Dichiarazione ‘Fiducia supplicans’: meditazioni giuridico-teologiche sullo stupore suscitato in tutto il mondo

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E’ noto che il magistero pontificio si costruisce sulla base di una significativa autorevolezza, tanto che si è ritenuto persino infallibile. Contestare il magistero perciò non equivale a correggere un errore, ma integra esattamente una fattispecie erronea. Più precisamente, se è lecito esprimere un dubbio e chiedere un chiarimento, molto meno lecito appare accusare il papa di essere in errore su questioni che riguardano il magistero (che integra il suo proprio munus docendi).

Il cardinal dubbioso nell’intervista citata minaccia di ricorrere ad un atto formale di correzione del romano pontefice nel caso in cui questi mancasse di rispondere ai suoi dubbi. Così dicendo assegna implicitamente al papa un dovere di risposta che, nella fattispecie, non esiste, se non altro perché i suoi dubbi si possono sciogliere attraverso la semplice lettura di Amoris letitia. Per così dire, sono dubbi manifestamente infondati. Il punto centrale è però chiaramente un altro. Il cardinale provocatore in realtà non vuole chiarire i suoi dubbi pretestuosi, vuole che il papa ammetta di essersi sbagliato. Di più, vuole che il papa ammetta che il Sinodo dei vescovi si è sbagliato insieme a lui. E ritiene che sia un suo dovere chiarire che il papa sbaglia, e quindi correggerlo.

 In altre parole egli si erge a giudice del papa. Mi meraviglio! Un canonista di tale statura non sa che il can. 1404 afferma che nessuno può giudicare il papa? Quale giudice avrebbe mai una simile competenza? Egli ne sa più del papa e del Sinodo? Non si accorge di cadere in errore più volte? Ad esempio, quando afferma che l’autorità nella Chiesa è funzionale al servizio della Tradizione, confonde quest’ultima col Vangelo. E quando il giornalista gli domanda chi potrebbe giudicare il papa eretico, invece di stracciarsi le vesti, risponde ammettendo la plausibilità dell’ipotesi e – guarda caso – assegnando tale compito proprio ai … cardinali. Qui il cardinale si sbaglia. Non so a quale “atto formale di correzione” egli faccia riferimento. Dice che nella storia della Chiesa ci sono stati alcuni esempi: a me sfuggono. Ma io non sono né papa né cardinale, ma un semplice professore di diritto canonico, perciò posso sbagliare. Nel caso, mi corrigerete ..

Ho anche apprezzato altre argomentazioni del Prof. Consorti  elaborate il 30/10/2023 a proposito dei tempi di adeguamento storico  della Chiesa così scrive su Facebook (https://www.facebook.com/pierluigi.consorti.9/posts/pfbid0BsyWmouCFuM2joLubvAKvBfKgX1kj8K3pyWdpZ7vYkSwNpcEbb4j29EBpfujeXfrl)  “…Chi avrebbe voluto risposte chiare e definitive resta probabilmente deluso da una dinamica processiva «il tempo è superiore allo spazio» che rinvia le decisioni alla conclusione di una discussione ancora aperta. Del resto, i tempi della Chiesa sono lunghi e bisogna avere pazienza, perché per camminare insieme occorre registrarsi sul passo di chi è più lento. Secondo me questo è un punto nodale: non bisogna avere fretta.

La Chiesa sta lentamente cambiando volto e bisogna accompagnare questo processo appoggiandosi su alcuni punti fermi che permettano a un’istituzione rigida di ricominciare a muoversi. Non siamo allenati alla «sinodalità», perciò avvertiamo fatica e qualche dolore. Ma la lettura della Relazione di sintesi induce ad avere fiducia nella possibilità di raggiungere frutti….”.

 Tuttavia molti studiosi hanno assunto posizioni dottrinali  diverse ( cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Incidente_di_Antiochia :L’incidente di Antiochia ebbe luogo nella prima metà del I secolo d.C. fra gli apostoli Pietro e Paolo. La fonte storica principale è Galati 2:11-14. Da Ferdinand Christian Baur in poi, i biblisti ravvisarono un conflitto fra i due leader del Cristianesimo primitivo. Ad esempio, il teologo James Dunn propose che Pietro fosse un “uomo di ponte” tra le opinioni opposte di Paolo e Giacomo.[3]

L’esito dell’incidente rimase non ben definito e si tradusse in diverse prospettive cristiane sull’Antica Alleanza: Secondo il capitolo 2 dell’Epistola ai Galati, Pietro si era recato ad Antiochia ed era sorta una disputa tra lui e Paolo. L’epistola non precisa se ciò sia accaduto dopo il Concilio di Gerusalemme o prima di esso, ma la disputa è menzionata nella lettera di Paolo come argomento successivo alla descrizione di un incontro apostolico a Gerusalemme che alcuni studiosi considerano il concilio. Secondo altri, si svolse molto tempo prima del concilio, prima della visita di Paolo in Atti 11[28]. Questa conclusione dà più senso all’apparente mutamento d’animo di Pietro:

«Ma quando Cefa (San Pietro) venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perché evidentemente aveva torto. Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi. E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, al punto che anche Barnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia.

Ora quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: «Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?» (Galati 2.11-14).Una minoranza di studiosi sostiene che il confronto non fu in realtà tra Paolo e l’apostolo Pietro, bensì tra Paolo e un altro dei 70 discepoli identificati dell’epoca con lo stesso nome di Pietro. Nel 1708, un gesuita francese, Jean Hardouin, scrisse una dissertazione in cui affermava che “Pietro” era in realtà “un altro Pietro”, da qui l’enfasi sull’uso del nome Cefa (aramaico per Pietro). L’esito finale dell’incidente di Antiochia rimane incerto; infatti la questione della legge biblica nel cristianesimo rimane controversa. La Catholic Encyclopedia afferma: “Il racconto di San Paolo della contesa non lascia dubbi sul fatto che San Pietro abbia visto la giustizia del rimprovero”.[36] Al contrario, ‘’From Jesus to Christianity’’ di L. Michael White afferma: ” Lo scontro con Pietro fu un totale fallimento di spavalderia politica ? Adesso illustrerò le attuali opinioni in materia.

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