“Una volta ogni luna blu”, sarà per tempi migliori, come per quando non si sa. E il turismo si fermò…

Condividi su...

… Occorreva il virus per questo? #sioccorrevailvirus.

Tempo di isolamento, tempo di riflessione, tempo di lavoro. Questa mattina ho lavorato a tre pezzi, su cui ho riflettuto molto in questo tempo di isolamento. Impegnativi e collegati tra loro, in un certo senso. Scopi e obiettivi non vanno mai in quarantena.

L’inizio della giornata di oggi: Lamento del popolo in tempo di fame e di guerra. Sempre sia lodato il Signore Lamento del popolo in tempo di fame e di guerra. Sempre sia lodato il Signore

Il primo pezzo: Umanità (anima e corpo) e Mondo (aria, mare e terra) stanno ritrovando se stessi, nella privazione e nella sofferenza…

Ecco il secondo pezzo.

Non sapremo come sarà “il giorno dopo”, una volta superata la pandemia Sars-CoV-2 e neanche quando sarà. Ma oltre ogni ragionevole dubbio, tante cose dopo cambieranno inevitabilmente. Nulla tornerà prima, da un punto di vista individuale e sociale, sanitario, politico ed economico, morale ed etico.

Quindi, non si sa se e quando – con ogni probabilità no – tornerà un mondo di svago e viaggi come descritto il 26 febbraio 2020 (neanche un mese fa e già il mondo è cambiato) su Viaggio.corriere.it, nella rubrica “Dove” del Corriere della Sera (per “rimanere aggiornato su tutte le novità su viaggi e vacanze, esplorare nuovi suggestivi itinerari e scoprire le mete da non perdere”), in una articolo, dal titolo “Pasqua 2020: quando cade e dove andare in vacanza” di Francesca Pace: “È il primo vero ponte dell’anno. Una buona occasione per programmare un weekend lungo o una vacanza all’estero. Complice la primavera, sono favoriti citybreak, gite nella natura e viaggi a portata di volo. Ecco quando e dove andare a Pasqua”.

Per quel “prima vero ponte dell’anno” non avremo da chiedersi più, quando e dove andare a Pasqua. Staremo in casa. E mi auguro che il governo che non c’è schiera l’esercito italiano per il “weekend lungo tra parchi e giardini” a Pasqua e Pasquetta, e farà arrestare @glistronziazonzo per la pasquetta.

Tornare indietro con la memoria è salutare, come ha fatto l’amico e collega Renato Farina nel suo articolo del 22 marzo 2020 su Libero “Caro Conte, venga al Nord a farsi un giro in ospedale. Una visita aiuta la coscienza. Coloro che incensano Palazzo Chigi sono gli stessi che davano del razzista a chi lanciava l’allarme per tempo. E ora accusano gli altri dei loro errori” (che ho condiviso ieri: Presa di coscienza).

È grottesco e con il senno del poi, esilarante. Parliamo del 26 febbraio 2020, quando era già molto chiaro, da quasi 2 settimane, che con il nuovo Coronavirus eravamo già entrati in una situazione molto pericolosa. Viaggi in aereo, in treno, con i mezzi pubblici, il pernottamento in albergo e la frequentazione di bar e ristoranti era vivamente sconsigliato, già da settimane.

E quel giorno, 26 febbraio 2020, il Corriere della Sera pubblica ancora un articoli sui viaggi di Pasqua, come ci fosse nessun problema. La presa di coscienza non c’era nell’ammiraglia della stampa italiana. Figuriamoci tra gli analfabeti funzionali.

