Ad Assisi ‘CorporalMente’ per riflettere su corpo ed anima

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Dal 12 al 15 settembre (con un’anteprima domenica 8 settembre ‘Sull’infinito’ di Alessandro Baricco) si è svolto il ‘Cortile di Francesco’, giunto alla decima edizione, l’appuntamento culturale annuale nel segno della fraternità promosso dai frati minori conventuali della basilica di San Francesco in Assisi, intitolato ‘CorporalMente’: “Se infatti le stimmate di san Francesco sono la manifestazione visibile, nel corpo, della profondità della sua unione con Cristo, è bello poter riflettere insieme, confrontarsi e intrattenersi (come è tradizione del Cortile, a partire da diverse prospettive) sulla relazione imprescindibile, ma non per questo scontata, tra il nostro mondo interiore personale e la sua manifestazione all’esterno nel corpo”, ha precisato fra Giulio Cesareo, direttore dell’Ufficio comunicazione del Sacro Convento di Assisi.

Molti i temi affrontati: dalla medicina e psicologia alla disabilità e integrazione; dai social media e ambiente all’intelligenza artificiale; dall’arte in Basilica alla spiritualità francescana con il ministro per le disabilità, Alessandra Locatelli, il direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, Costantino D’Orazio, il giornalista Luca Sommi ed il medico nutrizionista ‘mangiologo’ e divulgatore televisivo, Mauro Mario Mariani.

E naturalmente visite guidate al Museo del Tesoro della Basilica e, nella fantastica cornice artistica e simbolica della piazza superiore di san Francesco; concerti e spettacoli serali, tra cui ‘Il sogno’ dei ragazzi ospiti all’Istituto Serafico di Assisi, e la prima esecuzione assoluta del ‘Requiem per il Sociale’ del Maestro Andrea Di Cesare, opera musicale pop moderna per violino elettrico, looper, campionatori, computer synth e due attori (rivisitazione moderna del Requiem KV 626 di W. A. Mozart, arricchita da elementi pop, rock ed elettronici).

L’evento, ideato da Maria Cristina Lalli e prodotto in collaborazione con Angi (Associazione Nazionale Giovani Innovatori), Opera Morlacchi e Associazione Mozart Italia, ha visto la partecipazione straordinaria degli attori Lidia Vitale e Mirko Frezza. Mentre martedì 17 settembre si è svolta la prima rappresentazione assoluta di un corale su san Francesco realizzato da fra Renzo Cocchi; la chiusura del ‘Cortile di Francesco’ avverrà domenica 22 settembre, alle ore 21.30, con il concerto per la pace per archi e solista diretto da fra Peter Hrdy, maestro della Cappella Musicale della Basilica papale di San Francesco.

Dal punto di vista più specificamente francescano, si è svolto un focus particolare alla ‘Chartula di Assisi’, il breve testo autografo di San Francesco custodito in Basilica, scritto dopo l’episodio delle stimmate a La Verna: in modo particolare attraverso di esso si è cercato di scoprire aspetti meno noti del Santo, quali la personalità, la sua preparazione culturale e sensibilità psicologica, facendo anche ricorso all’analisi grafologica della sua scrittura con Davide Rondoni, Femino Giacometti ed Attilio Bartoli Langeli.

Fra Giulio Cesareo ha spiegato il titolo e la relazione esistente tra corpo e mente: “L’anniversario delle stimmate di san Francesco ci fa riflettere sul loro valore culturale, oltre a quello esclusivamente religioso. Intuiamo che esse ci rinviano all’inscindibile nesso che c’è tra l’interiorità e il corpo, perché le stimmate non sono un’azione divina dall’esterno ma la trasparenza nel corpo di ciò che era accaduto nel cuore di Francesco: nel suo rapporto con Cristo, con i frati, con le persone con cui era in contatto.

