A Rimini va in scena il Meeting del sublime

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Comunque vada, il Meeting per l’amicizia fra i popoli si farà, assicuravano dal quartier generale della ‘colombina’ in piena pandemia. Qualche giorno fa la promessa è stata mantenuta con la presentazione ufficiale della manifestazione al Palacongressi di Rimini, mantenendo il titolo scelto al termine dello scorso Meeting: ‘Privi di meraviglia restiamo sordi al sublime’.

Il Meeting, che sarà uno dei primi momenti di riflessione collettiva sull’Italia e l’Europa del post–Covid, con lo sguardo rivolto al futuro, si terrà dal 18 al 23 agosto in modalità ‘blended’: sarà cioè trasmesso sulle piattaforme digitali (sito, social, canale Youtube), mentre alcuni eventi si terranno con presenza di pubblico al Palacongressi di Rimini.

Il nuovo duplice assetto renderà la manifestazione più internazionale: tutti gli speech e gli spettacoli saranno trasmessi in diretta in italiano e in inglese e numerosi incontri on demand anche in altre lingue. Inoltre in una decina di Paesi esteri, oltre che in cinquanta città italiane, sono previsti momenti pubblici di trasmissione dell’evento.

Tra i relatori confermati c’é il Nobel per la pace 2006 Muhammad Yunus, intellettuali e opinion leaders come Umberto Galimberti, Enrico Letta, Ermete Realacci, Luca Ricolfi, Luciano Violante, Joseph Weiler (a cui è affidata la relazione sul tema dell’edizione), il presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, il presidente della Fraternità di Cl, don Julián Carrón, gli scrittori Paolo Giordano e David Quammen e il giudice emerito della Corte costituzionale Sabino Cassese, che sabato 22 agosto terrà un incontro sul rapporto tra i diversi livelli istituzionali con i presidenti di sei Regioni.

Nella fascia serale sono previste testimonianze e spettacoli: da Dostoevskij a Fellini (un omaggio il 21 agosto alle ore 22 con Giuseppe Tornatore, Sergio Rubini, Nicola Piovani, Matteo Garrone, Pupi Avati ed Emir Kusturica) e varie produzioni originali. Le mostre avranno una versione digitale consultabile dal sito. Tra gli ospiti, in vesti insolite, anche l’arcivescovo di Bologna, card. Matteo Maria Zuppi, con un omaggio per gli 80 anni di Francesco Guccini.

Durante la presentazione il neo presidente della Fondazione, Bernard Scholz, ha sottolineato il titolo ‘profetico’ dell’edizione agostana: “Poteva sembrare poco idoneo a questo momento storico, ma si è invece rivelato profetico. Tante esperienze vissute in questi mesi così drammatici hanno dimostrato che lo stupore di fronte alla propria vita e alla vita dell’altro ci rende più consapevoli e più creativi, meno inclini alla scontentezza e alla rassegnazione. Solo soggetti grati e coscienti saranno in grado di affrontare le sfide che ci attendono”.

Eppoi ha spiegato il motivo di non sospendere questa edizione del quarantennale: “Durante il lockdown abbiamo deciso di realizzare il Meeting, pur nelle limitazioni più stringenti imposte dall’emergenza, perché siamo convinti che la manifestazione potrà essere una grande occasione, dopo la fase acuta della pandemia, di condividere le tante domande emerse sul significato della vita e della sofferenza, le domande e le preoccupazioni legate all’educazione e al lavoro, per poter affrontare con consapevolezza, responsabilità e speranza la ripresa di un’economia più sostenibile e giusta, di una convivenza sociale dignitosa, di una politica nazionale ed europea al servizio dell’uomo”.

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