La pandemia della malattia respiratoria COVID-19 causata dal nuovo coronavirus Sars-CoV-2, probabilmente è iniziata intorno alla fine di dicembre 2019 nella città di Wuhan, capoluogo della provincia cinese dell’Hubei. La prima segnalazione da parte dell’OMS attribuibile al nuovo coronavirus è avvenuta il 31 dicembre 2019, anche se già l’8 dicembre 2019 erano comparsi i primi pazienti con malattia sintomatica, principalmente lavoratori del mercato di Wuhan in cui si vendeva pesce e altri animali, anche vivi. Nelle prime settimane di gennaio 2020 gli scienziati hanno isolato in questi soggetti un nuovo coronavirus, a cui fui dato il nome Sars-CoV-2 (Nuovo Coronavirus 2019), perché risultato essere simile almeno al 70% della sua sequenza genica a quella del Sars-CoV. Alla fine di gennaio 2020 non erano ancora state ben determinate le caratteristiche di questo nuovo coronavirus, sebbene fosse accertata la capacità di trasmettersi da uomo a uomo. Permanevano incertezze sulle esatte modalità di trasmissione e sulla patogenicità (la capacità di creare danno). La Presidenza del Consiglio dei ministri dichiarò lo stato d’emergenza in Italia il 31 gennaio 2020, per 6 mesi (dal 1̊ febbraio al 31 luglio 2020).

Gianni Riotta avverte del pericolo il 19 gennaio. «”I media non ci hanno avvisato!” dicono i nesci. Beh qualcuno ci ha provato. Gianni Riotta @riotta 19 gennaio 2020: 2005 l’influenza aviaria allarma il mondo, da noi ne scrive solo @corriere e i soliti quaquaraqua irridono “In prima pagina l’influenza dei polli”. Resta ancora tema a rischio. Ora il nuovo virus diffuso in Cina infetta 1.723 pazienti ma #Italia non se ne parla c’è #Sanremo raga» (Gianni Riotta @riotta).
«Prova a parlare con qualche prof di una qualsiasi facoltà di Veterinaria e senti cosa ti dicono della aviaria e di mucca pazza. E cmq il virus cinese e una infezione polmonare (tipo SARS o variante) che con i volatili non ha proprio nulla a che vedere. Cordialmente» (Giacomo Clò @giacomoclo Replying to @RobertoBurioni and @riotta “C’è chi ha lanciato l’allarme il 31.12.2019″).

Il settantesimo Festival di Sanremo si è svolto al Teatro Ariston di Sanremo dal 4 all’8 febbraio 2020 e eravamo occupato con questo, non dedicando molta attenzione alle notizie sul nuovo Coronavirus dalla Cina (“sarà una di queste inluenze stagionali”…). Fino al 26 febbraio era “tutto sotto controllo” e assolutamente nessuno avrebbe potuto immaginare – nonostante i preavvisi – i focolai lombardi, fino a metà febbraio. Facile profezia, purtroppo. Quando ci di rompe un tubo dell’acqua in casa scegliamo un bravo idraulico. Invece per politici scegliamo incompetenti e ciarlatani.

Il 6, 13 e 20 febbraio sono ancora andato a Roma – già consapevole che c’era da stare attento, non più con il treno come di consueto, ma in macchina – per delle visite mediche. Il 7 febbraio avrei dovuto partecipare ad una cerimonia in onore del Beato Papa Pio XI a Roma e avrei dovuto pernottare in un albergo: non partecipò all’evento, per non dover pernottare in albergo. Già da giorni i ristoranti cinesi erano chiusi. Invece, ho pernottato ancora a Roma, per poter incontrare Padre Jarek Cielecki, di cui ho riferito in un articolo. Dopo quel giorno non andò più a Roma, neanche per un evento il 25 febbraio e per mia iniziativa (senza una disdetta) neanche il 6 marzo per degli analisi alla Direzione della Sanità ed Igiene. E quel giorno scoppiò il caso in Vaticano, proprio alla DSI.

La pandemia di Sars-CoV-2 in Italia ha avuto le sue manifestazioni epidemiche iniziali il 30 gennaio, quando due turisti provenienti dalla Cina sono risultati positivi per il virus SARS-CoV-2 allo Spalanzani di Roma.

Lo Stato d’emergenza fu dichiarato il 31 gennaio 2020 per 6 mesi (dal 1̊ febbraio al 31 luglio 2020)

