Pax Christi invita ad avere cura delle relazioni

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“Dobbiamo essere tutti artigiani della pace, ora, in ogni momento. Ed essere capaci di trasformare il Mediterraneo in un mare di pace”: presente anche il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, per un saluto ai partecipanti al Congresso nazionale di Pax Christi, svoltosi il 4 e 5 settembre ad Assisi, in un teatro di pace per antonomasia, presso la Cittadella della Pro Civitate Christiana.

Oltre 140 partecipanti al Congresso, tra i quali mons. Luigi Bettazzi, già Presidente internazionale di Pax Christi, e tanti altri collegati a distanza. Il card. Bassetti, con l’attuale Presidente, mons. Giovanni Ricchiuti, si è posto sui passi di don Tonino Bello, di don Pino Puglisi e di papa Montini, precursori nella costruzione di un sentiero di pace dialogica nel quale si pone la Chiesa, la comunità cristiana ma non solo, invitando a ‘battersi per la pace’:

“C’è in questa affermazione una grande eredità spirituale e sociale combinata con un’eccezionale attualità. E’ evidente come in queste parole riecheggi la nota espressione di Paolo VI quando dice, nella ‘Populorum progressio’, che ‘lo sviluppo è il nome nuovo della pace’. Tuttavia, nell’affermazione di don Tonino c’è qualcosa di più, c’è uno sviluppo fecondo del magistero pontificio che risuona ancora oggi nelle nostre vite.

Ovvero, come diceva il vescovo di Molfetta che ‘non sempre lo sviluppo è sinonimo di progresso’: infatti, le ‘armi moderne’ non sono un indice di sviluppo, sebbene siano tristemente un segno di progresso; ‘le articolazioni scientifiche’ dell’economia moderna, che impediscono ad alcuni popoli di progredire, sono addirittura una ‘involuzione’”.

Ed ha ricordato gli scritti di san Paolo VI sul denaro: “C’è una pagina insuperabile di Paolo VI che meriterebbe di essere approfondita e su cui invece poco si riflette. Montini parla infatti del denaro come di un ‘bene isolante’. Intuizione strepitosa che spiega la radice di molti mali della società attuale.

Il culto del denaro, che poi altro non è il culto del successo e in definitiva il culto degli uomini a se stessi, è una vera e propria religione dei tempi odierni. Con il denaro puoi comprare il cibo migliore, puoi pagare i migliori medici, puoi fare le migliori vacanze. Puoi fare tutto. Ti rende apparentemente autonomo in tutto. Non hai più bisogno di Dio, ma l’uomo si fa dio di se stesso. E prega per se stesso. Un po’ come si faceva con il vitello d’oro”.

Infine un invito a costruire la pace: “Ecco perché noi abbiamo l’assoluto, incessante bisognoso di preparare e di costruire la pace. A partire dalle relazioni interpersonali, da chi ci sta vicino, dai nostri colleghi di lavoro, dai nostri figli, dai nostri vecchi…

Ecco cari amici e amiche vi lascio con un grande incoraggiamento: vale la pena battersi per la pace, perché la pace non è solo una virtù ma uno stile di vita cristiano per costruire un modo migliore. E ricordate sempre: non c’è pace senza cultura del dialogo, non c’è pace”.

Il saluto del Presidente della Cei ha concluso una giornata densa di riflessioni e di confronto, introdotta dal prof. Roberto Mancini (docente di Filosofia Teoretica dell’Università di Macerata), Nicoletta Dentico (esperta in salute globale), moderati da Riccardo Michelucci, cui è seguita una testimonianza di Antonio Caschetto (coordinatore dei programmi italiani del Movimento ‘Laudato Sì’).

Cosa vuol dire ripartire dalla cura in un tempo di abuso di potere, di economia finanziarizzata, di tecnocrazia, di dominio mediatico e di fragili e complessi equilibri geopolitici? E quale posto al diritto alla salute delle persone e dei popoli?

E’ tempo di resistenza, questo pandemico, e di ripartenza per ritrovare il respiro delle interconnessioni necessarie. Ma è anche tempo di restituire spazio e protagonismo alla generatività, alla speranza inclusiva e all’amore, quello politico oltre che interpersonale.

Perché la creatività e la generatività stessa possono essere le leve da cui partire per superare l’asfissia del capitalismo globale. Le narrazioni e le chiavi interpretative del tempo complesso in cui viviamo, offerte dai relatori, si traducono ora in strade percorribili, in percorsi, in azioni praticabili nei prossimi quattro anni da Pax Christi Italia.

In conclusione Pax Christi ha sottolineato che la produzione di armi nucleari è immorale: “Il nostro obiettivo politico e giuridico è il disarmo nucleare totale. In particolare noi stiamo lavorando affinché il TPNW, già operativo, possa estendersi a tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite, compresi i 9 Paesi detentori di armi nucleari e i 5 Paesi che pur non avendo proprie armi nucleari le dispiegano.

Continueremo con determinazione a lavorare affinché il nostro Governo sottoscriva e ratifichi il TPNW e comunque agisca per liberare il nostro territorio dalle armi nucleari statunitensi. Continueremo anche ad operare per il disarmo convenzionale totale a partire dalla lotta contro i sistemi d’arma a doppia capacità convenzionale e nucleare come gli F35, quelli non strettamente difensivi e i sistemi d’arma autonomi o semiautonomi.

Continueremo ad operare affinché il ‘diritto umano alla pace’ diventi effettivo e le Nazioni Unite possano svolgere finalmente il loro ruolo liberando le generazioni future dal flagello della guerra”.

Al termine dei lavori congressuali sono stati eletti i nuovi consiglieri nazionali del Movimento: Gianna Badoni, Nandino Capovilla, Franco Dinelli, Giovanni Fusar Poli, Mauro Portoso, Renato Sacco, Adriana Salafia, Filippo Severino, Elisabetta Tusset, Viviana Longo, Sonia Zuccolotto.

(Foto: Mosaico di Pace)

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