L’Italia non dimentica Giovanni Falcone

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“La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni”: così affermava Giovanni Falcone, trucidato il 23 maggio 1992 alle 17.57 a Capaci insieme alla moglie Francesca Morvillo ed agli agenti di scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, causando anche 23 feriti. Ed a distanza di 28 anni per non far cadere nel dimenticatoio la sua memoria alcuni musicisti, diretti da Roy Paci, hanno realizzato un video intitolato ‘Siamo Capaci’.  

Nel video messaggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato ai giovani l’insegnamento di Falcone e Borsellino: “I mafiosi, nel progettare l’assassinio dei due magistrati, non avevano previsto un aspetto decisivo: quel che avrebbe provocato nella società. Nella loro mentalità criminale, non avevano previsto che l’insegnamento di Falcone e di Borsellino, il loro esempio, i valori da loro manifestati, sarebbero sopravvissuti, rafforzandosi, oltre la loro morte: diffondendosi, trasmettendo aspirazione di libertà dal crimine, radicandosi nella coscienza e nell’affetto delle tante persone oneste”.

Rivolgendosi ai giovani il presidente della Repubblica ha invitato a non avere paura della mafia: “La mafia si è sempre nutrita di complicità e di paura, prosperando nell’ombra. Le figure di Falcone e Borsellino, come di tanti altri servitori dello Stato caduti nella lotta al crimine organizzato, hanno fatto crescere nella società il senso del dovere e dell’impegno per contrastare la mafia e per far luce sulle sue tenebre, infondendo coraggio, suscitando rigetto e indignazione, provocando volontà di giustizia e di legalità.

I giovani sono stati tra i primi a comprendere il senso del sacrificio di Falcone e di Borsellino, e ne sono divenuti i depositari, in qualche modo anche gli eredi. Dal 1992, anno dopo anno, nuove generazioni di giovani si avvicinano a queste figure esemplari e si appassionano alla loro opera e alla dedizione alla giustizia che hanno manifestato”.

Anche il presidente di Libera, don Luigi Ciotti, ha invitato a non cedere all’illegalità: “Ci dà forza e speranza il fatto che a sentire forte l’impegno e la voglia di mettersi in gioco siano soprattutto i giovani, ovvero persone non indurite dagli egoismi, non intossicate o corrotte dalla sete di denaro e di potere.

Persone sensibili al sogno e all’utopia e a tutto ciò che trascende i confini di un Io sempre più facile preda dei demagoghi e degli spacciatori di illusioni. Voi giovani siete il simbolo del futuro ed è bellissimo vedervi impegnati a costruire non solo il vostro futuro ma quello di tutti. Abbiamo bisogno di una memoria viva che si traduca tutti i giorni in responsabilità e impegno.

Dobbiamo trasformare la memoria del passato in un’etica del presente. Se Giovanni Falcone fosse ancora vivo e vedesse lo stato di salute delle mafie direbbe forse che saranno sconfitte solo quando tutti noi torneremo a essere più umani, più giusti, più responsabili, più coraggiosi per lottare per la ricerca della verità e della giustizia.

Solo quando faremo della nostra Costituzione un’etica, una pratica di vita. Abbiamo bisogno di un mondo dove l’amore sia elemento fondamentale della vita e sia inseparabile dal sentimento di giustizia e dalla volontà di costruire una società con molto meno Io e molto più Noi”.

(Foto: sito Libera)

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