Un “pezzo di Spagna” in Vaticano per il Papa
Nella musica composta “more hispano” c’è un grande senso religioso “di cui è profondamente intrisa la gente della Spagna”. Benedetto XVI è entusiasta del meraviglioso concerto di musica spagnola che sabato pomeriggio nell’ Aula Nervi in Vaticano ha portato “un pezzo di Spagna” Tutto nasce dalla passione per la musica e per il Papa del direttore cileno Maximiano Valdés che da anni dirige la Orchestra Sinfonica del Pricipade de Asturias. Giovani talenti che dal 1991 hanno raccolto la eredità della vecchia Orchestra Sinfonica Provinciale nata nel 1939. Ci sono voluti un paio d’anni per trovare il momento giusto per offrire il concerto al Papa.
Valdés ha presentato quattro differenti programmi, rigorosamente di un’ora, e Benedetto XVI stesso ha scelto quello della serata di ieri. Manuel de Falla con L’ Amor brujo e il Sombreros de tres picos, Richard Strauss con Don Juan, e ancora “Rimsky-Korsakov, che-dice il Papa- nello splendido Capriccio Spagnolo, utilizzando canti e balli folcloristici di Spagna, include vari temi di melodie popolari religiose, come nella prima sezione del pezzo dove si riconosce un’antica invocazione asturiana con cui si chiede la protezione della Vergine Maria e di san Pietro, o il secondo movimento in cui appare un canto gitano alla Madonna.” Il linguaggio universale della musica, dice il Papa, ci permette di superare ogni barriera e di entrare nel mondo dell’altro, di una Nazione, di una cultura, e ci permette anche di volgere la mente e il cuore verso l’Altro con la “A” maiuscola, di innalzarci, cioè, al mondo di Dio.” I brani scelti, ha detto il Papa ringraziando direttore ed orchestra al termine della esecuzione “hanno una caratteristica di fondo: la capacità di comunicare musicalmente sentimenti, emozioni, anzi direi quasi il tessuto quotidiano della vita.”
E la vita, il sapore del “more hispano” devono aver coinvolto anche il pettirosso che sabato mattina ha accompagnato nelle prove dell’OSPA saltellando tra violini e arpe in Aula.