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Papa Francesco: occorre amare Dio ed il prossimo

“Saluto i donatori di sangue di Coccaglio (Brescia) ed il gruppo di Emergency Roma Sud, impegnato a ricordare l’Articolo 11 della Costituzione Italiana, che dice: ‘L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali’. Ricordare questo articolo! Avanti!
E possa questo principio attuarsi in tutto il mondo: la guerra sia bandita e si affrontino le questioni con il diritto e i negoziati. Tacciano le armi e si dia spazio al dialogo. Preghiamo per la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, Myanmar, Sud Sudan. E continuiamo a pregare per Valencia, e le altre comunità della Spagna, che soffrono tanto in questi giorni. Cosa faccio io per la gente di Valencia? Prego? Offro qualcosa? Pensate a questa domanda”.
Al termine della recita dell’Angelus odierno papa Francesco ha ribadito che la guerra non è la risoluzione ai conflitti, ricordando l’art. 11 della Costituzione italiana, mentre ha invitato a pregare per le persone di Valencia.
Mentre prima dell’Angelus il papa aveva sottolineato che l’amore a Dio ed al prossimo non possono essere disgiunti: “Con la sua domanda, lo scriba cerca ‘il primo’ dei comandamenti, cioè un principio che sta alla base di tutti i comandamenti; gli ebrei avevano tanti precetti e cercavano la base di tutti, uno che fosse il fondamentale; cercavano di mettersi d’accordo su uno fondamentale, e c’erano discussioni tra loro, discussioni buone perché cercavano la verità”.
Quindi la domanda posta dallo scriba è essenziale per la vita di ciascuno: “E questa domanda è essenziale anche per noi, per la nostra vita e per il cammino della nostra fede. Anche noi, infatti, a volte ci sentiamo dispersi in tante cose e ci chiediamo: ma, alla fine, qual è la cosa più importante di tutte? Dove posso trovare il centro della mia vita, della mia fede? Gesù ci dà la risposta, unendo questi due comandamenti che sono i principali: ‘Amerai il Signore tuo Dio’ ed ‘amerai il tuo prossimo’. E questo è un po’ il cuore della nostra fede”.
E’ stato un invito a ritornare al cuore, come ha affermato nell’enciclica ‘Dilexit nos’: “Tutti noi (lo sappiamo) abbiamo bisogno di ritornare al cuore della vita e della fede, perché il cuore è ‘la fonte e la radice di tutte le altre forze, convinzioni’. E Gesù ci dice che la fonte di tutto è l’amore, che non dobbiamo mai separare Dio dall’uomo. Al discepolo di ogni tempo il Signore dice: nel tuo cammino ciò che conta non sono le pratiche esteriori, come gli olocausti e i sacrifici, ma la disposizione del cuore con cui tu ti apri a Dio e ai fratelli nell’amore”.
Inoltre oggi è stata diffusa la lettera di papa Francesco inviata a mons. Philippe Jourdan, vescovo di Tallinn, in occasione del 100^ anniversario dell’erezione dell’Amministrazione Apostolica dell’Estonia, da poco elevata al rango di Diocesi, ricordando il suo viaggio nel 2018: “Questa significativa pietra miliare nella vostra storia segna un secolo di incrollabile fedeltà alla fede cattolica, che ha permesso a questa piccola ma vibrante Chiesa di essere una fonte di compassione e nutrimento spirituale per innumerevoli uomini e donne in tutta la nazione. Allo stesso tempo, questo anniversario commemora la speranza e la fiducia incrollabili nel Signore attraverso decenni di sofferenza, occupazione e oppressione”.
Ed ha ricordato la fede di questo popolo: “In modo particolare, penso al Servo di Dio Arcivescovo Eduard Profittlich, la cui testimonianza a Cristo e la fortezza nel rimanere vicino al suo gregge, fino allo spargimento del suo sangue, hanno seminato semi che ancora oggi stanno dando frutto. Possa la sua testimonianza essere sempre una fonte di ispirazione per voi e ricordarvi che anche la più piccola delle piante, il più piccolo dei gesti e la più umile delle offerte possono crescere ben oltre i loro umili inizi per conferire un ricco raccolto”.
E’ un’eredità che deve essere trasmessa ai giovani: “Inoltre, sono fiducioso che questa ammirevole eredità di fede e carità che caratterizza la vostra Diocesi incoraggerà l’attuale generazione di sacerdoti, religiosi e fedeli laici a continuare a crescere in un gioioso discepolato missionario mentre guardano al futuro.
In effetti, possa il presente centenario essere un’opportunità di rinnovamento spirituale nella vostra terra, accendendo un rinnovato senso di zelo per l’evangelizzazione, specialmente tra i giovani. In questo modo, saranno in grado di proclamare più efficacemente il messaggio di amore, misericordia e riconciliazione di Dio e, così, portare la luce di Gesù e il potere liberatorio del Vangelo ai tanti uomini e donne di oggi che non credono nemmeno in Dio”.
E’ un invito a collaborare con persone di altre confessioni cristiane per costruire una società di pace: “Allo stesso modo, spero che mentre i cattolici dell’Estonia cercano di costruire una società radicata nella pace, nella giustizia, nella solidarietà e nella dignità di ogni persona umana, collaborino sempre di più con gli uomini e le donne di altre confessioni cristiane nel rendere una testimonianza unita alle promesse di Dio. Ciò è particolarmente importante nel contesto dell’attuale guerra in Europa, che è fonte di profonda ansia e riecheggia tragicamente i momenti più bui degli anni passati.
Tuttavia, lo Spirito Santo può guidarvi a essere un segno eloquente di continua fiducia nella provvidenza di Dio e a guidare i cristiani estoni, insieme a tutte le persone di buona volontà, a tendere la mano dell’amicizia ai rifugiati e ai più vulnerabili dei nostri fratelli e sorelle. Possa Cristo, il Principe della Pace, benedirvi con i suoi doni di perseveranza, unità fraterna e concordia”.
XXXI domenica Tempo ordinario: il grande comandamento è amare