Avv. Guido Magnisi, legale di Vasco Rossi: “Lo stato d’emergenza era già dichiarato in Gazzetta Ufficiale l’1 febbraio: perché ignorarlo? Perché non si è dato il massimo risalto ad uno stato di emergenza che sin dal 31 gennaio non solo era previsto, e riconosciuto a livello internazionale, ma era già stato dichiarato? E per una durata di sei mesi?”.
“Parafrasando Orwell, in tempi di menzogna universale, la verità è rivoluzionaria. Orbene, anche le date hanno la loro importanza. A pagina 7 e 8 della Gazzetta Ufficiale dell’1 febbraio 2020, ‘modesta’ serie generale ordinaria e non edizione straordinaria, veniva deliberato per ultimo, dopo numerosi decreti afferenti altre problematiche di rilievo opinabile (scioglimento del consiglio comunale di Sant’Agata di Esaro, di Cellole, di Sant’Anastasia, di Grumo Nevano, etc.) per ultimo e in tutto il Paese e ‘per sei mesi dalla data del presente provvedimento, lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibilì”.
Lo sottolinea l’avvocato Guido Magnisi, noto penalista bolognese conosciuto anche per essere il legale – tra i tanti – di Vasco Rossi, in una riflessione sulle misure prese in contrasto al coronavirus e il quadro normativo. “Io ignoravo tale circostanza, circostanza che forse meritava svariate edizioni straordinarie. Tanto più che il provvedimento veniva assunto ‘vista la dichiarazione di emergenza internazionale di salute pubblica per il coronavirus dell’Oms del 30.1.2020′”.
Il riferimento era il decreto legislativo n.1 del 2018, istitutivo del Servizio Nazionale della Protezione Civile dove “si prevedevano tra gli eventi emergenziali, ‘quelli di rilievo nazionale connessi con eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall’attività dell’uomo che in ragione della loro intensità o estensione debbono, con immediatezza di intervento, essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari durante limitati e predefiniti periodi di tempò. Era quello che esattamente avveniva”.
Dunque, “dichiarazione dello stato di emergenza, deliberato in ossequio a quel decreto legislativo e in tempestiva ottemperanza all’emergenza internazionale promulgata dall’Oms. Tempistica coerente con il pericolo già emergente, o, meglio, già emerso e conclamato, parliamo di quasi due mesi or sono, e con un termine di durata sin da subito previsto in mesi sei. Questo è lo stato delle cose. Questo è il ‘reale’ dato normativo”.
La domanda, a questo punto, per Magnisi “è una sola: perché non si è dato il massimo risalto ad uno stato di emergenza che sin dal 31 gennaio non solo era previsto, e riconosciuto a livello internazionale, ma era già stato dichiarato? E per una durata di sei mesi? Non so se solo il sonno della ragione genera mostri: certamente mostri reali sono generati da comandanti incerti, insicuri, titubanti. E non occorreva neppure la dittatura cinese, bastava la legge varata nel nome del Popolo italiano due mesi or sono: questo avrebbe permesso non un affannoso inseguire misure draconiane sempre più dure e drammatiche, ma il graduale ritorno alla normalità partendo dalla base di una già riconosciuta e riconoscibile calamità nazionale e internazionale” (La Repubblica, 23 marzo 2020).

Terribile responsabilità di carattere penale del Presidente del Consiglio dei ministri e di tutto il governo, che ha la diretta responsabilità di tutti decessi che sono avvenuti e avverranno in Italia.

Presa visione della Gazzetta Ufficiale 31.01.2020, pagina 7 (cosa che sembra che non ha fatto prima, avendo firmato lo stato di emergenza dal 1° febbraio fino al 31 luglio 2020 “a sua insaputa”) Giuseppe Conte ha ancora il coraggio di fare le comparse notturne in video???

