A Messa senza green pass

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Nella scorsa settimana, dopo qualche inutile polemica estiva, la Cei ha inviato una lettera ai vescovi, in vista della programmazione delle attività, avvertendo che non ci sarà la necessità di una richiesta del green pass per le celebrazioni eucaristiche, le processioni e le attività all’aperto; però la certificazione anti-Covid servirà per attività che le parrocchie promuovono: dagli incontri al chiuso alle iniziative sportive, dagli spettacoli al bar dell’oratorio.

All’inizio della lettera la presidenza della Cei ha ringraziato chi in questi mesi si è prodigato per il bene dell’Italia: “Vorremmo esprimere questo sentimento di gratitudine con una carezza d’affetto verso i malati e quanti ancora soffrono per la pandemia; verso i medici e gli operatori sanitari, per la generosità nella cura e nell’assistenza alla persona; verso gli anziani, con l’invito a conservare e a raccontare la memoria del Paese;

verso i poveri, con l’impegno a custodirli e curarli, non chiudendo gli occhi davanti alle vecchie e nuove marginalità; verso le famiglie, per la capacità di tenuta complessiva, messa a dura prova; verso i sacerdoti, come ringraziamento per il loro essere prossimi al Popolo di Dio;

verso i catechisti, gli educatori, gli operatori pastorali, perché sono davvero maestri e testimoni; verso tutte le donne e gli uomini di buona volontà, credenti e non credenti, perché in questo tempo di difficoltà con le loro scelte consapevoli stanno costruendo il Paese del futuro”.

La Cei invita a superare le ‘inutili’ contrapposizioni, invitando a vivere la fede come dono: “Consci della situazione generale, viviamo dunque la nostra fede come dono gratuito, che si esprime anche nei gesti e nelle celebrazioni, a partire dall’Eucaristia, evento di grazia che va colto nella sua importanza.

Nella convocazione e nella partecipazione alla celebrazione si manifesta il nostro essere comunità, il nostro essere famiglia. Del resto, è l’Eucaristia che fa di noi una comunità, una famiglia, perché, come dice san Paolo, noi che ci nutriamo di un unico pane siamo chiamati a formare un solo corpo. Così anche gli altri momenti spirituali, come ad esempio, le processioni”.

Quindi nell’agenda delle parrocchie entrano le nuove disposizioni del governo Draghi sulla Green pass che sono entrate in vigore da oggi, però per le celebrazioni eucaristiche vale il protocollo dello scorso anno:

“Si continuerà a osservare quanto previsto dal Protocollo CEI-Governo del 7 maggio 2020, integrato con le successive indicazioni del Comitato Tecnico-Scientifico: mascherine, distanziamento tra i banchi, comunione solo nella mano, niente scambio della pace con la stretta di mano, acquasantiere vuote.

Come per le celebrazioni, non è richiesta la certificazione per le processioni. Sono ancora valide le raccomandazioni e le misure comunicate l’11 giugno 2020 (sito CEI – sito Ministero dell’Interno; cfr anche circolare inviata il 28 luglio 2021 dal Ministero degli Interni -Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione Protocollo 0001280):

obbligo d’indossare la mascherina e di mantenere una distanza interpersonale di 2 m per coloro che cantano e 1,5 m per tutti gli altri fedeli. Ciò, in modo particolare, per evitare assembramenti.

Queste misure, tenendo conto della varietà di tradizioni e delle diverse prassi nelle diocesi, sono ancora attuali e possono continuare a essere garantite. Criteri di riferimento restano il buon senso e l’andamento della situazione epidemiologica nel luogo e nel momento in cui si svolge la processione”.

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