Un Dottore della Legge pone a Gesù una domanda: Quale è il primo di tutti i comandamenti? Il primo non in senso cronologico, ma quello che sintetizza in sé tutti i comandamenti. Gesù risponde con le parole stesse della Bibbia: ‘Ascolta Israele: il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima, co tutte le forze’; Gesù poi aggiunge quello che Egli chiama ‘secondo comandamento: amerai il prossimo tuo come te stesso!’ Dio è amore: il comandamento essenziale allora non può essere che ‘amare’: amare Dio è l’opzione fondamentale, è la scelta fondamentale e nasce con la Fede e la Speranza.
Cristo Gesù non è venuto ad abolire l’antica legge ma a completarla; amare Dio come prima cosa, amore del prossimo come completamento dell’amore di Dio: ami veramente Dio se ami il prossimo. Gesù, come vedi, non chiede un amore soggettivo, ma un amore oggettivo; non richiede quel sentimento che sente o che prova una persona che ama; Gesù chiede di fare la volontà di Dio, ci chiede azioni reali e concrete e non sentimenti: l’amore cristiano è carità perchè scaturisce da Dio come il raggio dal sole; deve essere espressione vera dell’amore di Dio nel nostro cuore e nella nostra vita. Ecco perchè Gesù dice: se uno mi ama osserverà la mia parola (Gv. 14, 23), ‘Se mi amate osserverete i miei comandamenti’.
Non è dunque un amore su comando; l’amore vero deve essere libero e non si ottiene per imposizione dall’esterno; l’amore è frutto della scelta di Dio, che ci amati per primo e amandoci ci ha conferito la grazia per amare Dio e amare i fratelli. L’amore, prima di essere un comandamento, è la risposta ad una esperienza di amore. Dio è amore e amando crea e creando ama; da questa esperienza nasce spontaneo il comandamento che non è una imposizione ma la risposta naturale a Dio, che ci ha amato per primo.
Amore con amore si paga! L’amore che conta non è quello che si ferma ad un sentimento vuoto ma quello che si concretizza nella stessa realtà creata dove Gesù, il Verbo eterno, ha assunto la natura umana, ha sofferto in croce offrendosi vittima al Padre per amore dell’uomo, per aprire agli uomini le porte del Regno dei cieli. Cristo Gesù è venuto non per abolire la legge antica anzi dirà: neppure una iota verrà cancellata.
L’amore segna il vertice della vita cristiana: Dio non è solo il Signore da adorare, temere, obbedire ma è l’oggetto del nostro amore totale (ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze), ama il prossimo tuo perchè figlio di Dio, fratello nostro per il quale lo stesso Cristo è morto in croce per salvarlo. Gesù conclude così la Vecchia Alleanza ed instaura la Nuova.
La novità riguarda la parola ‘prossimo’. Chi è il prossimo d’amare? Prossimo non è solo il familiare, l’amico o uno del gruppo ma tutti costituiscono il prossimo perchè per tutti Gesù si è incarnato, è morto in croce, ha dato la sua vita. Gesù vuole tutti salvi ed ha fatto dell’umanità la sua nuova famiglia.
Per l’ebreo prossimo era solo l’altro ebreo; per l’islamico è l’altro islamico; per il cristiano prossimo è ogni uomo. Questo amore deve avere il carattere della interiorità, nel senso che non dobbiamo amare per convenienza, per utilità o dovere, ma amare perchè l’altro è tuo fratello, figlio dell’amore eterno di Dio.
Dio è amore e noi, davanti a Dio, saremo giudicati solo sull’amore: ‘Ama et fac quod vis’: chi ama non offenderà mai Dio o il fratello. Lo diciamo nel ‘Padre nostro’: perdona a noi come noi perdoniamo i nostri debitori; (cioè “con la stessa misura con la quale misurate, dice Gesù, sarete misurati”. Ama di cuore e troverai sempre Dio grande e misericordioso. Se un sorriso viene dal cuore è cortesia, se è solo esteriorità è ipocrisia.
Come amare concretamente Dio? La via più breve è amare il fratello in nome di Dio, superando così ogni frontiera di risentimento, di odio, di vendetta. Questo significa essere cristiano: un amore che si oppone alla logica del mondo dove esiste solo la logica del più forte, la legge che fa del mondo una foresta dove ‘homo homini lupus’. Da qui la risposta assai chiara di Gesù alla domanda: quale è il più grande comandamento?
Una risposta categorica: ‘Amerai…’, un verbo al futuro per indicare una storia mirabile: l’amore infatti assicura il futuro del mondo; senza amore non c’è futuro. Ascoltiamo, cari amici, la parola del Signore: se non l’ascolti la rimpiangerai; se la disprezzi, sarà la tua rovina, la tua condanna. E’ la parola che ti rimette in equilibrio perchè ti permette di ritrovare te stesso. La Madonna, la donna del ‘sì’, dell’amore, ci aiuti ad essere veri uomini e cristiani.
Terza Domenica di Quaresima: Glorificate Dio con la vostra vita