Lo scandaloso balconazo di Conte. Mattarello tace
di Marco Tosatti
Stilum Curiae, 23 marzo 2020
Perdonatemi se mi infilo in un campo che non è il mio. Abitualmente scrivo di cose religiose, ma nella mia lunga esperienza di giornalista ho coperto molti settori: dalla cronaca (sono stato per un caso fortunato ad arrivare insieme alla prima vettura della Polizia a via Caetani, davanti al cadavere di Aldo Moro, nel maggio 1978, facendo fare uno scoop mondiale – mezz’ora di anticipo sulle agenzie – a Stampa Sera, per cui lavoravo), e poi sindacale, e scuola e università e cronaca parlamentare, e diplomatica. Sono stato Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti per otto anni…Insomma, ho assaggiato diverse pietanze, prima di fermarmi a questo pane.
Mi permetto allora di dire che quello che è successo sabato notte è semplicemente scandaloso, da un punto di vista di democrazia repubblicana, di forma e di sostanza.
Il Presidente del Consiglio ha avvisato la Nazione su una diretta Facebook di tutta una serie di provvedimenti che limitano, come mai è accaduto dai tempi della Liberazione dal nazi-fascismo, le libertà personali dei cittadini.
Il Presidente del Consiglio se ha comunicazioni da fare deve farle nel luogo istituzionale che rappresenta e incarna il potere del popolo, e cioè il Parlamento.
Tanto più se sono comunicazioni di tale importanza e gravità.
Mi chiedo se il signore che al Palazzo del Quirinale prende il suo stipendio come Presidente della Repubblica sia conscio di questo gravissimo strappo alla legalità repubblicana, e se l’approvi.
Se così fosse, ci troveremmo con un Presidente della Repubblica che apre la strada a una pericolosa deriva autoritaria nel Paese.
In America Latina c’era una consuetudine. Il Caudillo – che fosse Pinochet, o Castro, o Peron – appariva al balcone per arringare la folla. (Vi ricorda qualcosa, magari a piazza Venezia…). E da allora questo genere di arringhe è stato battezzato “balconazo”.
Quello che ha compiuto Giuseppe Conte, mai votato da nessun cittadino italiano, è la versione digitale del “Balconazo”. Si rivolge su un mezzo irrituale (un balcone, Facebook) al “Popolo”, per annunciargli quello che ha deciso.
Cioè, la forma più scandalosa, evidente e clamorosa di populismo: il “leader” (anche se nel suo caso il termine appare tremendamente eccessivo) bypassa le regole, la democrazia, le elezioni, il parlamento e parla al “Popolo”.
Mi chiedo con amara allegria dove siano adesso tutti quelli, nella Chiesa e fuori, che tuonano e tuonavano contro i populismi…Spadaro sj e la banda della Civiltà Cattolica ci sono ancora? E la Cei? E il Pontefice?
E come ciliegina sulla torta leggo di colleghi (Corriere della Sera, per non far nomi, ma non solo) che sostengono che ora non è il momento delle critiche, perché bisogna essere uniti…La Pravda era un pericoloso foglio sovversivo, al confronto. Che Dio aiuti questo povero Paese.

Il video denuncia.

Il 31 gennaio il Capo del Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli fu nominato Commissario straordinario di governo per l’emergenza virus “Nuovo coronavirus 2019-nCoV”

Il 1̊ febbraio il Bollettino dell’Organizzazione Mondiale della Sanità erano stati registrati nel mondo 11.953 casi di nuovo coronavirus e che in 24 ore ne serano stati registrati 2.128, di cui 2.102 solo in Cina dove i contagi confermati ammontavano a 11.821, con 258 morti.

Il 21 febbraio un focolaio di infezioni di COVID-19 fu rilevato a partire da 16 casi confermati in Lombardia, aumentati a 60 il giorno successivo, con il primo decesso segnalato il 22 febbraio.

Dopo il caos scoppiato nel Lodigiano, il nuovo paziente contagiato a Cremona e i casi in Veneto, la paura dei cittadini italiani di contrarre il virus originatosi in Cina stava aumentando di ora in ora. Come spiegato sia dal Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, che dal ministro della Salute Roberto Speranza, però, in quel momento “non c’è motivo” di temere per la propria incolumità a causa del Coronavirus. Il Ministero della Salute, poi, il 21 febbraio ha distribuito un opuscolo con “dieci semplici linee guida da seguire per prevenire al meglio il contagio dall’infezione”, dal lavaggio accurato delle mani alla pulizia delle superfici con prodotti a base di alcol o candeggina.

Il 26 febbraio alle ore 12.00 il Commissario straordinario Angelo Borrelli nel corso della conferenza stampa del Dipartimento della Protezione Civile tiene conto delle 11 vittime accertate e del ricercatore guarito e dimesso dallo Spallanzani. C’è poi una dodicesima vittima: un paziente 70enne, cittadino lombardo, deceduto in Emilia Romagna e ricoverato prima all’ospedale di Piacenza e poi trasferito in terapia intensiva a Parma. I casi sono così suddivisi:
Lombardia: 258 casi con un incremento di 18
Veneto: 71 casi con un incremento di 28 casi
Emilia Romagna: 30 casi con un incremento di 4
Piemonte: tre casi
Lazio: tre casi
Sicilia: tre casi
Toscana: due casi
Liguria: due casi
Provincia di Bolzano: un caso
Marche: un caso.

