Profili teologici e scientifici dello ‘sguardo dell’anima e della  ragione’: da occhi di ombra ad occhi di fede

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Nell’A.T. è relazionato a Jahvè, nel N.T. a Gesù immagine di Dio( 2Cor 4,4) non copia, ma conformità all’originale, vero uomo compiuto, Adamo è un abbozzo, infatti ha sconquassato il suo “essere ad immagine di Dio”, pertanto Gesù è il vero alter ego di Dio (c’è differenza fra “essere ad immagine” ed “essere immagine”).

E’ Gesù che libera l’uomo dal peccato affinchè si realizzi il disegno divino secondo il quale: “l’uomo è predestinato a diventare immagine di Cristo, cioè immagine del Figlio suo”(Rm 8,29), infatti la teologia pasquale dell’incarnazione e della redenzione non è semplicemente “riparativa” (ma ha effetti soteriologici ed escatologici), quindi il peccato non necessiterebbe l’incarnazione di Cristo, la quale sarebbe avvenuta lo stesso, anche senza il peccato originale di Adamo.

La salvezza (soteriologia) implica sotto il profilo antropologico la compiutezza dell’uomo in tutti i suoi aspetti, compresa la relazione con l’altro, costituente il ‘locus teologicus’ che genera la comunione, cioè  Chiesa, luogo della comunione-relazione.

Pertanto, occorre esaminare gli sviluppi storico-teologici:

 1-Patristica (si fonda sul platonismo, l’uomo non è immagine di Dio, lo è soltanto in e per Cristo, l’ unico mediatore fra l’uomo e Dio);

2-la Tradizione asiatico-antiochena( Vescovo Ireneo: unico modello dell’uomo creato a sua immagine e somiglianza è il Verbo incarnato); 3-la Scuola Alessandrina (Origene fa invece riferimento al Verbo preesistente-Logos- immagine invisibile, immagine dell’immagine);

3-il Concilio II(GSn.10- 22:è Cristo incarnato che spiega Adamo,la sequela di Cristo restituisce all’uomo la somiglianza divina, il cristiano diviene sua immagine, realizzazione disegno divino).

L’Antropologia ruota intorno a 4 strutture, cioè la relazionalità dell’uomo con Dio, con l’altro/se stesso, col mondo e con le  forme della  libertà;

a)situata (in base ai contesti familiari,religiosi);

b)teologale ( in base al tipo di rapporto vissuto con Dio);

c)definitiva (in base al proprio progetto di vita: vocazione coniugale/presbiterale; fedeltà morale);

d) inglobante ( dimensione che include tutti gli ambiti della vita che gli esseri umani non devono trascurare: i propri sensi, per esempio la vista; sociali, per esempio la solidarietà; economici, per esempio il lavoro onesto; umanistici, per esempio lo sguardo concreto verso la SS. Trinità che assiste i fedeli; storici, per esempio lo studio delle epoche in cui abbiamo ottenuto evoluzioni per la pacifica crescita globale del mondo).

Infatti concordo con il famoso aforisma “ Gli occhi sono in grado di raccontare le emozioni, gli stati d’animo ( la sensibilità religiosa) e i sentimenti di una persona. Attraverso loro è possibile entrare in comunicazione con un’altra persona senza bisogno delle parole”.

La psicologia e varie ricerche scientifiche hanno effettivamente sottolineato l’importanza del contatto visivo nella comunicazione umana, rivelando come gli occhi possano essere strumenti espressivi potenti nel trasmettere emozioni e stati d’animo. Questi studi hanno dimostrato che lo “sguardo” non è solo una componente essenziale della comunicazione non verbale, ma svolge anche un ruolo cruciale nel creare connessioni affettive e comunicative tra le persone.

Ritengo utile, conseguentemente, una sintetica disamina della c.d. “ psicologia degli occhi “. Com’ è noto gli studiosi sottolineano che gli occhi inoltre possono rivelare anche la sincerità o l’inganno. Secondo la saggezza popolare, infatti, se le parole possono in qualche modo celare la verità, “gli occhi non mentono mai“.

Jeffrey Walczyk, psicologo alla Louisiana Tech University, ha studiato i comportamenti oculari durante la menzogna, scoprendo che non esistono movimenti particolari associati alla menzogna; al contrario, gli occhi possono rimanere insolitamente immobili a causa dell’aumentato carico cognitivo necessario per formulare una menzogna.

Le ricerche di Stephanie Cacioppo (Università di Chicago) e di Omri Gillath (Università del Kansas) hanno invece esplorato il ruolo degli occhi nelle dinamiche amorose e di seduzione, evidenziando come gli sguardi e le direzioni dello sguardo possano segnalare interesse romantico o sessuale, e come la focalizzazione sul viso possa essere collegata alla ricerca di tratti desiderabili in un partner sentimentale.

Anche Luigi Pirandello, celebre scrittore e drammaturgo italiano premio Nobel, ha toccato questo tema.‘Gli occhi sono lo specchio dell’anima […], cela i tuoi se non vuoi che ne scopra i segreti.’

Una conferma dal paradigma di Tania Singer

In una ricerca condotta nel 2004, sono stati esplorati due distinti stili cognitivi e il loro impatto sulla risposta emotiva, basandosi sul paradigma proposto dalla neuroscienziata Tania Singer. Questo paradigma si concentra sull’analisi delle reazioni neurali e psicologiche alle emozioni altrui, contribuendo alla comprensione dei meccanismi cerebrali che regolano l’empatia.

Gli stili cognitivi esaminati erano:-Hot: Generativo di emozioni, caratterizzato da una maggiore risposta emotiva e coinvolgimento empatico- Cold: Più analitico e sistematizzatore, con una tendenza a focalizzarsi sui dettagli e un minor coinvolgimento emotivo.

Gli esperti spiegano ”Cosa comunicano gli occhi“. Gli occhi sono spesso descritti come finestre sull’anima, capaci di veicolare un’ampia gamma di emozioni e di comunicare senza parole. Possono raccontare storie profonde, affermare la sicurezza o tradire la timidezza. Per esempio:

•          Abbassare lo sguardo può indicare imbarazzo o paura, una sorta di rifugio in momenti di incertezza. Tale gesto può variare a seconda delle persone e dei contesti, essendo a volte situazionale (legato al contesto specifico); altre cronico (causato dall’indole della persona).

•          Un contatto visivo diretto e prolungato, d’altra parte, può esprimere sfida o, paradossalmente, nascondere timidezza e imbarazzo dietro una facciata di sicurezza.

•          L’accompagnare lo sguardo con un respiro calmo e un leggero inclinare della testa può segnalare interesse e attenzione, rivelando una connessione con l’interlocutore. Inversamente, uno sguardo evasivo può suggerire tensione o essere un modo per attenuare un’emozione intensa ma nascosta.

•          Sbattere frequentemente le palpebre può segnalare la necessità di vedere più chiaramente, sia in senso fisico che metaforico.

•          Guardare lontano, verso l’orizzonte, può essere un modo per prendere distanza dalla situazione attuale, come un tentativo di sfuggire da una conversazione difficile.

•          I movimenti rapidi degli occhi, infine, possono indicare una mente agile e vivace, attiva e attenta anche in apparenza distratta.

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