l’Assessore Marco Gulinelli, come informa il sito del Comune: «È una grande occasione per la città, e ringraziamo per questo la famiglia Liberatore. L’investimento realizzato a San Michele rappresenta l’opportunità di accogliere il genio di un grande artista e una grande stilista. Vogliamo cercare di trovare le migliori forme di collaborazione per cogliere tutte le occasioni che la storia del luogo e il valore delle opere e delle iniziative qui possono realizzare».

Bruno Liberatore con la moglie e la figlia Francesca nella ex chiesa di San Michela a Ferrara (Foto Comune di Ferrara).

Bruno Liberatore ha illustrato al Comune di Ferrara anche alcuni dei progetti che sta sviluppando per il suo futuro tempio dell’arte: «Non stravolgerò niente di questo luogo magnifico, che deve conservare i segni del tempo e delle epoche che ha passato. Quindi, dopo i lavori di consolidamento del tetto e di messa in sicurezza, saremo già nelle condizioni di partire. Le opere che esporrò qui saranno le più significative di tutti i periodi che ho attraversato nel mio percorso artistico». Cuore della spinta creativa di Liberatore – ricorda Estense.com – è «la ricerca di un’interazione con la natura, di una perfetta integrazione che ho sempre cercato di mettere in campo con i luoghi, con i paesaggi, da Roma a Dresda, da San Paolo del Brasile a San Pietroburgo, solo per citarne alcuni e senza trascurare il mio Abruzzo e la “mia” Penne».

Bruno Liberatore con la figlia Francesca nella ex chiesa di San Michela a Ferrara (Foto Comune di Ferrara).

Liberatore ha anche rivelato che sta lavorando a una prossima mostra a Tokyo, «ma vogliamo partire quanto prima con il progetto Ferrara , che ci sta particolarmente a cuore». «A Ferrara – ha ricordato lo scultore – sono legato da ricordi affettuosi: negli anni ’80 esposi a Palazzo dei Diamanti e ancora conservo la lettera dell’allora Direttore Franco Farina». Nella missiva, portata in Comune, Farina scriveva: «Bruno Liberatore, inseguendo la sua vocazione plastica produce opere con forte gradiente estetico, ricche di luci ed ombre, sciolte e libere da condizionamenti “naturalistici”, i suoi “paesaggi” richiamano alla mente la visione di possibili egizie “Valli dei Re”».

Bruno Liberatore davanti alla ex chiesa di San Michele a Ferrara (Foto Comune di Ferrara).

Metamorfosi di una chiesa sconsacrata. Da luogo di culto a polo culturale, San Michele cambia veste e riapre
Il Resto del Carlino, 31 luglio 2021


Da luogo di preghiera a polo culturale. Dopo anni di abbandono, la chiesa di San Michele (sconsacrata dal 1932) è pronta per riaprire le proprie porte al pubblico. Lo farà indicativamente da novembre, in una veste tanto differente rispetto al passato – nel corso del tempo è stata officina e sede del mercatino dell’Ado – quanto affascinante: all’interno dell’edificio di via del Turco, infatti, troverà spazio la collezione permanente delle opere dell’artista Bruno Liberatore. Ma non solo. L’idea della figlia Francesca è quella di accostare alle imponenti sculture del padre momenti dedicati alla moda: “Vogliamo creare un polo che raccolga eventi giovani e dinamici, convegni, conferenze e seminari – spiega la stilista e titolare della cattedra di moda all’Accademia delle Belle arti di Brera –. Allo stesso tempo, però, non vogliamo minimamente snaturare la bellezza e la storicità del contesto”.

I Liberatore, dopo anni in giro per il mondo, sono partiti da Roma alla ricerca di uno luogo che fosse, al tempo stesso, artistico e funzionale per le loro creazioni. Un ambiente abbastanza grande da contenere, contemporaneamente, opere d’arte e spazi ideali per manifestazioni a tema. E la scelta è ricaduta su Ferrara, tra l’altro non per caso: “Mio papà – incalza Francesca – ha iniziato la propria carriera alcuni decenni fa proprio qui, a Palazzo dei Diamanti. Quando ci siamo guardati attorno, alla ricerca di una chiesa sconsacrata e abbiamo visto che ve ne era una presente nel centro di Ferrara, abbiamo capito che era quella giusta”. Un anno di trattative con l’agenzia immobiliare Progetto Casa, poi l’acquisto, ufficializzato giusto giovedì. Ora, via alla fantasia. La riqualificazione di uno spazio così importante a livello artistico sarà minima: nessun cantiere imponente, giusto qualche ritocco alle pareti e al tetto. Poi, l’ex chiesa di San Michele diventerà a tutti gli effetti un nuovo polo culturale della città, ricco di sculture e disegni e fulcro di eventi.

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