Tag Archives: Papa

Papa Francesco: un cuore innamorato di Dio

“Non è facile comprendere la sofferenza umana a tal punto da volere che ad essa si offra sollievo. E’ indubbio che occorra un cuore grandioso, un cuore innamorato di Dio. E’ incoraggiante sapere che vi sono tante donne e tanti uomini, nel deserto dell’umanità, che hanno un cuore grandioso, innamorato di Dio e fra essi vi è papa Francesco, che è un uomo che appartiene alla storia umana, la cui finalità è Dio. Fermamente convinto che la parola di Dio sia la Via, la Verità e la Vita egli la trasmette con vigore e passione, fervente a tal punto da far riflettere anche gli atei”, ha scritto in un editoriale il giornalista Biagio Maimone, direttore dell’ufficio stampa dell’Associazione ‘Bambino Gesù del Cairo’, il cui presidente è mons. Yoannis Lazhi Gaid, già segretario personale di papa Francesco ed autore del libro ‘La Comunicazione Creativa per lo sviluppo socio-umanitario’, testo che ha ottenuto la benedizione apostolica del Santo Padre, il quale ha aggiunto:

“Non è piaggeria affermare che papa Francesco, uomo coraggioso del nostro tempo e non solo uomo della Chiesa, manifesta il coraggio della fede e lo fa quando si rivolge a coloro che, senza scrupoli, senza mezze misure, inseguono ed afferrano, con avidità irrefrenabile, i beni materiali, incuranti di calpestare ed annientare i propri simili pur di arricchirsi sempre più.

Parlare di umanità e di amore rappresenta sempre una sfida e lo è ancor di più quando si parla ad una società civile nella quale domina, ormai indisturbato,  il processo di globalizzazione, simile ai grandi eventi che hanno scombussolato la storia umana e la vita dell’uomo, come lo sono state le guerre.

La società civile è, senza dubbio, ormai disgregata, in quanto le regole preesistenti all’avvento della globalizzazione valgono poco o quasi nulla, ma è certo che l’amore unifica e, pertanto, non è vano alcun messaggio che incita all’amore e alla fratellanza, che sono l’anelito più profondo degli uomini di buona volontà e non solo dell’umanità errante, che è uno dei fenomeni più strazianti scaturiti dal processo di globalizzazione, proprio in quanto coinvolge l’essere umano rendendolo oggetto e non più soggetto.

I tanti morti, anzi troppi, per colpa delle guerre, riporta sulla scena della storia umana la sofferenza innocente di interi popoli, che sembrava ormai un lontano ricordo. Ed ecco il pianto di Dio: chi non lo scorge è certo che non abbia un’anima. Lo dice papa Francesco nei suoi messaggi accorati incitanti al rispetto della dignità umana. Papa Francesco sa di parlare ad una coscienza sonnecchiante, ma non desiste.  I conflitti aumentano e continuano ad aumentare, i poveri aumentano e continuano ad aumentare. Papa Francesco continua ad esortare ed esorta sempre più.

Le donne, che hanno combattuto per la loro emancipazione, vedono e subiscono ancora tanta violenza, anzi ancor più che nel passato. Uomini senza scrupoli le deridono, le mortificano, tolgono loro la vita, ne mercificano il corpo sui marciapiedi sporchi. Ed ecco che papa Francesco continua ad esortare e lo fa con la speranza di chi si affida a Dio. A favore delle donne papa Francesco ha dedicato uno dei suoi più accorati messaggi. L’eco delle sue parole travolgenti non finirà di bussare alle coscienze degli uomini violenti che le rendono schiave fino a quando essi non apriranno le porte del loro cuore inaridito.

Papa Francesco è certo che aspiri a voler ricreare la cultura della vita, la cultura della legalità, la cultura dell’accoglienza, della solidarietà in un contesto in trasformazione, che, proprio in quanto tale, ha posto ai margini tutti quei valori, senza i quali non esiste la vita , ma la morte. Si può definire l’epoca attuale come l’epoca delle grandi contraddizioni: grandiosi grattacieli e persone sporche e maleodoranti sui marciapiedi. Da un lato, tanta ricchezza e, dall’altro, tanta crudele miseria.

Non si può non riconoscere che il materialismo imperversa sempre più in tutte le nazioni del mondo creando miseria, illegalità, nonché torpore delle coscienza e della sensibilità umana. Papa Francesco ascolta lo strazio dell’anima di un uomo ormai solo sulla scena dell’esistenza, la cui coscienza sembra essere divisa a metà, proteso nel nulla dei valori umani e l’ardente desiderio di esserne espressione, perché indiscutibilmente figlio di Dio. A  quest’uomo lacerato parla papa Francesco, incitandolo a cogliere dentro di lui la presenza di Dio e a vivere come Dio gli chiede.

