Papa Francesco: nel matrimonio è necessaria anche una preparazione spirituale
“Fratelli e sorelle preghiamo per la pace. Oggi presto al mattino ho ricevuto le statistiche dei morti in Ucraina; è terribile la guerra, non perdona la guerra è una sconfitta, preghiamo per la pace, che il Signore la dia a tutti noi”: così al termine dell’udienza generale papa Francesco ha ricordato le vittime innocenti uccise nelle guerre, con l’invito a non dimenticare “anche il Myanmar, la Palestina che sta soffrendo attacchi inumani, Israele e non dimentichiamo tutte le nazioni che sono in guerra. C’è una cifra che deve spaventarci, gli investimenti che danno più guadagni sono le armi, guadagnare con la morte, preghiamo per la pace tutti!”
Mentre nei saluti in lingua polacca il papa ha ricordato san Giovanni Paolo II: “Ieri abbiamo ricordato nella liturgia San Giovanni Paolo II. Egli è stato, come ho detto in occasione della sua canonizzazione, il Papa delle famiglie. Ricordava costantemente a voi polacchi che la forza della famiglia deve venire da Dio. Chiediamo la forza dello Spirito Santo per tutte le famiglie, affinché possa far rivivere in loro la capacità di donarsi e la gioia di stare insieme”.
Mentre nella continuazione delle catechesi sullo Spirito Santo papa Francesco ha invitato sul rapporto dello Spirito Santo nel matrimonio: “La riflessione della Chiesa, però, non si è fermata a quella breve professione di fede. Essa è proseguita, sia in Oriente che in Occidente, per opera di grandi Padri e Dottori. Oggi, in particolare, vorremmo raccogliere qualche briciola della dottrina dello Spirito Santo sviluppatasi nella tradizione latina, per vedere come essa illumini tutta la vita cristiana e in modo particolare il sacramento del matrimonio”.
Il principale artefice di questa dottrina è stato sant’Agostino: “L’artefice principale di tale dottrina è sant’Agostino, che ha sviluppato la dottrina sullo Spirito Santo. Egli parte dalla rivelazione che ‘Dio è amore’. Ora l’amore suppone uno che ama, uno che è amato e l’amore stesso che li unisce. Il Padre è, nella Trinità colui che ama, la fonte e il principio di tutto; il Figlio è colui che è amato, e lo Spirito Santo è l’amore che li unisce”.
Ecco la ‘struttura’ trinitaria di Dio: “Il Dio dei cristiani dunque è un Dio ‘unico’, ma non solitario; la sua è una unità di comunione, di amore. In questa linea, qualcuno ha proposto di chiamare lo Spirito Santo, non ‘la terza persona’ singolare della Trinità, ma piuttosto ‘la prima persona plurale’. Egli, in altre parole, è il Noi, il Noi divino del Padre e del Figlio, il vincolo di unità tra diverse persone, principio stesso dell’unità della Chiesa, che è appunto un “corpo solo” risultante da più persone”.
E la Trinità si riverbera nella famiglia: “La coppia umana è perciò la prima e più elementare realizzazione della comunione d’amore che è la Trinità. Anche gli sposi dovrebbero formare una prima persona plurale, un ‘noi’. Stare l’uno davanti all’altro come un ‘io’ e un ‘tu’, e stare di fronte al resto del mondo, compresi i figli, come un ‘noi’… Quanto bisogno hanno i figli di questa unità – papà e mamma insieme -, unità dei genitori e quanto soffrono quando essa viene meno! Quanto soffrono i figli dei padri che si separano, quanto soffrono!”
Il matrimonio, essendo vocazione, ha la necessità di avere l’abbraccio dello Spirito Santo’: “Per corrispondere a questa vocazione, però, il matrimonio ha bisogno del sostegno di Colui che è il Dono, anzi il donarsi per eccellenza. Dove entra lo Spirito Santo la capacità di donarsi rinasce. Alcuni Padri della Chiesa hanno affermato che, essendo il dono reciproco del Padre e del Figlio nella Trinità, lo Spirito Santo è anche la ragione della gioia che regna tra essi, e non hanno avuto paura di usare, parlandone, l’immagine di gesti propri della vita coniugale, quali il bacio e l’abbraccio”.
Non essendo sempre facile la vita coniugale il matrimonio deve poggiare sulla ‘roccia’: “Nessuno dice che tale unità sia un traguardo facile, meno che meno nel mondo d’oggi; ma questa è la verità delle cose come le ha pensate il Creatore ed è perciò nella loro natura. Certo, può sembrare più facile e più sbrigativo costruire sulla sabbia che non sulla roccia, ma Gesù ci dice qual è il risultato… Lo Spirito Santo è colui che continua a fare, sul piano spirituale, il miracolo che fece Gesù in quella occasione, e cioè cambiare l’acqua dell’abitudine in una nuova gioia di stare insieme. Non è una pia illusione: è ciò che lo Spirito Santo ha fatto in tanti matrimoni, quando gli sposi si sono decisi a invocarlo”.
Concludendo la catechesi il papa ha consigliato anche una ‘preparazione’ spirituale: “Non sarebbe male, perciò se, accanto alle informazioni di natura giuridica, psicologica e morale che si danno, nella preparazione dei fidanzati al matrimonio si approfondisse questa preparazione “spirituale”, lo Spirito Santo che fa l’unità. ‘Tra moglie e marito non mettere il dito’, dice un proverbio italiano. C’è invece un ‘dito’ da mettere tra moglie e marito, ed è proprio il ‘dito di Dio’: cioè lo Spirito Santo!”
(Foto: Santa Sede)