La partecipazione del Cardinal Becciu al Conclave va decisa dalla Congregazione generale del Collegio Cardinalizio

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 23.04.2025 – Vik van Brantegem] – Questa mattina, dopo la preghiera introduttiva e l’invito del diacono “Procedamus in pace”, ha avuto inizio la processione di traslazione della bara del Romano Pontefice Francesco nella Basilica papale vaticana dalla Cappella dello Spirito Santo della Domus Sanctae Marthae con i Cardinali e i Patriarchi, seguiti dal Cardinale Camerlengo e il Maestro delle Celebrazioni. I Barellieri-Sediari hanno portato la bara del defunto Romano Pontefice Francesco, seguiti dalla Famiglia Pontificia.

La processione ha percorso la via della Sacrestia, passando per la piazza dei Protomartiri Romani ed è uscita in piazza San Pietro passando per l’Arco delle Campane. La processione si è diretta verso il centro della piazza ed è salita sul sagrato. La processione è entrata nella Basilica di San Pietro dal portone centrale e ha percorso la navata centrale ha raggiunto l’altare della Confessione.
Terminata la Traslazione del corpo del Romano Pontefice Francesco, ritorniamo alla questione spinosa del Cardinale Giovanni Angelo Becciu, che sta all’ordine del giorno della Congregazione generale del Collegio cardinalizio in previsione del Conclave per l’elezione del prossimo Romano Ponterfice, iniziando con il ricordo della nostra recente copertura dello scandalo della (in)giustizia vaticano, in cui si trovano le motivazioni per cui il Cardinal Becciu dovrebbe partecipare al Conclave.
- “Se viene fuori che eravamo tutti d’accordo è la fine” – 14 aprile 2025 [QUI]
- Verso la fine della cospirazione dell’inganno e della tragica farsa della (in)giustizia vaticana: “Abbiamo cucinato il cardinale”. “I pm? Io lavoro per il Papa” – 16 aprile 2025 [QUI]
- 17 aprile 2025: Nuove chat che compromettono il Sostituto della Segreteria di Stato e il Promotore di Giustizia vaticano + Un post del 17 aprile 2024 e un riassunto del “caso Becciu” – 17 aprile 2025 [QUI]
- Appello a Papa Francesco per il Venerdì Santo: «Tiri giù Becciu dalla croce» – 18 aprile 2025 [QUI]
- Le chat depositate all’ONU e rese note da Domani sono l’equivalente di una bomba atomica. I grandi giornali e i telegiornali tacciono. La Santa Sede tace – 19 aprile 2025 [QUI]
- Prof.ssa Geraldine Boni: i cardinali sono chiamati a decidere l’entrata del Cardinal Becciu in Conclave – 22 aprile 2025 [QUI]
- Indice – Caso 60SA [QUI]
- Rassegna stampa sul “caso Becciu di Andrea Paganini («Amor mi mosse, che mi fa parlare» [QUI]
«Verso il conclave. I cardinali alle prese con il caso Becciu» titolava il quotidiano Domani ieri 22 aprile 2025 il contributo del Prof. Giovanni Maria Vian [QUI]. Pare che il titolo era azzeccato, leggendo alcuni vaticanisti. Anche ieri, l’articolo di Fosca Bincher su Open [QUI] era intitolato: «Cardinali paralizzati dal caso di Angelo Becciu, escluso dai votanti. Lui pronto a dare battaglia: “Voterò il nuovo Papa”. Ecco perché».
L’ennesima diatriba mediatica sul sesso degli angeli nasce dal fatto che nell’elenco dei cardinali elettori, da tempo disponibile sulla pagina internet della Sala Stampa della Santa Sede (e come di consueto in occasione di un Concistoro per la creazione di nuovi cardinali o un Conclave viene stampato a disposizione dei giornalisti), non è incluso (ancora) il nome del Cardinale Giovanni Angelo Becciu.