Papa Francesco ripete costantemente a quest’uomo infelice che, solamente se ascolterà la voce di Dio che vive in lui, sarà meno solo e triste, saprà tendere la mano al fratello più povero, rispettare ed amare veramente le donne, portatrici della vita e della pedagogia della vita, impedire le ingiustizie sociali, impegnarsi per la vera emancipazione umana, saprà sostituire Dio al vile denaro che vorrebbe dominare la coscienza di ogni uomo.

Papa Francesco, uomo della Chiesa Cattolica e uomo della storia, con il vigore del suo impegno cristiano, dimostra che solo una coscienza umana rinnovata potrà ricreare le condizioni perché la cultura della vita rinasca come la natura a primavera”.

Il vescovo di Roma è al servizio dell’unità

Papa Francesco

Giovedì 13 giugno è stato presentato il documento di studio del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, ‘Il Vescovo di Roma. Primato e sinodalità nei dialoghi ecumenici e nelle risposte all’enciclica Ut unum sint’, pubblicato con l’approvazione di papa Francesco, che sintetizza le riposte all’enciclica ‘Ut unum sint’ ed i dialoghi ecumenici sulla questione del primato e della sinodalità, a cui hanno preso parte sua eminenza Khajag Barsamian, rappresentante della Chiesa Apostolica Armena presso la Santa Sede – Catholicossato di Etchmiadzin (in collegamento da remoto); Sua Grazia l’arcivescovo Ian Ernest, direttore del Centro anglicano di Roma e Rappresentante personale dell’Arcivescovo di Canterbury presso la Santa Sede (in collegamento da remoto); card. Mario Grech, segretario generale della Segreteria Generale del Sinodo; e card. Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, che ha tracciato le origini del documento;

“Dal 1995 sono state formulate numerose risposte a questo invito, riflessioni e suggerimenti diversi scaturiti dai dialoghi teologici. Nel 2020, in occasione del 25^ anniversario dell’enciclica ‘Ut unum sint’, il dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani ha visto l’opportunità di sintetizzare queste riflessioni e raccoglierne i principali frutti. Lo stesso papa Francesco ci ha invitato a farlo, rilevando nella ‘Evangelii gaudium’ che ‘abbiamo fatto pochi progressi in questo senso’. Inoltre, la convocazione del Sinodo sulla sinodalità ha confermato l’attualità di questo progetto del nostro Dicastero come contributo alla dimensione ecumenica del processo sinodale”.

Tale documento è frutto di un lungo percorso ecumenico e sinodale: “Il documento è il frutto di un lavoro veramente ecumenico e sinodale durato quasi tre anni. Riassume circa 30 risposte all’ ‘Ut unum sint’ e 50 documenti di dialogo ecumenico sull’argomento. Ha coinvolto non solo il personale, ma anche tutti i membri e i consultori del Dicastero che ne hanno parlato nel corso di due riunioni plenarie. Sono stati consultati anche i migliori esperti cattolici in materia, oltre a numerosi esperti ortodossi e protestanti, in collaborazione con l’Istituto di studi ecumenici dell’Angelicum. Infine, il testo è stato inviato a diversi dicasteri della Curia Romana e al Sinodo dei Vescovi. In totale sono stati presi in considerazione più di cinquanta pareri e contributi scritti”.

Il documento mostra una conclusione in cui si evidenzia che il ministero petrino non può prescindere dalla sinodalità: “A differenza delle controversie del passato, la questione del primato non è più considerata solo come un problema ma anche come un’opportunità di riflessione comune sulla natura della Chiesa e sulla sua missione nel mondo. Un’idea particolarmente interessante è che il ministero petrino del Vescovo di Roma è intrinseco alla dinamica sinodale, così come l’aspetto comunitario che comprende tutto il Popolo di Dio e la dimensione collegiale del ministero episcopale”.

Infine il documento principi importanti per ‘fondare’ un principio di comunione: “Riguardo ai principi e alle proposte per un rinnovato esercizio del primato, il documento sviluppa alcuni suggerimenti avanzati dai dialoghi, in particolare una “rilettura” o un commento ufficiale del Vaticano I, una distinzione più chiara tra le diverse responsabilità del Papa, un rafforzamento della la sinodalità della Chiesa cattolica ad intra e ad extra, in particolare in vista della commemorazione del 1700° anniversario del Concilio di Nicea, il primo Concilio ecumenico, nel 2025”.

