Tabò: il dono rende l’Italia vivace

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L’Italia, primo Paese al mondo ad aver sancito per legge il Giorno del Dono, martedì 4 ottobre ha celebrato la festa del dono e della donazione in tutte le sue forme promossa dall’Istituto Italiano della Donazione (IID), come ha commentato il suo presidente, Stefano Tabò:

“Preparando questa ottava edizione del Giorno del Dono ci siamo resi conto di come un solo giorno non fosse sufficiente per contenere la voglia di partecipare che il dono e la donazione meritano. Il Giorno del Dono nasce infatti per dare meritata visibilità alle iniziative sul territorio che restituiscono l’immagine di un’Italia vivace, sensibile, intelligente, in grado di ripensare il dono anche nei giorni di difficoltà per il Paese: Scuole, Comuni, Associazioni, Imprese, Cittadini, Mezzi d’informazione e Servizi Minorili della Giustizia insieme per formare la mappa dell’Italia che dona: un Paese capace di reagire alle difficoltà facendo della gratuità la propria bandiera.

Sono onorato degli importanti riconoscimenti ottenuti anche quest’anno dal Giorno del Dono, a testimonianza dell’alto valore di questa giornata che si svolge nell’ambito dei Protocolli d’intesa con il Ministero dell’Istruzione e con il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità del Ministero della Giustizia”.

L’evento di martedì scorso è stata la punta di diamante del programma ideato e realizzato da IID tutto l’anno: oltre 350 gli enti che hanno scelto di partecipare a #DonoDay2022 componendo la coloratissima mappa dell’8° Giro dell’Italia che dona. Oltre 100 scuole con più di 80 elaborati artistici candidati al contest #DonareMiDona, oltre 100 amministrazioni comunali in tutto il Paese e più di 150 tra enti di terzo settore e imprese di tutte le regioni italiane che hanno voluto essere testimonial del Giorno del Dono. Moltissimi tra loro, oltre 150, si sono attivati in prima persona e hanno organizzato un’iniziativa nel proprio territorio nel corso del primo mese del dono: ottobre 2022.

Inoltre il Rapporto annuale ‘Noi doniamo’, curato dall’Istituto Italiano della Donazione (IID), ha indagato lo stato dell’arte delle tre principali tipologie di dono: la donazione di capacità e tempo (volontariato), la donazione economica (denaro) e quella biologica (sangue, organi…). Per ciascuno di tali ambiti il Rapporto misura le pratiche e la propensione al dono degli italiani con dati generali accompagnati da approfondimenti svolti da diversi punti di vista.

E la fotografia che emerge è di un generalizzato impatto negativo sulla propensione al dono dei cittadini, come ha commentato Stefano Tabò: “Un effetto che ci aspettavamo, perché anche il dono, come tutte le sfere della vita pubblica e privata delle persone, non può non aver subito contraccolpi dalle crisi a più livelli che stiamo vivendo.

Se i dati messi insieme mostrano una contrazione che inverte una tendenza di lieve crescita di lungo periodo dell’impegno personale, va sottolineato però che le organizzazioni del terzo settore dimostrano una sostanziale tenuta. Questo fa ben sperare e dimostra la loro capacità di reagire e di praticare anche nuove strade per non far mancare il loro apporto alle comunità di riferimento.

Ci sono tutte le condizioni per proseguire nell’impegno di richiamare i cittadini a mettersi in gioco per esprimere concretamente anche attraverso il dono il loro personale contributo” .

Secondo i dati Istat relativi al 2021, la quota di persone che dichiaravano di aver donato risorse economiche alle associazioni ha registrato un netto un calo di 2,3 punti percentuali, arrivando a toccare quota 12% dopo il lieve aumento (dal 13,4% al 14,3%) del 2020.

Buone notizie invece dalla sfera delle donazioni informali: il denaro che non transita dalle organizzazioni non profit, secondo i dati rilevati da DOXA, ha invertito la tendenza per le principali tipologie. Aumenta di tre punti percentuali la quota di coloro che hanno effettuato almeno una donazione di questo tipo (che cresce dal 33 al 36%).

Questa inversione potrebbe essere causata da una ripresa della socialità dopo i mesi del lockdown, ma è ancora lontana dalla quota del 41% che veniva registrata nel 2019. Sempre secondo i dati DOXA, diminuisce di tre punti percentuali (dal 64% al 61%) la quota di coloro che dichiarano di non avere fatto alcun tipo di donazione con un incremento speculare (dal 15% al 18%) di coloro che hanno effettuato una donazione soltanto informale, mentre rimangono stabili gli altri due sotto-insiemi, quello dei donatori sia a ONP che informali (al 18%) e quello dei donatori soltanto a ONP (al 3%).

Se la quota di persone che donano è ancora lontana dai livelli pre-pandemici, segnali positivi arrivano invece dalle organizzazioni non profit: l’indagine 2022 curata dall’Istituto Italiano della Donazione sull’andamento delle raccolte fondi registra un incremento del 12% rispetto al 2020 delle ONP che migliorano arrivando al 33% a fronte di una diminuzione del 13% rispetto all’anno precedente di ONP che peggiorano arrivando al 39%. Risultati ancora più positivi per le entrate da raccolta fondi, in questo caso le ONP che migliorano fanno un balzo di 21 punti percentuali passando dal 25% del 2020 al 46% del 2021.

Però la pratica volontaria dei cittadini ha visto infatti nel 2021 un trend particolarmente negativo. La contrazione dell’attività di volontariato misurata dall’Istat, e già riportata ad aprile con la pubblicazione dei dati più rilevanti all’interno del Rapporto Bes 2021, è stata di 2,5 punti percentuali rispetto al 2020. Se nel 2019 era stata del 9,8% la quota di persone che avevano svolto volontariato, calata al 9,2% nel 2020, il 2021 ha registrato un crollo di quasi due punti percentuali, assestandosi al 7,3%.

E’ in particolare sulla donazione di sangue che si fanno sentire gli effetti di lunga durata della pandemia. Secondo le elaborazioni del Centro Nazionale Sangue, nel 2021 i donatori di sangue e plasma in Italia sono stati 1.653.268, cifra che rappresenta un calo dell’1,8% in confronto al 2019. Nonostante una lieve ripresa rispetto al 2020, i livelli di donazione di sangue, plasma e altri componenti non sono ancora tornati ai livelli pre-pandemici.

Positivi invece i trend relativi all’attività di donazione e trapianto in Italia per quanto riguarda organi, tessuti, cellule staminali emopoietiche, gameti, attività ispettiva e gestione del rischio clinico. Secondo i dati del Centro Nazionale Trapianti c’è stata una ripresa dell’attività di donazione (+12%) e trapianto (+9%), sostanzialmente tornata ai livelli pre-Covid, con una crescita registrata in quasi tutte le tipologie di intervento. Infine è salito anche il numero dei donatori disponibili alla selezione per il trapianto di midollo osseo: al 31 dicembre 2021 è salito a 469.650 secondo i numeri del Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo.

(Foto: IID)

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