Un meso dopo, in data di 21 marzo 2020, la conta era arrivata a 53.578 casi positivi di Coronavirus, tra cui 6.072 persone guarite e 4 825 persone decedute, e sono stati effettuati 232.222 tamponi per il virus.

Ieri, al 23 marzo 2020, i casi positivi erano saliti a 63.927, tra cui 7.432 persone guarite e 6.077 persone decedute. Già da giorni l’Italia il secondo paese al mondo per numero di infezioni, dopo la Cina, e il primo per numero di casi attivi e decessi. Le persone che risultano positive al virus erano 50.418, i pazienti ricoverati con sintomi 20.692, in terapia intensiva 3.204, 26.522 in isolamento domiciliare.

I dati dei decessi giornalieri, dal 22 febbraio al 23 marzo 2020

22.02 1
23.02 2
24.02 3
25.02 7
26.02 12
27.02 17
28.02 21
29.02 29
01.03 34
02.03 52
03.03 79
04.03 107
05.03 148
06.03 197
07.03 233
08.03 666
09.03 463
10.03 631
11.03 827
12.03 1.015
13.03 1.266
14.03 1.441
15.03 1.809
16.03 2.159
17.03 2.503
18.03 2.979
19.03 3.405
20.03 4.032
21.03 4.825
22.03 5.476
23.03 6.077

Il 26 febbraio il Corriere della Sera riporta che il direttore generale dell’Asst di Lodi, da cui dipende anche l’ospedale di Codogno, ha chiarito che il “Caso 1” non era sospetto, quando si è presentato per la prima volta in pronto soccorso e che ha rifiutato la «proposta prudenziale» di ricovero. Mentre l’Italia si trova ad affrontare la situazione di emergenza dettata dalla diffusione del Coronavirus, si chiarirono sempre più le circostanze che avrebbero portato alla diffusione di uno dei focolai più importanti, quello del Lodigiano. Secondo quanto dichiarato da Massimo Lombardo, direttore dell’Azienda sanitaria di Lodi, il paziente caso 1 si è presentato al pronto soccorso dell’Ospedale di Codogno una prima volta il giorno 18 febbraio senza presentare alcun criterio che avrebbe potuto identificarlo come “caso sospetto” o “caso probabile” di infezione da Coronavirus secondo le indicazioni della circolare ministeriale del 27 gennaio 2020. Durante l’accesso, scriveva ancora Lombardo, «è stato sottoposto agli accertamenti necessari e a terapia; tuttavia decideva di tornare a casa nonostante la proposta prudenziale di ricovero». «Nella notte tra i giorni 18 e 19 febbraio», il «paziente 1» si è poi ripresentato «al pronto soccorso dello stesso ospedale per un peggioramento dei sintomi: viene quindi ricoverato nel reparto di medicina dove il peggioramento delle condizioni cliniche ha determinato l’intervento del rianimatore la mattina del 20 febbraio e il contestuale ricovero in rianimazione». Ed è solo a questo punto – dopo che è stato visitato, in reparto di Medicina, da parenti, amici e molti medici – che «parlando con la moglie, il rianimatore viene informato di una cena, svoltasi a fine gennaio, alla quale avrebbe partecipato il “Caso 1” e dove era presente un amico rientrato dalla Cina». «Ma anche quest’ultimo fatto, secondo i protocolli del ministero» – chiariva Lombardo – «non classificava il “Caso 1” come “caso sospetto” o “caso probabile”».

Tra il momento in cui il “paziente 1” entra per la seconda volta in Pronto soccorso (le ore 03.12 del 19 febbraio) e il momento in cui gli viene effettuato il tampone (intorno alle 16 del 20 febbraio) sono trascorse 36 ore. In realtà, le linee guida del ministero della Salute del 22 gennaio su chi va sottoposto al tampone, dicono che è da trattare come caso sospetto anche «una persona che manifesta un decorso clinico insolito o inaspettato, soprattutto un deterioramento improvviso nonostante un trattamento adeguato». E una polmonite per un 38enne sano e sportivo, in realtà, lo può essere. Ma la nuova versione delle linee guida ministeriali del 27 gennaio aveva cancellato quella frase e prevedeva controlli solo per chi avesse avuto legami con la Cina.

