Card. Zuppi invita ad essere amici della vita
Domenica 3 novembre nella basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma, in occasione della Celebrazione Eucaristica per i 70 anni della televisione, i 100 anni della radio ed i 70 anni della trasmissione della Santa Messa, partendo dal brano del Vangelo, che era un invito all’ascolto: “È una domanda molto vera, forse all’inizio fatta senza tanta convinzione, solo per discutere. Gesù E’ maestro. E’ il maestro e ci fa trovare il vero, quello che cerchiamo e di cui abbiamo bisogno non per collezionare tante risposte che alla fine non ci fanno credere più a niente”.
Ed ha sottolineato l’importanza di ascoltare Dio: “Ascoltare Dio libera da tanti idoli che si impadroniscono del cuore, a cominciare da quello così enfatizzato dalla nostra generazione che qualcuno chiama “egolatria” e che tanti sacrifici impone, rovinando proprio il nostro io. Gesù parla di amore, non un amore qualsiasi, un surrogato o un elisir di benessere, ma amore, con tutto il cuore, la mente e la forza. Mente e cuore insieme e con tutta la forza, perché l’amore vero, quello che cerchiamo non è consolatorio, un entusiasmo che finisce, ma è forte, vince le paure, cambia il mondo, si misura con il male e lo sconfigge. Gesù per primo ama con tutto sé stesso”.
L’amore coinvolge la mente ed il corpo: “Mente e cuore insieme e con tutta la forza, perché l’amore vero, quello che cerchiamo non è consolatorio, un entusiasmo che finisce, ma è forte, vince le paure, cambia il mondo, si misura con il male e lo sconfigge. Gesù per primo ama con tutto sé stesso. Ama tutti, perché sente tutti suoi e amandoli trova la bellezza nascosta in ognuno e si accorge quanto tutti hanno bisogno di amore, anche quando essi stessi non lo capiscono e si nascondono. Solo amare il prossimo fa amare sé stessi, fa capire chi siamo e il nostro valore più di qualunque interpretazione e prestazione, che non bastano mai. Amore per Dio e per il prossimo. Insieme”.
Ed ha invitato a rileggere la storia della Rai: “Questa pagina del Vangelo è il miglior piano editoriale, il palinsesto più efficace per pianificare il lavoro e renderlo sempre sorprendete e nuovo, ma anche per rileggere le azioni compiute. Oggi, in questa Basilica (che è un vero spettacolo e che con la bellezza del mosaico ci aiuta a vedere le cose del cielo, a contemplare il mistero luminoso dell’amore di Dio che si riflette su di noi e accende la luce che portiamo dentro di noi) ricordiamo e ringraziamo per i 70 anni della Televisione e per i 100 anni della Radio”.
E’ stato un ringraziamento alla Rai per il servizio che svolge: “Ringraziamo la RAI per il suo prezioso servizio. Quanto è importante presentare il mondo, la vita vera, non banalizzarla, farla conoscere, aiutare a capire e sconfiggere l’ignoranza con una conoscenza vera, profonda dell’umano e dell’umanità, del creato e delle creature e quindi, sempre, anche del creatore. Farlo richiede e esprime professionalità, creatività, rigore, servizio per fare conoscere e capire.
L’ethos nazionale non sarebbe lo stesso, il nostro paese non sarebbe lo stesso e noi tutti non saremmo gli stessi, senza questi 70 anni di televisione. Un’intera generazione non sarebbe uscita dall’analfabetismo senza la televisione e l’Italia sarebbe stata meno unita senza questo immaginario comune che crea anche quel tanto che ci unisce. Guai a dividerlo o indebolirlo, a fare qualcosa di parte quello che è di tutti!”
Ed ha richiamato le parole di papa Francesco: “Papa Francesco, proprio alla RAI, ha detto che la vostra presenza nelle case degli italiani è come ‘un gruppo di amici che bussano alla porta per fare una sorpresa, per offrire compagnia, per condividere gioie e dolori, per promuovere in famiglia e nella società unità e riconciliazione, ascolto e dialogo, per informare e anche per mettersi in ascolto, con rispetto e umiltà’.
Continuate a esserlo, siate davvero amici della vita con sapienza e tanta umanità vera e non finta, per regalare prossimità e vicinanza, unione e appartenenza, specialmente a chi vive situazioni di isolamento o di vera e propria solitudine. Ecco il nostro augurio e sono certo sarà il vostro impegno per onorare un compito così importante e delicato. Desidero ricordare anche tutti quei colleghi che hanno offerto la loro vita per la comunicazione e l’informazione: alcuni sono diventati volti familiari, tra i più amati e conosciuti, tutti importanti”.
Ha concluso l’omelia con l’invito a raccontare la vita: “Chiediamo al Signore che lo straordinario e affascinante, a volte tragico spettacolo della vita, la scena di questo mondo, lo sappiamo raccontare e comunicare cercando sempre di amarlo, perché chi ama Dio ama il prossimo e non smette di scoprire l’incanto e la benedizione che è la vita, che a tutti chiede sempre e solo amore”.