Papa Francesco e il prossimo Conclave. Motus in fine velocior

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 01.01.2024 – Andrea Gagliarducci] – Il botto alla fine dell’anno solare 2023 sta risuonando ancora, e continuerà a causare trambusto ben nel 2024. Sto parlando del “regalo di Natale anticipato” di Papa Francesco, attraverso il suo principale dipartimento di insegnamento e il suo neo Prefetto, il Cardinale Víctor Manuel “Tucho” Fernández [QUI].

La Dichiarazione Fiducia supplicans [QUI] del Dicastero per la Dottrina delle Fede propone l’idea di una benedizione “non rituale” delle coppie che vivono unioni irregolari (cioè composte da persone divorziate e conviventi o risposate civilmente), o delle coppie dello stesso sesso. Il documento insiste sul fatto che il matrimonio rimane tra uomo e donna aperto alla vita e che nessuna benedizione può essere data alle unioni irregolari o omosessuali di per sé. L’autore di Fiducia supplicans insiste inoltre che la benedizione venga impartita in modo “creativo” per non negare un accompagnamento pastorale a coloro che cercano la grazia.

Le reazioni al documento variavano dall’entusiasmo – il Presidente della Conferenza Episcopale Austriaca ha sostanzialmente affermato che i sacerdoti ora devono dare le benedizioni a qualsiasi coppia che ne faccia richiesta – al tiepido – vedi gli Stati Uniti e il Canada, Spagna e pochi altri – al freddo – in Polonia e ampie parti del sud del mondo – all’incredulità e al completo rifiuto da parte di diversi ambienti, soprattutto in Africa e di una delle principali Chiese rituali sui iuris, la Chiesa Greco-Cattolica Ucraina [QUI].

Il documento è rimasto vago nel suo linguaggio, impreciso e ha lasciato spazio a molte interpretazioni. E così, diverse Conferenze Episcopali in Africa, ma anche la Chiesa Greco-Cattolica Ucraina e quella di rito latino in Ucraina, fino ai vescovi d’Ungheria, hanno ritenuto necessario specificare ai fedeli che non è consentita alcuna benedizione per le unioni omosessuali. Hanno osservato che è possibile benedire le persone, ma questo è sempre stato così ed è stato riaffermato in una risposta del 2021 del dipartimento dottrinale del Vaticano, allora denominato Congregazione per la Dottrina della Fede, che era basata sul documento sulla cura pastorale per le persone omosessuali pubblicato nel 1986 [QUI].

Insomma, c’è stato un problema di chiarezza.

Chi si aspettava sforzi davvero efficaci per chiarire la questione dall’alto, davvero dovrebbe ripensare le cose alla luce delle dinamiche in gioco: il compito di Fernández sembra essere quello di principale luogotenente del Papa per fare confusione – hacer lìo (fare un pasticcio), secondo uno slogan popolare del Papa. Ciò avrà ampie implicazioni per il prossimo Conclave, che potrebbe arrivare durante i dodici mesi appena iniziati.

Forse, non c’è stato un evento che abbia avuto un effetto più dirompente sul pontificato di Papa Francesco della nomina di Fernández a Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede. Un amico e confidente di colui che divenne Papa Francesco nel 2013, Fernández non è solo portatore del pensiero teologico del suo principale, ma anche uno dei pensatori che l’ha ispirato e plasmato. Fernández è arrivato a Roma con una missione precisa, quella che il Papa gli ha affidato in un’insolita lettera di mandato, pubblicata proprio il giorno in cui è stata annunciata la sua nomina: di cambiare il profilo del Dicastero per la Dottrina della Fede, di rompere con il passato, di dare al Dicastero un volto più pastorale.

E Tucho non solo l’ha fatto, ma l’ha fatto con mano pesante, rendendo l’ufficio visibile ed assordante, presente nei media (anche se solo in alcuni media), e correggendo alcune impostazioni del passato [QUI].

Non si trattava solo di riportare al centro il tema del discernimento – e già che ci siamo, vale la pena ricordare, a proposito delle benedizioni, che sacerdoti nelle trincee pastorali di tutto il mondo stavano svolgendo già il lavoro di discernimento su una base di caso-per-caso – ma di imporre una visione e di farlo senza alcuna possibilità per altri di fornire visioni diverse.

