Gli auguri perché in Cina ci siano pace e rispetto

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“Dopodomani, 1° febbraio, in tutto l’Estremo Oriente, nonché in varie parti del mondo, si celebrerà il Capodanno Lunare. In questa circostanza, rivolgo il mio cordiale saluto ed esprimo l’augurio che nel Nuovo Anno tutti possano godere la pace, la salute e una vita serena e sicura. Com’è bello quando le famiglie trovano occasioni per radunarsi e vivere insieme momenti di amore e di gioia!”

Questi sono stati gli auguri che papa Francesco ha rivolto domenica scorsa al termine dell’Angelus al popolo cinese per il capodanno lunare con particolare attenzione a chi è in difficoltà per la pandemia: “Molte famiglie, purtroppo, non riusciranno quest’anno a riunirsi, a causa della pandemia.

Spero che presto potremo superare la prova. Auspico, infine, che grazie alla buona volontà delle singole persone e alla solidarietà dei popoli, l’intera famiglia umana possa raggiungere con rinnovato dinamismo traguardi di prosperità materiale e spirituale”.

Inoltre un video messaggio in italiano, con traduzione cinese (https://www.youtube.com/watch?v=IDl5EQHvAfo) è stato inviato da mons. Nazzareno Marconi, vescovo della diocesi di Macerata, luogo di origine del grande missionario gesuita in Cina, p. Matteo Ricci, ha fatto un augurio anche per l’inizio dei Giochi olimpici e paraolimpici invernali di Pechino, sottolineando come si possa “vivere la grande testimonianza di padre Matteo Ricci e i legami tra il popolo cinese e la Chiesa universale da lui allacciati”.

Intanto la comunità cattolica cinese continua con fede il consueto cammino pastorale e caritativo del Capodanno, visitando gli anziani e le persone sole, i malati e le famiglie in difficoltà economiche.

Una particolare attenzione viene data alle vocazioni, concentrandosi sui genitori di sacerdoti e suore, come anche sui seminaristi. Oltre agli aiuti materiali, la Chiesa ha particolarmente a cuore la vita spirituale dei fedeli soprattutto in occasione del Capodanno.

Ed a pochi giorni dall’inaugurazione dei Giochi Olimpici invernali, inaugurati ieri, Amnesty International aveva ribadito che essi devono essere un’opportunità per promuovere il miglioramento della situazione dei diritti umani in Cina, ha dichiarato Alkan Akad, ricercatore sulla Cina di Amnesty International:

“I Giochi olimpici di Pechino promettono di essere un evento sportivo memorabile, ma il mondo non può ignorare ciò che sta accadendo in ogni parte della Cina: avvocati e attivisti imprigionati solo a causa del loro lavoro, donne sopravvissute alla violenza sessuale punite per le loro denunce, migliaia di condanne a morte eseguite ogni anno, gruppi etnici di religione musulmana sottoposti sistematicamente a internamenti di massa, torture e persecuzioni.

L’evento sportivo non dovrebbe essere usato per distogliere l’attenzione dalla drammatica situazione dei diritti umani in Cina. Al contrario, dovrebbe essere visto come un’opportunità per chiedere a Pechino di affrontarla”.

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