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Papa Francesco ricorda le vittime di Mosca e di Kiev

“Ed assicuro la mia preghiera per le vittime del vile attentato terroristico compiuto l’altra sera a Mosca. Il Signore le accolga nella sua pace e conforti le loro famiglie. Egli converta i cuori di quanti progettano, organizzano e attuano queste azioni disumane, che offendono Dio… Cari fratelli e sorelle, Gesù è entrato in Gerusalemme come Re umile e pacifico: apriamo a Lui i nostri cuori! Solo Lui ci può liberare dall’inimicizia, dall’odio, dalla violenza, perché Lui è la misericordia e il perdono dei peccati. Preghiamo per tutti i fratelli e le sorelle che soffrono a causa della guerra; in modo speciale penso alla martoriata Ucraina, dove tantissima gente si trova senza elettricità a causa degli intensi attacchi contro le infrastrutture che, oltre a causare morti e sofferenze, comportano il rischio di una catastrofe umanitaria di ancora più ampie dimensioni. Per favore, non dimentichiamo la martoriata Ucraina! E pensiamo a Gaza, che soffre tanto, e a tanti altri luoghi di guerra”.

Con queste parole dopo la recita dell’Angelus papa Francesco ha introdotto i fedeli ai riti della Settimana Santa, ricordando le vittime dell’attentato a Mosca e della guerra in Ucraina. L’attentato nella capitale russa ha causato finora almeno 143 morti, ma destinati a salire, visto che di molte persone che erano nella grande sala del Crocus Music Hall non si hanno notizie.

Solo nella serata di venerdì i pompieri sono riusciti a estinguere completamente l’incendio appiccato dagli attentatori che venerdì sera erano entrati sparando e uccidendo chiunque incontrassero. I feriti ancora in ospedale sono 107, ma 200 spettatori mancherebbero all’appello.

Alcune fonti legate all’Isis hanno ribadito la matrice islamica dell’attentato. D’altra parte, estremisti musulmani hanno perpetrato varie stragi negli anni. Appena compiuto l’attentato il presidente Putin ha tentato di chiamare in causa l’Ucraina:

“Hanno cercato di fuggire verso l’Ucraina, dove gli era stata aperta una finestra per attraversare la frontiera di Stato. I criminali hanno organizzato un omicidio di massa ai danni di gente inerme, come un tempo facevano i nazisti, che compivano massacri nei territori da loro occupati. Tutti gli esecutori, gli organizzatori e i mandanti affronteranno una punizione inevitabile. Individueremo e colpiremo chi sta dietro questi terroristi, chi ha preparato questo delitto, chi ha consentito che potesse accadere”.

Infatti ancora prima che il presidente russo parlasse alla nazione, il sito del quotidiano Kommersant aveva cancellato dalla homepage ogni riferimento all’Isis, e affermando che secondo alcune fonti, il commando della strage era composto da combattenti russi filo ucraini che indossavano ‘barbe false’ per sembrare combattenti islamici.

Dal Canale Zapiski, che raccoglie le opinioni dei reduci dell’Operazione militare speciale: “Abbiamo certezza assoluta che questo massacro sia opera dei servizi segreti ucronazisti, istruiti da quelli occidentali”, mentre la direttrice di RT Margarita Simonyan ha considerato l’allarme su una minaccia dell’Isis lanciato dall’intelligence americana una prova del complotto: “Ormai è chiaro che tutto è stato orchestrato. Poco importa se il cane con la camicia ricamata si è sguinzagliato da solo, oppure se gli hanno impartito un ordine. In ogni caso la colpa è dell’ammaestratore”.

Le condoglianze al popolo russo sono giunte anche dall’arcivescovo di Mosca, mons. Paolo Pezzi: “A seguito del brutale attacco terroristico a Mosca, in cui molte persone sono state uccise e ferite, vorrei esprimere le mie più sentite condoglianze ai parenti delle vittime e il mio sostegno a tutti coloro che hanno sofferto in questa terribile tragedia”.