Il card. Mario Grech ha ripreso la tesi principale dell’enciclica di san Giovanni Paolo II,  ‘Ut unum sint’: “Sono passati trent’anni da quelle parole e molte cose sono cambiate nella Chiesa, ma l’urgenza dell’unità della Chiesa non è venuta meno e la richiesta di trovare una modalità di esercizio del ministero petrino che sia condivisa dalle Chiese emerge con forza dai dialoghi ecumenici…

Il Papa si esprimeva in questi termini nel discorso pronunciato in occasione del cinquantesimo anniversario dell’istituzione del Sinodo dei Vescovi, il 17 ottobre 2015, che costituisce una sorta di manifesto della sinodalità e della Chiesa costitutivamente sinodale”.

Il processo sinodale aiuta ad approfondire il ministero petrino: “L’esercizio del ministero petrino non si riduce a questo atto iniziale, per tornare alla fine del processo sinodale per ricevere i risultati ed eventualmente confermarli con una esortazione post-sinodale. La sua funzione di presidenza è visibile nell’Assemblea del Sinodo dei Vescovi: è lui che presiede i lavori dell’aula, personalmente o tramite suoi delegati. La sua è stata una presenza discreta, anche in Assemblea, dove i suoi interventi si sono limitati all’incoraggiamento dei partecipanti o alla precisazione di alcuni punti che richiedevano il suo giudizio. Ma proprio questa modalità di presenza ha favorito il lavoro in aula”.

Sua Eminenza Khajag Barsamian ha sottolineato il valore della sinodalità: “E’ convinzione della famiglia delle Chiese ortodosse orientali che queste forme di comunione debbano rimanere paradigmatiche mentre riflettiamo sulla natura e sulla missione della Chiesa nel terzo millennio. Vorrei anche menzionare il dialogo teologico con la Chiesa ortodossa orientale, che ha dedicato tre interi documenti al tema del primato e della sinodalità, in particolare il documento più recente concordato ad Alessandria nel 2023”.

La sinodalità è molto importante: “Allo stesso modo, le varie proposte del documento per rafforzare la sinodalità ‘ad extra’ mi sembrano promettenti, perché una certa sinodalità può essere praticata tra le nostre Chiese anche se non siamo ancora in piena comunione. A questo proposito, le iniziative di papa Francesco, come l’incontro di Bari sul Medio Oriente nel 2018 o, più di recente, la veglia ecumenica ‘Insieme’ alla vigilia del Sinodo del 2023, dovrebbero incoraggiarci a organizzare altri incontri di questo tipo”.

Per questo ha sottolineato l’importanza del titolo di ‘Patriarca d’Occidente’: “In questo senso, è importante il recente ripristino del titolo di ‘Patriarca d’Occidente’ tra i titoli storici del Papa, poiché questo titolo, ereditato dal primo millennio, testimonia la sua fratellanza con gli altri Patriarchi. Senza dubbio, è essenziale anche l’insistenza di papa Francesco sul suo ministero di Vescovo di Roma, perché è come Vescovo di Roma, Chiesa ‘che presiede alla carità’, come dice Ignazio di Antiochia nella sua lettera ai Romani, che il papa è chiamato a servire la comunione delle Chiese”.

Ed ha auspicato che l’anniversario del Concilio di Nicea possa essere occasione di ulteriore approfondimento: “Infine, vorrei esprimere l’auspicio che questo documento venga condiviso con le varie Chiese cristiane, affinché possiamo continuare la nostra riflessione. L’anniversario del Concilio di Nicea, il prossimo anno, sarà certamente una buona occasione per farlo”.

Per l’arcivescovo Ian Ernest ha sottolineato la necessità di una ‘riformulazione’ del Concilio Vaticano I: “Tra le proposte espresse nei dialoghi, vorrei sottolineare l’importanza di una ‘riformulazione’ o di un commento ufficiale all’insegnamento del Vaticano I, che rimane un grande ostacolo tra le nostre Chiese, soprattutto perché è difficile da comprendere oggigiorno e si presta a interpretazioni errate. È quindi ancora necessario presentare l’insegnamento del Vaticano I alla luce di un’ecclesiologia di comunione, chiarendo la terminologia utilizzata”.

