Kaladich (presidente Fidae): si rinnovi il linguaggio nella scuola

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“La Fidae guarda con interesse al Piano Scuola per l’estate varato dal Ministero dell’Istruzione dove c’è anche una linea di finanziamento per i progetti delle Scuole Paritarie. Certo, ci sarebbe piaciuto che anche le altre due linee di finanziamento fossero state accessibile alle scuole paritarie che, per legge, fanno parte del sistema integrato d’Istruzione, ma vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno e quindi da subito ci rimbocchiamo le maniche per presentare dei progetti utili agli studenti che vengono da due anni scolastici molto complicati”.

Partendo da tale dichiarazione abbiamo chiesto alla presidente nazionale Fidae, Virginia Kaladich, consacrata della diocesi di Padova, di raccontarci come è stato affrontato questo anno scolastico dalle scuole cattoliche:

“E’ stato un anno complicato, siamo partiti con la consapevolezza che avremmo dovuto fare gli straordinari, tutti insieme, ma forse anche con la speranza che la pandemia piano piano potesse mollare la presa. Invece ci siamo ritrovati a dover affrontare mesi molto duri con gli alunni più grandi di nuovo a casa per fare lezioni a distanza, le classi in presenza con la continua spada di Damocle della quarantena, e poi i tamponi, il distanziamento, lo stop a tante attività.

Ma non ci siamo scoraggiati, abbiamo anzi colto l’occasione per apprendere dalle nuove tecnologie: la Dad, se fatta bene e secondo standard di qualità, può rivelarsi un’ottima alleata e noi,  grazie al lavoro svolto con UNI – Ente di normazione italiano, siamo riusciti a creare una prassi di riferimento sia per la Dad che per la didattica mista, valida per ogni scuola di ordine e grado, che ci è stata molto utile.

Certo l’insegnante deve metterci sempre quel qualcosa in più, e non trasformarsi in un semplice ingranaggio del nuovo processo digitale, affinché la didattica a distanza sia anche una didattica di vicinanza. Un altro punto centrale in quest’anno scolastico è stata la formazione continua che abbiamo garantito a gestori, dirigenti, insegnanti e a tutto il personale scolastico, grazie all’appuntamento con i webinar del mercoledì a cui si sono aggiunte altre iniziative, come ad esempio quelle legate al nuovo patto globale per l’educazione rilanciato lo scorso ottobre da papa Francesco”.

Cosa significa cura educativa nella scuola?

“Significa proprio partire dal messaggio di papa Francesco perché la pandemia, che ancora ci tiene in bilico tra libertà e restrizioni, ha fatto emergere la necessità di prendersi cura dell’altro. Educare significa questo: prendersi cura dell’altro, trasmettergli delle conoscenze e quindi renderlo pronto per affrontare le sfide che la vita gli metterà davanti.

Oggi siamo di fronte a delle novità che erano già presenti prima ma che la pandemia ci ha costretto ad affrontare a viso aperto: il linguaggio dei giovani è condizionato da smartphone, tablet e pc e noi che ci troviamo dall’altra parte abbiamo dovuto adattarci a questo linguaggio, ed è stato un bene perché, nonostante molte nostre scuole avessero iniziato dei percorsi con lezioni innovative, è certo che ora abbiamo tutti acquisito un bagaglio di conoscenze che ci tornerà utile. Anche questo significa cura, significa accompagnamento, significa relazione”.

In quale modo le scuole cattoliche partecipano al patto globale? 

“Le scuole cattoliche si stanno dando da fare per mettere in campo una serie di attività che accompagnino tutti, dai docenti alle famiglie, ad un vero cambio di paradigma. La Fidae, ad esempio, con il progetto #vogliamofarescuola, si è inserita in questo percorso voluto dal Santo Padre, cercando di coniugare la fede con la cultura per offrire ai nostri alunni un cammino completo, che li accompagni con attenzione al raggiungimento del loro bene, della loro libertà e del loro sviluppo integrale”.

Cosa significa parità scolastica in Italia?

“In Italia purtroppo la parità scolastica è ancora un buon proposito, sancito per legge 21 anni fa, ma ad oggi ancora incompleto. Se infatti da una parte è stata riconosciuta la libertà di scelta educativa, così come prevede la nostra Costituzione, dall’altro lato ci sono molti buchi neri, come il fatto che ogni anno dobbiamo elemosinare un contributo che ci spetta per legge ma che sembra sempre che sia un’elargizione o, peggio, un favore, da parte del Parlamento.

E poi devo dire che la cosa più dura da combattere è il muro ideologico di una parte politica che continua ad additare le scuole paritarie come dei diplomifici o come centri esclusivi aperti a pochi. Non è così: le scuole paritarie rappresentano circa il 10% di tutto il sistema scolastico nazionale e in molti casi, in territori difficili, sono gli unici istituti presenti”.

La scuola ha bisogno di innovazione: da dove partire e dove intervenire?

“Direi che peggio di questa crisi, come ci ha detto Papa Francesco, c’è solo il fatto di sprecarla. In qualche modo l’emergenza ha scardinato un modello che presentava delle falle: i ragazzi, anche quelli della scuola secondaria di secondo grado, sono nativi digitali e comunicano moltissimo con i nuovi mezzi. Forse era arrivato il momento anche per tanti docenti di aggiornarsi e provare a mettersi in gioco.

Oggi diritto allo studio significa anche diritto alla connessione, e la pandemia ci ha fatto capire come non tutto il paese sia raggiunto dalla banda larga e soprattutto come non tutte le famiglie abbiano a disposizione più device. Serve un grande piano nazionale di digitalizzazione che non trascuri tutti quegli alunni portatori di fragilità e di disabilità.

Poi credo che sia anche il momento di completare finalmente una vera parità: la legge 62 del 2000 ha sancito una parità che è rimasta sulla carta e che ha bisogno di un’attuazione concreta, soprattutto laddove non ha istituito un’erogazione dei fondi stabile. Solo se tutti insieme camminiamo verso lo stesso obiettivo sapremo rinnovare il sistema scolastico italiano”.

Brevemente cosa è la Fidae?

“La FIDAE è stata fondata a Roma nell’anno 1945 con la denominazione di Federazione di Istituti Dipendenti Autorità Ecclesiastica, ma dall’anno 1971 siamo diventati Federazione Istituti di Attività Educative. Dal dopoguerra in poi siamo in campo per affrontare  una grande molteplicità di problemi, attinenti i giovani, l’educazione e la scuola e naturalmente per batterci, insieme alle sigle riunite nell’Agorà della parità (AGeSC – Associazione Genitori Scuole Cattoliche, CdO Opere Educative – CNOS Scuola – Centro Nazionale Opere Salesiane, CIOFS Scuola – Centro Italiano Opere Femminili Salesiane, FAES – Famiglia e Scuola, FIDAE – Federazione Istituti di Attività Educative, FISM – Federazione Italiana Scuole Materne, FONDAZIONE GESUITI Educazione), affinché anche in Italia si arrivi ad una vera libertà di scelta educativa”.

(Foto: Fidae)

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