Nella Chiesa del Sacro Cuore di Tolentino la tovaglia della Passione

Condividi su...

Durante la Settimana Santa a Tolentino ha luogo la ‘tradizionale’ processione del Venerdì Santo, con la statua lignea del Cristo ‘morto’ e la statua della ‘Madonna Addolorata’ con la partecipazione delle confraternite cittadine e dell’Arci Confraternita del ‘Sacro Cuore di Gesù’, detta dei ‘Sacconi’ per le vesti di rozzo tessuto che i ‘confratelli incappucciati’, ancora oggi, indossano nella ‘Processione del Venerdì Santo’, la cui omonima chiesa è stata restaurata dopo il terremoto del 2016 dal governo ungherese e riaperta al Culto il 9 dicembre 2017.

Purtroppo questa Settimana Santa sarà diversa a causa del coronavirus per cui sono stati sospesi tutti i riti pubblici, però il sentimento popolare rivive nella tradizione ed al priore della confraternita Andrea Carradori abbiamo chiesto il motivo di dedicare una chiesa al Sacro Cuore, dove si celebra la messa in rito antico secondo il motu proprio ‘Summorum Pontificum’, emanato da papa Benedetto XVI nel 2007:

“Il Santo Vescovo Mons. Vincenzo Maria Strambi, vescovo di Macerata e Tolentino, istituì la Confraternita dedicata al Sacro Cuore di Gesù il 14 giugno 1805, ne facevano parte inizialmente per lo più ecclesiastici (agostiniani, cappuccini, canonici della cattedrale e preti diocesani ) e qualche laico.

Il 21 giugno1805, solennità del Sacro Cuore, i Confratelli iniziarono la loro attività, vestiti di sacco esercitando le cristiane virtù della povertà , del silenzio ,della pietà e della penitenza. In seguito alle soppressioni napoleoniche (8.luglio. 1808) la Confraternita dovette cessare la sua attività, che riprese il 30 dicembre 1815 a seguito del mandato del vescovo Strambi.

Su ispirazione del Santo Vescovo i Confratelli avanzarono una supplica al papa Gregorio XVI perché volesse loro assegnare definitivamente la chiesa di S. Benedetto da Norcia, abbandonata dai Monaci cistercensi dopo la loro soppressione. Il pontefice, con Breve del 17 dicembre 1835, donò tutto il complesso alla Confraternita del Sacro Cuore di Gesù che fu poi ingrandita con progetto dell’architetto Luigi Fontana che si occupò anche della decorazione interna ed esterna dell’edificio.

Il 22 aprile del 1880 il vescovo, mons. Gaetano Franceschini (1867-1881), benedisse la chiesa restaurata. Il titolo della chiesa fu mutato in quello del Sacro Cuore di Gesù abbandonando quello antico di San Benedetto da Norcia. A Tolentino la chiesa è conosciuta come ‘chiesa dei sacconi’. L’altare è stato solennemente consacrato dal Cardinale Francis Arinze, allora Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti nella Solennità di Cristo Re dell’Universo del 26 novembre  2006”.

A proposito dell’altare il priore racconta che esso ha resistito durante le scosse sismiche del 2016: “L’altare maggiore della chiesa ha resistito alle scosse, dunque sono integre le reliquie dei santi che vi sono custodite, quella di Sant’Emidio, di San Gabriele dell’Addolorata, di Santa Madre Teresa di Calcutta, di Santa Gianna Beretta Molla, del nostro fondatore San Vincenzo Maria Strambi”.

Nella chiesa è conservata la tovaglia detta della ‘Passione’: di cosa si tratta?

“La Confraternita è impegnata soprattutto nella devozione verso il Sacro Cuore, la Santissima Eucaristia e la Passione di Nostro Signore. La sera del Venerdì Santo alla processione detta del ‘Cristo Morto’, portando le sculture ottocentesche che riproducono gli arnesi della Passione di Nostro Signore.

Dal sabato antecedente la domenica delle Palme viene esposta la cosiddetta ‘tovaglia della Passione’, prezioso manufatto realizzato alle fine del ‘700 dalle monache di un monastero poi soppresso da Napoleone. La tovaglia è una sequela dei simboli della Passione di Gesù intercalati da una toccante giaculatoria in lingua italiana. E’ un capolavoro di fede e di arte!”

151.11.48.50