Il ministro (teologo) Boccia ha detto sì: Gesù nascerà, ma due ore prima

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No, non è uno spot pubblicitario, uno slogan da avanspettacolo di serie C o peggio, la trama di un cinepanettone. È la consapevolezza di un Ministro della Repubblica Italiana che, da cattolico quale si professa, irride nelle sue fondamenta il Cristianesimo. E lo fa in salsa politically correct, un copione che ormai è collautato da certi intellettuali di sinistra. Un po come Biden, che da pseudo ultracattolico plaude l’aborto, scatenando le proteste di mezzo clero statunitense, quello che per intenderci non digerisce la sua amicizia con il Pontefice regnante.

Senza troppe divagazione, qui non si discute il valore intrinseco delle affermazioni di Francesco Boccia, tanto dove abbiamo celebrato la Pasqua possiamo anche fare il Natale: siamo consapevoli che la tutela spetta ad altre cose; al black friday, ai regali sotto l’albero, al cenone con i congiunti ma non troppo, alle maglie allargate ma solo in nome del consumismo.

Siamo consapevoli che non meritiamo alcuna fiducia perché vuoi mettere l’assembramento in Chiesa rispetto alle piazze di mezza Italia? Insomma, siamo consapevoli della Pandemia in atto, nonostante chi ci Governa. Però almeno, ci siano risparmiate le irriverenti battute, gli sberleffi e le cadute di stile. Quelle no, non sono gradite. Il Coprifuoco a Gesù Cristo è l’imbarazzante parabola di un Governo senza idee, che si affida allo spezzatino cromatico di un’Italia a pezzi.

Ciò che desta preoccupazione però, non è quanto afferma lo pseudo cattolico Boccia, ma le mancate prese di posizioni da parte dei diretti interessati, dei fedeli, del clero. Il decadente episodio è lo specchio di uno società alla deriva, in cui la religione cristiana è alla stregua del folclore popolare; una porta scorrevole, che si apre e si chiude in base all’occorrenza.

Nessuno tra i fedeli si sogna di infrangere le norme di sicurezza anti-covid. Così come nessuno avrebbe fatto storie se la veglia natalizia fosse stata spostata di due ore e basta, senza questi annunci in pompa magna. È la presunzione di ragionevolezza nelle parole del Ministro agli Affari Istituzionali che rendono il boccone indigesto.

Mi chiedo: se la stessa sfacciataggine fosse stata usata contro i nostri fratelli Musulmani, o peggio, contro Maometto, cosa sarebbe accaduto? Nulla, perché nessuno si sarebbe spinto fino al limite della provocazione contro l’islam. Si tratta del cristianesimo? Ma si, osiamo. Il massimo che può succedere è l’offesa di qualche prete di periferie o di qualche massaia bigotta e illetterata? Passerà.

Di certo, non ci lasceremo cronometrare da Boccia su come e quando sarà la liturgia del Natale. Che sia due ore o due giorni prima, poco importa. Il Natale è salvo, ma non perché lo dice il Ministro; è salvo perché l’esempio tangibile di Cristo è il più grande miracolo che si perpetua da duemila anni.

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