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Con san Francesco il presepe è promessa di pace

Ma torniamo al Natale del 1223. Il terreno di Greccio era stato messo a disposizione del Poverello di Assisi da un nobile signore di nome Giovanni che, stando alle parole di Celano, per quanto di alto lignaggio e malgrado la sua posizione elevata, “non annetteva alcuna importanza alla nobiltà del sangue e cercava piuttosto di raggiungere la nobiltà dell’anima”, tanto da meritarsi l’affetto di Francesco.

Con san Francesco il presepe è promessa di pace

Quanto avvenuto a Greccio nella notte di Natale del 1223 è stato narrato, raffigurato e persino cantato più volte. Molto significative risultano le diverse letture e interpretazioni e tra queste si distingue quella dell’allora cardinal Joseph Ratzinger – che nel 2005 sarà eletto papa assumendo il nome pontificio di Benedetto XVI – dal significativo titolo Il bue e l’asino del presepe:

Con san Francesco il presepe è promessa di pace

Tommaso da Celano innanzitutto contestualizza l’episodio nella scelta esistenziale di Francesco d’Assisi da lui stesso ricordata e trasmessa ai frati poco prima di morire nel Testamento, ossia ‘vivere secondo la forma del santo Vangelo’ seguendo le orme del Signore nostro Gesù Cristo (cf. 1Pt 2,21).

Con san Francesco il presepe è promessa di pace

Tommaso da Celano circoscrive bene l’episodio – non c’è nessun ‘c’era una volta’ come iniziano le favole e le leggende nel significato attuale, come spiegato sopra – dandone le coordinate storiche: a Greccio, tre anni prima della morte avvenuta nel 1226, circa quindici giorni prima del Natale, cioè attorno al 10 dicembre 1223. Quindi in quell’anno con buona probabilità frate Francesco nell’Avvento, tempo di quattro settimane che prepara al Natale, da Roma giunse nella valle di Rieti per celebrare la festa della natività a Greccio descritta con attenzione dall’autore della vita del Santo, composta circa cinque anni dopo lo svolgersi dei fatti.   

Con san Francesco il presepe è promessa di pace

Se l’incontro di san Francesco con il sultano al-Malek al-Malik è un’icona del dialogo il presepe – la cui invenzione è attribuita sempre all’Assisiate – è un simbolo di identità. Eppure se letti con attenzione entrambi gli episodi sono un intreccio tra identità e dialogo e in ciò presentano la possibilità di cogliere un’occasione e affrontare la sfida dell’oggi.

In piazza San Pietro rivive il presepe di Greccio

800 anni fa, san Francesco d’Assisi volle realizzare il primo presepe e Onorio III approvava per i Frati Minori la Regola Bollata. Nel ricordo di questo duplice anniversario, la rappresentazione della Natività in piazza San Pietro e nell’Aula Paolo VI di quest’anno proverranno dalla Valle Reatina nella Diocesi di Rieti, mentre il monumentale albero di Natale arriva dall’alta valle Maira, nel comune di Macra, in Diocesi di Saluzzo e provincia di Cuneo.

A Roma una mostra nel nome di san Francesco

La mostra ‘Nel nome di san Francesco’ è una ragionata rassegna di materiali e di testimonianze, sondati con rigore entro una ricca documentazione patrimoniale per lo più appartenente ai frati Minori della Provincia di S. Bonaventura che, tramite il loro Centro Culturale Aracoeli, rendono conto della loro azione ministeriale in una stratificazione secolare assai viva nel territorio del Centro Italia e che prende il nome di Progetto san Francesco.

Una reliquia del saio di san Francesco sarà custodita nella chiesa della Santa Croce ad Anghiari

L’unità pastorale di Anghiari sarà custode di una reliquia del saio di san Francesco. Lo ha annunciato il vescovo Andrea Migliavacca a conclusione della Messa celebrata nella basilica del santuario di La Verna in occasione della solennità di san Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. La reliquia verrà collocata all’inizio del 2024, in data ancora da definire, nella chiesa di Santa Croce in Anghiari.

800 anni delle ‘Sorelle povere di santa Chiara’ a San Severino Marche

“Attraversando la Marca d’Ancona, in compagnia di frate Paolo, frate Francesco incontrò nella campagna un pastore che pascolava il suo gregge di montoni e di capre. In mezzo al numeroso branco c’era una sola pecorella che, tutta quieta e umile, brucava l’erba. Francesco disse al frate che lo accompagnava:

In memoria di Biagio Conte: Il mio primo incontro con un personaggio che mi evocava san Francesco

Nel mese di dicembre del 1988, periodo natalizio, una domenica mattina a passeggio con i miei 2 figli, 10 anni R. e 3 anni A. al foro italico di Palermo era allestito un ‘Luna Park’, dove ci divertivamo insieme ad altri genitori con la prole. R. mi dice che a scuola la maestra raccontava di aver avuto come allievo molti anni prima un ragazzo, oggi giovanotto di 25 anni, del quale le avevano riferito i vecchi compagni di averlo notato alla stazione centrale mentre chiedeva elemosina e si erano meravigliati in quanto sapevano che era un benestante.

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