Ed ha richiamato al momento culminante della Settimana Santa: “Oggi i nostri cuori sono pieni di orrore e dolore, ma non lasciamo che ci facciano dimenticare che la nostra vita e quella di tutti gli uomini è nelle mani di Dio. La Settimana Santa, in cui la Chiesa cattolica entra già domani, ci ricorda che la morte non è l’ultima parola, che Cristo vince la morte… La risposta di Dio alla sofferenza umana è una presenza piena di amore”.

L’appello di mons. Pezzi è stato un invito ad essere testimoni di speranza: “Con fiducia in Lui, vi chiedo di pregare per la salvezza di tutti coloro che sono ancora in pericolo di vita, per il riposo eterno dei defunti, per l’aiuto e la guarigione degli afflitti e per il coraggio e la pazienza di tutti coloro che sono chiamati ad assisterli.

Vi prego di non disperare e di essere quella presenza piena di amore di Cristo dove vi trovate, di essere testimoni di speranza in questi tempi bui. Vi chiedo anche di esercitare la dovuta diligenza e prudenza per il bene della vostra sicurezza personale e pubblica”.

Alla Basilica di Santa Rita a Cascia, Domenica delle Palme presieduta dal card. Ernest Simoni

Sarà la prima volta a Cascia, ai piedi di Santa Rita, per il Cardinale Ernest Simoni, che Papa Francesco ha definito ‘martire vivente’, per i quasi 28 anni in cui durante il regime comunista in Albania, sua terra natale, è stato prigioniero, subendo persecuzioni, lavori forzati, violenze e minacce.

Nel suo instancabile apostolato, a ben 95 anni di età, il porporato, che oggi risiede nell’Arcidiocesi di Firenze, ha accolto con gioia l’invito della Comunità Agostiniana di Cascia e presiederà la Santa Messa Solenne della Domenica delle Palme, nella Basilica di Santa Rita. La celebrazione si terrà alle ore 10.30, preceduta dalla processione con le palme che partirà dall’inizio del viale del Santuario. Sarà trasmessa anche in diretta sul canale YouTube del Monastero www.youtube.com/user/monasterosantarita

Nel suo pellegrinaggio, il Cardinale, incontrerà le monache di clausura e i padri agostiniani, portando la sua preziosa testimonianza umana e di fede a tutti, soprattutto all’alba della Pasqua. Lui che ha sempre proclamato il perdono e la misericordia per i suoi aguzzini, pregherà davanti al corpo di Rita da Cascia, santa del perdono.

Simbolicamente, il Cardinale Simoni aprirà, quindi, la Settimana Santa della Basilica di Santa Rita, dove sono molti gli appuntamenti in preparazione alla Pasqua di Risurrezione. Tra i più importanti:

26 Marzo – MARTEDÌ SANTO

Celebrazione anticipata dell’8° GIOVEDÌ di SANTA RITA

(I 15 Giovedì di Santa Rita sono il cammino di preghiera e riflessione, in preparazione alla festa del 22 maggio e a ricordo dei 15 anni in cui la santa portò la spina, ricevuta dalla corona di Gesù, sulla fronte)

•          ore 17.00 – Santa Messa e Passaggio all’Urna di Santa Rita

In diretta sul canale YouTube del Monastero www.youtube.com/user/monasterosantarita

28 Marzo – GIOVEDÌ SANTO

•          ore 8.00 – Canto delle LODI

•          ore 17.00 – CENA DEL SIGNORE, presiede il Rettore Padre Mario De Santis

Segue la possibilità di rimanere in ADORAZIONE fino alle ore 23.00

In diretta sul canale YouTube del Monastero www.youtube.com/user/monasterosantarita

29 Marzo – VENERDÌ SANTO

•          ore 8.00 – Canto delle LODI

•          ore 15.00 – ADORAZIONE della CROCE, presiede Padre Pietro Bellini

In diretta sul canale YouTube del Monastero www.youtube.com/user/monasterosantarita