Ed  ha ricordato i molti incontri tra papa Francesco e l’arcivescovo Welby nel Sud Sudan: “Ecco perché vorrei accogliere con favore la proposta di sinodalità ad extra. A questo proposito, il ritiro spirituale per i leader del Sud Sudan organizzato da papa Francesco e dall’arcivescovo Justin Welby nel 2019, il pellegrinaggio ecumenico per la pace in Sud Sudan organizzato da papa Francesco, dall’arcivescovo Justin Welby e dal reverendo Iain Greenshields nel 2023 e la veglia di preghiera ecumenica ‘Insieme. Raduno del popolo di Dio’ in piazza San Pietro nel 2023, alla vigilia della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, sono esempi di questo ‘camminare insieme’ od ecumenismo sinodale a cui papa Francesco ci invita”.

Venezia attende il papa

Domenica 28 aprile papa Francesco si recherà in visita a Venezia, a distanza di 13 anni da quella compiuta da papa Benedetto XVI, per visitare il Padiglione della Santa Sede alla 60^ Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia presso il Carcere Femminile della Giudecca, incontrando la comunità del patriarcato di Venezia, suscitando un moto di gratitudine da parte del patriarca, mons. Francesco Moraglia, che a Vatican News aveva spiegato la giornata, a grandi linee:

“Il pontefice sarà al padiglione della 60^ edizione della Mostra internazionale d’arte. Visitare i carcerati è la seconda opera di misericordia corporale. Poi pensiamo di costruire un evento in cui i giovani siano protagonisti. Quindi verrà celebrata l’Eucarestia, momento culminante di tutta la visita. Prepariamoci bene spiritualmente, personalmente, come comunità. E’ un evento di grazia, significativo, che deve rilanciare il nostro cammino di fede e la nostra testimonianza cristiana nelle nostre terre e nella nostra città”.

Ed a meno di due mesi dall’evento mons. Moraglia ha inviato una lettera, fornendo i dettagli della visita papale: “Nei giorni scorsi abbiamo accolto con grande gioia la notizia della prossima venuta di Papa Francesco a Venezia, domenica 28 aprile; sarà la prima di tre tappe che lo vedranno pellegrino nelle Chiese del Triveneto nei prossimi quattro mesi.

La visita sarà significativa quanto desiderata e si caratterizzerà per gesti eloquenti: l’incontro con le ospiti del carcere femminile della Giudecca, durante la visita al padiglione della Santa Sede, presso il carcere della Giudecca (Biennale Arte 2024), poi, l’incontro con la nostra Chiesa che avrà come momento culminante la celebrazione della Santa Messa in piazza San Marco; si vanno definendo altri eventuali momenti di cui appena possibile si darà riscontro”.

Ed in questo periodo di attesa il patriarca ha invitato a pregare per preparare l’atteso incontro: “Queste settimane sono tempo prezioso per la preparazione spirituale, personale e comunitaria, che ci consentirà, come Chiesa, di vivere al meglio l’incontro col Santo Padre, per giungervi preparati diamo più spazio alla preghiera, affidando al Signore la persona di Francesco e il Suo ministero di Vescovo di Roma e Pontefice della Chiesa universale.

Non si tratta di inserire nuove iniziative, piuttosto di valorizzare le occasioni di preghiera: le orazioni universali dei fedeli, nelle celebrazioni eucaristiche, l’adorazione eucaristica quotidiana o settimanale, la recita del santo rosario, così da rendere vivi i sentimenti d’affetto e comunione”.

Inoltre la visita può essere anche un’ulteriore opportunità per approfondire il cammino sinodale: “La visita del Successore di Pietro nella Chiesa che ha per Patrono l’evangelista Marco (collaboratore di Pietro), ci offre, anche l’opportunità di approfondire ulteriormente il cammino sinodale nella consapevolezza che la Chiesa universale è presente nella Chiesa particolare (rendendola tale), nella quale siamo inseriti, grazie al battesimo, con i nostri doni e carismi personali”.

Però la visita pastorale del papa può essere occasione di testimoniare la misericordia di Dio: “Il cammino di Quaresima ci spinga all’amore e alla verità, ossia al Signore Gesù, così da testimoniare il Dio della misericordia e della pace; potremo così rallegrarci dell’incontro con papa Francesco ed essere da lui confermati, come Chiesa, nella fede e nella carità”.

Mentre nei giorni scorsi il patriarca di Venezia, in qualità di presidente della Conferenza episcopale del Triveneto, ha raccontato la visita ‘ad limina’ dei vescovi del Triveneto: “Abbiamo sentito il Papa veramente vicino e gli abbiamo parlato a lungo delle nostre terre e delle nostre Chiese, delle nostre sofferenze e difficoltà ma anche dei progetti che portiamo avanti.

