I cattolici per un’Europa di pace

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Oggi pomeriggio molte persone si ritrovano a Roma per chiedere la pace nel mondo e soprattutto in Europa e per contrastare la proposta della presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen di mobilitare oltre € 800.000.000 per il riarmo dell’Europa e riscoprire il significato dato dai ‘padri’ costituenti,  ponendo al centro nuovi paradigmi di sviluppo, sostenibilità e inclusione. Quindi occorre superare l’individualismo in favore di una visione personalistica, in quanto la persona si realizza attraverso gli altri, non a prescindere da loro.

Per questo alcune associazioni cattoliche ambrosiane (Acli Milano Monza e Brianza, Aggiornamenti Sociali, Azione Cattolica Ambrosiana, Associazione ‘Città dell’Uomo’, Comunità di Sant’Egidio, CVX Milano, Fondazione Culturale ‘San Fedele’, Movimento dei Focolari) hanno sottoscritto un documento, intitolato ‘Insieme per un sogno di pace’, in cui ribadiscono che l’Europa è nata da un sogno:

“L’Unione europea si è progressivamente costruita, nel corso dei decenni, nel segno della democrazia, della pace e del benessere, divenendo una realtà concreta, certamente non priva di limiti e difetti, ma pur sempre uno spazio in cui la convivenza tra popoli e nazioni, il rispetto dei diritti e delle libertà, lo sviluppo sociale ed economico, il welfare diffuso non hanno eguali al mondo.

Noi scommettiamo ancora su questa Europa, che più volte la Chiesa, e lo stesso papa Francesco, ci hanno indicato come processo culturale, sociale e politico esemplare. Un’Europa da migliorare, riformare e rafforzare, che deve sempre tornare alle sue radici storiche per poter guardare al futuro”.

Ecco l’invito a riscoprire il ‘grande’ progetto europeo di De Gasperi, Schumann ed Adenauer: “Avvertiamo la minaccia alla sicurezza del continente che proviene dall’aggressione russa all’Ucraina, la quale ha generato innumerevoli vittime, dolore e distruzione. Comprendiamo gli sforzi dei nostri governanti, nel difficile frangente internazionale, per sostenere il popolo ucraino nella sua lotta per la libertà e per una ‘pace giusta e duratura’.

Alla luce della ‘vocazione’ alla pace della ‘nostra patria Europa’ occorrono una riflessione e un’urgente iniziativa comune sulla sicurezza e la cooperazione in Europa, e una decisa azione a sostegno del multilateralismo su scala globale, consapevoli che le ingenti spese per il riarmo dei singoli Stati rischiano di generare un’ulteriore spirale di guerra”.

Anche la Comunità di Sant’Egidio è presente alla manifestazione per ribadire che l’Europa ha bisogno della riscoperta del suo umanesimo: “In questo momento storico, attraversato da troppe guerre e da una violenza diffusa, è necessario che emerga, senza ulteriori rinvii, un vero soggetto comune europeo.

Si sente infatti con urgenza il bisogno che l’Europa offra, ad un mondo sempre più disorientato, non un piano di riarmo che va contro il suo spirito costituente, ma la sua civiltà, fatta di umanesimo, diritti umani e dialogo, fortemente radicata nei valori della pace e dell’integrazione, che sono il fondamento dell’Unione dopo il secondo conflitto mondiale”.

Ugualmente il presidente nazionale di Azione Cattolica Italiana, Giuseppe Notarstefano, su Avvenire ha spiegato la partecipazione dell’associazione alla manifestazione: “Ritrovare una nuova soggettività dell’Europa, in questo momento è importante, è pertanto utile una mobilitazione dal basso che indichi questa strada. Occorre però che essa possa avviare un percorso decisivo verso la costruzione comune del bene. Solo in questo quadro sarà possibile accettare, senza pericolosi rischi, il confronto sulla comune capacità di difesa”.

Per questo è necessario ‘riattivare’ il multiculturalismo, come ha detto nei giorni precedenti il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella: “Riteniamo che questo sia il tempo favorevole perché l’Europa esprima la propria visione di politica estera ispirata alla cooperazione internazionale e tesa alla ripresa del multilateralismo, orizzonte all’interno del quale è possibile comprendere ogni altra iniziativa sul piano della difesa comune e della sicurezza, vigilando che sia un percorso davvero ‘comune’ e che non si presti a possibili speculazioni…

Nel quadro non chiaro della ricomposizione in atto, e di fronte alle sfide epocali che si stanno presentando, guardiamo con grande speranza ma anche con grande convinzione al progetto europeo, come concreto contributo al superamento di una fase piena di incertezze e di incognite, frutto di una polarizzazione portata sino all’estremo della disgregazione”.

Infine, anche ‘Rondine – Cittadella della Pace’ partecipa alla manifestazione con i suoi studenti, come ha sottolineato il presidente Franco Vaccari: “Rondine non porterà bandiere, ma storie. Storie di dolore e di speranza, di giovani, che hanno visto e vissuto la guerra e hanno scelto una strada diversa: quella di disarmarsi, prima di tutto dall’odio e dai pregiudizi. Quella di ascoltare e fare spazio all’altro con le sue differenze ritrovandosi nella comune desiderio di spendersi per la pace a partire dal proprio passo possibile”. 

Infatti da 27 anni i giovani che arrivano a Rondine, dai vari luoghi di guerra del mondo, hanno guardato e guardano all’Europa come a un simbolo ed ad una possibilità di pace: “Loro ci hanno insegnato a rinnovare la scommessa sull’Europa, anche quando è cresciuto il dubbio, la disaffezione. Come spesso avviene, gli altri ci fanno riscoprire il bene che possediamo e non possiamo perdere…

Una pace declamata ma non vissuta genera fastidio, non speranza. Se vuole essere autentica, la pace ha bisogno di aggettivi: attiva, propositiva, giusta. Deve essere cultura della società civile, ma anche responsabilità civile e politica: perché la pace non si dichiara, si costruisce. Non ho certezze  ma nel dubbio scelgo di non avere rimpianti. E non ho paura di stare sulla soglia di questa piazza”.

(Foto: Rondine – Cittadella della Pace)