•          ore 21.00 – Processione penitenziale del Cristo Morto per le vie cittadine

30 Marzo – SABATO SANTO

•          ore 8.00 – Canto delle LODI

•          ore 21.00 – SOLENNE VEGLIA PASQUALE, presiede parroco di Cascia, Don Davide Travagli

In diretta sul canale YouTube del Monastero www.youtube.com/user/monasterosantarita

31 Marzo – DOMENICA DI RISURREZIONE

•          ore 17.00 – Santo Rosario

•          ore 17.30 – Canto del VESPRO con le monache

•          ore 18.00 – SANTA MESSA animata dalla Corale Santa Rita di Cascia

In diretta sul canale YouTube del Monastero www.youtube.com/user/monasterosantarita

Quinta Domenica di Quaresima: Gesù e la Nuova Alleanza

Il brano del Vangelo è un preludio alla passione e morte di Gesù; siamo ormai vicini alla festa di Pasqua. L’occasione è data da alcuni greci che chiedono di incontrare Gesù e si rivolgono ai discepoli. Li spinge forse la curiosità perché Gesù aveva risuscitato Lazzaro o perché pensavano di assistere a qualche miracolo. Gesù non si è incarnato per dare spettacolo di sé ma per rivelare all’uomo il senso vero della vita e quanto essa è preziosa al cospetto di Dio; questa nostra vita per la quale Gesù si è incarnato ed istituisce un’alleanza nuova con l’umanità, sancita a prezzo del suo sangue.

L’antica Alleanza era stata sancita tra Dio e Abramo; con Mosè era stata estesa a tutto il popolo ebreo e lo stesso Mosè ne aveva promulgato la legge: i dieci comandamenti, ‘osserva la mia legge, allora tu sarai il mio popolo, io sarò il tuo Dio’. L’Alleanza nuova, sancita da Gesù, è nuova perché scritta nel cuore dell’uomo: ‘Dio darà un cuore nuovo e uno spirito nuovo perché ogni uomo possa osservare la legge e i termini dell’alleanza’.

In questa dimensione acquista senso anche il soffrire, il patire: soffrire per il marito, per la moglie, per i figli, per il prossimo; soffrire a causa della giustizia, per la comunione, per la solidarietà, per il bene comune. Grazie alla nuova Alleanza Gesù diventa la vite e noi i tralci; Gesù è il Capo, noi le membra; Gesù è il buon pastore, noi le sue pecorelle. Un’Alleanza sancita con il sangue di Cristo in croce e non su due tavole di pietra; da qui l’espressione di Gesù: ‘Se il chicco di grano , caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore produce molto frutto’.

Chi ama la propria vita e cerca solo di salvaguardarla, la perde; ma chi la perde in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Conoscere Gesù, cercare Gesù significa accettare e servire il suo progetto di amore; e Gesù aggiunge: laddove sono Io, là sarà anche il mio servitore e il Padre mio lo onorerà come onora me. L’invito di Gesù non mira a dover scegliere la sofferenza per la sofferenza, ma è invito a vivere, qualunque circostanza offra la vita, con amore vero: e Dio è amore.

Nel brano del Vangelo si evince che Gesù stava vivendo un momento cruciale e decisivo della sua vita;  riconosce che ‘è venuta l’ora’ ed ha la certezza di quello che succederà: ‘Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me’: anche i pagani siano essi greci o romani. Però se il chicco di grano non muore non può diventare una rigogliosa spiga. Sul capo di Gesù si addensano: l’ora delle tenebre e l’ora della luce, l’ora del Padre e l’ora dei nemici. Dal cielo allora arriva una voce: ‘L’ho glorificato e lo glorificherò ancora’, è la voce del Padre.

Alla folla presente Gesù chiarisce: ‘Questa voce non è venuta per me ma per voi’. L’ora di Cristo Gesù segna la nascita di un mondo nuovo; dalla croce scaturirà la vita eterna per i credenti. Il cristianesimo, come vedi, non è una recita da teatro, ma è operare ogni giorno la guarigione o rinascita che si effettua con la purificazione del cuore. Quei Greci del Vangelo avevano chiesto: possiamo vedere Gesù? 

