Assisi 2011: le religioni ancora di fronte alla sfida della pace

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Tutti di nuovo insieme 25 anni dopo. Anni che hanno dimostrato la “il nostro senso di fraternità e di solidarietà a servizio del mondo” ha ricordato il cardinale Turkson aprendo la cerimonia a Santa Maria degli Angeli. Eppure le sfide sono ancora tante, dal rispetto dell’uomo al rispetto della natura e anche se il benessere è aumentato c’è insicurezza ineguaglianza, privazione e siamo divisi da intolleranze, ostilità e violenze.

Dopo il cardinale presidente di Iustita et Pax sono seguite le relazioni del Patriarca Bartolomeo I. Ogni dialogo porta in se una metamorfosi da realizzare, ha esordito. Non si tratta di fare un dialogo in una prospettiva sincretista, ha proseguito ma è la capacità delle religioni di investire nella società per promuovere la pace: ecco il vero spirito di Assisi. Lo ha seguito l’ Arcivescovo di Canterbury Rowan Williams. Siamo qui, ha detto, per levare la voce dal profondo delle nostre tradizioni, in modo che la famiglia umana sia consapevole di quanta sapienza ci sia da attingere nella lotta contro la follia di un mondo ancora ossessionato da paura e sospetti, innamorato di una idea di sicurezza basata sulla ostilità difensiva, in grado di tollerare le perdite di vite umane a causa di guerre e malattie e povertà.

É stata poi la volta del Primate della diocesi della Chiesa Apostolica Armena di Francia Zakarian. In Francese ha ricordato che la Chiesa esorta i singoli, i popoli e le nazioni a condividere la sua preoccupazione per stabilire e consolidare la pace insistendo sul ruolo centrale del diritto delle genti. Ha proseguito parlando della ricerca della verità sui grandi conflitti e genocidi, ma occorre andare oltre e promuovere il rispetto del diritto alla pace per costruire società dove i rapporti di forza siano sostituti dai rapporti di collaborazione. Il segretario Generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese Olav Fykse Tveit ha messo in luce che un ostacolo alla pace è anche la disoccupazione dei giovani, che invece possono portare un loro grande contributo. Dobbiamo riconoscere, ha detto, che non sempre siamo stati capaci di sostenere l’apporto che i giovani possono offrire nelle nostre comunità.

E’ stato poi il Rabbino David Rosen a dare voce al mondo ebraico. La sua è stata una riflessione sul pellegrinaggio, una salita verso il monte del Signore, una pace quindi quella che cercano i credenti che è espressione sublime della volontà divina. Il portavoce della religione Ifu e Yoruba nel mondo, religioni tradizionali africane, ha ricordato che oltre al rispetto tra le religioni occorre il rispetto della natura. Fini a quando non le verrà dato il giusto rispetto, ha spiegato, gli esseri umani non potranno trovare pace e tranquillità. Dall’India il rappresentante della religione indù Acharya Shari Shirivatsa Goswami ha detto che l’induismo è un pellegrinaggio dall’ignoranza alla verità e ci sono due aspetti uno esteriore che cerca di rafforzare i sistemi ecologici ed economici e l’altro interiore, e la pace è una caratteristica della preghiera indù. Il rappresentante del buddismo coreano Ja- Seung ha proposto una fraternità a favore della vita , una fraternità a favore della pace, della cultura, del condividere e dell’ azione.

Dal mondo islamico è arrivata la voce del segretario internazionale degli studiosi islamici Kyai Haji Hasyim Muzadi che ha spiegato come spesso una cattiva interpretazione dei riti e dei concetti teologici delle religioni abbiano portato il mondo lontano dalla pace. Il compito delle religioni è portare a tutti i credenti la verità e la possibilità di correggere le comprensioni errate che portano a conflitti sociali tra l’umanità. Infine la parola è andata a Julia Kristeva, umanista non credente di origine bulgara naturalizzata francese, la vera novità di questa edizione dell’incontro di Assisi. In una impegnativa riflessione ha messo in relazione umanesimo cristiano e umanesimo laico rilanciando i temi dell’illuminismo con il profondo desiderio di libertà e ribadendo la necessità a rifondare un nuovo umanesimo.

La cerimonia è stata accompagnata dal canto del coro dei Frati francescani basati su testi di san Francesco. All’inizio è stato proiettato un video che dal 25 gennaio 1986 ha ripercorso la storia degli incontri di Assisi attraverso le parole di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

 

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