Don Pascolini: oratori aperti per ferie

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L’estate dei ragazzi negli oratori e nelle parrocchie italiane prende finalmente forma: dopo il lungo periodo della quarantena, durante il quale l’unica certezza era che ‘la Chiesa non lascerà da soli i ragazzi nel periodo estivo’, sono arrivate le ‘istruzioni per l’uso’. Quindi, dopo la conclusione dell’anno scolastico ‘in casa’ gli oratori italiani hanno aperto i loro spazi ai bambini ed ai ragazzi, in modo che esso diventi ‘luogo di formazione alla vita, attraverso il protagonismo dei ragazzi’.

A don Riccardo Pascolini, segretario del Forum Oratori italiani, tavolo di lavoro delle realtà italiane che si dedicano all’oratorio all’interno del Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile della CEI, abbiamo chiesto di raccontarci  il ‘clima’  di quest’estate negli oratori:

“L’estate 2020 al tempo della pandemia ha sollecitato gli oratori italiani a raccogliere la sfida di una nuova esperienza dopo mesi passati a distanza, ma sempre accanto a bambini, ragazzi ed animatori. La consapevolezza che la situazione sanitaria pone nuove regole per la realizzazione degli oratori estivi ci ha offerto l’opportunità di realizzare concretamente lo slogan di #FacciamoFuoriLOratorio lanciato nel settembre scorso durante il 3° Happening degli Oratori italiani a Molfetta.

Sarà un’estate con tanti oratori ‘arcipelago’ diffusi nel territorio e con i ragazzi divisi in piccoli gruppi che cammineranno insieme parallelamente condividendo gli obiettivi e gli strumenti pastorali anche se non sarà possibile vivere l’esperienza dei grandi eventi che caratterizzavano le precedenti estati”.

In quale modo stare insieme rispettando le regole?

“L’intuizione che è alla base del nuovo progetto, seguendo le indicazioni del Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile della CEI con ‘Aperto Per Ferie’ stilato in collaborazione con il FOI e con le tante realtà che vi aderiscono, è di trovare modi nuovi per riaprire i cancelli dei nostri oratori. 

Questo mantenendo  ovviamente le attenzioni sanitarie che abbiamo imparato in questa ‘Fase 2’ ma mettendo al centro la relazione personale con bambini e ragazzi e con le loro famiglie, fortemente provate dai mesi di lockdown e dalla sospensione di  qualsiasi socialità e contatto con la comunità cristiana in presenza.

Le regole date dalle Autorità sono state recepite dalle Diocesi e condivise con le realtà parrocchiali, le associazioni, le comunità religiose ed i tantissimi volontari che coraggiosamente si sono messi a servizio ancora una volta dei più piccoli”.

Perché per i ragazzi è importante fare un’esperienza comunitaria?

“Dopo tanti mesi di isolamento forzato,  di scuola ed attività sviluppate esclusivamente sui social ed attraverso le varie piattaforme informatiche i nostri ragazzi avranno modo in oratorio di rivedersi, di raccontarsi  e di ascoltare le narrazioni  degli  amici. Ci sarà  modo di tornare a fare una vita comunitaria con tutte le attenzione ed il distanziamento necessari,  ma rimanendo accanto gli uni agli altri per percorrere insieme un nuovo tratto di cammino.

La realtà dell’oratorio, che per molti mesi è stata costretta a trasferirsi nel mondo virtuale, torna ad essere fatta di sguardi, di voci, di vita insieme cosi come di preghiera comunitaria e di condivisione di obiettivi educativi. I tanti oratori diffusi vivranno un’esperienza intensa di piccola comunità che ci parla molto di Vangelo senza dimenticare di essere inseriti e connessi con l’intera vita ecclesiale, guidati dai nostri Pastori, da sacerdoti, religiosi, adulti e giovani, tutti testimoni di una Chiesa che si fa ancora una volta vicina ai ragazzi e attraverso di loro alle famiglie”.

Cosa significa prendersi cura dei ragazzi?

“La cura delle giovani generazioni, bambini, ragazzi ma anche adolescenti e giovani, in oratorio si basa da sempre sul ruolo centrale di relazioni personali e significative. In questa particolare estate in cui verremo tutti invitati a condividere la vita a piccoli gruppi sarà possibile conoscere meglio e in profondità la vita dei nostri ragazzi avendo tempi e spazi dedicati che faciliteranno il dialogo e lo scambio, senza dimenticare i più fragili a cominciare dai ragazzi con disabilità che potranno ancora una volta e con maggiore forza ricevere tutte le attenzioni di cui hanno bisogno.

La cura della Chiesa italiana per i più piccoli anche in questa complessa estate ci fornisce speranza e spunti per la ripresa delle attività pastorali in autunno, certi che il nostro primo interesse non sia riaprire gli oratori ma la vita stessa dei nostri ragazzi”.​

(Foto: FOI)

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