Questo Gesù, ieri come oggi, anche se non fisicamente, è presente tra di noi: è presente nella Parola di Dio; è presente nei fratelli piccoli o grandi, sofferenti nel corpo o nello spirito, è presente nell’assemblea; è presente nell’Eucaristia: ‘Prendete e mangiate, questo è il mio corpo’. Oggi è facile incontrare Gesù: bisogna solo avere fede, fede viva. Bisogna vedere quale Gesù vogliamo vedere: se un Gesù, frutto di fantasia, come Erode e rimase deluso; o il Gesù inviato dal Padre: quel Gesù che ‘pur essendo Dio, imparò l’ubbidienza  da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna’.

Amico, forse ti fa paura la croce o ti spaventa il sacrificio; dimentichi che non si sale senza sforzo, non si raccoglie il frutto senza prima gettare il seme. Abbi fiducia nel Signore; dice infatti Gesù alla samaritana: ‘Chi beve di quest’acqua tornerà ad aver sete, ma chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà sete in eterno’. A me, a te la scelta con l’aiuto di Dio, ma ricordati sempre che la croce esprime sempre: amore, servizio, dono di sé senza riserve; solo essa è l’albero della vita.

La Chiesa è custodita dai Sacramenti

“Con eventi e parole intimamente connessi, Dio rivela e attua il suo disegno di salvezza per ogni uomo e donna, destinati alla comunione con lui. Questa relazione salvifica si realizza in maniera efficace nell’azione liturgica, dove l’annuncio della salvezza, che risuona nella Parola proclamata, trova la sua attuazione nei gesti sacramentali. Questi, infatti, rendono presente nella storia umana l’agire salvifico di Dio, che ha il suo culmine nella Pasqua di Cristo. La forza redentiva di quei gesti dà continuità alla storia di salvezza che Dio va realizzando nel tempo.

Vivere il lutto insieme a Dio: un libro per prepararci alla Pasqua

Uno dei problemi della nostra società segnata dal progresso è che considera la morte un tabù: se non se ne parla, allora non ci tocca… ma non è così. La morte arriva. A volte in un lampo – e da oggi a domani tutto sembra svanire -, a volte dopo anni di dolore e ci chiediamo il perché di un simile calvario. La morte è fredda, è violenta. È grigia. Ed è spregiudicata: non guarda in faccia nessuno.

Card. Petrocchi: la Pasqua risveglia dal letargo

“L’annuncio della Pasqua, che la Chiesa proclama con gioia, deve risuonare in noi come invito alla conversione, ma anche come preziosa opportunità per fare un ‘momento di verità’. Di qui la domanda fondamentale che siamo chiamati a porci: in che misura la Pasqua di Cristo è diventata la nostra Pasqua?”

II Domenica di Pasqua: la domenica della divina misericordia

Gesù è veramente risorto! Quest’annuncio ancora oggi ci coinvolge tutti come singoli e come società. E’ un annuncio che conferisce pace e gioia ma non cessa di essere un mistero d’accogliere con fede e amore. Siamo cristiani perché Cristo è veramente risorto; Egli è il Dio con noi. Gesù aveva dato l’annuncio della sua risurrezione attraverso le pie donne, che si erano recate al suo sepolcro, e sono divenute ambasciatrici di Cristo.

Papa Francesco: l’incontro con Gesù avviene nell’annuncio

“In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: Salute a voi! Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno”.

La Resurrezione spirituale dell’umanità è l’unica risposta, non più rimandabile all’ideologia della morte

“E’ la seconda Pasqua che, a poca distanza dall’Italia, nel cuore dell’Ucraina, un grave evento storico, come è la guerra, miete vittime innocenti, che come agnelli sacrificali vengono immolate sull’altare della patria, non solo della nazione Ucraina, ma anche di quella russa.

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