Osserva Open: «Ma non esiste alcun documento scritto che lo abbia privato dei diritti cardinalizi. Il caso può terremotare la scelta del successore di Francesco. È una delle ombre che si sta addensando sul prossimo Conclave che dovrà eleggere il successore di Papa Francesco, e sta letteralmente paralizzando le Congregazioni dei cardinali: il caso di Angelo Becciu, il porporato sardo a cui il pontefice aveva chiesto la rinuncia ai diritti cardinalizi. Quello di votare nel Conclave come appare in più passaggi dei testi canonici sulla materia è appunto un diritto, non un dovere. Secondo l’articolo 33 della costituzione apostolica Romano pontifici eligendo promulgata da Paolo VI infatti “Il diritto di eleggere il Romano Pontefice spetta unicamente ai Cardinali di Santa Romana Chiesa, esclusi, a norma della legge precedentemente pubblicata, quelli che al momento dell’ingresso in Conclave hanno già compiuto 1’80° anno di età”. L’elezione di un Papa è dunque un diritto di un cardinale».
Open osserva che nel «elenco dei cardinali in ordine di età, distinguendo fra chi sarà elettore nel conclave e chi no per raggiunti limiti di età (compimento dell’80° anno) (…) c’è anche “Becciu card. Giovanni Angelo”, con l’indicazione “non elettore”, che sarebbe quindi escluso dal Conclave. Non è certamente una questione di età: è nato il 2 giugno 1948, quindi non ha ancora compiuto 77 anni. Il riferimento sarebbe quindi alla perdita dei diritti cardinalizi (…). Ma il diretto interessato non ci sta, e in un’intervista all’Unione Sarda [*] spiega: “Richiamandomi all’ultimo Concistoro il Papa ha riconosciuto intatte le mie prerogative cardinalizie in quanto non vi è stata una volontà esplicita di estromettermi dal Conclave né la richiesta di una mia esplicita rinuncia per iscritto. L’elenco pubblicato dalla Sala Stampa non ha alcun valore giuridico e va preso per quello che è”.
Per quanto è noto Becciu non avrebbe torto. Né il comunicato stampa del 2020, né l’esclusione dai cardinali votanti nel Bollettino della Sala Stampa hanno valore giuridico sotto il profilo del diritto canonico. Lo avrebbero invece una rinuncia scritta e firmata all’epoca da Becciu o al contrario un provvedimento scritto e firmato da Papa Francesco che lo spogliasse dei diritti cardinalizi. Ma né l’uno né l’altro documento finora sono saltati fuori, a meno che Bergoglio non avesse voluto tenere con sé quelle carte decisive e si trovino nella sua stanza privata a Santa Marta, oggi chiusa dai sigilli e impenetrabile fino a dopo il Conclave. In questo caso saremmo nella identica situazione raccontata nel recente film “Conclave” interpretato da Ralph Fiennes, Stanley Tucci, Isabella Rossellini e Sergio Castellitto. Nella finzione romanzesca della pellicola una carta simile e decisiva per l’elezione del nuovo Papa era effettivamente nella stanza sigillata del Papa defunto. E al decano dei cardinali per conoscere la verità non è restato che rompere quei sigilli nel cuore della notte, frugare fra i cassetti e impadronirsene furtivamente. Impensabile che la scena possa ripetersi nella realtà.
Che il problema Becciu fosse spinoso in Vaticano era noto da tempo. Secondo quello che risulta ad Open a metà febbraio, quando papa Bergoglio fu ricoverato in gravi condizioni al Gemelli, due importanti canonisti sono andati a porre il tema al segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin. Chiedendogli di fare pressing sul Papa per avere una decisione scritta sui diritti cardinalizi di Becciu, altrimenti una grande confusione avrebbe contraddistinto il futuro e sempre più imminente Conclave. Parolin ha declinato l’invito: «Lasciamo tutto come è. Il Papa sa bene come procedere». Possibile, ma al momento non dimostrabile. E non è un caso di lana caprina, perché se Becciu venisse immotivatamente escluso dal Conclave o invece ammesso e poi saltasse fuori un documento firmato che l’avrebbe escluso, l’elezione del nuovo Papa rischierebbe di essere annullata anche se legittimamente avvenuta».