Molti vescovi ha detto picche a ciò, mentre dei sacerdoti di tutto l’ampio spettro della pratica pastorale e dell’opinione teologica erano sconcertati, e dei laici scioccati da quello che sembrava essere un oltrepasso sia dottrinale che amministrativo, sorprendente anche per un Papa e un pontificato già noti per entrambi.

Il Cardinal Fernández non l’ha preso bene.

Fernández ha concesso un’intervista al quotidiano spagnolo ABC [QUI] e un’altra a El Diario [QUI], lamentando che coloro che parlano di benedizioni omosessuali sono in malafede e non hanno compreso lo spirito del documento. Queste parole, in definitiva, sono uno schiaffo a raffinati vescovi teologi, a un arcivescovo maggiore (praticamente un patriarca), e ad almeno un cardinale che ha chiarito la dottrina e il documento [QUI].

La sinodalità – uno slogan in cerca di una definizione operativa – si suppone sia il motore del pontificato di Papa Francesco. Se vescovi o addirittura intere conferenze episcopali cercano di offrire il loro punto di vista su alcune questioni o non sono d’accordo con alcune richieste, il massimo sinodalizzatore del Papa li dichiara in malafede.

In realtà, l’intemperanza verbale del Cardinal Fernández riflette in qualche modo le decisioni e lo stile di governo di Francesco durante l’intero pontificato. L’anno appena trascorso ha visto un moltiplicarsi delle decisioni legislative del Papa, che in modo crescente ha centralizzato decisioni e poteri, concentrandoli in se stesso. Quest’anno passato, c’è stata una riforma del sistema giudiziario vaticano, una riforma della legge fondamentale dello Stato della Città del Vaticano e una riforma della Pontificia Accademia di Teologia.

In dieci anni di pontificato, Papa Francesco ha scelto 61 volte un Motu proprio per riformare ciò che voleva riformare, mentre nel caso della questione ambientale ha fatto seguire a Laudato sì, un’enciclica, Laudate Deum, un’Esortazione apostolica, certamente un documento più leggero, che richiede meno in termini di stretta osservanza e tradizionalmente ha meno “regole” sia per la scrittura che per la lettura.

Nel corso dell’ultimo anno, tutto ha subito un’accelerazione e ha raggiunto una velocità vertiginosa con la nomina di Fernández. Papa Francesco ha così portato l’America Latina ufficialmente al centro del mondo, con la sua mentalità e storia di presunta emarginazione. Come l’attivismo di Fernández dovrebbe offrire una visione generale del pontificato di Francesco, è quindi una domanda urgente, non solo per i vaticanisti ma per il Collegio cardinalizio.

Le risposte disponibili non contribuiscono a creare un clima sereno. Tra coloro che hanno criticato la Fiducia supplicans, ci sono anche cardinali creati da Papa Francesco, e quindi di indiscutibile lealtà al Papa, tuttavia, le critiche vengono subito interpretate come malafede.

Alcuni hanno osservato che il pontificato di Papa Francesco, con i suoi documenti e le contraddizioni già trovate nei documenti, è come un buco nero [QUI]. Stiamo osservando attualmente un’implosione del pontificato. Tutto ciò che il Papa ha costruito rischia di essere eroso dal di dentro e dai comportamenti delle persone che ha chiamato ad aiutarlo.

Le interviste di Fernández in risposta alle critiche della Fiducia supplicans hanno detto ai cardinali che entreranno in Conclave di non votare per un candidato con un profilo simile a Bergoglio. L’ha detto loro di cercare invece per un legislatore e un amministratore competente, che sarà in grado di adottare piccole misure di correzione di rotta, evitando conflitti con altri vescovi e cardinali.

Papa Francesco, da parte sua, potrebbe ben desiderare di esercitare ancora una certa influenza sul prossimo Conclave. Forse, nel 2024 ci darà una riforma delle regole del Conclave – per la verità è una cosa di cui si parla da qualche tempo – ma, in ogni caso, si è assicurato tutto quello che poteva delle sue riforme della Chiesa, così come sono o sono state.

Francesco ha fatto quello che poteva per dare alla Chiesa la sua forma.

All’inizio di questo nuovo anno, tutto fa pensare ad una lunga preparazione alla prossima elezione papale. Se così fosse, sarà controversa. Aspettatevi sorprese.

Questo articolo nella nostra traduzione italiana è stato pubblicato dall’autore in inglese sul suo blog Monday Vatican [QUI].

Foto di copertina: Papa Francesco entra nell’Aula Paolo VI. Accanto: una Guardia Svizzera e il fotografo pontificio, Francesco Sforza.

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