Le cartelle cliniche del “paziente 1” sono state sequestrate il 26 febbraio dai carabinieri del Nas di Piacenza. La Procura di Lodi ha aperto un fascicolo a carico di ignoti.

E quindi, arriviamo all’articolo surreale, che è apparso il 26 febbraio nella rubrica “Dove” di Corriere della Sera (per “rimanere aggiornato su tutte le novità su viaggi e vacanze, esplorare nuovi suggestivi itinerari e scoprire le mete da non perdere”), che vale la pene riportare per intero. Leggere per credere.

Pasqua 2020: quando cade e dove andare in vacanza
di Francesca Pace
Viaggi.corriere.it, 26 febbraio 2020
È il primo vero ponte dell’anno. Una buona occasione per programmare un weekend lungo o una vacanza all’estero. Complice la primavera, sono favoriti citybreak, gite nella natura e viaggi a portata di volo. Ecco quando e dove andare a Pasqua
Quando cade Pasqua 2020 e dove andare in vacanza? Pasqua è il primo, vero ponte dell’anno e, quindi, è una buona occasione per programmare una gita fuori porta nel giorno di Pasqua o di Pasquetta, un weekend o un viaggio, a seconda del tempo a disposizione. Inoltre, per la Settimana Santa, le scuole programmano un periodo di vacanza che gli studenti possono sfruttare per partire con la famiglia.
Per Pasqua 2020, la redazione di DOVE ha selezionato per voi le idee migliori per un viaggio in Italia o all’estero, in gruppo, in coppia o anche da soli, per chi fa proprio il detto “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”.
Pasqua 2020: quando cade?
Ogni anno Pasqua cade in una data diversa. Questo succede perché si festeggia la prima domenica dopo la prima luna piena successiva all’equinozio di primavera, che varia in base alla rotazione terrestre e agli anni bisestili ma per comodità è stabilito al 21 marzo. Secondo questo calcolo, dunque, il giorno di Pasqua sarà sempre compreso tra il 22 marzo e il 25 aprile.
Da questo intervallo di tempo dipendono anche le definizioni di Pasqua bassa (dal 22 marzo al 2 aprile), media (dal 3 aprile al 13 aprile), alta (dal 14 aprile al 25 aprile). Fatti i dovuti calcoli, quest’anno Pasqua cade il 12 aprile 2020, e sarà quindi media. Inoltre, le scuole chiudono, quasi in tutte le regioni, da giovedì 9 a martedì 14 aprile 2020 permettendo alle famiglie di avere un periodo più lungo di vacanza.
Pasqua ebraica e ortodossa
La Pasqua cristiana viene celebrata in periodi differenti da quella ebraica e quella ortodossa a causa dell’uso dei diversi calendari utilizzati per il calcolo. La Pasqua ebraica utilizza il calendario lunisolare: ogni mese inizia con la luna nuova e il plenilunio cade ogni volta il quindicesimo giorno. La Pasqua è fissata il 14̊ giorno del mese di Nisan e può cadere nell’intervallo di tempo tra il 26 marzo ed il 25 aprile. Quest’anno la Pasqua ebraica viene celebrata il 9 – 10 aprile.
La data della Pasqua ortodossa si celebra in periodi diversi perché viene calcolata in base al calendario giuliano, di tipo solare basato sul ciclo delle stagioni. Ogni anno la festività può cadere in un periodo compreso tra il 4 aprile e l’8 maggio. Quest’anno sarà celebrata il 19 aprile 2020 e, tra i Paesi che seguono questo rito, ci sono Grecia, Russia, Romania.
Pasqua: perché le uova sono il simbolo della festa
Le uova di Pasqua come simbolo di questa festività hanno origini antiche. Risalgono infatti all’usanza dei primi cristiani a dipingere le uova (simbolo della vita) di rosso, in ricordo del sangue di Cristo, e decorarle con croci o altri simboli. Questa tradizione si è diffusa sempre di più nel Medioevo come regalo di buon auspicio e le uova venivano avvolte da foglie o da fiori colorati.
