Per il card. Bassetti il ddl Zan è “scritto male” ma Saviano gli attribuisce il contrario. Anche la Chiesa adesso è strumentalizzata

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Per Roberto Saviano anche il cardinale Gualtiero Bassetti, numero uno della Cei, sarebbe favorevole al ddl Zan, tanto da affidare al suo profilo Facebook un’affermazione che sa di forzatura. Secondo lo Scrittore il testo fermo al Senato è così meritevole che anche per Bassetti “non va affossato” e se le parole sono importanti “qualcosa vorrà dire..” conclude il post.

È bizzarro come in favore di una polarizzazione forzata dell’opinione pubblica, si vogliano mettere in bocca ad uno dei più rappresentativi uomini del Clero, parole in realtà mai pronunciate.

Sì perché dalle pagine del Corriere della sera, il card. Bassetti è onesto: “La legge contro l’omofobia deve essere chiara e non prestarsi a sottintesi”.

Fermo restando che la posizione della Chiesa è immutata – basti pensare, per non andare troppo lontano, alla nota della Cei del giugno scorso, nella quale si afferma che non esiste alcun vulnus normativo in materia di discriminazioni – per il presidente della Cei, il ddl Zan “è scritto male”.

Inoltre, se non modificato, rischia di sconfinare in sentieri pericolosi, quelli “dell’identità di genere”. Con buona pace di Saviano e di tanti intellettuali (o pseudo) di sinistra, il Porporato ribadisce che la “confusione antropologica mette in discussione la differenza uomo-donna” dunque “per noi è inaccettabile”.

Attenzione, da parte della Chiesa non c’è una chiusura alla diversità. Tutto il pontificato di Papa Francesco – ma anche dei suoi recenti predecessori – ne è testimonianza.

Un conto però è l’accoglienza e la garanzia dei valori fondamentali dell’uomo, ben altro è l’ambiguità che tra le righe di un testo ha incassato critiche anche da correnti del mondo femminista e da quello politico progressista, a cui fa tra l’altro riferimento l’on. Alessandro Zan del partito democratico.

Ecco perché la Cei – così come pochi giorni fa Papa Francesco – ha espresso la necessità di “riaffermare serenamente la singolarità e l’unicità della famiglia, costituita dall’unione dell’uomo e della donna”.

Va bene l’apertura al dialogo nelle sedi opportune, in favore di una battaglia contro qualsiasi discriminazione – e ricordiamo che quelle religiose nel mondo sono sempre più in crescita – ma con le giuste considerazioni e valutazioni.

Ricordo che mentre è attualmente aperto il dibattito, la Regione Lazio, con a capo l’ormai ex segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ha diramato le linee guida “gender” ovvero “le buone pratiche” che di fatto anticipano quanto disposto tra le righe dal ddl Zan, in materia di fluidità sessuale all’interno della formazione scolastica.

A cominciare dalla formazione del personale, dai documenti ufficiali e dalle strutture scolastiche, ci sarà un orientamento verso l’abbandono delle canoniche categorie maschio/femmina, in nome di un’identità di genere coerente con le proprie identificazioni “piuttosto che essere costretti a scegliere una casella che non li descrive”.

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