Papa Francesco prega per i politici

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Dopo la messa di ieri nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia per la Domenica della Divina Misericordia, oggi, nel lunedì della seconda settimana di Pasqua, Francesco ha ripreso le celebrazioni mattutine a Casa Santa Marta pregando perché i politici dei vari Paesi, in questo tempo caratterizzato dalla pandemia, attuino la propria vocazione, che è una forma alta di carità: “Preghiamo oggi per gli uomini e le donne che hanno vocazione politica: la politica è una forma alta di carità. Per i partiti politici nei diversi Paesi, perché in questo momento di pandemia cerchino insieme il bene del Paese e non il bene del proprio partito”.

Nell’omelia, il papa ha commentato il Vangelo tratto dall’apostolo Giovanni, in cui Gesù dice a Nicodemo, un fariseo, che si era recato da lui di notte, che se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio: “Quest’uomo, Nicodemo, è un capo dei giudei, un uomo autorevole; sentì la necessità di andare da Gesù.

Andò di notte, perché doveva fare un po’ di equilibrio, perché coloro che andavano a parlare con Gesù non erano guardati bene. E’ un fariseo giusto, perché non tutti i farisei sono cattivi: no, no; c’erano anche farisei giusti. Questo è un fariseo giusto. Sentì l’inquietudine, perché è un uomo che aveva letto i profeti e sapeva che questo che Gesù faceva era stato annunciato dai profeti”.

Quindi Nicodemo non comprende la parola di Gesù, perché è abituato a ragionare secondo schemi precostituiti: “Sentì l’inquietudine e andò a parlare con Gesù..: è una confessione, fino a un certo punto… E Gesù ha risposto. Rispose misteriosamente, come lui, Nicodemo, non se l’aspettava. Rispose con quella figura della nascita: se uno non nasce dall’alto, non può vedere il Regno di Dio.

E lui, Nicodemo, sente confusione, non capisce e prende ad litteram quella risposta di Gesù: ma come si può nascere se uno è adulto, una persona grande? Nascere dall’alto, nascere dallo Spirito. E’ il salto che la confessione di Nicodemo deve fare e lui non sa come farla. Perché lo Spirito è imprevedibile.

La definizione dello Spirito che Gesù dà qui è interessante: ‘Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito’, cioè libero. Una persona che si lascia portare da una parte e dall’altra dallo Spirito Santo: questa è la libertà dello Spirito. E chi fa questo è una persona docile e qui si parla della docilità allo Spirito”.

Ecco il ‘compito’ del cristiano è quello di lasciarsi ‘guidare’ dallo Spirito Santo: “Essere cristiano non è soltanto compiere i Comandamenti: si devono fare, questo è vero; ma se tu ti fermi lì, non sei un buon cristiano. Essere un buon cristiano è lasciare che lo Spirito entri dentro di te e ti porti, ti porti dove lui vuole.

Nella nostra vita cristiana tante volte ci fermiamo come Nicodemo, davanti al ‘dunque’, non sappiamo quale passo fare, non sappiamo come farlo o non abbiamo la fiducia in Dio per fare questo passo e lasciare entrare lo Spirito. Nascere di nuovo è lasciare che lo Spirito entri in noi e che sia lo Spirito a guidarmi e non io, e qui, libero, con questa libertà dello Spirito che tu non saprai mai dove finirai”.

Il cristiano deve anelare alla libertà concessa dallo Spirito Santo, come è avvenuto per gli Apostoli: “E’ quello che è accaduto a questa comunità cristiana della prima Lettura, dopo che Giovanni e Pietro sono tornati da quell’interrogatorio che hanno avuto con i sacerdoti. Questi andarono dai loro fratelli, in questa comunità, e riferirono quanto avevano detto loro i capi dei sacerdoti e gli anziani.

E la comunità, quando udì questo, tutti insieme, si spaventarono un po’… Che fosse lo Spirito a dire loro cosa dovessero fare. Innalzarono la loro voce a Dio dicendo: ‘Signore!’, e pregano. Questa bella preghiera di un momento buio, di un momento in cui devono prendere delle decisioni e non sanno cosa fare. Vogliono nascere dallo Spirito, aprono il cuore allo Spirito: che sia Lui a dirlo … E’ successa una seconda Pentecoste, qui”.

Quindi davanti alle difficoltà occorre pregare lo Spirito Santo: “Davanti alle difficoltà, davanti a una porta chiusa, che loro non sapevano come andare avanti, vanno dal Signore, aprono il cuore e viene lo Spirito e dà loro quello di cui hanno bisogno e vanno fuori a predicare, con coraggio, e avanti.

Questo è nascere dallo Spirito, questo è non fermarsi al ‘dunque’, al ‘dunque’ delle cose che ho sempre fatto, al ‘dunque’ del dopo i Comandamenti, al ‘dunque’ dopo le abitudini religiose: no! Questo è nascere di nuovo. E come si prepara uno a nascere di nuovo? Con la preghiera. La preghiera è quella che ci apre la porta allo Spirito e ci dà questa libertà, questa franchezza, questo coraggio dello Spirito Santo. Che mai saprai dove ti porterà. Ma è lo Spirito”.

Il Papa ha terminato la celebrazione con l’adorazione e la benedizione eucaristica, invitando a fare la Comunione spirituale: “Ai tuoi piedi, o mio Gesù, mi prostro e ti offro il pentimento del mio cuore contrito che si abissa nel suo nulla e nella tua santa presenza. Ti adoro nel sacramento del Tuo amore, l’Eucaristia.

Desidero riceverti nella povera dimora che ti offre il mio cuore; in attesa della felicità della comunione sacramentale voglio possederti in spirito. Vieni a me, o mio Gesù, che io vengo da Te. Possa il tuo amore infiammare tutto il mio essere per la vita e per la morte. Credo in Te, spero in Te, ti amo”.

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