Profili teologici e scientifici dello ‘sguardo dell’anima e della  ragione’: da occhi di ombra ad occhi di fede

Condividi su...

Condivido anche il commento di Enzo Bianchi per il quale ogni lettore, in determinati periodi della sua vita, può identificarsi con il cieco Bartimeo, essendo non vedente, non aveva ovviamente mai visto Gesù, né l’aveva incontrato, ma la fama di questo rabbi galileo l’aveva raggiunto  (Mc 10,46-52). Deve solo prendere coscienza della propria cecità e gridare al Signore Gesù: “Abbi pietà di me!”, con piena fiducia che egli può salvarlo, cioè può strapparlo dalla tenebra ( nella duplice accezione) e fargli vedere quello che i suoi occhi non riescono a vedere, sta  di fronte al figlio di David, animato dalla fiducia che il Messia avrebbe aperto gli occhi ai ciechi, compiendo anche in questo le sante Scritture (cf. Is 35,5; 42,7). Questo il primo atteggiamento necessario all’incontro con Gesù: occorre uscire dal timore, dalla sfiducia, dalla mancanza di attesa, dalla visione di se stessi come non degni di essere da lui amati. A quel punto si tratta di alzarsi – verbo egheíro, che esprime anche il risorgere (cf. Mc 5,41; 6,14.16; 12,26; 14,28; 16,6)! – dal giaciglio alla postura dell’uomo che ha speranza (homo spe erectus).

 Una volta in piedi, si può ascoltare e comprendere che il Signore chiama ciascuno in modo personalissimo e pieno di affetto (“Chiama te”). La preghiera è desiderio espresso davanti a Gesù, e Bartimeo desidera vedere, ben oltre la semplice visione con gli occhi ( prima accezione): vuole vedere anche con il cuore, vuole vedere nella fede ( seconda accezione), vuole essere nella luce e non nella tenebra…Gesù, sempre attento a ogni singolo uomo o donna che incontra, sempre capace di comunicare “in situazione”, si accorge di ciò che Bartimeo sta vivendo. Per questo si rivolge a lui con un’affermazione straordinaria: “Va’, la tua fede ti ha salvato”, parole che egli ha ripetuto spesso di fronte a chi gli chiedeva salvezza (cf. Mc 5,34 e par.; Lc 7,50; 17,19; 18,42). Questo episodio è molto di più di un semplice racconto di miracolo, come il lettore di Marco può ormai capire. Gesù sta per entrare nella città santa per la sua passione e morte, ma i suoi Dodici discepoli lungo tutto quel cammino sono rimasti ciechi. Ascoltavano le sue parole ma non capivano, mostrando di essere ben lontani dal vedere gli eventi come li vedeva Gesù    (https://www.ilblogdienzobianchi.it/blog-detail/post/249270/la-tua-fede-ti-ha-salvato ).

Concludo la mia disamina con la recente catechesi in materia  del Vicario di Cristo, Papa Francesco (Gv 3,1-3: “Nicodemo va da Gesù di notte: un orario insolito per un incontro. Nel linguaggio di Giovanni, i riferimenti temporali hanno spesso un valore simbolico: qui la notte è probabilmente quella che c’è nel cuore di Nicodemo. È un uomo che si trova nel buio dei dubbi, in quell’oscurità che viviamo quando non capiamo più quello che sta avvenendo nella nostra vita e non vediamo bene la strada da seguire.

Se sei nel buio, ovviamente cerchi la luce. E Giovanni, all’inizio del suo Vangelo, scrive così: «Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo» -1,9- Nicodemo cerca dunque Gesù perché ha intuito che Lui può illuminare il buio del suo cuore…..Nicodemo, come tutti noi, potrà guardare il Crocifisso..” (cfr.https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2025-03/papa-francesco-catechesi-udienza-generale-nicodemo-cambiamento.html ).

Ringrazio il mio amico Dr. Simone Baroncia (https://www.korazym.org/argomenti/bussole-per-la-fede/ : giornalista vaticanista, v. dir. Riv. Cattolica internazionale “KORAZYM”) l’oculista Dr. Giuseppe Giunchiglia ed il suo eccellente staff, mia moglie Marcella Varia, il mio amico fraterno rev.mo Padre Salvatore Lazzara  (http://facebook.com/salvatore.lazzara ), i coniugi Mineo, i miei amici di facebook e di whatsapp (a cui invierò questo articolo), i miei parenti, residenti in Italia ed in varie parti del mondo, che mi hanno seguito e supportato durante la mia convalescenza in 1 chat da me creata, e tutti gli amici ed autori qui menzionati dai quali ho imparato nozioni scientifiche a me in precedenza  ignote.

151.11.48.50