Papa Francesco ai Missionari della Misericordia’: attenti ad ascoltare

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“Cari fratelli, avrei voluto incontrarvi in occasione del vostro pellegrinaggio giubilare ed esprimere di persona a voi, Missionari della Misericordia, la mia gratitudine e il mio incoraggiamento”: ancora a riposo papa Francesco ha inviato un messaggio ai ‘Missionari della Misericordia’ che fino a domani vivono il loro Giubileo, letto da mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, che ha presieduto la preghiera del Rosario presso la Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani.

Nel messaggio il papa ha espresso rammarico per non aver potuto incontrare personalmente i missionari, esortandoli a testimoniare il volto di Dio: “Vi ringrazio, perché con il vostro servizio date testimonianza del volto paterno di Dio, infinitamente grande nell’amore, che chiama tutti alla conversione e ci rinnova sempre con il suo perdono”.

Ed ha sottolineato due aspetti: “Conversione e perdono sono le due carezze con le quali il Signore terge ogni lacrima dai nostri occhi; sono le mani con le quali la Chiesa abbraccia noi peccatori; sono i piedi sui quali camminare nel nostro pellegrinaggio terreno. Gesù, il Salvatore del mondo, apre per noi la strada che percorriamo insieme, seguendolo con la forza del suo Spirito di pace”.

Inoltre il papa li ha incoraggiati all’ascolto: “Vi incoraggio perciò, nel vostro ministero di confessori, ad essere attenti nell’ascoltare, pronti nell’accogliere e costanti nell’accompagnare coloro che desiderano rinnovare la propria vita e ritornano al Signore. Con la sua misericordia, infatti, Dio ci trasforma interiormente, cambia il nostro cuore: il perdono del Signore è fonte di speranza, perché possiamo sempre contare su di Lui, in qualunque situazione. Dio si è fatto uomo per rivelare al mondo che non ci abbandona mai!”

Mentre ai fedeli pellegrini della Cechia ha ricordato i santi Adalberto, Cirillo e Metodio: “Essi portarono la luce del Vangelo con coraggio e pazienza, anche in luoghi dove sembrava impossibile. Il loro esempio ci insegna che la missione cristiana non si basa sui risultati visibili, ma sulla fedeltà a Dio… Il nostro compito è seminare e annaffiare con amore e perseveranza, senza scoraggiarci”.

Sono ‘esempi da seguire ricordando che Dio opera nel mondo: “Dio ci chiede di offrire il poco che siamo e che abbiamo. Pensiamo a quei cinque pani e due pesci: nelle mani di Gesù diventarono nutrimento abbondante per una moltitudine. Così avviene anche con il nostro impegno nella fede: se lo affidiamo al Signore con cuore generoso, sarà Lui a moltiplicarlo e a farlo fruttificare in modi che non possiamo nemmeno immaginare.

Per questo, non dobbiamo mai perdere la fiducia. Dio opera anche quando non ne vediamo subito gli effetti. La storia dei vostri santi ce lo insegna: pensiamo alla perseveranza di Giovanni Nepomuceno e di tanti altri testimoni della fede della vostra terra. La loro vita ci mostra che chi confida in Dio non è mai abbandonato, anche nei momenti di prova, come quelli della persecuzione”.

E’ stato un invito a camminare nella fede: “Camminiamo insieme, pastori e popolo, su questa bella strada della fede. Sosteniamoci gli uni gli altri e diventiamo, con la nostra vita, testimoni di pace e di speranza in un mondo che ne ha tanto bisogno, anche in Europa. La nostra fede non è solo per noi, ma è dono da condividere con gioia”.

Infine nel messaggio A Sua Beatitudine Joan, arcivescovo ortodosso di Tirana, Durazzo e di tutta l’Albania, il papa ha indicato come modello il suo predecessore, Anastas, scomparso ad Atene il 25 gennaio scorso e testimone di uno zelo apostolico: “Sono certo che Vostra Beatitudine, seguendo l’esempio del Suo predecessore, continuerà a promuovere il dialogo come mezzo per superare le divisioni e promuovere la ricerca della piena comunione tra tutti i discepoli di Cristo. Infatti, in questi tempi difficili segnati dalla guerra e dalla violenza, è sempre più urgente che i cristiani diano una testimonianza credibile di unità, affinché il mondo possa accogliere pienamente il messaggio evangelico di solidarietà fraterna e di pace. Abbiamo quindi la responsabilità di procedere insieme per manifestare in modo sempre più visibile la comunione reale, anche se ahimè non ancora completa, che già ci unisce”.

E’ stato un invito a mantenere vive le relazioni tra le due Chiese: “E’ mio vivo auspicio, pertanto, che sotto la Sua guida paterna, le relazioni tra la Chiesa d’Albania e la Chiesa cattolica si sviluppino ulteriormente, cercando nuove forme di fruttuosa cooperazione nell’annuncio del Vangelo, nel servizio ai più bisognosi e nel rinnovamento del nostro impegno per risolvere le questioni che ancora ci separano attraverso il dialogo della carità e della verità”.

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