Presidente della Repubblica: la fraternità di Chiara Lubich è categoria politica

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Il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, al Centro Mariapoli ‘Chiara Lubich’ di Cadine (TN), ha partecipato al ricordo della fondatrice dei Focolari nel centenario dalla nascita, accolto da Maria Voce, presidente del Movimento, e dalle autorità locali, insieme alla cittadinanza: oltre 400 erano le persone presenti in sala, circa 500 nelle altre sale collegate a Cadine e a Trento, e oltre 20.000 le visualizzazioni dello streaming.

Tra suoni e immagini, si sono intrecciate le voci delle autorità civili ed ecclesiali: il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha sottolineato come Chiara Lubich rappresenti, insieme a figure come De Gasperi, ‘l’eccellenza di questa terra’: ”Chiara ha saputo interpretare questa appartenenza che è poi un tratto distintivo della nostra autonomia, della nostra specificità”.

L’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, ringraziando il suo predecessore, mons. Carlo De Ferrari, che all’epoca colse ‘il dito di Dio’ nella spiritualità di Chiara Lubich, ha ricordato come “se oggi il carisma abbraccia l’intera umanità lo dobbiamo a questo vescovo, che lo ha protetto… Sulle macerie della guerra, mentre in Europa si alzava il grido ‘dov’era Dio ad Auschwitz?’ Chiara toglie Dio dal banco degli imputati, scopre che ad Auschwitz si era smarrito l’uomo, non Dio.

Rilegge in modo assolutamente unico la morte del Signore andando bene oltre le categorie teologiche del tempo e scopre che il Dio dei cristiani non ferisce ma è ferito, non colpisce, non alza la mano, prende su di sé il dolore del mondo. La rivelazione meravigliosa del Cristo abbandonato è che la forza dell’uomo si chiama perdono, abbraccio del nemico e che la vita passa per fare esistere l’altro,  nel momento in cui ti faccio esistere io respiro”.

Sono poi state portate numerose testimonianze, che dicono la tenacia nel quotidiano di persone che sono state, e sono, ispirate da Chiara Lubich e dal suo carisma nel proprio agire: come Amy Uelman, docente di etica e diritto alla Georgetown University di Washington, che forma i suoi studenti ad affrontare argomenti divisivi evitando scontri; gli imprenditori Lawrence Chong e Stanislaw Lencz, che con le loro aziende contribuiscono ad un’economia solidale e sostenibile;

Arthur Ngoy e Florance Mwanabute, medici congolesi che si dedicano alla cura dei più deboli e alla formazione sanitaria; e la storia da Yacine, migrante algerino, accolto come un fratello da alcuni giovani italiani dopo il difficile viaggio attraverso i Balcani. Ma anche quella dell’ex sindaco di Trento, Alberto Pacher, che insieme ad insegnanti e studenti ha accolto l’invito (la telefonata di un bambino) da cui sono nati i progetti ‘Tuttopace’ e ‘Trento, una città per educare’.

A concludere la serata, il lungo e appassionato intervento del Presidente della Repubblica, che ha individuato in particolare nella fraternità, applicata all’agire civile e politico, la cifra distintiva della spiritualità di Chiara Lubich, riservando un caloroso ricordo anche ad Igino Giordani, che conobbe, e che di questa spiritualità fu interprete di prim’ordine:

“Sin dall’inizio del movimento, sin dal primo focolare, sin dai colloqui e i dialoghi con i co-fondatori, tra i quali, abbiamo visto un’immagine, c’era un costituente, Igino Giordani, che rimase colpito dai pensieri di Chiara, definendoli scrivendo ‘tanto ricchi di dottrina, di sapienza, di fuoco’.

Igino Giordani (che ho avuto la fortuna di conoscere da giovane e di incontrarlo più volte) affascinava con la sua travolgente semplicità e autenticità. Poc’anzi Maria Voce ha detto che Chiara Lubich ci ha lasciato il patrimonio inestimabile della sua vita esemplare. Potremmo utilizzare anche queste parole per Igino Giordani”.

Ha quindi declinato la fraternità come categoria ‘politica’, citando un suo scritto del 2004: “Chiara Lubich, saggiamente, considerava la fraternità anche come categoria ‘politica’. Ebbe a manifestarlo sovente nei luoghi internazionali che frequentava e dove le è stata riconosciuta la qualità di ‘donna costruttrice di pace’…

Leggendo ed ascoltando queste parole viene da pensare che le tre parole chiave che la rivoluzione francese ha trasmesso alla modernità politica: libertà, uguaglianza, fraternità, hanno visto questo terzo termine, questo terzo concetto un po’ più indietro, quasi relegato in secondo piano per effetto degli interessi materiali delle nostre società. Per effetto forse anche del senso comune, ma è quello della fraternità un elemento cruciale della convivenza, è veramente un fondamento di civiltà; e anche un motore di benessere”.

Un altro snodo sottolineato dal presidente della Repubblica ha riguardato l’ecumenismo: “Vorrei ricordare che Chiara Lubich si è molto impegnata nell’ecumenismo, nel dialogo tra le confessioni cristiane, che pure sono state parte dei nazionalismi e dei conflitti in Europa. Nel dialogo tra le religioni monoteiste con quelle orientali. Nel dialogo tra credenti e non credenti. In nome della comune appartenenza al genere umano.

Il dialogo tra le religioni, appare molto evidente oggi, in questa stagione storica, è decisivo per la pace. Chiara Lubich l’aveva intuito, con spirito di profezia. Dobbiamo prosciugare, in base a queste indicazioni, a questi insegnamenti, a questi esempi, i bacini d’odio, che strumentalizzano, e stravolgono, i messaggi religiosi, esprimendo in contrasto con loro, volontà di sopraffazione, di annientamento e di morte”.

Infine nella messa del centenario della sua nascita il vescovo di Trento ha ricordato l’attualità del suo messaggio: “Chiara ha infranto il sabato di una teologia prigioniera di se stessa, che aveva la presunzione di tutto controllare. Per lasciarsi sorprendere dalle novità di Dio. Il Cristo abbandonato è eccesso d’amore: solo i temerari che accettano di camminare nella notte, senza sicurezze, lo possono incontrare.

Quanta attualità riscontriamo tra il contesto in cui è nato il carisma dell’unità e l’attuale situazione, dove spesso si sale sulle barricate consumando se stessi in sterili diatribe concettuali, orfani della vita e delle sue trame… Chiara ha conosciuto anche la notte dello Spirito. Chiesa di Trento, non aver paura dell’irrisione che può accompagnare la tua voglia di fedeltà al Vangelo. Attraversa la notte, parteciperai alla fecondità di Gesù abbandonato che ha trasformato il monte della morte in grembo di vita”.

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