Francesco, un po’ come tutti noi, era stato ferito dalla vita, in particolare da quei frati dotti e sapienti che, animati anche da tanto zelo, premevano per ‘riscrivere’ il suo ideale originario e per assimilare sempre più la fraternità del suo Ordine a quelle comunità monastiche già esistenti. Francesco vive tutto ciò come una grande sofferenza, sia sente tradito nella sua intuizione originale, gli sembra che tutto stia crollando come un castello di carte e che la Chiesa (e lo stesso Dio) non stiano facendo niente per sistemare le cose.

A La Verna Francesco intuisce però che le ferite della vita sono preziose, perché possono diventare (come e con quelle di Gesù) feritoie di un amore più grande delle incomprensioni, dei tradimenti, dei fallimenti, perché alla fine ciò che lascia il segno nella vita delle persone e del mondo non sono le belle idee, i grandi progetti, ma l’amore autentico che passa attraverso la nostra vita: il nostro corpo!

‘CorporalMente’ vuole così richiamare questa unità tra corpo e mondo interiore, nella consapevolezza che la mente è ben più delle sinapsi cerebrali: è appunto ognuno di noi, la nostra identità che entra in relazione, si manifesta, ama ed è amata sempre e solo nel corpo; esso non è allora qualcosa di aggiunto o una parte di noi, ma proprio noi stessi in quanto capaci e abilitati all’incontro e alle relazioni”.

Quanto è importante la ‘Chartula’ per la vita francescana?

“La Chartula è una tra le reliquie più preziose di san Francesco, perché è proprio opera sua: ci parla di lui, della sua relazione religiosa con Dio, ma anche del suo modo di coltivare un’amicizia, quella con Leone, ci mostra la sua grande creatività (aveva elaborato una firma anche graficamente tutta sua a partire dall’espressione ‘te benedicat’: ‘ti benedica!’); infine ci rivela, grazie all’analisi grafologica, anche qualcosa in più a proposito del temperamento e della personalità di san Francesco, che è così ricco e profondo, da rimanere sempre alla fine (un po’ come tutti noi) una grande mistero”.

Eppoi gli spettacoli, tra cui ‘Il sogno’ e ‘Requiem universalis’: in quale modo l’arte valorizza il corpo?

“Il nostro sogno, insieme ai nostri amici artisti, intellettuali e persone comuni, nonché al tesoro che sono le persone con disabilità, è proprio sottolineare la dignità immensa del corpo, perché coincide con la dignità del volto di cui è espressione e manifestazione. Altrimenti il corpo da solo, sganciato dal volto, rischia di essere percepito solo come una cosa (che piace o no, attira o no): invece proprio grazie all’arte e ai suoi linguaggi evocativi, vorremmo ri-educarci a quest’arte ovvia (eppure mai scontata) di valorizzare l’alleanza ‘both ways’ (‘entrambi i modi’, ndr.): dal corpo alla persona e dall’interiorità al corpo. Avere cura del corpo per avere cura di sé; avere cura di sé è inseparabile dalla cura per il corpo e le relazioni che sono possibili solo nel e grazie al corpo”.

Dopo 10 anni cosa è il ‘Cortile di Francesco’?

“In queste dieci edizioni si è camminato molto e il passo di oggi sarebbe stato impossibile senza tutti quelli precedenti: per questo desidero ancora una volta ringraziare fra Enzo Fortunato, gli amici dell’associazione ‘Oicos’ e tutti coloro che negli anni hanno fatto nascere, crescere e sviluppare il ‘Cortile di Francesco’. Ognuno di noi con la sua storia, le sue competenze e le sue convinzioni, è un dono per gli altri a patto che la condivisione avvenga nella verità, nel rispetto e nell’apertura all’altro.

Credo che proprio per questo il ‘Cortile di Francesco’ sia il luogo dove è possibile sperimentare la fraternità (vera eredità di san Francesco) come evento culturale, attraverso incontri che nella diversità e nel rispetto, sono fonte di vero arricchimento reciproco. E di una riscoperta della diversità come valore aggiunto nelle relazioni, credo che oggi tutti abbiamo particolarmente bisogno”.

(Foto: Cortile di Francesco)

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