Gran Bretagna, le donne cattoliche si ribellano alla violenza domestica: pubblicato un documento di denuncia

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Secondo i dati rilasciati da Amnesty International, nel mondo vengono uccise in media 137 donne al giorno. Una piaga della nostra società, che in regime di lockdown ha fatto registrare un incremento disarmante. È per tale motivo che per contrastare la violenza, specie domestica, anche il gentil sesso della Chiesa britannica ha alzato la voce, chiedendo che si faccia chiarezza, con provvedimenti concreti.

Per uscire fuori dall’assordante silenzio sulla vicenda, il Consiglio nazionale delle donne cattoliche del Regno Unito (Nbcw) si è affidato alla pubblicazione di un documento di 30 pagine, dal titolo: ‘Aumentare la consapevolezza sull’abuso domestico’.

Un opuscolo che punta la lente sulle reiterate violenze dentro le mura domestiche, contro donne, bambini, giovani, anziani e minoranze etniche. Non mancano gli inviti alla riflessione sulla dottrina della Chiesa, spunti e risorse per coloro i quali sono vittime o sopravvissuti a tali nefandezze.

Sull’iniziativa è intervenuto padre Abbot Hugh Allan, referente dell’Nbcw all’interno della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, il quale afferma che: “In un momento in cui la pandemia da Covid-19 ha visto un aumento dei casi di abuso domestico, questo libretto è una risorsa eccellente per tutti. In esso, infatti, si ribadisce che la sicurezza di ogni persona, in quanto creatura di Dio, è responsabilità di tutti i cristiani”.

Si ricorda che in base agli ultimi aggiornamenti rilasciati da Amnesty International, quello della violenza domestica, e in particolar modo sulle donne è uno dei temi più caldi di questi anni. Una situazione inaccettabile che durante il lockdown ha subito un’ulteriore impennata di episodi.

Secondo l’Organizzazione umanitaria, nel 2019 il femminicidio e lo stupro “sono le forme più estreme della violenza di genere, ma non le sole. L’Istat rileva anche l’incidenza di minacce (12,3%), spintoni (11,5%), schiaffi, calci e morsi (7,3%), contusioni per mezzo di oggetti (6,1%). Il 15,6% delle donne ha subito contro la propria volontà baci, abbracci o palpeggiamenti, mentre i rapporti sessuali inflitti con la forza e contro la volontà della vittima sono al 4,7%; i tentati stupri arrivano al 3,5% e gli stupri effettivi al 3%”.

Le cose non sono migliorate nel 2020. La forzata convivenza imposta dalla quarantena a seguito delle misure di contrasto al Covid-19, ha acutizzato il fenomeno, registrando addirittura un incremento. Solamente nel mese di marzo circa 2.900 donne si sono rivolte ai centri anti-violenza, il 74% in più rispetto alla media registrata nel 2018 dalla rete dei medesimi centri.

Occorre squarciare il velo dell’omertà e avere sia il coraggio di denunciare, ma soprattutto di investire in politiche di contrasto, che supportino le vittime prima che lo diventino, in via preventiva.

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