Nel corso dei secoli l’usanza ha portato alla creazione di uova artificiali, inizialmente solo tra nobili e aristocratici, in materiali preziosi, come le famose uova di Fabergé. Dal Settecento, poi, si crearono le prime uova di cioccolata, divenute una vera usanza solo nel XX secolo, arricchite di un dono all’interno.
Pasqua e Pasquetta: weekend lungo tra parchi e giardini
La Pasqua quest’anno cade in piena primavera e questo la rende perfetta per una vacanza tra le nuove fioriture di stagione. Nelle città o nei dintorni, giardini e grandi parchi regalano scorci unici, colorati e profumatissimi.
Alcuni dei giardini più belli si trovano in Italia, come i Giardini di Ninfa a Cisterna di Latina, dichiarati Monumento Naturale dalla Regione Lazio, ma anche in Europa e oltreoceano si possono visitare spettacolari architetture botaniche che meritano una tappa del viaggio. Da non trascurare, per chi resta a casa, le città a portata di mano e piene di sorprese, come Brescia.
Il ponte di Pasqua può essere una buona occasione per concedersi un viaggio in Olanda, meta imperdibile per gli amanti della natura e dei fiori. Un vero itinerario on the road tra città e paesini affacciati sulle coste del Mare del Nord, da percorrere anche in bici tra campi e canali. Prima tappa è Haarlem, vicino ad Amsterdam, con i suoi cortili-giardini che sembrano un quadro fiammingo.
Da qui si punta verso Lisse dove si trova il famoso castello di Keukenhof, che ad ogni primavera dà spettacolo con la fioritura di oltre 7 milioni di fiori da bulbo tra cui 800 varietà di tulipani, narcisi, giacinti. Infine, si prosegue per Leida (o Leiden) dove ammirare il suo Orto Botanico, il più antico dei Paesi Bassi, con oltre diecimila piante, decine di specie di uccelli e serre tropicali.
Pasqua in cammino, lungo le Vie più famose
Le antiche strade di pellegrinaggio stanno vivendo un vero e proprio boom, grazie al ritrovato bisogno di stare in mezzo alla natura e di rallentare il ritmo almeno in vacanza con viaggi slow. A Pasqua, poi, permettono anche di calarsi nello spirito di questa festività. Primi fra tutti è il Cammino di Santiago, un’esperienza che molti decidono di fare almeno una volta nella vita. Un percorso di circa 800 km tra Francia e Spagna ma ognuno può decidere, in base alle proprie capacità e al tempo a disposizione, l’itinerario da seguire.
In Italia, invece, sta avendo un rilancio importante la Via Francigena, composta da diverse strade che, dall’Europa occidentale, attraverso le Alpi, conducevano i pellegrini a Roma. Anche in questo caso il tempo e il tratto di percorrenza sono una scelta personale ma sempre un’ottima occasione per scoprire tanti luoghi affascinanti e poco conosciuti del Belpaese.
Pasqua con i bambini, tra castelli, parchi e musei
Per Pasqua, le scuole chiuderanno una settimana, da giovedì 9 a martedì 14 aprile 2020. Una buona occasione per organizzare un weekend o una vacanza con tutta la famiglia approfittando anche dei tanti eventi e appuntamenti a tema pensati per i più piccoli. Dal Parco dei Mostri di Bomarzo, in Lazio, ai percorsi divertenti e istruttivi all’Acquario di Genova fino ai mercatini di Pasqua a Innsbruck dove cimentarsi in una caccia alle uova.
Pasqua a Parma, capitale italiana della Cultura
Chi ancora non avrà avuto modo di visitarla, Pasqua sarà l’occasione giusta per una gita a Parma, eletta Capitale italiana della Cultura 2020. Inaugurato a gennaio con tre giorni di eventi, l’anno si preannuncia ricco di appuntamenti, tra riaperture di luoghi storici, come San Francesco del Prato e l’Ospedale vecchio, itinerari artistici tra le meraviglie architettoniche della città e tante mostre, da Stendhal e alla Certosa del suo romanzo, ai Borbone, dal futurismo di Depero ai Farnese. Ma è anche un’ottima scusa per riscoprire una città che ha sempre avuto un fascino indiscutibile.
