Fra Munari invita a vivere da figli di Dio

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Il nostro cammino è in salita non tanto perché ci è chiesto di diventare altro da ciò che siamo, ma perché siamo chiamati a rimuovere dalla nostra vita tutto ciò che non ci appartiene e tutto ciò che non ci definisce: “Qualche anno fa, preparando un corso di introduzione ai vangeli sinottici, mi sono fermato a lungo cercando di capire quale poteva essere la logica che univa i cinque grandi discorsi di Gesù presenti nel vangelo secondo Matteo.

Dopo aver riflettuto, mi sono convinto che, contrariamente a quanto ritengono alcuni esegeti, essi non sono una sorta di nuovo Pentateuco e non corrispondono in nessun modo a cinque discorsi di Mosè. Essi costituiscono invece un cammino di formazione dei discepoli legato alle diverse tappe della vita”: così scrive nell’introduzione del libro ‘Vivere da figli di Dio’, Matteo Munari, frate minore.

Ha emesso la prima professione nel 1997 e la professione solenne nel 2001 nella Provincia di San Francesco dei Frati Minori dell’Umbria. E’ stato ordinato sacerdote nel 2005. Ha conseguito il Baccalaureato in Teologia nel 2003 presso l’Istituto Teologico di Assisi. Ha conseguito poi la Licenza (2008) e il Dottorato (2012) in Scienze Bibliche e Archeologia presso lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, dove attualmente insegna Esegesi del Nuovo Testamento e Aramaico Targumico.

Fra Munari nel libro sottolinea la necessità di un cammino di purificazione: “Nel primo grande discorso di Gesù del Vangelo di Matteo (5-7), troviamo le istruzioni per vivere da figli di Dio. In questa catechesi, c’è una sezione nella quale Gesù ci insegna a riscoprire la nostra identità di figli di Dio per essere sale della terra e luce del mondo.

Per essere discepoli di Gesù e vivere da figli di Dio, è necessario percorrere un cammino di purificazione che parte dai nostri istinti più bassi, quali l’aggressività e la lussuria, e che conduce alla perfezione dell’amore, propria del nostro Padre che è nei cieli. Si tratta di un cammino in sei tappe. In ognuna Gesù cita un passo dell’Antico Testamento per poi aggiungere il suo insegnamento”.

La violenza può essere sconfitta attraverso la riconciliazione: “Dopo aver denunciato la gravità della violenza verbale, Gesù continua il suo insegnamento offrendo come medicina il cammino della riconciliazione attraverso due esempi (Mt 5,23-26).

Il primo chiarisce che nessun atto di culto è accetto a Dio se non c’è stato almeno un tentativo di riconciliazione con il fratello offeso. Come testimonia la Didaché, questo principio è stato applicato all’Eucarestia fin dall’antichità: ‘Chiunque è in lite con il suo prossimo non si unisca a voi se non dopo essersi riconciliato, affinché non venga profanato il vostro sacrificio’.

Il secondo esempio chiarisce che, anche se non riusciamo più a vedere nel prossimo un fratello, la riconcilia­zione è comunque un passaggio obbligato se desideriamo essere accolti alla presenza di Dio. La mitezza è quindi il primo segno che ci permette di essere sale della terra e luce del mondo”.

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