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Vittorio Bachelet nel ricordo di Sergio Mattarella
Nei giorni scorsi il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, è intervenuto alla cerimonia per l’intitolazione a Vittorio Bachelet, ucciso nel 1980 dalle Brigate Rosse, della sede del Consiglio Superiore della Magistratura, esortando a mantenere vivo “il ricordo del suo servizio nelle istituzioni e per rinnovare la riconoscenza per il suo impegno. Bachelet, anche quale Vicepresidente del Consiglio Superiore, è stato testimone autentico dei valori della nostra Costituzione. Si adoperava costantemente per la ricerca di prospettive condivise anche in considerazione delle fratture ideologiche che attraversavano il nostro Paese”.
Ed ha sottolineato che era per il dialogo: “Essere ‘uomo del dialogo’ è stata, sin dall’inizio, la caratteristica della sua attività politica e sociale. Già nel 1946, a vent’anni, da studente, dirigente della Fuci, ricercava sempre il confronto dialettico con le altre componenti universitarie in vista della ricostruzione dell’Italia democratica”:
Infatti, ha ricordato il presidente Mattarella, che lui invitava a non essere ‘pigri’ nel dialogare con tutti: “Il dialogo è stato sempre un tratto distintivo del suo impegno nella società profuso lungo l’intero arco della sua vita, nelle organizzazioni cattoliche, nell’insegnamento nelle aule dell’università, nel Consiglio superiore della magistratura, in ogni altra attività pubblica. Il dialogo rappresentava per lui, più che un metodo, l’essenza della democrazia”.
Anche negli anni del terrorismo invitava a non abbandonare la strada della democrazia: “In quegli anni drammatici, Vittorio Bachelet esprimeva la convinzione che il rafforzamento delle istituzioni democratiche si realizzasse non attraverso lo scontro, ma con scelte, per quanto possibile condivise, di piena e coerente attuazione dei principi della nostra Costituzione.
La sera prima del brutale assassinio, accompagnando a casa l’amico Achille Ardigò, aveva con lui discusso della minaccia terroristica, giungendo alla conclusione, condivisa, che il terrorismo andasse combattuto senza rinunciare ai principi della legalità democratica, nel rispetto delle regole costituzionali, senza ricorrere all’arbitrio, in quanto la Repubblica dispone delle risorse capaci di far prevalere i valori della Costituzione anche nei momenti più critici”.
Ed ha ricordato la sua fede: “Da Presidente dell’Azione cattolica, aveva vissuto intensamente gli anni del Concilio, le speranze e le aperture verso la società che cambiava e nei confronti di una generazione che sognava una società sempre migliore. E’ stato protagonista della scelta religiosa di quella organizzazione, che (come ripeteva) non fu mai intesa come una rinuncia, un abbandono dell’impegno pubblico, ma come un ritorno sincero e umile alle origini, una nuova e coinvolgente riproposizione dei valori essenziali.
Vittorio Bachelet non ha mai ostentato la sua fede, anche se ben nota a tutti, ma l’ha tradotta in un’autentica, laica, testimonianza umana e istituzionale in ogni ruolo in cui è stato chiamato a svolgere funzioni pubbliche di alta responsabilità. I valori della collaborazione e della lealtà istituzionale erano evidenti nel suo stile di ascolto e nella sua visione autenticamente aperta al confronto, al punto di vista altrui”.
Per questo fu un uomo dell’unità: “In quel momento della storia repubblicana fu un segno di unità perché, senza rinunciare alle proprie convinzioni, il loro rapporto inalterato assunse un valore cruciale per la salvaguardia di questa istituzione, per il suo funzionamento, la sua credibilità.
Con questo spirito, Vittorio Bachelet ha guidato l’organo di governo autonomo della Magistratura, coniugando fermezza di principi e disponibilità al dialogo nella ricerca di convergenza tra prospettive diverse”.
Fu assassinato perché era ‘sostenitore’ della ricomposizioni delle divisioni: “Nella logica criminale dei suoi assassini, Bachelet rappresentava le istituzioni che contrastavano con determinazione la violenza terroristica utilizzando soltanto gli strumenti costituzionali e, insieme, esprimeva un profondo senso della comunità e della coesione sociale. Questi due elementi (la Costituzione e il senso di comunità per la coesione sociale) hanno sempre sconfitto i tentativi di lacerazione della società e di disarticolazione delle sue istituzioni”.
(Foto: Quirinale)
Settimana per l’unità dei cristiani: fa’ questo e vivrai
Il sussidio per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che si svolge dal 18 al 25 gennaio è stato preparato da un Gruppo ecumenico locale del Burkina Faso, coordinato dalla comunità locale di ‘Chemin Neuf’ sul tema ‘Ama il Signore Dio tuo… e ama il prossimo tuo come te stesso: “Quanti sono stati coinvolti nella stesura del testo (fratelli e sorelle dall’Arcidiocesi cattolica di Ouagadougou, dalle Chiese protestanti, dagli organismi ecumenici e dalla CCN in Burkina Faso) hanno collaborato generosamente alla stesura delle preghiere e delle riflessioni, vivendo questa esperienza di lavoro insieme come un vero cammino di conversione ecumenica”.
Giovanni Paolo II: no al terrorismo ed ai conflitti armati
45 anni fa, in piazza San Pietro, è risuonato ‘Habemus Papam!’, con l’annuncio che un cardinale polacco di Cracovia era stato eletto papa. Che pronunciò tali parole: “siamo ancora tutti addolorati dopo la morte del nostro amatissimo Papa Giovanni Paolo I. Ed ecco che gli Eminentissimi Cardinali hanno chiamato un nuovo vescovo di Roma.
In Mozambico attacco alle missioni cattoliche
I santi della porta accanto raccontati da Cecilia Galatolo: Nella Zulian Mariani
Spesso diventare genitori significa trovare il coraggio di rispondere alle domande più scomode: è quello che scopre Alessandro, il protagonista del nuovo romanzo, ‘Cara Nella, i tuoi figli sono dodici’ di Cecilia Galatolo, quando, sul punto di mettere a letto i propri figli in una sera come tante, si troverà a dover rispondere a una domanda che rievoca in lui ricordi spiacevoli: ‘Anche chi ha commesso un crimine finisce in paradiso?’
Zaccuri: rinascere ogni giorno nel legno di Bruegel
Tra i narratori italiani Alessandro Zaccuri sta consolidando la propria presenza in un’ottica innovativa che non segue i canoni stabiliti dal mercato editoriale, ma va alla ricerca di una dimensione morale che lo porta sempre di più verso tradizioni ‘alte’, sia per qualità stilistica, sia come scelta di avere un luogo d’elezione in cui giocare a specchio la sua narrazione, così da usare la chiave dell’enigma, non in senso strumentale, ma come condizione per dare risposte a quel gioco di luci e di ombre che creano la consistenza del destino di ognuno.
Il papa invita allo stupore del Crocifisso e prega per i cristiani vittime di terrorismo
Condanna unanime agli attentati: l’odio genera solo odio
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Attentato a Nizza: il cordoglio del papa
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