La Quaresima è il cammino spirituale verso la pasqua di risurrezione che segna la Nuova Alleanza tra Dio e il suo popolo. Un patto sancito dal sacrificio di Gesù sulla croce. In questo cammino è necessario rinnovarsi (convertirsi), ascoltare Cristo Gesù che con il suo messaggio ci propone un rinnovamento radicale bivalente: rivedere coraggiosamente la propria vita morale e ripensare la nostra vita liturgica. Da qui la necessità di porsi la domanda: come sono io davanti a Dio?, come rendo il culto a Dio: creatore e padre?
Gesù ci esorta a vivere la nostra vita non nella ricerca di vantaggi materiali ed interessi ma per la gloria di Dio che è ‘amore’; una nuova alleanza dove Dio si adora in spirito e verità. Da qui la purificazione del Tempio evidenziata nel brano del Vangelo dove Gesù con una cordicella butta fuori quanti lo profanavano e l’avevano trasformato in un luogo di mercato. Gesù quella mattina si reca al tempio e, fatta una cordicella, rovescia le bancarelle dicendo: ‘Non fate della casa del Padre mio un mercato’. Dio è padre e nella casa del padre ci si comporta da figli. Ai sacerdoti e ai capi che chiedono con che autorità fa questo, Gesù risponde: ‘Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere’.
Alla samaritana che lo aveva interrogato dicendo: Voi Giudei pregate nel Tempio; noi Samaritani sulla montagna; dove è giusto pregare? Gesù aveva risposto: ‘Dio è spirito e verità e cerca solo tali adoratori’. Dio non è un despota o un giudice desideroso di colpire; Dio è Padre sempre pronto all’amore e al perdono. Il Padre celeste non cerca frequentatori del Tempio interessati ad accaparrarsi la benevolenza con doni e sacrifici; Dio non guarda le mani se sono cariche di doni e offerte, Dio è spirito e verità e guarda il cuore contrito ed umiliato.
Dio cerca ‘figli’ che lo onorano non con le labbra ma con il cuore. Allora glorificate Dio con la vostra vita e non con le vostre offerte tante volte colme di ipocrisia. Dove bisogna allora adorare Dio: a Gerusalemme o sulla montagna? Dio, insegna Gesù, è nell’intimo del tuo cuore; ovunque puoi adorare il Signore Dio tuo; la prima chiesa è il tuo cuore, la tua anima. Nel cammino verso la Pasqua bisogna iniziare questo rinnovamento liturgico: Dio è Padre e bisogna recarsi da Lui da figli; Gesù dirà allora: chiedete ed otterrete, bussate e vi sarà aperto.
Dio è Padre di tutti, è amore; è necessario allora con il rinnovamenti liturgico anche il rinnovamento morale. Da qui la liturgia odierna offre nella prima lettura il brano riguardante la legge che Dio diede a Mosè sul monte Sinai: due tavole che parlano solo di amore; questo ha due dimensioni: una verticale (sono i primi tre comandamenti), Dio è uno solo, ci ha creato a sua immagine, lo adorerai con tutto il cuore.
La dimensione orizzontale: riguarda il prossimo che ti sta vicino: ricco o povero, piccolo o grande, ogni uomo è tuo fratello, è tua sorella; allora amerai il prossimo tuo come te stesso rispettando la sua anima, il suo corpo, le sue cose; è tuo fratello ed ha eguale dignità. Questo è il Nuovo Testamento, la Nuova Alleanza sancita con il sangue di Cristo Gesù.
Le celebrazione della messa è memoriale della passione, morte e risurrezione di Gesù e si conclude: ‘Ite, missa est’, cioè andate e glorificate Dio con la vostra vita. Saremo sacrificio gradito a Dio quando, celebrata la messa ed alimentati dall’Eucaristia, realizziamo rapporti di amore con Dio e con il prossimo. Amore è collaborazione, servizio, condivisione, rispetto e mai ipocrisia. Così ci si prepara alla Pasqua.
XXX Domenica Tempo Ordinario: amare Dio e i fratelli
Sandra Sabattini: ama te stesso ed il prossimo
Le donne di Santa Rita, Luciana Daqua, realizzare una famiglia aperta all’accoglienza