Oggi, 23 aprile 2025, anche Felice Manti ritorna sulla spinosa questione con un articolo intitolato Becciu reclama il diritto al Conclave. Per gli esperti potrebbe aver ragione. Il Papa gli chiese di rinunciare alle prerogative senza però formalizzarlo: decide la Congregazione su il Giornale [QUI]: «Le scorie più velenose del pontificato di Papa Francesco entrano in Conclave. Tra gli elettori potrebbe esserci monsignor Angelo Giuseppe Becciu, il primo cardinale processato e condannato per truffa e peculato senza aver intascato un euro, “crocifisso” come scrive Vittorio Feltri sulla base di un memoriale del suo ex collaboratore imbeccato – pare – dal Promotore di giustizia e dalla papessa Francesca Chaouqui (come dimostrano le chat tra loro e la complice Genevieve Ciferri) e spogliato il 24 settembre 2020 delle “prerogative cardinalizie” da un Bergoglio allora probabilmente mal informato.
Sarà o non sarà al Conclave? Per gli esperti la risposta è sì ed è già nella sua convocazione alle Congregazioni generali, ma la domanda rimbalza in Vaticano sin da quanto è morto Francesco. I detrattori del porporato di Pattada fanno sapere che fu proprio Bergoglio a chiedere all’ex Sostituto della Segreteria di Stato di rinunciare a “tutti i diritti connessi al cardinalato”, incarichi e privilegi ma non solo. Ma il diritto di Becciu reclamato sul L’Unione Sarda è nella disponibilità del Papa?
La rinuncia alla carica di Prefetto della Congregazione delle cause dei santi aveva “spogliato provvisoriamente Becciu dalla collaborazione nella Curia romana”, ci dice una fonte non ostile al monsignore, secondo cui “sono molteplici e convincenti le ragioni che oggi portano a ritenere non pregiudicata la sua partecipazione”. D’altronde, dal Papa sono arrivati più gesti significativi per una sorta di “reintegrazione” già da fine agosto 2022, vedi l’ammissione alle celebrazioni pontificie e al Concistoro che ha visto diventare cardinale Arrigo Miglio. “Se non fosse stato chiamato oggi sarebbe stata dura, così invece…”, dice una fonte in Vaticano. “Tecnicamente però va risolta la questione dell’elenco ufficiale in cui risulta tra i non elettori, ma la tendenza generale è favorevole a lui”, aggiunge.
Ad aiutarci con la consueta chiarezza è la Professoressa Geraldina Boni, ordinaria di Diritto ecclesiastico all’Alma Mater di Bologna, che al Giornale [QUI] definisce quella rinuncia “assai generica e mai cristallizzata”. “Tuttavia – ci dice – l’ordinamento canonico fornisce strumenti più che sufficienti a fornire una risposta. Nessun cardinale elettore potrà essere escluso dall’elezione sia attiva che passiva per nessun motivo o pretesto, come dice l’articolo 35 della Costituzione Apostolica Universi Dominici gregis”.
Non basta. “In linea generale – spiega la Boni – soccorrono infatti i canoni 18 e 36 § 1 del Codex Iuris Canonici, i quali sanciscono la necessità di sottoporre a interpretazione stretta le leggi che restringono il libero esercizio di diritti”. Ed è chiaro, per la docente, che la sanzione “ha riguardato i diritti connessi al cardinalato” e ha già “inciso in maniera negativa sul suo status” ma non ha intaccato “la dignità cardinalizia di per sé”. E se si guarda “alle garanzie di cui è circondato il diritto dei cardinali di partecipare al conclave, in base alla dinamica che permea l’intero ius canonicum, il voto in Conclave non è solo come un diritto ma un dovere, nei cui confronti è preclusa ogni ipotesi di astensione o di rifiuto”.
La condanna temporale inflitta a Becciu dal Tribunale vaticano “potrebbe cadere in fase di appello, a maggior ragione in quanto frutto di una vicenda giudiziaria che ha sollevato dubbi sul rispetto del giusto processo”, come lei stessa ha spiegato nel suo volume pubblicato dall’editore Marietti1820 dal titolo Il “processo Becciu”. Un’analisi critica. Al di là della sua innocenza, da sempre professata e confermata dalla macchinazione ai suoi danni emersa dalla pubblicazione delle chat tra i suoi accusatori (“Se scoprono che siamo d’accordo il processo salta”, scrive la sua arcinemica Francesca Chaouqui), la parola fine spetta alla stessa Congregazione generale.
E chi pensa che Becciu sia da schierare tra gli anti Bergoglio si sbaglia di grosso. Gli è rimasto fedele fino alla fine: “Ora è nella luce e conosce la verità”, dice il monsignore mascariato dal falso dossier costruito contro di lui sull’acquisto del palazzo a Londra e alla gestione dei fondi della Segreteria di Stato.
