Mons. Cevolotto: da Piacenza per una Chiesa che prenda il largo

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Domenica scorsa mons. Adriano Cevolotto ha preso possesso della Cattedra della diocesi di Piacenza Bobbio sotto la pioggia, affidando il suo ingresso a san Giovanni XXII attraverso il motto scelto, ‘Prendi il largo’. Prima di celebrare l’Eucarestia in cattedrale ha visitato la chiesa di san Lazzaro e san Vincenzo de’ Paoli, il quartiere del seminario al Collegio Alberoni e dell’Università Cattolica: “Due realtà che rimandano, pur con modalità diverse, al compito a cui la Chiesa è chiamata: la cura delle nuove generazioni”.

Ed infine al centro ‘Il Samaritano’ della Caritas: “Vedete gli scarti in realtà non sono tali, basta mettere insieme le cose nel modo giusto e diventano qualcosa di speciale”. Infine in cattedrale con l’abbraccio con il predecessore mons. Gianni Ambrosio: “Lo ringrazio per la sua testimonianza e l’accoglienza che mi ha riservato fin dal primo giorno”.

Nell’omelia mons. Cevolotto ha raccontato il banchetto evangelico: “E’ la descrizione della storia di Israele, del rapporto del popolo eletto con il proprio Signore: un progetto di salvezza che viene regolarmente osteggiato. Ma la parabola non è lontana dal narrare tanti inviti alla comunione lasciati cadere o, peggio ancora, avversati con violenza. Inviti che giungono dal Signore come pure da fratelli e sorelle che chiedono di partecipare alla loro vita”.

Ed ha spiegato in cosa consiste l’abito nuziale: “Rivestirsi di un abito nuovo, di conversione all’amore gratuito di quell’invito è indispensabile per ‘restare’ degnamente al banchetto. Se con il proprio rifiuto qualcuno si è preclusa la possibilità di entrare al banchetto di nozze, c’è anche chi viene cacciato fuori perché vuole sedere a mensa senza rivestire l’habitus nuovo. Cioè in una condizione che si oppone al significato di quelle nozze. La gratuità dell’invito non sminuisce le esigenze della risposta”.

La parabola è un invito ad una Chiesa aperta ed accogliente: “Non c’è alternativa: o si favorisce la partecipazione di tutti al banchetto o si impedisce che questo avvenga con le nostre chiusure. Anche tra noi è possibile mettere in atto comportamenti escludenti. I posti a sedere non li stabiliamo noi perché noi siamo i primi ad essere semplicemente invitati.

Invitati al banchetto della vita dignitosa, della fraternità. Al banchetto della comunione, che nutre il desiderio di sentirsi partecipi e non esclusi dalle relazioni. È anche il banchetto del pane spezzato e del pane condiviso, nel quale si rinnova la sorpresa che c’è pane per tutti, che c’è posto per tutti”.

Concludendo l’omelia mons. Cevolotto ha invitato la Chiesa ad essere ‘ospite’:“E l’immagine del banchetto può benissimo interpellare il presbiterio, nel quale tutti e ciascuno devono sentirsi parte di una fraternità costruita nella forza della gratuità delle relazioni; immagine (quella del banchetto) che interpreta il nostro cammino di Chiesa, provocata sia dall’avvio delle ‘Comunità pastorali’, che dalla sfida della stagione di precarietà che stiamo vivendo. Nella condivisione dell’incertezza che sembra insopportabile, ci è chiesto di recuperare insieme motivi di fiducia e di speranza”.

Nel saluto iniziale mons. mons. Gianni Ambrosio, ha tracciato l’entusiasmo della Chiesa piacentina: “Vuole essere, insieme a te, al servizio di Dio e del bene degli uomini e delle donne di questa terra, desiderosi di luce, di fiducia, di amore. Le difficoltà non mancano: stiamo attraversando momenti difficili, con molte sofferenze e con grandi incertezze per tutti, in particolare per i poveri e i bisognosi sia nello spirito sia nella vita materiale. La rete da gettare, dopo aver preso il largo, deve essere grande per non dimenticare nessuno”.

Il sindaco della città,  Patrizia Barbieri, ha affidato la città al vescovo: “A Lei, dunque, affidiamo oggi quella che speriamo possa sentire sin d’ora la Sua casa e la Sua famiglia: un territorio in stretta correlazione con la propria Diocesi, di cui le comunità parrocchiali, il tessuto associativo e il mondo del volontariato  rappresentano la linfa vitale.

Una città antica, fiera del proprio appellativo di Primogenita d’Italia e della Medaglia d’Oro al Valor Militare, conferita per il sacrificio in difesa dei principi universali e irrinunciabili della libertà e della democrazia”.

Infine, a nome delle aggregazioni laicali, Ilaria Massera, presidente dell’Azione Cattolica diocesana, ha sottolineato la collaborazione dei laici con la Chiesa: “In questa giornata gioiosa desideriamo riaffermare il nostro impegno per la realizzazione di una piena sinodalità tra laici e presbiteri, nella comunità e per la comunità.

Rinnoviamo il desiderio e la disponibilità alla partecipazione e al confronto, soprattutto in quegli spazi e appuntamenti che, sia a livello diocesano che di comunità pastorale, costituiscono l’opportunità per far maturare il discernimento pastorale e uno stile caritativo a sostegno dei più poveri e delle situazioni di fragilità”.

(Foto: Diocesi di Piacenza)

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