“Essere ‘in uscita’ significa per ciascuno di noi diventare, come Gesù una porta aperta”: le parole di papa Francesco in Ungheria avvalorano la scelta fatta quest’anno di assegnare il ‘Riconoscimento Internazionale Santa Rita’, in occasione della festa a lei dedicata, a donne che incarnino il valore del servizio al prossimo.
Festa di santa Rita da Cascia: essere ‘Chiesa in uscita’ al servizio del prossimo

“Essere ‘in uscita’ significa per ciascuno di noi diventare, come Gesù una porta aperta”: le parole di papa Francesco in Ungheria avvalorano la scelta fatta quest’anno di assegnare il Riconoscimento Internazionale Santa Rita, in occasione della Festa a lei dedicata, a donne che incarnino il valore del servizio al prossimo.
VII Domenica del Tempo Ordinario: ama il prossimo tuo come te stesso
Papa Francesco invita a chiedere la pace a Dio

Stamattina papa Francesco ha concelebrato al Bahrain National Stadium la messa con l’invito ad amare tutti per realizzare la pace, come afferma il profeta Isaia, in quanto il Figlio di Dio avrà un grande potere: “Sembra una contraddizione: nella scena di questo mondo, infatti, spesso vediamo che, più si ricerca il potere, più la pace è minacciata”.
Il ‘sogno’ di Giulia Zedda

Giulia Zedda, la bambina sarda morta a 10 anni per un tumore e nata in cielo, tra i puri, aveva un sogno da realizzare prima di lasciare questa terra: ‘Mamma, vorrei che prendessi tutti i miei giocattoli e li regalassi ai bambini bisognosi. Io voglio fare del bene al prossimo’. Giulia aveva due sogni: diventare veterinaria e aiutare gli altri. Grazie alla mamma, che realizza il suo ultimo desiderio, quello più importante si è avverato.