Pasqua in Sicilia, tra eventi e dolci della tradizione
Come tante altre festività religiose, anche Pasqua in Sicilia è celebrata in grande stile. Eventi e processioni diventano un autentico viaggio alla scoperta di antiche tradizioni. Da Trapani, che da più di 400 anni celebra lo spettacolare rito dei “misteri”, a Palermo o Caltanissetta, che ogni anno propongono un ampio programma di eventi, fino ai più piccoli paesi dell’entroterra la Settimana Santa viene vissuta con grande intensità.
Anche a tavola. Perché dopo le rinunce alimentari che vorrebbe la Quaresima, ci si lascia andare… ai peccati della gola: agnelli di pasta di mandorle, “pupi cu l’ovu”, cioè cestini di frolla colmi di uova sode di buon augurio, cioccolato e, immancabile, sua maestà la cassata. E chissà che, se il tempo sarà favorevole, non si possa fare anche il primo bagno in mare dell’anno.
Pasqua di benessere alle terme
Rigenerarsi a primavera seguendo i ritmi della natura. Perché non approfittare di Pasqua per concedersi un weekend di relax e benessere? In Italia, dal Trentino alla Sicilia, si trovano tanti centri termali ideali per togliersi il grigiore invernale e preparasi al meglio alla nuova stagione. Si può scegliere dalle terme più note di Abano-Montegrotto a quelle in montagna, a Bormio o a Pejo, da quelle immerse nella campagna senese a quelle vista lago in Campania o a cielo aperto nella splendida Pantelleria.
Pasqua a Lisbona, da veri insider
Famosa per la sua luce, in primavera Lisbona torna a far brillare le sue molteplici anime, tra scorci e prospettive inattese. Seguendo i consigli di un vero insider, un italiano che vive nella capitale portoghese, si possono scoprire luoghi noti e inediti tra quartieri più popolari, come Mouraria e Madragoa, o più moderni, come il Parque das Nações, tra vie e locali storici e le nuove zone di tendenza, ad esempio Largo do Intendente che si è rinnovato grazie alla musica e all’arte lusitana o la LxFactory, un polo produttivo dimesso trasformato in una zona all’avanguardia, con negozi, ristoranti e librerie.
Pasqua a Parigi, tra icone e rinnovamenti green
Parigi è sempre Parigi e ogni occasione è buona per visitarla. Ma per l’immediato futuro, la Ville lumière ha dato il via a grandi cambiamenti in chiave green e Pasqua può essere il momento giusto per visitarla e scoprire come sarà la Parigi del futuro. Una prima idea, è data dalla nuova veste di Place de la Bastille, cuore di uno dei quartieri più effervescenti e da poco trasformata in una grande area pedonale.
Ma quest’anno sarà anche l’ultima occasione per vedere la Tour Eiffel al centro del traffico cittadino. Nei prossimi cinque anni, infatti, si lavorerà a un totale restyling della zona circostante: crescerà un enorme parco pubblico di 54 ettari, attraversato da vie pedonali e mezzi pubblici ecologici con piazze e spazi dedicati a eventi all’aperto, creando un enorme polmone verde nel centro di Parigi.
Pasqua: luna piena o luna blu?
È capitato, a volte, che Pasqua coincidesse con il fenomeno della luna blu, ovvero con una seconda luna piena dello stesso mese. Non è il caso del 2020, anno in cui la prima (e unica) luna piena del mese di aprile cadrà l’8, illuminando, così, anche i giorni a ridosso della Pasqua. Il ciclo lunare dura 28 giorni, per questo, ogni 3-5 anni, possono capitare due fasi di luna piena nello stesso mese. Quest’anno, potremo eccezionalmente vedere la luna blu il 31 ottobre 2020. Il termine “luna blu” fu introdotto dall’astronomo James Hugh Pruett in un articolo pubblicato nel 1946 sulla rivista Sky & Telescope per sottolineare la rarità del fenomeno, ma senza nessun riferimento al colore. Da qui il modo di dire: “once in a blue moon” (“una volta ogni luna blu”).

Free Webcam Girls
151.11.48.50