Ludovica Teresa Maria Clotilde di Savoia: una donna innamorata della famiglia

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Ludovica Teresa Maria Clotilde di Savoia nacque a Torino il 2 marzo 1843. Era la figlia primogenita di Vittorio Emanuele II e di Maria Adelaide d’Asburgo Lorena. Chechina, come veniva chiamata in famiglia, era docile e tranquilla, ma determinata. Ricevette un’ educazione fortemente cattolica che la portò ad amare la preghiera. A 10 anni scrisse nel suo diario: “Mi impegno a una piccola mortificazione: fare con aria amabile le cose che mi spiacciono e a serbare sempre per i poveri una parte dei miei piaceri”. Nonostante dovette affrontare quattro lutti importanti in un solo anno, non perse la fede.

Nel gennaio del 1855 morì la nonna paterna (Maria Teresa d’ Asburgo – Toscana) e, qualche giorno dopo, la sua stessa madre. A febbraio morì lo zio Ferdinando ( duca di Genova) mentre, a maggio, il fratellino Vittorio Emanuele, il quale era ancora in fasce. A 12 anni fece gli onori di casa in occasione della vita della zarina Aleksandra Fëdorovna, moglie dello zar Nicola I. Cavour propose un’alleanza coi francesi per cui la principessa avrebbe dovuto sposare Napoleone Giuseppe Carlo, noto anche come Gerolamo o Clom, figlio di Gerolamo Buonaparte, il quale era il fratellino di Napoleone Buonaparte. All’epoca Maria Clotilde aveva 15 anni e lui  21 di più.

Egli era un festaiolo che trascorreva il suo tempo tra i piaceri della vita di corte e della camera da letto. Era noto, inoltre, che provasse una certa avversione per la chiesa. Vittorio Emanuele decise di far scegliere a lei che, consapevole del valore politico che il matrimonio aveva per il futuro della nazione, dopo un mese di riflessioni acconsentì. Al riguardo, disse sempre: “L’ho sposato perché l’ho voluto io”. I due si sposarono nella cappella reale della Sacra Sindone nel 1859. Nonostante non fosse ben vista dalla corte, non si lamentò mai, dimostrandosi una vera regina. Noncurante delle difficoltà all’interno del matrimonio, Maria Clotilde continuò ad occuparsi di opere benefiche. Nel 1860 il suocero si ammalò.

Maria Clotilde, a lui molto affezionata, lo vegliò personalmente e gli fece ricevere l’estrema unzione prima del trapasso. Questo non fu gradito dal consorte, il quale si arrabbiò molto. Nel 1861, Maria Clotilde e il marito partirono per le Americhe. Durante questo viaggio, la donna rimase incinta e, nel 1862 nacque Vittorio Napoleone. L’anno dopo nacque Napoleone Luigi mentre, nel 1866, vene alla luce Maria Letizia. Quando cadde il secondo impero napoleonico, Maria Clotilde, allora 27enne, rimase nella città in rivolta contro il parere dei famigliari. 

Scrisse, infatti al padre: “L’assicuro che non è il momento per me di partire. La mia partenza farebbe il più pessimo e deplorevole effetto. Non ho la minima paura: non capisco nemmeno di cosa debba aver paura.  E perché? Il mio dovere è il rimanere qui tanto che lo potrò, dovessi io restarci e morirci: non si può sfuggire davanti al pericolo. Quando mi sono maritata, quantunque giovane, sapevo cosa facevo, e se l’ho fatto è perché l’ho voluto. Il bene di mio marito, dei miei ragazzi, del mio paese è che io rimanga qui.

L’onore persino del mio nome; l’onor suo, caro Papà, se così posso esprimermi, l’onore della mia Patria nativa. Lei non partirebbe, i fratelli non partirebbero.  Non sono una Principessa di casa Savoia per niente!  Si ricorda cosa si dice dei Principi che lasciano il loro Paese? Partire, quando il Paese è in pericolo, è il disonore e l’onta per sempre”.

Solo quando venne proclamata la repubblica, ella lasciò Parigi. Prima però, assistette alla messa quotidiana e visitò, come da consuetudine, i malati. Nel 1878 tornò in Italia con la sua unica figlia in occasione della morte del proprio padre. Restò lì dedicandosi alle attività benefiche. Il 25 giugno del 1911 morì e venne sepolta nella basilica di Superga. Nel 1936 fu indetta una causa di beatificazione nei suoi confronti, la quale è ancora in corso. Nel 1942, papa Pio XII la proclamò Serva di Dio.       

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