Siamo rimasti colpiti perché il papa ci conosce veramente bene e questo ci ha fatto molto piacere. Abbiamo potuto trascorrere con lui un paio d’ore che rimangono nella vita pastorale delle nostre Chiese come qualcosa che le segnerà per il futuro; una bella premessa per ritornare poi nelle nostre terre dopo questa Visita ad limina che ci ha regalato oggi la perla preziosa dell’incontro con papa Francesco”.

(Foto: Patriarcato di Venezia)

Papa Pio VII e la libertà della Chiesa cattolica, il suo esilio finì 210 anni fa

“La significativa ricorrenza del bicentenario della morte del Servo di Dio papa Pio VII è per me è occasione lieta di rivolgere un cordiale saluto a Lei, caro Fratello, ed all’intera Comunità civile e religiosa cesenaticense-sarsinate, che ricorda con riconoscenza un illustre figlio, pastore coraggioso, difensore premuroso della Chiesa… Nel rileggere la vita di questo venerato predecessore personalità di profonda fede, mitezza, umanità e misericordia, che si distinse per competenza e prudenza di fronte a chi impediva la Libertas Ecclesiae, affiorano sentimenti di gratitudine e ammirazione per l`eredità spirituale lasciata e la franchezza evangelica con cui ha sostenuto le difficili prove durante i ventitré anni di pontificato”.

Alla Fondazione Oasis si ragiona sulle migrazioni

“Il dibattito politico sulle migrazioni ha un andamento altalenante, si anima nelle emergenze per poi eclissarsi. Occorre cambiare rotta considerando tutte le implicazioni del fenomeno che oggi non è più emergenziale”: così il card. Angelo Scola ha introdotto, giovedì 28 settembre, il convegno ‘Cambiare rotta. I migranti e l’Europa’, promosso dalla Fondazione Internazionale Oasis e svoltosi all’Università Cattolica a Milano.

Papa Francesco benedice l’Oasi della Pietà e l’Associazione Bambino Gesù del Cairo

Mercoledì 19 luglio papa Francesco ha ricevuto a Santa Marta, in Vaticano, lo Chef Francesco Mazzei, responsabile del progetto di alta formazione ‘Scuola – Cucina’ per l’Orfanotrofio ‘Oasi della Pietà’ che l’Associazione Bambino Gesù del Cairo sta costruendo in Egitto.

Assisi ha celebrato il decennale di papa Francesco

Nel decimo anniversario dell’elezione di papa Francesco che ha voluto assumere il nome del Santo d’Assisi, sabato 4 marzo si è svolto alla Porziuncola di Assisi un incontro per comprendere questo tratto di strada della Chiesa di Cristo e la celebrazione eucaristica di preghiera per il Pontefice. Presiedendo tale appuntamento il francescano messicano p. Agustín Hernández Vidales, rettore della Pontificia Università Antonianum, ha evidenziato che l’ansia missionaria del primo papa latinoamericano ricorda quella dei primi dodici frati minori, noti anche come i dodici apostoli, che nei primi decenni del XVI secolo sbarcarono in Messico per annunciare il Vangelo.

La profezia delle dimissioni di Benedetto XVI nel Blaquerna di Raimondo Lullo

In una storia delle rinunce papali lo storico Giovanni Maria Vian in prossimità del decimo anniversario delle dimissioni di papa Benedetto XVI ha scritto che ‘in qualche modo l’anticipa Raimondo Lullo nel 1283, immaginando la storia avventurosa di Blanquerna, papa santo e riformatore che rinuncia’.

Papa Francesco benedice la Fondazione della Fratellanza Umana e i suoi progetti in Egitto

La Fondazione della Fratellanza Umana Egiziana, che è stata inaugurata la scorsa settimana nella capitale Il Cairo, è stata benedetta da Sua Santità Papa Francesco, il quale ha ricevuto in Vaticano mons. Yoannis Lahzi Gaid, Presidente della Fondazione, nella residenza Casa Santa Marta.

Fratel Biagio: le mie forti preoccupazioni per la santa Chiesa

“Sono molto preoccupato perché la santa chiesa sta attraversando un momento difficile e sta subendo una forte umiliazione a causa di alcuni pastori, religiosi e religiose, che, chiamati dal buon Dio ad evangelizzare e a soccorrere le pecorelle sbandate, invece stanno dando il cattivo esempio, non prendendosi cura delle pecorelle e in particolare delle più bisognose”. 

151.11.48.50