Papa Francesco incontra il presidente della Repubblica ungherese per i 30 anni degli accordi

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30 anni fa, il 9 febbraio 1990 veniva firmato, dal card. Agostino Casaroli, segretario di Stato vaticano e dal primo ministro Miklós Németh, l’accordo tra l’Ungheria e la Santa Sede sul ristabilimento delle relazioni diplomatiche. Il giorno prima ad Esztergom il card. Casaroli ed il card. László Paskai, Primate d’Ungheria offrirono una messa in suffragio del card. Mindszenty. Dopo la firma dell’accordo il card. Casaroli celebrò una messa anche nella basilica di santo Stefano a Budapest, alla presenza del primo ministro.

L’accordo del 9 febbraio 1990 ristabiliva le relazioni diplomatiche e determinava che esse venissero curate da un nunzio a Budapest e da un ambasciatore presso la Santa Sede. L’atto solenne, celebrato sotto la cupola del Palazzo del Parlamento di Budapest, non fu solamente uno dei momenti emblematici del cambio di regime in Ungheria ma anche una tappa fondamentale della riconquista della libertà religiosa dopo i decenni della dittatura ateista.

Inoltre quest’anno ricorre anche il centenario dell’apertura a Budapest della prima Nunziatura Apostolica dei tempi moderni. L’Ungheria, divenuta indipendente dall’Austria dopo la Grande Guerra, cercò sin da subito un dialogo con la Santa Sede, ma a causa delle vicende di quel periodo lo scambio di diplomatici poté avvenire solo nell’estate del 1920.

Anche quella volta, però si parlò di ripresa delle relazioni, in quanto vi fu la consapevolezza che i rapporti tra Ungheria e Sede Apostolica fossero ben più antichi. Il primo ‘ambasciatore’ ungherese mandato a Roma fu l’Abate Asztrik, il quale nell’anno 1000 richiese da papa Silvestro II la corona regale per il sovrano magiaro (santo) Stefano.

Ed oggi papa Francesco ha ricevuto, Presidente della Repubblica di Ungheria, János Áder, in un incontro durato circa mezz’ora. Successivamente Ader ha incontrato il card. Pietro Parolin, segretario di stato vaticano, accompagnato da mons. Mirosław Wachowski, sotto- segretario per i Rapporti con gli Stati.

Nel corso dei colloqui svoltisi in Segreteria di Stato, si è espresso “apprezzamento per i buoni rapporti bilaterali esistenti, ricordando il centenario delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e l’Ungheria e il trentesimo anniversario del loro ristabilimento, soffermandosi in modo particolare sulla celebrazione del 52° Congresso Eucaristico Internazionale a Budapest nel settembre prossimo.

Inoltre, sono stati trattati alcuni temi di mutuo interesse, quali la giustizia sociale, l’accoglienza, la promozione della famiglia, la salvaguardia del creato, nonché il presente e il futuro d’Europa”, come riporta un comunicato stampa ufficiale della Sala Stampa della Santa Sede.

Il presidente ha regalato al papa una statuetta in ceramica, proveniente dal Sud dell’Ungheria e raffigurante un frate in preghiera, che risale al 1907; a sua volta papa Francesco ha regalato al presidente una medaglia, realizzata in Vaticano, che raffigura l’antica basilica di san Pietro, il messaggio per la giornata mondiale della pace e il Documento sulla fratellanza.

Inoltre il giorno precedente si era svolto anche l’incontro tra il Presidente della Repubblica di Ungheria e il Gran Cancelliere dell’Ordine di Malta, Albrecht Boeselager, come informa una nota dell’Ordine di Malta: “Il colloquio è stato dunque l’occasione per ribadire gli eccellenti rapporti che hanno dato vita negli anni a numerosi progetti congiunti tra l’Ordine di Malta e la Repubblica ungherese nel campo medico-sociale e umanitario, a beneficio di comunità e persone svantaggiate.

La collaborazione tra l’Ordine di Malta e l’Ungheria si esprime anche con il sostegno a progetti internazionali per prestare assistenza alle popolazioni vittime di conflitti, come quello in Siria. Nel colloquio  sono stati affrontati le principali emergenze umanitarie e il fenomeno delle migrazioni”.

Infine per celebrare il centenario delle relazioni diplomatiche tra l’Ungheria e la S. Sede, nonché il 30° anniversario del loro ristabilimento, l’Ambasciata d’Ungheria presso la S. Sede ha promosso un concerto nella Sala Vasari di Palazzo della Cancelleria, preceduto dal  discorso dell’ambasciatore d’Ungheria, Eduard Habsburg-Lothringen ha pronunciato un discorso, ricordando il contributo della Chiesa nel ristabilimento delle relazioni diplomatiche:

“Prima di tutto da quello del 1990 che sancì il ristabilimento delle relazioni diplomatiche e riconobbe la rilevanza del Codice di diritto canonico nel regolamento delle questioni riguardanti la Chiesa cattolica. Seguì poi l’accordo del 1994 sull’assistenza religiosa alle Forze Armate e, infine, quello del 1997, il cosiddetto ‘Accordo Vaticano’ su questioni finanziarie e patrimoniali. Quest’ultimo è stato, poi, modificato nel 2013 per adeguarlo ai cambiamenti legislativi intervenuti nel frattempo in Ungheria.

Tra i momenti più belli di questi trent’anni possiamo rievocare i due viaggi apostolici di San Giovanni Paolo II che contribuirono a confermare gli ungheresi nella fede. Quello dell’agosto 1991 che coinvolse diverse città, e quello del settembre 1996, in occasione del millennio dell’Arciabbazia benedettina di Pannonhalma. La Sede Apostolica non ha mancato di inviare in Ungheria qualificate rappresentanze in occasione di diverse ricorrenze civili e religiose”.

Eppoi ha accennato all’attesa del popolo magiaro per il possibile viaggio apostolico del papa: “Non posso tralasciare di menzionare che anche quest’anno siamo in attesa del Successore di Pietro, in persona o tramite il suo legato a latere, per le celebrazioni del Congresso Eucaristico Internazionale di Budapest, un evento inteso a promuovere non solo la devozione, ma anche l’unità della Chiesa, l’unità dei cristiani, e la fratellanza tra le nazioni”.

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