Da Becciu mai uscita una parola “contro”, solo dolore per la macchinazione che il porporato sardo ha accettato “come una prova del Signore”.
Se votasse in Conclave i voti salirebbero da 135 a 136, i “bergogliani” nel Sacro Collegio non si conoscono e potrebbero non fare subito squadra. E chi vuole diventare Papa ha bisogno anche del suo aiuto».
Infine, Francesco A. Grana oggi su Ilfattoquotidiano.it [QUI], definendo la questione «il giallo del Conclave», evidenzia: «Parolin non vuole Becciu. Scontro. L’ex Sostituto chiede di sedere tra gli elettori del futuro Papa, nonostante l’estromissione voluta da Francesco. Il Segretario di Stato è l’unico in Curia a opporsi»: «Scontro al vertice tra Angelo Becciu e Pietro Parolin. Il primo reclama il diritto di entrare in conclave e quindi votare il successore di papa Francesco. Il secondo, che in quanto cardinale vescovo elettore più anziano di nomina presiederà il Conclave, esclude categoricamente questa possibilità. Le scintille iniziali, che rischiano di trasformarsi in una vera e propria guerra aperta, sono arrivate già nella prima Congregazione generale del Collegio cardinalizio riunitasi ieri mattina nell’Aula Nuova del Sinodo. (…) Ieri mattina, il porporato, che ha regolarmente ricevuto la convocazione per la prima Congregazione generale dal Cardinale decano Giovanni Battista Re, si è presentato nell’Aula Nuova del Sinodo. (…) Becciu, infatti, è determinato a ribadire al Collegio cardinalizio la sua totale innocenza, ma soprattutto il suo diritto a eleggere il Papa, avendo 76 anni, ovvero non avendo ancora compiuto 80 anni, l’età in cui i porporati perdono il diritto di voto in Conclave. Parolin ha già fatto filtrare che su questo punto non intende arretrare di un millimetro, nonostante molti cardinali, soprattutto della Curia romana, abbiano già espresso privatamente la loro solidarietà a Becciu, insieme alla convinzione che la sua richiesta sia canonicamente valida. Si ripropone così lo scontro che è andato avanti, più o meno in modo felpato, negli anni della coabitazione in Segreteria di Stato tra Parolin e l’allora sostituto Becciu. Una convivenza difficilissima, alimentata anche dal fatto che Bergoglio, fino all’improvvisa defenestrazione del porporato sardo, si è sempre totalmente fidato di Becciu, recandosi per molti anni il Giovedì Santo a casa sua per pranzare con alcuni sacerdoti romani».[*] “Richiamandomi all’ultimo Concistoro (quello nel quale è divenuto cardinale Arrigo Miglio, già Arcivescovo di Cagliari e che accolse Bergoglio nella sua storica visita del settembre 2013) il Papa ha riconosciuto intatte le mie prerogative cardinalizie in quanto non vi è stata una volontà esplicita di estromettermi dal Conclave né la richiesta di una mia esplicita rinuncia per iscritto. L’elenco pubblicato dalla Sala Stampa della Santa Sede non ha alcun valore giuridico e va preso per quello che è”. Lo ha detto il Cardinale Giovanni Angelo Becciu a L’Unione Sarda il 22 aprile 2025. “Una delle prime persone che si sono recate a pregare di fronte a corpo senza vita del Papa, è stato il Cardinale Angelo Becciu. Per anni braccio destro di Francesco e poi privato dei suoi privilegi cardinalizi. Ma la domanda che ieri si ponevano alcuni porporati, compreso il Camerlengo Farrell, è se Becciu sia ancora cardinale o meno. In effetti a lui non è stata revocata la porpora, pertanto potrebbe partecipare all’elezione del nuovo pontefice, a meno che motivi di opportunità lo inducano a rinunciare. Sarebbe un peccato, mormoravano ieri tra le Mura Leonine, perché Becciu è sempre stato un «grande tessitore», non inviso a progressisti e conservatori. E di mediatori oggi la Chiesa ne ha bisogno come il pane” (Marco Bardesono – Torino Cronaca, 22 aprile 2025).